Critica Sociale - XXXVI - n. 16 - 16-31 agosto 1926

• CRITICA SOCIALE 251 importazioni è rimasto superiore a quello delle esportazioni; e, siccome. le esportazioni sono il so– !o mezro di eq~ilibrare la bilancia dei pagamenti, _e stato necessario fare prelevamenti sulle riserve auree per pagare i prodotti importati. Tutte coteste difficoltà hanno suscitato numel"ose discussioni negli ambienti governativi· ne è risultato ' . una ripresa di terrorismo contr,o il pubblico, i fun- zionari e i commercianti privati. Il Comitato Cen– trale del partito oomunista ha dato l'ordine a .tutte le intraprese gestite d::i.llo Stato di. di~inui~e le loro spese generali, di rafforzare la disciplina •nelle of– ficine e di riorganizzare il sistema delle vendite pe'r ridurr,e i prezzi al minuto. È dubbio che queste misure possano bastare a riparare i meccanismi della politica eoonomita soviettista se non sono ' preliminarmente mutati i principii direttivi di co- testa organizzaz:one. Questi principii formano l'og– getto di vive oontroversie tra· i comunisti russi. Una frazione del partito scorge nel rinvigorimento del ca– pitalismo di . Stato la migliore - soluzione di ([Uesta crisi, mentre l'altra propone una intesa col capi-1 · tale PI,'ivato, accordandogli maggiori diritti e van– tagga. Quest'ultimo punto di vista è stato espresso dal Gosplan (Commiss:one statale dei piani eoonomici)– nei seguenti termini: « Nel corso dell'ultimo anno, l'ammoDtare del capitale pr~vato · è cresciuto in con– fr~nto al capitale di Stato; da questo fatto risulta che una grande quantJ.tà di capitali appartenenti a pr,jvati rimangono improduttivi perchè non possono essere ,investiti con profitto. Sarebbe, pertanto, as– sai utile che il Governo decidesse di favorir-e l'im– piego dei capitali privati, la loro accumulazione e il loro collocamento». Accanto all'aumento del capitale privato, ai danni derivanti dal monopolio del oommercio estei,o, al costo crescente delle imprese statali e al rincaro delle merci, c'è un altro fattore che ha un'impor– tanza fondamentale nella crisÌI odiern~: la spropor– zione tra l'industria e l'agricoltura. I dati statistici pubblicati dalle autorità sovietiche permettono di stabilire che, dal 1922 ad oggi, la produzione agri– cola è andata oont.inuamente crescendo, fino a rag– giungere nel 1925 1'83, per cento del livello di anteguerra; la produzione industriale, invece, a mal– grado çi.ella sua progressione p;ù rapida, non ha potuto rivaleggiare con quella agricola, e il suo li– vello è rimasto a circa due terzi di quello di ante– guerra. Cotesta sproporzione · nello sviluppo· econo– mico del Paese ha comparativamente fortHicato as– sai -l'elemento rurale in confronto a quello urbano– industriale ed ha creato una classe di contadini be– nestanti (i cosidetti Kulachì) che sono sempre più in grado di difendere i loro interessi economici di fronte alle autorità sovietiche e ai loro organi. :t contro questi nuovi ceti che menano specialmente battaglia L puristi del comunismo; ma le ragioni e– conomiche sono più forti di tutte le ideologie e il nuovo ceto è destinato ad acquistare un'influenza sempre maggiore nella vita politica russa. La. nervosità di Mosca per tutto ciò che si rife– risce alle questioni economiche e finanziarie, le· lamentazioni della stampa soviettista riguardo alla situazione del commercio e dell'industria, sono una prova che i dirigenti stessi sentono benissimo che qualche cosa non va. M~ trovare un mezzo che permetta di attuare un'armonia tra i differenti fat– tori eoouomici, che l'attuale sistema di oompression-E1 B •i...ei•ditmonoDQJio m~tiene in uno stato di permanente lùllO eca '\.:jlnO tjlanco • squilibrio. è un problema la cui soluzione è straor– dinariamente difficile, per non dire impo6sihile. Ra– gione per cui è lecito arguire che, di crisi in crisi. l'attuale ordinamento russo subirà una profonda tra– sforma~ione in senso sempre più democratico. anli– monopolistico e an tidittatoriale. e. m. PUBBLICAZIONI _PERVENUTE IN DONO Natalino Sapegno: Frof,, Jacoµone. - Torino. 1926. Edi– zioni del Baretti, Pagg. 194 (L. 10). - [In questi tem– pi di misticismo rin'lscente - a parole ~ e di Fr:ince.sca– nismo statizzato è di squisita allualilà nucsl'J volumello sul peccatore convertito di Todi. sul e s1nlo pazzo, le cui Laude furono uno degli inrlovinelli più attraenti dei nostri anni cli ginnasio-liceo. Il Sapegno non fa opera politica, nè religiosa. ma solo critic.'l e·I es lei ica e. a quanto ci parve, ohielliva e serena. Da lei:igersi preferi– bilmente, chi lo può. nelle frescure aulu1111ali delle Alpi o sulle pendici appennhiche clclrUmbr,i'I verde,. Paolo Gille, professore all'Istilulo de!(li Alti Sturlì del Belgio: Abboz=o d'una filoso/in &•Ila dignità 11m· na: tra– duzione di · L. Fabbri: prefazion~ di Saveri0 :\[cri ino. - Milano 1926. C1~a Erlitrice Sociale. Viale ì\fol17a. 77. Pagg. 140 (L. ,5): [Questo volume, edito dalla Casa che ci diede già Lr,. filosofia dP.lla riuoluzione di G. Ferrari. L'Unico di Max Slirner. (,[i annrchici di ì\rack'ly e varJ lavori di Ni"etzscke, di Kropotki11,e. di Rollami, di E. Ma– latesta, di Leda Rafanelli, ecc., ecc. ci dà ora in questo Abboz::.o di una filosofia della digniM u,nr,na (esiste an– cora sul nostro mercato q·uesla · merce?) la enne.sima ri– fioritura della eterna conteso sul preteso fatalismo cli Marx, sulla contestata prevalenza cl-e! fattore economico sui . fattori morali (materialismo economico). che lo scrit– tore belga combatte come un sofisma .. -\ noi, rhpo i vo– h1mi cli Antonio L'lhriola. il Su !P. orm"! di .lfarx di Ro– dolfo i\l.onclolfo e tante .altre pubblicazioni che tratl-ano questo argomento, la questione sembra superala da u1_1 · pezzo: in quanto bisogna crearsi un Marx di maniera. o 'isolarne alcuni perio.di, pe1· supporre che egli non ri– conoscesse l'i111portanza della· volontà umana nel deter– minare e modificare i falli ccono:11ici e politici: soltanl0 egli illustra come anche ç1uella 11olontà. ch') h vecchia fi– losofia consicle1·ava come un primum m'!u~ns autoctono, è sostanzialmente anch'essa modellata e suscitala da fat– tori prevalentemente economici (l'evoluzione dello stru– mento di lavoro. i rapporti della produzione. ecc). dopo cli che essa 11011 manca cli reagire a sua \·olla, secondo le sue proprie leggi. sull'ambiente cli cui è essa stessa un prodotto. Il Gille cerca salvars~ mIYiganrlo fra le tesi opposte; non vuole che il suo concetto sia con– fuso con riuello dei teorici del libero ·::11'hilri-o buon'a– nima; distingue autonomia eh i11dip 0 ndrn=a. (lislingue con– dizione da causa (l'ambiente economico sarchbe soltanto la condizione, e l'idea o la volontà sa ··ebbero le C'luse della . rivoluzione), ma lutto ciò sa troppo.• a nos'ro credere. di metafisica e cli scolastica. Che tos'è una causa a cui man– chi la condizione che le permetta di produrre degli effelli~ Che cos'è un'autonomia che es'èlurle l'ind'prndcnza'! Certo, l'u111anilà procede coi piedi e con la testa, ma il famoso capovolgimento fatto da Miarx cldla filosofia cli Hegel (secondo la quale il mondo camminava sulla testa soltanto) non esclude affatlo questa collaborazione: dice unicamente che i piedi portano la tesla e non viceversa. Comun– oue, per i nostri giovani, o meglio per quelli fra loro che scoprono tante novità unicament,e perchè non sanno che quelle novità hanno l:rnlo di barba, anche questo libro può offrire clelrinleresse. :\[a. a proposilo del fa– talismo l'improveralo a Marx da coloro che lo cono– scono per sentilo dire o per la lettura di pochi brani stac:cati, secondo i quali (alludiamo ai critici e non a i\Iarx) il marxismo sarebbe addormenlalore ne{lando la virtù delle idee-forza, è strano che i suddetti critici non abbiano fatto un'osservazione che li confuta in pieno. molto ·simile al fatto del filosofo che provava col muoYersi l'esistenza del . moto, e cioè che forse nessun'altra idea. nella storia, fu altrellanlo idea-forza quanto il marxismo medesimo: il quale, se negasse la forza delle idee. ne– gherebbe e rinnegherebbe ·sopratutto se stesso 1. Dott. Giovanni Zibordi - Redattore responsabile ffl. ri,. EIRl[O lllllll a [. in liquidaz. · MlllftO (21) fil larbma, 2

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