Critica Sociale - XXXVI - n. 16 - 16-31 agosto 1926

___________ CRITICA SOCIALE 239 ---------,-:::.._ __________ ~ ta data al suo partito : obbedendo alla quale quel– la entità elastica e vaga, che fa nomarsi de:nocra– zia, uscirebbe dagli equivoci che la discreditano presso le masse e le tolgono ogni efficacia d' azio– ne anche presso i Governi, e forniscono almeno un'apparenza di ragione a quelle correnti del so– cialismo massimalista, infransigente, filocomunista, ecc., le quali, se non hanno alcuna consistenza dot– trinale e vivono. sull'attaccamento delle menti sem– plici delle masse a vecchie /ormole superate e per lo più non servono che alla conservazion; di alcune, posizioni personali di dirigenti, in/1.uisco– ne pero a confondere le idee e ad ost<1c.olare qud– l' unità proletaria e socialista, sul fondamento di . una dottrina comune e di un criterio tattico unifor- me, e quella convergenza di /<Jrze o/fini ùd un medesimo scopo, che non è oggi più un lusso teoretico a cui si possa semplicemente e comoda– mente aspirare, ma, ogni gl{)rho più, diventa una necessità pratica ed urgente del minaccioso, e perciò minacciato, movimento proletario. Nel complesso, il Progetto austriaco, la cui defi– nitiva traduzione in Programma sarà il prodotto di quelle vive, sapienti e libere discussioni che sono· il segno e la salvaguardia della civiltà dei 1:>ot.>oli e alle quali già prende parte n<'l proprio int~resse di classe, con effetti sempre utili universalmen– te, anche la stampa borghese, segna un nuovo t.>as– so in avanti della gagliarda s0cialdcmocrazia di quel piccolo Paese - augusto di territorio, grande per l'operosità intellettuale e per la sua congiunzione ideale con tutta la stirpe tedesca; di quella social– democrazia che, animata dal lavoro assiduo di uo– mini come Kautsk,y, Hilferding, Otto Bauer, El– lenbogen, Adler padre e figUrJ, ecc., dal Ccngresso di H ainfeld '(1888) che uni (i .è·, le vari<!tendenze so– cialiste, a quello di Vienna ( 190 I) che / ece la f:>rima chiarificazione dottrinale, e via via, nel primo quat"– to di questo secoloJ a .tra.verso una lotta continua <? una lenta ma incessan(~ conquista di pro.gressi po– litici, economici e legislativi ad opera e a prò delle masse, rinforzatosi mirabilmente di numero e di co– scienza nella Repubblica emersa dalla· sconfitta guerresca e dal crollo degli Absburgo, può bim dirsi ~ accanto al partito socialdemocratico te– desco ~ uno degli antesignani più validi del mo– vimento di redenzione dei lavoratori d'ogni Paese. . La C. S. Il progetto di un programma I. La dichiarazione preliminare Il Partito socialista austriaco, basandosi sulle dot– trine del Socialismo· scientifico e sulle esperienze di decennali lotte vittoriose, strettamente unilo ai partiti socialisti di tutte le nazioni, prosegue la lotta di liberazione delle classi lavoratrici e le dà per met,a il superamento dell'ordine sociale capitalistico e la instaurazione di quello socialista. Con quali criteri esso assolva questo còmpito, è chiarito nel seguente Programma. I. L'ATTUALE FASE DELLO SVILUPPO E DEL DOMINIO CAPITALISTICO t.o) Con lo sviluppo del capitalismo, rami sem– pre più vasti della produzione industriale. del com– mercio e del traffico, si concentrano nelle grandi imprese. La concorrenza deLa grande impresa ca- BiQimJ.~00 ~ e~ente molti gruppi del vecchio arHgianato, e altri ne riduce alla funzione di riparare e vendere i prodotti delle grandi im– prese. Altri strati di artigianato cadono sotto l'oppri– m~nte domlnio delle imprese commerciali capitali– sttche. Una parte sempre maggiore del popolo vien trasformata in operai e dipendenti della ,,grande aziend~. 2. 0 ) Con lo sviluppo delle grandi imprese capi– talistiche cresce il _rendimento del lavoro umano, ma non .nella stessa misma migliora il tenore di vita degli operai e dipendenti. La mancanza di un disegno, che è caratteristica della produzione capi– talistica, provoca con alterna vicenda periodi di eccesso di lavoro e periodi di crisi e di disoccupa– zione. Se per un istante gli operai e i dipenpenti riescono a migliorare le loro condizioni di lavoro ' una parte del guadagno si disperderà o per il rincaro. dei viveri o per la disoccupazione. Così il tenore di vita degli operai e dipendenti con– tr:;ista in modo sr.1mpre più acuto e stridente col rendimento del loro lavoro e coll'incremento della ricchezza da essi creata. Il terrore cop tinuo della disoccupazione assog– getta i lavoratori all'opprimente dominio· dei pro– prietari dei mezzi di lavoro: La costrizione al la– voro per tutta l'esistenza a servizio altrui e l'in– quadramento degli operai in un meccanismo di la– voro diviso, sul cui piano essi non hanno alcuna .influenza, l'impossibilità di godere il frutto delle loro fatiche e di miglior,are con queste il tenore di v,Ha dei loro figli, toglie ad essi il senso e lo scopo dell'opera loro. 3. 0 ) Lo sgomento per l'incerta sorte dell'operaio induce masse imponenti a cercare salvezza nel pic– colo commercio e nei superstiti rami dell'artigianato. Il loro affollamento in questi rami· aggrava le mere, di grandi spese, inasprisce la concorrenza e de– prime profondamente il tenore di vita dei piccoli commercianti e degli artigiani. Il terrore della sorte dell'operaio privo di mezzi induce molti figli di piccoli contadini e operai ad acquistare terreno ad ogni oosto, provocando così una sopravaluta– zione e quindi un indebitamento della terra. Il ca– pitale ipotecario si appropria il profitto, gli interessi; e la rendita del piccolo agricoltore, riducendolo a non trarre dalla rolla che l'equivalente di un salario avaro. Così la pressione del capitale sugli operai e di– pendenti rimbalza sugli artigiani, sui piccoli -com– mercianti e sui piccoli agriooltori. 4.o) Le grandi imprese capitalistiche si riuni– scono in, vasti Sindacati, si organizzano in Cartelli e Trusls e cadono sempre più -alla dipendenza del ca.pilale finanziario. Potenti Cartelli dettano i prezzi delle derrate a tutta la popolazione. Grandi organizza– zioni industriali, capaci di arrestare interi rami della produzione, Impongono le loro volontà ai . Governi e ai Parlamenti. Le grandi Banche dominano la ·produzione ed esercitano una soverchiante influenza sullo Stato e sulla società. Tutto il popolo lavoratore cade sotto l'imperio opprimente di un piccolo numero di ma– gnati del capitale. 5.o) Collo sviluppo del capitalismo, la potenza mondiale economica e politica si concentra nelle mani del capitale finanziario degli Stati del grande capitalismo. Paesi piccoli ed economicamente deboli cadono sotto l'opprimente dipendenza delle grandi Potenze mondiali capitalisticl!e, La classe capita– listica nazionale diventa l'agente dell'alta finanza

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