Critica Sociale - anno XXXVI - n.13 - 1-15 luglio 1926

CRITICA SOCIALE 203 g12are u?a certa somma gfobale in armi e in munizioni per og~1 solda~o ~ant~nut-o sul piede di pace. Siccome 1 ~rezzi. mo~~rnh ~egh armamenti sono praticamente u!11form1, ~e rispettive ass.egnazioni di Bilancio dei va– n Gov,erm potrebbero essere equament-e calcofat-e te– nendo conto dèl cost9 della vita nei diversi Paesi. 'no– po averci posti di fronte al problema centrale l'au– tore ci mostra quale soluzfone si pot-rebbe dar~ a tar luni probl,em! second~rì, come si potrebl:)e impedire la trasformazione degh aeroplani commerciali in mac– chi.ne bombardatrici, come si dovrebbbero contr,ollare oerti prodotti chimici, ecc. « L'argomento è irto di diffi– coltà - scrive la Rivista liberale The Nalion - m" una soluz~one bisogna pur trovarla. Il cancro degli a~mamenh_ deve esse~e estirpato dal nostro orga– msmo sociale se vogliamo salvare la nostra civiltà da una fine vergognosa ,,. *** Mentre il Baker affronta la questione del Disarmo da un punto di vista genericamente « umanitario» e liber_a~e, Jo Hilferd_ing la tratta da un angolo visuale spec1f1camente socialista. Nella sua robusta argomen– tazione, l'autore del Capitale Finanzi.a.rio combatte an– zitutto, la vecchia tesi, cara agli estremisti e ai « J:i~olu– zion~ri ''? che il c_apitalismo sia senz'altro la _guerra, e che 11 disarmo sia possibile soltanto dopo il trionfo finale del socialismo. . Nell'analisi della politica capitalistica - osserva Hil– f~rdin~ --:--~i c<:'mmet_tespesso l'errore, anche da parte d1 soClahsh, d1 considerare il capitalismo troppo nel suo aspetto statico e troppo poco· in quello dinamico: Leggi e tendenze economiche della classe capitalistica o dei suoi gruppi dominanti non si trasformano sem– pre in realtà politica. Il capitalismo si sviluppa in ambienti politici assai diversi, tra i pori della società fe~d~l~, sugli ampii sostrati r,urali dei dispotismi as~ahc1, 1~ell~ monarchie oostituzionali e nella repub– blica soviethsta, sotto lo zarismo e nelle moderne re– pubbliche democratiche. Se per l'analisi scientifica è necessario isolare le leggi e tendenze economiche, per degli uomini politici sarebbe erroneo non tener oonto dèl nesso inscindibile esistente tra politica e economia non scorgere 1~ loro unità nella' realtà concreta. Tutti i rapp?rti economici sono, in definitiva, rapporti umani, sociali; le leggi economiche sono leggi del- modo di agire umano, e l'economia, pertanto, sottostà oonti– n~amente alla cangiante influenza umana, alla co– sciente trasformazione dei rapporti sociali mediante la politica. · Ora, la classe capitalistica non è affatto l'esclusiva molla, il solo propulsore. della politica degÙ Stati capi– talistici più evoluti. In essi, la volontà di Stato è sem– pre più la risultante delle diverse volontà delle varie classi e dei vari partiti politici, e, in tale risultante, la volontà della classe lavoratrice politicamente orga– nizzata si fa sempre p'.ù forte. lp cotesto modo, anche il fenomeno guel'l'a (con tutti i suoi accessorii) può subire una profonda modificazione. Se anche fosse vero - e· non è - che la classe capitalistica è sempre e ovunque animata da .propositi di guerra; se anche fosse vero che il capitalismo genera solo (.."Onflittiin– ternazionali senza produrre in pari tempo tendenze contrarie; anche in questo caso le tendenze della classe capitalistica possono essere controbilanciate da tenden– ze opposte e le sue velleità bellicose rimanere al~.1 stato puramente potenziale. Tutto, infatti, dipende dal– l'influenza politica delle altre classi e, sopratutto, dal– l'influenza essenzialmente pacifica e pacificatrice del movimento operaio. . Tali consideraz~oni servono - seco·ndo Hilferding - a chiarire e a concretare l'atteggiamento dei so– cialist_i di fronte al problema del Disarmo, quale è condizionato dalla mutata situazione politica ed econo– mica. I sociaEsti non dimenticano che nel capitalismo sono insite possibilità di conflitti armati; se così non fosse, sarebbe anche inutile condurre la lotta con– tro i pericoli di guerra; ma ciò appunto rende la lotta Biblioteca Gino Bianco contro la guerra, una parte necessaria della lotta di classe proletaria contro il capitalismo. Qui si tratta di un problema di organizzazione di vastissima cor– nice, economica, politica, militare, ideologica, al quale (se non vogliamo rifugiarci nel nullismo catastroficq olei colillunisti) dobbiamo dare soluzioni concrete rea– listiche. Le questioni della democratizzazione e 'della inte~razione della Società delle Nazioni, della trasfor- . mazione del diritto internazionale, della cooperazione economica e del suo controllo da parte della Istitu– ztone ginevrina, della trasformazione del colonialismo imperialistico in colonialismo democratico, ecc. sono ormai poste; ora si tratta di risolverle gradualmente e organicamente secondo le direttive già tracciate dalla Internazionale socialista. *** Nella seconda parte del suo scritto, ~ilferding tratta particolarmente della difesa militare, e, alla luce delle nuove esperienze mondiali, mostra come per i socia– listi sia poco oonsigliabile pro.pugnare il sistema delle Milizie, come vige in !svizzera. A suo avviso, cotesto sistema non è generalizzabile a tutti i Paesi, ed è molto dubbio se rappresenti un progresso interno, o se si.a una garanzia _di pace .internazionale. Gli sforzi immedi.ati dei socialisti dev·ono, invece, tendere alla riduzione generale delle forze militari. Qui ci imbattiamo in una serie di proposte che furono già avanzate dal Governo liberale inglese prima della guerra: limitazione nella fabbricazione del materiale bellico, restrizione dei Bilanci militari, periodi di forie nella costruzione delle navi da guerra. Sulla stessa via troviamo la Convenzione di Washington, che ha fissato i rapporti di potenza navale tra gli Stati Uniti, l'Inghil– terra e il Giappone, le proposte di proibire l'impiego dei sommergibili, clei gas velenosi e. così di segnifo. Non si obbietti che tutte coteste misur~ possono essere eluse. Anche qui tutto dipende dalla forza dei Partiti operai e dalla capacità di controllo che- può acquistare la Società delle Nazioni quando sia efficacemente di– retta dalle grandi democrazie. · La conclusion,e di Hilferding è la seguente: -Il pro– blema del Disarmo è una parte integrante della po– litica iuternazionale socialista di pace. N'ulla di più falso dell'opinione che la soluzione imp<'rialistica delle odierne questioni economiche e politiche ·sia l'unica po,ssibiJ.e. C'è anche un'altra alternativa: quella indi– cata dal moderno movimento operaio. Le strade della politica cli potenza, delle Alleanze particolari, della Diplomazia segreta sono pur sempre battute. Ma, sotto la pressione delle masse socialiste e democratiçhe, si profilano anche nuove vie, che conducono alla ooope– razione internazionale dei popoli. Il contrasto reale che oggi esiste nella polrtica internazionale, più che ·un antagonismo puramente economico tra Governi più o meno imperialistici, è un antagonismo politico tra Go– verni più o meno democratici. Le minacce alla pace partono oggi sopratutto da quegli Stati nei quali h democrazia è provvisoriamente vinta o non anoora svi– luppata, e nei quali il potere politico sì è trasforma,to in più o meno aperte dittature militari. In ultima istan– za, sarà il rafforzamento della democrazia, la marcia in avanti del mov:mento operaio, che, abbracciando nell'unità della sua lotta tutti i diversi problemi della realizzazipne della pace, condurrà alla eliminazione della guerra come mezzo della lotta politica. e. m. PUBBLICAZIONI PERVENUTE IN DONO Angelo C0molli: La Spirale; Comunismo mistico; II edizione. - Arti Grafiche Lombardia, Milano, via Adige, 7, (L. 10). Ministero dell'Economia Nazionale: Direz. Gen. della Sta– tistica: Censimento della popolazione del Regno d'Italia al dicembre 1921. - Umbria. - .Roma, 1925, Provveditorato Generale dello Stato, Libreria (L. 10), Dott. Giovanni Zibordi - Redattore responsabile 0ft. Tip. EJIRl[O LlZZIRI · MILAHO (ZUVia Barbavara, Z- lei. 30-m

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