Critica Sociale - XXXVI - n.18-19 - 16 set-15 ott 1926

CRITICA SOCIALE 277 - Una [Dn~anna- ~a~al! ~!I nalionali~mo Grande stupore ha suscitato, in Francia e fuori, la condanna dell' Aotion Fninça'ise chi, parte delle supreme autorità ecrlesiastic:hf. Prima il cardinale di Bordeaux, poi quello di Parigi, infine ìl Segretario cli Stato scrivente in nome del Papa stesso, hanno recisamente•in– timato alla gioventù cattolica (finora aderen - te in masse compatte all' AoUon) cli O'Unrclarsj dai pericoli che alla sua salvezza po~sono de– rivare dagli insegnamenti, « contrarii alla fe– de e alla morale )), di « alcuni fra i dirigenti clell' Aotion Française )). Con le quali parole gli eminentissimi prelati vollero evidentemen– te alhidere a Carlo Maurras, non certo agli al - tri due capi del movimento : uno dei quali, Maurice Pujo, è cattolico praticante, mentre l'altro, Leone Daudet, è addirittura un misti– co, per non dire un bigotto : o almeno si pro– dama tale. L' Aotion frança,i~e) che fuori di Francia, è principalmente conosciuta in grazia del giornale intitolato al suo stesso nome, non li– mita la propria attività alla propaganda gior– nalistica. La sua opera fervidissima, mirante alla restaurazione della monarchia, e all'ac– <111istodella gioventù alle idee monarchiche, si svolge anche per mezzo •di co:hferenze, di <:orsi scolastici ed uni versi tari, estesi in fitta· 1·ete all'intiero territorio. La dottrina inse– gnata non è soltanto entusiasticamente mo- 11ard1ica, ma anche rigo1·osamente ortodossa nel senso religiOt,O : monarchia e cattolicismo · sono per l' Aot-ion due termini indissolubili di <1uelbinomio che riassume le condizioni cli ri– nascita e. di grandezza della Francia. La Francia, ripete· ogni giorno il giornale monar– dlico, fu gloriosai e temuta quando i suoi re, fieri del titolo cìi re cristianissimi, si adope– ravano a meritare al loro Paese il nome di figlia primogen~ta della Chiesa; quand? 1~ rao·ioni della Chiesa e quelle della· Francia s1 c-o~fondevano talmente nel mondo, che il mon– do potè credere che la Francia fosse lo stru - mento diretto della, volontà divina : gesta De·i pe1· Francos. Dai cavalieri delle Cr?c~ate agli zuavi di La Uharrette, tutta la trad1z10ne del– la Francia è cctttolica. Quando la Francia ruppe con la monarchia e_ con ht reli - o-ione cessò di essere la regma d'Europa: ~ in ~n secolo e mezzo subì cinque g·randi in- · vai--ioni, dell'ultima fra le quali sono anco~a fumanti le rovine. La restaurata mornuchia llovrà riprendere il filo spezzato dalla _R/vo– luzione dell'89, introdurre ancora la rehg1one nei to~tnmi, nelle famiglie, nelle scuol<>,abo- · lire le « leggi laiche)), richiamare le congre– !!.·,rnioni <: restituire loro i berli confiscati dal– ia Repubblica. Uome si può spiegare la condanna da. par- . te della Chiesa cli un movimento che espone 1m simile programma'! E' così salda in Fran– 'cia la Chiesa, così forte, così dominante, da, po: \er respingere sdegnosamente la mano che s1 tende ,per appoggiarla? , . Certamente Carlo ~-faurras e nn hbero . pepsator~. Uo~. di lealtà e di sincerità, per- 81bho1eca l:JlnO tjlanco fette, non ha mai fatto mistero delle :-;ue ovi– nioni; quel suo libro (li « paRReggiate pagane )> che si intitola « Antinea >>, è tutto nn inno al paganesimo, alla serena bellezza della vita pagana confrontata col.c·11poterrore delle ani– me cristiane in perenne soRpetto delle insidir del demonio. Ed anche in minori opere drl M:aurras è pa]es<>la sna derivazione spiritna- . le dall'« immoralismo)) di Federico Nietzsche'. Ma è certo, è incontestato che il Maurras non lasciò mai traRparire nnlla di questi suoi pen– Rieri nel suo giorrn1,le o, h1 genere, 1wl cam– po dell' AoUon)· dove invece prese in ogni. oc· casione, con calore insuperabile e <:on pe1111a di maestro dello stile e della dialettica, Jr di– fese della «-eligione perseguitata, della Cliie– sa ignorata, a viso aperto, strenuamente, riu– scendo più' volte a rendere servigi jnsigni alla causa cattolica. Dunque? Dunque, l'apparente enigma si sciogli.e con facilità se si tiene presente il contegno che non da ora, ma da molti mesi, la Croirp ed altri grandi organi francesi puramente catto– lici vanno esplicando nei confronti clell' Ao– tiori. Riconoscono, sì, e ringraziando, gli ain– ti recati dal movimento alla religione; ma mostrano un vago sospetto di ciò che più tar– di il cardinale di Bordeaux esprimerà con le seguenti parole: « i dirigenti dell' A.otion ser– vono la Chiesa ma per servirsi di essa)). A dispetto di certe apparenze, il cattolicismo in Frùncia rappresenta ancora, specialmente ueJ– le campagne, in Vandea, in Provenza, nna forza di primo ordine, che può costituire per nn partito politico un decisivo elemento cli vittoria. Ora, - aggiun·gono quei giornali - il sospetto di poca sincerità nella sottomiR– sione alla Chiesa è legittimo, quando Ri trat– ta cli un partito fondato sopra una clotfrina così opposta allo spirito cristiano com'è la dottrina nazionalista. Non le opinioni monar– chiche dell' Aotion ripugnano alla Chiesa : questa lascia a ciascuno nel campo politico. come scrisse il cardinal Gasparri nella lette– ra confermante la condanna dell' Action) una « giusta lìbertà >). M:a ripugna la sostanza stes– sa dell'insegnamento nazionalista. E quì si trova il nodo della questione. Si può essere cattolici o eretici, pagani. o atei: ma tutti si deve convenire in un pnn– to, nel quale in realtà tutti cqnvengono: doè che, di tutti i sistemi religiosi o filosofici, po– litici o sociali, il cristianesimo è quello che -rct– lori.z.za di più Findivid1.w. Ponendo in ogni creatura ùm.ma, fatta ad immagine <> simi– o·lianza di Dio, un'anima immortale; ins<>– gnando la perfetta eguaglianza di tutte qne– :-;te anime a-gli occhi di· Dio; attribuendo 1-1lln più umile delle creature la capacità pot<.-'nzia– le cli meritare l'assunzione ai più altj g1·c:Hli della o·erarchia celeste, H cristianesimo ha fatto di ogni individuo l'ombra della diYi– nità, la sede della <livinità. e perciò una co– sa sacra libera e autonoma. L'idea pag,ma, secondo '1a quale (Hove « toglie allo :,.;chi.aYO metà della sua anima)), è completamentf e– stranea al cristianesimo, per il quale l'ani– ma dello schiaYo vale quanto quella clell'irn-

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