Critica Sociale - XXXVI - n. 16 - 16-31 agosto 1926

CRITICA SOClALE ' • schier,e di lav0raLori. É, a·nzi, nell'intll(1to di un tale fatto che, dinanzi ad un vasto sci,?pero,· si sfren~ .su~ito . l'i~e~ 1i g,enc– rahzzar,e la battaglia. L 1ntmto 1stintiv,o s,em– bra indovinare che ,o si vincerà subito, d'un colpo, di s,orpresa, oppur,e I,e inevitabili ri– perc115:sioni.affiey•olirq.nno tutta 1~ c~asse l~– voratrice, ,e la tireranno verso 1 ab1ss,o più temuto, la disoccupazione, che sarà pur sempr.e, ugualmente, uno sciopero, se pur forzato.. VogHmno dire che la prospettiva di arrivare pur sempre a.quella mèta, la disoc ... cupazione, fa desiderare di andarvi incontro aggressivamente, in pienezza cli fo1~za,-e spe– ranza di vitboria, ahzichè arrivarci per for– za di-cose, lentamente, in spirito di disfatta, in condizione' di anemia, quando le riserv.e della previdenza sindaca1e sarainno già toc– che dai sacrifizi doverosi fatti per la soli– dàrietà con __ gli scioperanti di prima linea. O~, s~ _pur@anche questa è una illu~i-0nc, il suo impuls-o è terribilmente fattivo ... N{[~ un - tale sciopero, alterando tutte le ,condizi,oni della produzione e del. consumo in un continente, determinando sostiluzi,oni e compensazioni improvvise di mercati, non può astrarre dalla comparazione della si– tuazione degli operai scioperanti con quella degli altri -operai. della stessa industria ITl- 1'.estero. QuL infatti, affiora un krumirag– gio naturale ed irreparabile, cui tutte l,e for– ze della organizzazione· internazionale non bastano a' fronteggiare, appunfo perchè co– teste, forze della Internazionale •operaia non sono ancora riuscite (sono anzi da ciò as– sai- lontanie) ad approntare identiche con– dizioni di lavoro, le st~sse tariffe e la stessa giornata normale di lavoro, in tutti i Paes;i. Conseguenz~ di ciò è la rivolta, -o,f.orse me– glio, la diserzione delle simpati,e - dal cam- po degli scioperanti - delle ma!ts-e- consu– matrici,· che, in definiùiva, sono le masse di n~anovra su cui operano gli industriali e gli operai, tutti ·cercando di farsene una barriera difensiva. I minat,ori ingl.esi poteron,ò contare sopra uha be:nevol,enza rara dell'opinione pubbli– ca; per essi si schierarono quasi tutti i 1)ar– titi; per essi intervennero persino le. alte autorità della Chiesa anglicana. Ma altra cosa è questo favore sentimentale dei neu– tri, ,ed altra il concreto appoggio di quella speciale opinione pubblica -che ·è formata dai consumatori. Il grido superho degli ·scio– peranti: « Non un centesim,o di meno sulla paga! Non un m-inuto di più sul lavoro! > 1 , cui faceva eco l'etica civil,e del gran pubbli-· co· inglese, si· infrangeva aHa muraglia in– sensibile ·dei· rapporti della concorrenza in– tern~zionale, che s,ola commuove profonda- m:ente i consumatori.· · - 8ni ha vaghezza di ce:rcare le relazioni' l·on!·a:riè delle cos-e, potr;ebhe, senza esage– _ raz10ne ·e s,enza paradosso, dire d1e la di– sfatta·· dei minatori ing1esi è· dovuta anche al 'Trattat0 di Versailles, che ha s-ovv-ert:i.:t,o, dalla Sarre, ·alla Slesia, al Reno, il grande priv-ilegio' della- insularità dell'industria mi– ~er~ri_a b_rittan~ica. :f: _da al_l~ra èhe questa, m,ostra le· sue rughe, 1 suoi 1mpian:ti arre- BibliotecaGino Bianco tràti, i ,smoi alti salarì di un',epoca fortu– nata di monopoHo, pur sempre iniqui in r,elazione al caro della vita e alle paghe di altri raini industriali, meno difficili, m~n:o estenuanti. Solo vincendo l,o Stato, .ma non per un intervento int,egratior-e' delle paghe, da scaricarsi su tutti 'i contribuenti, bensì per un'assunztone nazi-6naJe dell'iIJ.dustria, cioè ancora « vincendo lo Sta't,o »,_ lo scio.– per-o poteva vincere riv·oluzi,ona:ndo tutti i · rapporti di produzione esisbenti... E anoora può chiedersi se tale vittoria :non avrebbe giovato immediatamente più ano Stato che . agli sci-operanti, po.sto che una conduzione saggia, severa, econom·a dell'industria, qua- 1,e devesi suppotr.e quella del1o Stato, oo– mincerebbe forse col. ridurre il personale •esuberante. ' . · É questa, infatti, la tesi più importante degli ip.dustriali inglesi. C'è tr,oppa più gen– 'te che necessiti, a lavorare nelle miniere! CoLesti minatori➔ che sembrano inchiodati al lor,o suol,o per un ·1amore che la 1oro sorte non sembra ghistificare, si moltipli– cano ,oltre ogni _più largo comportamento cle,1precetto evangelico t N è vogliono nè san– no e1nigrare 1 nè ·amano - e, s•e lo amas– sero, mancherebbe,r,o i mezzi all'uopo - . applicarsi ad altre industrie... Non sembra un'eco brittannica. deUe lagnanze degli agra– rii italiani della Valle Padana, quando rin– facciavano agli adulti braccianti di essere iù. troppi e ignavi, mancando della civile in– traprendenza emigratrice; nota ai )oro più docili fratelli d'el Sud, che sapevano quie– tam,e.nte p,igliare le vie dell' Amerìca''?... Il fatto è che, ancl)e in Ingl;lilterra, dopo la grande guerra che distrusse f.òr.se 12 milio-. ni di vite ,e doveva ristabilir,è il perf,ettissi– mò ,equilibrio demografico, soffocando ìl superfluo umano, si è in troppi, tal quale come in Italia e in Germania,. dove si le– vano supplièi le voci a chieder,e ai Numi del · monopoHo internazional,e di Versailles ~a carità •di un po' di; territorii nuo:vi; dii un po'. di colònie di lavoro:.. ·. · · . · Ma, com-e abbiamo deUo, per v~a di tutte le irre111>ovibilicomplicanze, 1,0sciopero non p•oteva vincere lo Stato, la società, p:er,ch'è_ nessuno sciopèro; ha per sè tale virtù ilaurna– furgica. Da classe a C'lasse, nella semplicisti– ca disposizione dei componenti la società, lo sciopero può vincere una resist,enza padro– nale anche formidabile, anorchè mira a strapparle 1.ma piècola parte del pr,ofitto ca– iJ.!>italis,lico per migU,orar,e il salario dei lavo– ratori, lascjand0 im'mutate le ·oemdiz1onì del pr,ocesst) capitalistico di produzione; ma, ·quando, oome tipicamentè--.. nel caso d-ello sci-opero _nero brittannico, per la- crisi del– l'industria che llOll)_ s,ol:o non consente tale fortunata prospettiva 'ma neppur,e, J:a,difesa vittoriosa delle ·con.dizioni dì paga e d,i fa·f@– ro vigen.ti 10 s,ciopero è costretto 'a poirre come obbieUivo la radicale 'trasformazione dei rapporli di produz~one, ·,aUora J-o s.cio– pero reca fatalmente 0011 sè la propria con– daJ:ilna, perchè nessuno sci9pero può• ,per sé abbattere 1 una s.ocietà, Ulllo Stato. • Con quest,o 1non si vuòl dire nemmeno

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