Critica Sociale - XXXVI - n.18-19 - 16 set-15 ott 1926

278 CHITICA SOCIALE peratorc~: m1zi, fnrono più nurne1·osi gli sc.hiai– vi che i p1·i11dpi a,:-;snnti agli onori dell'altare. L'indivi<1110 :--olo dee-id<', c•o11 lit propria volon– tà, della :-;01·te Pte1·na clel ~110 spirito imperi– tnro: pei·ciò q1wsta vol011tù, deve e:-;~ere liue– ra, e h1 snp1:enrn, :-;ua llOl'lllèli deve essere la confornrnnza alla, volo11tà divina l'ivelnta, e in– se.gnata. Nr:-;:--un i11tp1·e:-;i-;p clPve pr-Pva.lel'C per J ni i-;11 q u0llo cl0lh1i1n·opl'iai C'i,e1·rn1i ~.i lvezza. Il 11 :izionn.li :-;mo,invpc•<', 1n•opa,g;11 una, cloi– trimt 11011 :--olodive1·:-;a, 11m tompJc,tnmente op– posta. L'iwlivhldo 11011 <-. 1111lla.: lo Staito è tntto: lo Rtato, eb0 1wt:--01titka e I'Hpprei.;en– ta la. Nazione. I clil·itti- dell'individuo non tontai110, C0SHèlllO, l';t'Olllpèl.ioJlO, ,favm1ti n, quel– li dello Rtc1 to. Ogni attività del c'ittadino - C'Ompresa la, sna, istrnzione, la, st1a forrnazio– _ne mentale P culturale - deve essere :-;oggetta e subordinata all'attività stnta,le, manifestar– :--ial servizio ed in ftmzioo~ cli quella. Gli in– dividui, 11011 sono altro che eleinenti cli una 1111:1,ssa d_j.mMeria, che lo Rtato plai;rn1a e fog– gia, come meglio gli pare. Re ciò ri:-;ponde ai NllOi clise,g-ni, può urnndarli tutti a 11101·ire .o a ,lar morte sui campi cli battaglia: la vita dei singoli non ha importanza, cli froHte a qliello Stato, insaziabile :Moloc uon eono/;rc>nte altra legge da quella che esAo stesso si' è data. Ciò posto: si può immaginare mm con– traddizione, un'antinomia più assoluta, più stridente fra <lue concezioni dell'uomo e cle]– h1, :-;ocietà? Ri pnò immaginare un sh,terna più lontano e più nega,tore del cristianesimo ehe q11ella sta,tolatria nazionalistica che ignora l'individuo e conosce soltanto la nazione e lo ~tato'? ·.Miti l'nno e l'altro, che il foncla,tore del c:ristianesirno noli coHobbe <~ Hon onorò; come noil li conobbe e non li onol'ò qt1el mai-;- . :--imo fra i snoi apostoli che predicò e< non es– servi più nè. greci nè barbari, nè giudei nè idolatri)), ma, unicamente nomin\ frateJli it1 ( 'rir--to: tutti, conie cantò più tardi il maggio– rP poeta n·istian 1 0, egualmente « nati ai· for– mai· l'angelica farfalla)). Ecco perchè, agli occhi ac-.,1tissimi cli Ro– ma, il cattolichm10 dei dirigenti clell' Action frcvnçaise appare cli dubbia, lega: non r--olo (J nello del l\fanrr1:1is, a1 quale è impossibile ne– gare i1 carattel'e cli un opportunismo politico : 111;1i qnello :-;tesso del «mistico)) Daudet. Oo– Ntni, fino al giorno, in cui s'innamorò della hlea monarddca, cli cristiano 11011 · ebbe nien– te: divorziò clalla prima moglif>: i-;c·rii--se ;r·H– manzi <·os'ì.po1·uog;i-a.fici, che la ChieBa li mi– :,;e a,ll'iudic<'. Qna:--i da un gìorllo a,ll'altro eb- , b<• una ei-isi di coscienza : ma h1 toin,cidenza clrll'i11gresso del Da~<let 11ell<.,file d~i mo- 11;1 n· h h-i. tol r--110 ing1 ·es.so nèlle file dei catto– l fr i <liNle a q11ella e-risi nn aspPtto nettamen– t<> politko. La Chie:-;a, noli. erede h10lto, (li 1·e– g-ola, alle eonvPrsioni impr-ovvjse; prefe1·hce qnei co11vt'1·titi che fecc->ro, 1111 passo- per voH.a, la vi::1idel ritorno a,ll'ovile. Li reputa. più sin– c-P1·i, ~~nc-hese veugono più di lontano. Ripen– :--ate all'Im1ominato cl0l Manzoni, di. qtrale len– to r-:paveutoso tr-.:w1:1iglio fu frutto la· sua, con– ,·pn3ione ! Perc·hè questa, avvenga aH'improv– viso, qua1-1iper t'f-fotto di 1111 colpo di fo1o·ore • d h I e :--1 a ori con sincerità la sera ciò che f.\i era BibliotecaGino Bianco bruciato lai mattina o si bruci ciò che si era a,(lor~1to, bisogna essere San Paolo, - e tro– va,1·si già sulla vi.:1,cli Damasco. ANGELO TREVES. NelPartito Socialista Austriaco Il progetto di un programma III (Fine) V. 0 - IL TRAPASSO DALL'ORDINAMENTO SO– CIALE CAPITALISTICO ALL'ORDINAMENTO SOCIALISTA. Nella lotta, per gli interessi della classe lavora– tl'ice e dei ceti popolari che si schierano intorno a q llesta, la. democrazia. socialista. cozza nelle mura– glie dell'ordinamento capitalistico: deve quindi sfon- darle.- · I presupposti per qu.esto superamento souo for– tli ti dallo stesso sviluppo capitalistico. Quanto più <1 uesto ridt1_ce il capitalista un semplice azionista, tanto più toglie la sua funzione originaria alla ' proptietà del capita.le, e rende possibile la soppres- sione di questa. Quanto più esso concentra og·ni po– tere sulla economia pubblica nelle mani delle gran– di. Banche, dei «Cartelli», dei J;1·usts, dei gran.di Sindacati ind'm.str·iali e commerciali, tanto più ren– de possibile al popolo la.voratore di conquistare esso ·il dominio della prop:tia economia mercè la socia- · lizzazioue dei mezzi dì produzione @, tli scambio che lo stesso, capitalismo ha conce.ntrati. . Da un altro canto, lo sviluppo ciel capitalismo ha Sl'lscitato il rnovimellto operaio. Col movimento operaio sorgono le Cooperative, le Aziende consor– ziali, le industrie statali e con1unali; si svolgono • così le forme della produzione e deUa distribuzione collettiva. Coll'aumento della propria forza, la mas– sa operaia ·vede più chiaro nelle condizioni della produzione e si acuisce in essa il senso della pro– pri a resp011saibilità, per l'andamento della produ– zione· stessa, di fronte all'insieme della popo.lazione; con che divien possibile eliminare il dominio del cn.pitale sulla produzione senza danno di questa. Ma l'ordinamento socialista non può stabilir:si ili ogni singolo piccolo terrltorio clorninat'o· dalle forze immediate del capitalisino; esso non lo può se non nei gqtndi clemanii, fra l0ro connessi, che offrono le con.di~ io:ni di 1:ma economia socialista. Perciò il Partito ·sociaÌista demoeratico dei lavorato- . ri, conquistato che abbia il potere politico nel pro– prio Paese, ri:on potrà socializzare i mezzi cli pro– (luzione couce11trat.i nello p1'oprietà dei capitalisti e dei grossi proprietari fondiarii se non nella misura nella quale la evoluzione ne ha create le condizioni uegli altri Strti. Col maturare di queste condizioni,· il trapasso dal sistema di. produzione capitalistico al sociali– sta potrà farsi nei seguenti modi: 1. - La grande ,propl'ietà "berfiera e forestale dei privati o della Chiesa,, le aree fabbricabili del-· le g1·audi città, le· miniere, le grandi imprese indu– stri ali e commerciali, diventano proprietà comuna– le; il commercio capitalistico, le Banche, le Socie– tà di assicurazione, in parte diventano comunaii, 1n parte cooperative. Se l'espropriazione debba essere indennizzata o no, ciò dipenderà dalle ciI'costa.nze speciali del mo– mento. Se ,si stabilisce un'indennità, 1~ obbligazio- 11i relative sarrunno estlnte, entro il lasso di .un.a ge– ne:razione, col ricavo dell'imposta patrimoniale e di quella sulle successionii..

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