Critica Sociale - XXXVI - n.18-19 - 16 set-15 ott 1926

• I 276 CRITICA SOCIALE • nei siboi ooncetti e nei s,uoi vassi viù sign'ifi– cativi. Profonde divergenze di opm1oni dividono il pTO– letariato mondiale circa la Società delle Nazioni. I comunisti propongono il « fronte unico » con– tro di essa, e ciò si spiega con le particolari circo– stanze di politica estera della Repubblica dei So– vieli. Ma anche nella classe operaia dei varii Paesi che non hanno speciali- ragioni di ostilità verso la S. d. N. perdurano diffidenze o almeno scetticism~ tenaci. Verso questo « i:;>arlaniento mondiale » di Gine– vra si direbbe risorgaJ).o le antiche dissensioni ge– nerich_e che agitarono il proletariato di fronte al parlamentarismo in genere: quando la partecipa– zione alle elezioni e n1ln. attività parlamentare, di– videva gl~ anarchici dai socialisti. Dissensioni che la, Socialdemocrazia ausfl.riaca superò con uua for– mula posHiva: « Senza farci illusioni sul valore del parlamentarismo, noi postuliamo il suffragio uui versale ii. I L:1 diffidenza :;i,ntiparlamentare corrispondeva a un grado di infanzia delle masse operaie. Qualche– cosa di simile vi è in q1:1estoscetticismo verso la S. d. N., contro del quale si sarebbe tentati di ri– petere: cc Seuza farci delle illusioni sul valore della S. cl. N., noi postuliamo tutti i diritti che servono a far valere gli in_teressi _della classe operaia ii. Con l'entrata della Germania, la S. d. N. cessa di essere uno strumento del cc capitalismo dell'In– tesa n, ma resta l'istrumento del capitalismo. Sa– rel.lbe grave errore dissimularlo e creare illusioni, rna sarebbe eguale errore predicare qµella politica di astensione, che è risultata sbagliata ve-rso i Par– lamenti nazionali a maggioranza borghese. Si obiettava allora éhe la Costituzione garantiva la supremazia alle classi privilegiate. Tuttavia il proletariato si sforzò di entrarci per par>lare 'a fa– vore della estensione dei diritti della classe operaia. Così la S. d. N. è ogg'i una. cc corpor.azione di privilegiati ii anche se, con l'entrata della Germa– nia, non rappresenta più il privilegio dei Paesi vincitori; essa è una rappusentanza cli Governi, che ha bisogno di una profonda democratizzazione. Ma come il proletariato si è visto nell'obbligo di difendere, con tutti i loro difetti, ì Parlamenti bor– ghesi contro ·i tentativi della reazione assolutista, così esso deve difendere la S. d. N. dai tentativi delle diplomazie borghesi che vorranno tornare, quanto più ci si allontana dalla fine della guerra, ai loro metodi segreti, e sopprimere quel tanto di pw·lam,cntm'ism,o pubblico che è già realizzato nel– l'Is,tituto di Ginevra. La S. d. N. non è solo un problemai d'organizza– zione, ma è anche un problema di potere. Lungi da ogni illusione miracolista, la. classe operaia deve comprendere che cc la S. d, N. non contribui?'à aUa realizzazione degli ideali del proletariato se non nella mimra in cui il proletariato ·saprà conqui– starsela n. Complessa e delicata è la formazione della S. d. N. Non solo le diverse nazion:i, ma· anche le va~ie classi vogliono farvi valere i loro diritti. Ora,· dopo Versailles, la classe proletaria esitò fra il desiderio di collaborare a questa organizzazione inter;n.azio– nale, e il dubbio circa la capacità di evol111.zione della S. d. N. nella forma ·datale dalle potenze ca- BibIioteca Gino Bianco pitaliste. Anche l'attesa di una rivoluzione immi– nente distrasse all'inizio l'attenzione clel proleta– riato da questo organismo. Ma, a partire dal 1924, si diffuse di piil in più ~a oonvinzione, clte è oggi quella della maggioranza dei socialisti, che, in un avvenire prossimo, noi non vossimno co11,la1·esulLa fondazione di un orga– nisnw cli più alto valore di quello d,e/,l'attuaic S. cl. N. e che noi dobbiamo considerare in essa, così come è, la base del par/.amentarisn~o vnternazionale. Data la conoscenza dei possibili fattori di evoh1- zione storica, la classe operaia è in dovere di dedi– care a questa S. d. N., malgrado tutti i suoi difetù, un'opera di miglioramento e di riorganizzazione e di tentare di servirsene a profitto del proletariato. Come pervenirvi? In quali forme e per quali vie esercitare questa influenza sull'Istitùto Gine. vrino? Le situazioni variano a seconda che vi sono Governi socialisti (come vi erano in Inghilterra e Svezia, e come vi è in Danimarca) o socialisti par– tecipanti a Governi di co;:i,lizio11e (Belgio) o paI'titi socialisti che appoggiano Governi di sinistra (la Fra!lcia, al tempo del Ministero Herriot, quando il • socialista Bo:ncour fu de~egato a Ginevra, e poi vi rimase anche sotto Poincarè. Fu a proposito deJ suo cc caso n, che l'Esecutivo della Internazionale O. S., nella sua seduta del 28 agosto, deliberò: cc 1. - che appartiene ai partiti nazionali decidere in quale misura essi autorizzano uno dei loro mem- . bri a conservare un mandato all'Assemblea o al Consiglio della S. d. N. e di esaminare se via via le circostanze e le direttive date dai Governi permet– tono la es~cuzione del mandato ,in condizioni com– patibili con i principii deiJ.socialismo internazionale, gli interessi generali del movimento operaio e le ri– soluzioni dell'I. O. S.; 2. - che un contatto stretto e .regolare sia mantenuto fra i mémbri così delegati ed il partito al quale appartengono; 3. - che l'I. O. S. esamini regolarmente i problemi che si posano davanti alla S. d. N., di maniera da fornire ai par– titi nazionali ed ai delegati medestmi gli elementi di apprezzamento necessarii per permettere loro cli adempiere agli obblighi enumerati coi parag1·atì 1 e 2 >l). Ma nei Paesi dove i . socialisti si trovano di fronte un Governo ostile? _Più che ai cc casi i> contingenti ed illldividuali ' di rappresentlìnti socialisti eletti o toUerati da Go- verni borghesi (che li farebbero decadere quando la S. el. N. facesse loro seirio timore), si deve gu..ar– dare al <c diritto di rappresentanza ii. E qui il problema è chiaro: si deve rivendicare la rappresentanzai non solo per i Governi, ma per le Opposizioni: ossia, per i pa1-titi. Quanto dire, si deve lottare perchè a Ginevra non già i Governi mandino i loro delegati, rna i Pa1·-Lanienli eleggano i loro rappresent:a,nti. Già Brailsford esprimeva i vantaggi di una rap– presentanza proporzionaie · dei Parlamenti in con– f°ronto di quella dei Governi. Carlo Ka:utsky difen– deva il medesimo concetto in uno dei suoi ultimi studii sulla,. S. d. N. E' evidente che non sarà possi– bile realizzare di un colpo solo. la democratizzazione completa della S. d. N. e che ci saranno delle grancli resistenze da vince11e. Si tratta ora per i socialisti di metteve al punto !i postulati elefinitiv~ per questa democratizzaziqne.

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