Critica Sociale - XXXVI - n.14-15 - 16 lug-15 ago 1926

208 CRITICA SOCIALE IL DIF.FICILE GUADO Ecco l'Europa ad un nuovo bivio. Franda, Italia e Belgio sono presi nella strelta del~a necessità di slabilizzare la loro moneta proprio mentre una nuova crisi di produzione fa sen– tire i suoi primi atroci effetti. SilU8;zionc vera– mente tragica, di fro.nle. a_la qua_le s1_h~rr!lo. d~ una parte, la saggia dcc1s10nc de1 soc1.a~1shbolg1 - soli. dopo i ted<!schi. ad aver capito, nella sua, vaslità. il loro dovere in lanto frangent;e e dall'altra Le crisi ministeriali ~ getto conlinuo in Francia. riJ)etizionc di crua.nto avveniva in ftalia nel 1919-20 (e per gli Italiani vi era al-· meno l'atlenua.nle del nessun pr.ecedente) con le conseguenze che tutli sanno e che noi cono- · sciamo da un 'pezzo. I movimenti politici. le pass~oni di parte. le' dichiarazioni 'intorno al limite della lib,wU.1.del- 1~ funzioni del Parlamento. dei diritti del po– polo. non sono che contorno: spuma ~alleg– g,jante che nasconde movimenti più gravi e pro– fondi dovuli ad una situazione economica dif– r ,cilissi.ma. Chi' non ha perduto completamente la memo– ria ricorderà il tentativo fatto al Congresso So– cialista Unitario di Roma· (1923) per discutete intorno alla questione monetaria. e troncato. più che altro. dalla riluttanza dei convenuti ad ad– dentrarsi in un dibattito difficile e che non pre– sentava allettamenti oratori nè solleticamenti simtimentali o idealistici; tentativo che tuttavia d;imostrò esservi nel Partito Unitario tre ten– denze:· una, non forte invero, impaurita di ogni , tentativo di stabilizzazione monetaria e ,oontr.aria '.\lla !!"i valutazione sostenuta da altri: mentre una terza - che non ebbe pe,rò modo di esprimere i:ptieramente il proprio .pensiiero. s,e. non con qualche accenno e interruzione - desiderosa di affermare la necessità di una stabilizzazione monetaria, salvo le moq.alità e il punto _di valo– re in cui la stabilizzazione dovesse avvenire. Oggi di inflazionisti si può dire non ne esi– stano più. non solo nel Partito nostro, ma Iljep– pure nella grande massa degli industriali posti di fronte a troppe resis:tenre; e i rivalorizzatori della , lira - se ne togli qualche isolato come l'on. Alessio - sono divenuti anche essi sta- bilizzatori. . · Stabilizzare il valore della moneta non è cosa facile. Può darsi che possa avvenire, come di– oeva un finanziere tedesco al prof. Bianchini, .da un giorno all'altro, quando la preparazione 1>sicologica di un popolo s,ia formata al ·grande evento ed il provvedimento abbia l'appoggio in– condizionato della fiducia quasi generale; ma sta di fatto che la stabilizzazione, in qualunque modo avvenga, porta seco un tal movimento che non è temerario definire un assetto nuovo con possibile :redistribuzione di ricchezza. È, insom- · ma, un altro episodio della lotta fra le classi. •.e anche fra le categorie, inLeressale a rigettare -l'·una sull'altra l'immancabile peso del prov- vedimento. · I socialisti belgi, hanno compreso non essere il caso di porre avanti postulati tèorici ò fina– listici (.e tanto meno demagogici) ma di difen– dere le classi lavoratrici dai danni magaiori di una stabilizzazione monetaria fatta esclusi– vamenle dagli interessali dell'altra .lìiva. In Franci~ questo non ha'fillJO comp.Feso, ed. in– vece d1 dar mano al primo Ministero Her– ri:ot perchè giungesse allie consiegUJenze lo– giche della vittoria del carbell-0 con un ri– sanamento fiil!anziari-0 ed eoonomko assumen4o completa la Iorio parte di responsabilità, han- Biblioteca Gino Bianco no lasciato ehe le crisi succedessero alle crisi. senza uno sbocco preciso, ingrugniti irr una po– litica da pi~ola minoranza, inadatta a chi di– spone di un formidabile Gruppo in Parlamento. e presentando un progetto di parziale, espN?– priazione del capitale che pocca di ·de'rnagog1?, non essendo di pratica attuazione. '! E sarà bene su questo punto . dire ognuno il proprio parere perchè in avvenire l'errore non si ripeta. La decurtazione del capi tal~. ·se n':)n è espediente demagogico. è. provvedimento inat– tuabile. Il capitale o si éspropria in pieno ,;:– come in Russia, con tutte le conseguenze che 1;1e derivano - o si trasforma lentamente, gradu~l– menle, da proprietà privata in collettiya: tr.~– Yerso forme che - per esemplificare - pòs.– sono cominciare con la Cooperativa e passare per la Gilda, per giungere poi. a costituzioni nuove indicate dall'esperienza. Ma la parzi3:le espTopriazione del ca pilale ·non esis~e: caso maìi. essa non è che una tassazione. del reddito a seconda del capitale. lasoiando ad ogni tassalp di distribuire esso stesso in tanti es,ercizi il risa– namento deila falla aperta ... Quando un Gover .. no decida che Tizio paghi il 10 per 100 sul suo capitale -. mettiamo, costituito da immo~ili ;– del valore di 1.000. 000 di lire. non ha fatto· altro che obbligarlo a depositare L. ·100.000; che il capitalista- se non le ha in contanti - troverà da una Banca o da un privato a mutuo .d~estin– guersi in tanti anni. cioè a dire tassando il pto– prio ·reddito per un periodo più o meno lun~o. Alla scadenza, di questo tornerà ad essere ancora padrone assoluto del suo avere e la dec\!lrta– zione di capitale non sarà stata che una decur– tazione di reddito così come lo sono tutte le,_ tas– se. Se estendiamo l'esempio a tutti gli averi. il risultato è chiaro .. ed è altrettanto chiara la rì– pe:rcussione sui costi e quindi .sulla produzione. Non è così che si difende il proletariato· dai pericoli. della stabilizzazione. come non è con la fras;e fatta del « prodl,lrre dj più e consumare· di meno » tornata a circolate in questi téfnpi. La verità è che un Paese il quale si accin:j;!a a tanto evento economico e finanziario ha assolu.,, tamente bisogno di avere i cittadini compresi delle neoessità imposte dagli eventi e i partiti politici - e le organizzazioni economiche - pronte alle difese contro possibili sopraffaziani, ma per nulla intenzionati di provocare fatti ·ca– paci di produrre il caos ma non il risana.men.lo . Laddove la ·passione politica, per tante ragieni. questo limite non consente, è inevitabile qual:– che grave avvenimento quando l'operazione sa– rà tentata. La stabilizzazione è un difficile glll.a– do nel quale non è impegnato un uomo, .un G-0verno o' uno o più partiti, ma tutto il popolo: o passarlo faticosamente o affogare, inteso l'al– t o gare come il cadere in istatò di inferiorità di fronte ai popoli riusciti a mettere in ordine ·li! proprie finanze, per cui la ripresa diviene poi tanto più dolorosa per i ritorni politici provo– cati sempre da una economia pericolante. Perchè stabilizzare la moneta vuol dire smo– bilitare industrialmente, lasciando mòrire i pro.– lungamenti industriali nati sulla rendita del– la, inflazione al solo soopo di. investimento di capitali e con la spel'ainza di difenderli dalla sucoessiva svalutazione monelària ed .alle condi– zioni più difficili per la conçorrenza, all'estero con altre produzioni; ciò cliie porta inevitabil– ment~ ~d una vasta disoccupazione operaia con. un d1s1i~qo ~ncor peggiore fra chi• può lavo– ra~ e chi e disoccupato, per la ripresa immà.rt– cab1le del valore del salario roalie. Oh, sappiamo anche noi... La dimostrazio– ne che viene fuori da questi amti è che il capi-

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