Critica Sociale - XXXVI - n.14-15 - 16 lug-15 ago 1926

CRITICA ·soCIALE 227 « È disgraziatamente un fatto che il lavoro dei fanciulli. nqn è _limitato da nessuna restrizione,· e che, tarito nelle azi,ende brittannichequanto nelle alfre fabbriche cinesi o europee i fanciulli lavorano un numero d'ore ~ccessivo, cioè di giorno come di not– te». Nella regione. di oomp,etenza di quel console « ti fanciulli fanno da dodici a quattordici ore gior2 naHere, oome gli adulti. Salv,o che a ·Fou-Tcheou dove le due principali industrie non impiegano fan~ ciulLi inferiori ai 14 anni, in tutti gli altri centri la situazione è ·eguale a quella di Shanghai, e il lavoro dei fanciulli si svolge in condizioni deplorevoli d'i- g'i,ene e di salubrità. 1 La mortalità fra i lavoratiori, in conseguenza del loro intenso sfruttamento e delle crudeli co·ndi– zfoni in cui la cupidigia dei capitalisti li costringe a lavorare, è enorme. Quelli' che non m.uo: ono. invecchiano precocemente, e restano per tutta 1; vita invalidi e infermi. Chi può l,eggere senza inor– ridire la seguente relazione del console brittannico a Tche-Fou? « Nelle Mlatur.e di seta, scriv_e quel console, le oon– rnzioni d'igiene s,c~no assolutamente pessime. Per conservare alla seta la sua qua1ità. · si mantiene nei laboratorii un'atmosfera estremamente calda ed estremamente umtida. Le porte e le !finestre re" stano costantemente chius·e, e l'aria :fetida, carica di polvere e di· microbi. non è mai rinnovata. In una folla, è facile riconosoere gli operai al pallore..._ del loro volto. Tutti sono costretti ad abitare nelle fabbriche; in genere, non ne esoono se non in cir– costanze eccezionali. Quando .un operaio ha tenni– nato il suo lavoro, stende una coperta su .assi sop– portati da panchè, o magari sul suolo, e dorme, finchè all'alba è svegliato per ripr-endere immedia– tamente il lavoro». Queste filature, tessiture, fabbriche chimiche, ecc., che spremono a questo modo la v:ita e il sangue qegli operai, sono, quasi esclusivamente, neUe mani di capitalisti ingl,esi, americani, olandesi, belgi. Ora, qui viene ovvia una domanda. Se i capi– talisti europei trattano a questo modo i lavoratori di un Paese in_dipendente e sovrano, qual'è la Cina - cH un Paese rappr,esentato alla S.ocietà delle Na– ziioni -, oome tratteranno quelli dei loro propri possedimenti, delle Loro colonie, dove i lavoratori non possono ricorr,ere alle leggi e alle autorità del loro paese contro ~ padroni oppressori? . La risposta può essere data da chiunque sia in– formato, ad esempio, del1e infernali condizioni in cui lavorano i parias diell'ludia britannica. La sorte tnistissima dei coo[.ies cinesi è un paradiso in con– fronto della loro. Metà dell'Asia vive la vita degli schiavi - e delle bestie - per abbellire l'esistenza ad un ceto privilegiato d'Europa e d'America. Fino a quando? Il secolo decimonono ha visto l'emancipazione giuridica dell'uomo negro in tutto il mondo; vedrà il secolb ventesilllQ l'emancipazione sociale dell'uomo giallo? Sembra lecito sperarlo. Perchè a poco a, poco gli uomini di colore vanno acquistando una co– sci1enza - ed una organizzazione. Si legge nel più volte citat-0 rapf)Orto ufficiale che in molti cenlri industriali. a Shanghai. a Canton. a Kharbine. il sindacalismo si va rapidamente sviluppando. Do– ve non esistono Sindacati, fiorisoono le vecchie corporazioni. A Shanghai, per esempio, esistono ora 44 Sindacati con un effettivo ·totale di 84.000 mem– bri. A Canton, quasi tutta la popolazione operaia è sindacata. Perfino nella immobile e ieratica Pe– chino il sindacalismo guadagna ogni giorno ter– reno ... « Eppur si muove», diceva, di chio mondo, il vecchio Galiloo ... BibliotecaGino Bianco questo nostro vec– FoRSCHER. SGUARDI IN GIRO L'economia mondiale del dopoguerra Kella precedente rassegna, sulla scorla delle « Pro– spettive» del prof. Mortara (1), ,abb'.amo tracciato un quadrp della distribuzione nel mondo di alcuni prodotli di primaria importanza nei traffici inter– nazionali, oome indici della presente poisizione re– laliva dei diversi paesi nell'economia mondiale. Ma la vasta documenlazione raccolta nell'eccellente An– nuario, ci permette· anche utili confronti coll'ante– guerra e ci dà modo di rilevare gli spostamenli verificatisi nel dopoguerra nella situazione rispet– tiva dei vari paesi, e le tendenze che si vanno delineando nel commerc:o del mondo. La crisi economica dell'immediato dopo-guerra è stata ampiamente stud'ata nei suoi varii aspelti nella monumentale Inchiesta sulla produzione dell'Ufficio Internazionale del lavoro di Ginevra, ccl è illustrata più particolarmente per i singoli paesi, insieme ai f.enomeni e agL effetti economici della guerra, nella importante raccolta della Stor:a economica e social'.:' della guerra mondiale, edita dalla « Fondazione Car– negie per la pace internazionale», in corso di pub- blicazione (2).· · Verso la re~ta~razione economica mondiale. 1,1 prof. Mortara, che da sei anni segue alten– tamente col su::> annuado le vicende dell'economia postbellica, tenendo sempre presenti le condizioni anteguerra, rileva, nella sin letica prefazione alle « Prospetlive economiche» del 1926, indici confor– tanli di un progressivo ritorno verso la normalità, per quanto gli effetti della guerra si facciano tut– tora sentire in inagg1ore o· minor misura nei diversi paesi e, anzi, dovunque, come egli scrive, dal set– tentrione al mezwg' orno, dall'oriente all'occidente, le voci che si intrecciano esprimano malcontento, doglianze, r:mpianti. « Se si dovesse credere a lutti, bisognerebbe ·concludere che il mondo economico va di male in peggio. Eppure, - egli soggiunge - chi, da un'alta e serena sfera, inaccessibile agli umani clamori, potesse abbracciare. in una v1s1011e cinematografica le vicende del vicino passato, pa– ragonando le sorti di og.gi con quelle di ieri. sarebbe fors,e tratto a diversa •oonclus:one ». A poco a poco si rilorna verso uno slato meno anormale, e la re!:>taurazione dell'econom:a mondiale, che può non apparire evidente a chi consideri singoli paesi o brevi periodi, si dimoslra inriegabile a chi con– sideri vaste regioni e più ampi intervalli. "La pro– duzione si svolge con maggiore regolarità che nei primi anni successivi alla guer.ra ; il consumo at– tenua i suoi sbalzi; l'offerta e la clom:111da delle varie merci tendono ad adeguarsi con minori !;cos– se, mcrcè le migliorale condizioni della produzione e l'avvenuta ricostituzione delle scorte; gli s(fuilihri tra i prezzi dei diversi beni si vanno riducendo, (1) Gior~io Mortara: Pr:Jspelliue economiche. Anno \'I, 1926. - upera edita sollo gli auspici della Università Bocconi cli Milano. - Ciltà di Castello, Società An. Tipo- grafica Leonardo Da Vinci, 1926. · (2) Le conclusioni generali sin~eliche dell'inchiesta del «Bureau· Inlernalional du travail , pttbblicate nel tomo V della • Enquèle SUI." la produclion , (Genèvc 1925), sono state Lt·aclotle inlegralmenle nel fascicolo cli ollobre dell'!n– formazioni sociali, edile dall'Ufficio cli Roma del B. I. T. Della ~ Serie italiana• della citata • Storia economica e sociale della guerra mondiale, sono già stati pubbli– cali qualtro volumi dei proff. Morlara, Prato, Bachi, De Stefani, editi dalla Casa Editrice Laterz·a di Bari.

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