Critica Sociale - XXXVI - n. 16 - 16-31 agosto 1926

; \ 238 CRITICA SOCIALE t~ delle nuove condizioni specifiche della Repub– f,lica•,,A u;;triaca - rachitizzata dalle conseguenze della guerra e dalle pastoie versagliesi ·fi:noall' atro– fia delle proprie capacità produttive e all' idroèefa– lia di una capitale che da sola comprende quasi- l.a metà. della popolazione dell'intero Stato - ma, per effetto della con.suetudine intellettuale della stirpe tedesca, in'vano frant1:1mata e _che aspira alla ineluttabile unificazione - ebbero l'occhio a tutto il pan'Orama economico-sociale mondiale, e segna– tamente europeo; onde il significato e l'interesse di talè progetto eccede di gran lunga i confini mo– desti di quel piccolo Stato. Anche è notevole, nel Progetto austriaco, la po– sizione in· qualche modo intermedia che esso· as– sume - determinata in parte da ragioni geogra– fiche, in parte da cause esclusivamente dottrimali - fra il socialismo occidentale o di destra, che ha la sua estrema espressione nel laburismo inglese, e quello nupvo-orientale o di. sinistra della Russia bolscevica : non già nel senso di· rinnegare alcun- .chè dell'anima profondamente democratica del so– cialisrnò marxista, o di fare concessioni sostanziali alla violenza settaria,. dittatoria, e imperialista a suo modo, del bols~evismo; ma nel senso di pr.eoc– cuparsi - più che gli Inglesi non faccia.no e non sian@•po,rtati ~ fare, data la solidità storicamentè secolare e non intaccabile della loro costituzic:me formalmente monarchica alla cuspide, ma profon– damente · democratica nel midollo - delle misure necessarie a fronteggiare, nel presente e più nel pro~simo avvenirè, gli assalti involutivi del capi– talismo alle libertà popolari e alle conquiste del Lavoro. Ecc.o quindi la auspicata << egemonia della clas– se laworatrice », che non è affatto la dittatura per– manente, a scadenza indeterminata nel senso bol– seevico, ma il ,;i/lesso di una necessità tattica che può es;ere determinata, nei periodi prossimi al compiersi della rivoluzione socialista e negli inizii dell,a ,effettuazione di questa, dai nuovi atteggia– mertt{ di violenza rib~lle della plut~crazia e dei suoi giannizzeri mercenarii, alla quale ed ai quali ne spetterebbe l'intera responsabilità stor(ca, per averla originata e necessitata~ e sottinteso che, a · · rivoluzione, compiuta, con la fusione delle classi in un solp amalgama egualitario dei· lavoratori ma– nua'li eq intellettuali, non divisi in categorie fuor– chè tecnicamente, cotesta « eg~monia » cesserà di avere qualsiasi poss·ibilità, ragione e significato. Ecco l'appello alla uriione sempre più organica e vasta dei lavo,:atori manuali cogli intellettuali (,di- , stinzione un po' grossolana, ma il cui senso è pra- ! ticamente afferrabile con facilità) e dei lavorato-ri · propriamente detti, salariati o stipendiati, co·i ceti '. - affini dei lavoratori a partecipazione, dei piccoli proprietari coltivatori, dei piccoli commercianti, dei professionisti così detti indipendenti, e che· sono tali sempre meno,· e hanno interessi fonda– mentalmente comuni o tendenzialmente conver- 1 genti, nel presente e più nell'avvenire, coi lavo- , ratori. a mercede : e ciò allo scopo, di costituire fin d'ora una maggioranza sodalista e d,i sottra.rre fin · d •ora, all-a plutocrazia il sostegno di quei me dii ceti che si stringono ad essa per stupida vani.tà , per incompr.ensione, e, peggio, per la folla speran– za di, averne dei vantaggi che il capitalismo non può ad .essi nè conced~re nè, in ogni caso, dune– volmente mantenere; e che perciò si ridurrebbero Biblioteca Gino Bianco ad una truffa stolidamente consentita. Ecco la preoccupazione 'di armare, anche fisicamente, le conquiste operaie e di creare 'fin d'ora nei corpi armati dello Stato, nella costituzione democratiz– zata dell'esercito, della Giustizia, dell'Amministra– zione, ecc., un presidio sicuro contro i possibili ri– torni e 1e eventuali sopraffazioni da parte dei ceti ancor oggi privilegiati e dominati dal ter~ore di perdere i loro privilegi... Tutto ciò, ed altro, che contrasta a un certo ottimismo pacifista e piatta– mente idilliaco di qualche zona del socialismo· de– mocratico nord-occidentale, può sembr.are tolto a prestito dalla concezione rivoluzionaria soviettista : in realtà non è che l' effétto logico, della constata·zio– ne di transitorie ma categoriche necessità difensive, rivelate, nello stesso Occide,;ite, dalla ,guerra e dal dopo~guerra, o ---. tutt'al più - richiama la con– cezio1'e e l'àzione bolscevica sopratutto all'intento di riconoscerne bensì i risultati parzialmente be– nefici, ma insieme di non ripeterne. gli errori e le aberrazioni ritardatrici. Di guisa che il socialismo austriaco, tanto più se le sue linee programmatiche verranno adottate, più o meno fedelmetite, da altri partiti di Occidente, potrebbe in 'qualche mo– do diventare, in un avvenir-e non lontand, il cen– tro, o l'anello di congiunzione, fra il classiéo socia– lismo europeo, non esclusa la corrente laburista bri"– tannica meno intimamente marxista nella espres– sione dottrinale, ma avviata a divenìrlo sempre più per la salda base tradunionista che ne è il sub– irato e lo strumento, e il ravvedwto e resipiscente bolscevismo sovietico, che protende le sue pro– paggini dall'Europa orientale nello ·smisurato con– tinente asiatico, già in iniziale ebollizione autono– mistica -i cio che equivarrebbe a divenire il Ker:n– punkt, il centro di orientazione, di un vero socia– lismo mondiale. * * * · Cotesto complesso di preoccupazioni tattiche, che affiora. già nella « Dichiarazione preliminare n. e troverà poi maggiori sviluppi ~d, applicazione nei successivi paragra'fi del Progetto austriaco, se· non soddisferà certo il teorico totalitarismo dei comuni– sti o bolscevisti della prima ora, non mancherà di suscitare le ciitiche e,.[' ostilità pi quella cosid~tta <<' demo-crazia borghese n, la cui car.atteristica è di oscillare in perpetuo fra reazione e rivoluzione, e di drappellare eccellenti idealità democratiche nei periodi di pace e cli vacche grasse, idealità che rin– tanano al prim~ soffio di vento e si rinn,egano pro– prio nei momenti in cui più bisognerebbe svento– larle e propùgnarle. In un certo $enso, il Progetto austriaco è più che mai democratico, proprio in. quei· punti che apparentemente si allontanano dal paci'fismo della democrazia ottimista e facilona, in' /ì.da ed, imbelle, 'in quanto esso tende a stimo– lare la democrazia a rimanere se stessa, a non im– boscarsi nei momenti di pericolo e di sacri'{ì.cio, a spingersi alle logiche ed estreme conseguenze del– la sua propria dottrina, non concependosi oggimai una effettiva e sincera democ·razia che ncm si basi sostanzialmente ~ugli interessi più vitali della gran– de massa, ossia della classe lavoratrice e degli stra- . ti affini, · considerati nella loro, solidarietà. necessa– ria, non soltanto nazionale, ma· eziandio nell' àm– bito internazionale. Nessun democratico veramen– te tale, •e cioè che non dissimuli sotto le belle in– segne dell'B9 l'anima e più gli interessi ·tenace'– mente reazionari, dovrebbe dolersi di cotesta apin-

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