Critica Sociale - XXXVI - n. 16 - 16-31 agosto 1926

250 CRITICA SOCIALE lo stesso Marx, marcio sin· nelle midolla di « lue filosofica», dovèHe, almeno in teoria, inchinarsi alh nuova moda e scicìgliere, nella pr,efazione al ( Ca– pitale», un inno al metodo •positivistico: professione di fede in 'più eh~ curioso oontrasto ool metodo · da lui nello stesso « Capitale» effettivamente se– guito, metodo rigidamente e forse fin troppo filoso– fico, speculativo e deduttivo. Tale contraddiziop·e, che si osserva presso Marx, è invece già assai minore~. per non dire mi•nima, presso AntoniQ. Labriola, il quale, venuto su -ormai in tutt'altro ambiente scientifico,. non solo feoe anche lui ampia.. professione teorica di «positivismo», fino a .-prendersela acerbamente coi « positivisti d~generi » scr,editatori della dottrina; ma, a dire il ve110,anche praticamente, cioè nella sua' qualità di st,orico., si tenne H più che potè lontano dalle i< costruzioni filosofiche», e dalle « vaste generalizzazioni•. Un lavoro come quello dello Spàengler, « La cata– slro.fe dell'Occidente» . • che è q,eneralmente ril)utato oggi una delle opere di maggior polso in fatto di Stor-ia, che abbia prodotto il n0stro tempo, 'l'avrebbe fatto con ogni probabilità inorridire, producendò in ,' ìui il medesimo effett,o, che in una rjspettabile si– gnora ·cli venticinque· anni or sono avrebbe prodotto la vista <li una ragazza d'oggi ooi capelli tagliati I à la garçonne. Gli è che, col solito movimento a. pendolo (•dia– lettico·», avrebbe qetl'O Hegel) che si osserva in tutte le cose detlo spirito umano, la moda scientifica del nostl'O tempo ha abbandonato di: nuovo il m~– lodo sperimentale al!lalitico per il metodo delle grandi sintesi ·e costruziopi filosofiche. Ciò accade spe– cialmente nelle discipline storiche, più sensibili a questo genere di Il}Utamenti d'indirizzo ohe non le pure scienze fisiche e meccaniche, quantunque an– che in queste com(nci ora a penetrare il soffio e il tormento filosofico. Vedi Einstein. Ora, se, per « mimetismo » ooll'ambienfe. culturale d-eU'epoca, Marx, J Engels, Labriola si inchinarono dinnanzi alla « re– ligione ed adçràzione del · ~atto », anche per non dare ancora maggiore esca alfa insinuazione degli avversarì, essere il Socialismo mero ciarlatanismo e rozza demagogia; non c'è nessuna ragione, perchè anche noi socialisti dell'anno di grazia 1926 non possiamo a nostra volta fare lo stesso, e seguire il pensiero scientifico attuale nel su0 nuovo orienta– mento verso il metodo sintetico-speculativo. ' Siccome poi questo metodo ha indnbbiamente toc- , . cato il suo p'.iù alto vertice, e come eccellenza di ri- , .sultati.,. e oome sistemaHcità di attuazione, nel pen– siero fichtiano, anche questo nostro . atteggiamento può prendere come simbolo tale filosofia ed esnri- mersi col motto di un • rit.orno a Fichfe ». •' - FR.ANZ WEISS. l'idea di affer:mare in Russia il regime · comuni– sta. ,La Nep ha ristabilite e rese legali le . transa– zioni oommerciali, ma essa ha riservato allo Stato una funzione preponderante nella vita economica, e dopo ,il 1925 ha cercato di ampliare e rafforzare l'influenza del capitalismo di Stato. La potenza economica deUo Stato si estende· su tutte le risorse economiche del Paese dominate· dal pdncipio del– la proprietà dello Stato. Inoltre, nel dominio eco– ~1omioo, i Sovi,ety possono sempre impiagare i mez– zi politici, per poco che la lotta sia loro sfayrorevol,e o_ che l'opposiz/one sembri loro sul punto di· 'frion– fare. È precisamente ciò che è accaduto nella pri– ma sett,imana di agosto. A malgrado della sua forza apparente, la con– cezione sovietistica del capitalismo qi Stato ha mol– ti' punti deboli che la ,demoliscono impercettibil- · mente dal di dentro. Anohe :se i S'(j)viety riuscissero a mettere a disposizione deHe loro indu.strie capi- tali suffider:iti, per molte ragioni •essi sarebbero in– capaci di gestirle con successo; 'la_ principale di tali ragioni sta nella cattiva -amminjstrazione, che genera oosti di produzione assai elevati, e nell'in~ fluenza d·ella politica, c)le rende impossibile qual– siasi lavoro normale. Le relazioni tra le industrie dello Stato e il merc;ito commercia1e stanno al– l'origine della 'demoralizzazione che invade attual– mente :i funzfornari. La oorruzione fofierisce tra quelli che hanno 'una parte di .responsabiiità, e tutti i tentativi per combatterla riescono presso– chè vani. Le stesse ,infiuenze demoralizzatrici, a detta della stampa soviettista, si sono recentemente 'diffuse tra gli operai. Essi perdono rapidamente le più. ele– mentari nozioni deila discipHna, trascurano 'i loro doveri, rimangono assenti dal lavoro senza giu.sti– ficato motivo, e compiono perHno atti· di sabotaggio sulle macchfoe, sui materiali, sulle irnerci. t così ·che le industri~ amministrate ·dallo Stato sono di– ventate improduttive :e prolungano !'a loro esistenza solo a spese del lavoro del resto della .N1:!.zi9ne. Una Relazione ufficiale constata che, dal. marzo 1925 al marzo · 1926, il numero degli 0perai .è cresciuto del 30 per cento, mentre la ,produzione è progre– dita soltanto del 13,2 per 1cent0'; i salari, ·a1 oon- trario, sono aumentati del 30,1 per cento. lo tali condizioni; l'industria di ~lato· non 'pu'o sussistere èhe. grazie ai prezzi e1evati che' pag~no i .oonsu• malori;· le merci costano due volte più che ·nell'an– teguerra. TRA LE RIVJSTE La crisi del comunismo Tralasoiand@ le questioni i:ielativ:e al ·finan,ziamèn– to dell',industria, che abbisogna e@nthrn~ente di , nuovi capitali, i risultati d:el oommercior estero (ge– stitp monopolisticamente dallo Stato) pesano grave- RUSSO , mente sulle finanze russe. Il buon r.acoolto del 1925 aveva sus~itato · previsioni oHimisticlle dà parte de– gli economisti ,.soviettisti. Essi · avevano progettato tutto . un programma di importazione dall'Estero di nuov-e maèchine, di materi,e prime e di prodotti finiti. Coteste speranze andarono dreluse. -I conta– dini frapposero mille ostacoli alla cession,e del loro grano e rie fecer10 salire il' prezzo a un livello tale~ c'he le esportaZJioni non avreòbero pi:ù dato alcun utHe.. Il Governo sovietico dovette annullar,e im– porfantii ordinaiìoni fatte àll'Est-ero. Cosi, mentre ' neH'ulHmo trimestre 1925 la Russia aveva importato per . 141 milioni I di rubli di merci tedesche, n,el . primo trimestre ·:1!926 ne acquis~ò solo per 17 mi- L'allontanamento di ,Zfoo,;ieff dalle supreme ca– riche del Governp 'Sovi,etistioo, e la crisi interna del Partito comunista russo, harmo prov0cato mol– lis_si_micommenti nella stampa -e~ropea. La 1;rnova ~ crisi russa, che i 1 nvano gli organi comunisti <;l'Occi– dente cercano di oegare, è pnospettata da una R::– vista economica. di R,eval nel seguente inodo .. La nuova politica economica (Nep) fu pro,cla~ mala da Lenin nel 1921, _quando fu· riconosciuto · che , la Russia, paese agvicol,o,, comprendente 20 milioni di p'Ìcoole proprietà, non poteva essere or– ganJzzata secondo il metodo oomunistico. · Da al- ' lora, il G©verno sovietistico ha d1Qvut-0 . ~bbp,p,d.Q~ar"~ BibliotecaGino Bianco ' Honi.. TµUavia, fiino ad april~e, l'ammontare delle

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