Critica Sociale - anno XXXVI - n.13 - 1-15 luglio 1926

CRlTICA SOCtALE Il sano principio adottato è: far precedere la pr~tica alla teoria .. Preparata la mente e lo spirito, entra in giooo la cooperazione, la quale in Dani– marca non fu istituita dallo Stato o da filantropi, ma dai coltivatori stessi. Il movimento cooperativo è cresciuto, infatti, gradatamente fra i contadini nei villaggi, ed ha tratto alimento e· direttive dal senso di solidarietà e dai beneficii del mutuo aiuto che ' nei contadini ha radici che risalgono alla remota antichità. La cooperazione fu introdotta e diffusa tra i con-– ladini quasi esclusivamente per migliorare l'agricol– tura e l'industria agricola. Abbiamo notato in precedenza che fu un tempo nel quale il burro del contadino era di qualità ·così inferiore e veniva prodotto in quantità così irrego– lare da esser quasi « inadatto per l'esportazione)>. Colla istituzione dei burrificr cooperativi, si riuscì a produrre un tipo unico di ottimo burro; i pic– coli proprietarii vendettero alla Cooperativa tutto il loro latte al pari dei grossi ed al medesimo prezzo, così 'che, oggi, il latte dell'85 per 100 delle mucche danesi è lavorato dalle Coopera~ive. E, si noti, tutto il burro esportato è ricavato dalla crema che viene pasleurizzala, non tanto a vantaggio degli stranieri che la consuma90 quanto per salvare i ma– jali e i vitelli dal rischio della infezione tubercolare.. Inoltre, 1'85 per 100 dei majali viene lavorato nelle fabbriche di salumi cooperative, e le uova vengono ricevute dalle Cooperative,· che le bollano con la data di produzione e col nome ùel coltivatore, per identificarlo e colpirlo con una multa di 35 lire se, sul mercato di vendita, si trovasse un uovo marcio della sua fattoria. Nelle stesse Cooperative un quarto delle) uova prodotte quando costano meno sono conservate per venderle nella stagione invernale., Non mancano, naturalmente, le Cooperative di cre– dito. senza le quali l'agricoltura danese non avrebbe potuto ampliare e ricostruire gli stabili, aumentaro i capi di bestiame, introdurre migliorie perma.nenti, acquistare macchine, costruire stabilimenti coope– rativi. Si è calcolato che fra il 1919 e il 1917 il debito degli agricoltori danesi attraverso le Cooperative. con ipoteche di primo grado, e le Associazioni di credito ipotecario con ipoteche di seoondo grado, corrispondeva al 46,2 per 100 del valore dei loro possedimenti. Il piccolo servizio di credito per le spese di eser– cizio viene fatto dalle « Banche cooperative di vil– laggio». Si fa ammontare il giro del movimento coopera ... Livo di consumo, di acquisto, di vendita e di lavo– razione a più · di 6 miliardi di, lire, i prestiti delle Associazioni di credito a 12 miliardi e mezzo e quelli delle Associazioni che prestano con ipoteca a 870 milioni di lire. Grazie a questi istituti di credito, ai fittavoli, che lavorano fiaccamente e costituiscono una classe poco intelligente e poco istruita, si venn~ sostituendo nella conduzione delle aziende agrarie una classe di lavo– ratori istruita ed energica, che potè accedere alla terra a condizioni di ammortamento dei prestiti contratti,. « che non potevano mai essere mutate a loro danno». ALESSANDRO SCHIAVI. (conti'111Ual Biblioteca Gino Bianco SGUARDI IN GIRO Prospettive economiche . L'ottimo Annuario che il prof. Giorgio Mortara , pubblica ormai da sei anni, 001 titolo suggestivo di « Prospetti.ve economiche» (1), si propone di « descrivere, quali appariscono al principiò dell'anno, le condizioni del mercato mondiale di alcune merci di primaria importanza nei traffici internazionali (grano, seta, cotone, lana, ferro, carbone, petrolio), o di speciale importanza negli scambi fra l'Italia e l'Estero (vino, olio d'olivo, frutta, ortaggi, canapa) ». La descrizione deUo stato presente suscita, quasi incessantemente, una vìsione delle possibilità che si preseptano per il prossimo avvenire e perciò, alla fine di ciascun capitolo, dopo l'esposizione dei falli, sono aggiunte le «prospettive» quali appariscono all'autore. Oltre ad un capitolo sull'energia elettrica - p1'eziosa J'oAte di forza per un Paese povero cli carbone e di petrolio come il nostro -, altri capitoli accessori (sui trasporli marillimi e terrestri, sulle finanze pubbliche, sulla moneta, sul lavoro, sull'emigrazione) illustrano brevemente fenomeni del– l'economia internazionale o naziÒnale, la oonoscenza dei quali è indispensabile nello studio delle vicende particolari dei mercati. Per ciascun prodotto è rac– colto un vasto materiale analitico di notizie e di dati. distintamente sul mercato mondiale e sul mercato ita– liano: produzione., ,,.c;;cambi, prezzi, consumo, pre– senti condiz:oni così del mercato mondiale come di quello ·italiano, prospettive pe1: l'anno in corso. Risa!- ' tano così, per questi prodotti che sono i fondamen– tali dell:economia contemporanea, tanto le presenti risorse disponibili, quanto Ja parte che i diversi Paesi hanno n~lla produzione e nel consumo dei medesimi, talchè si può farsi· un'idea obiettiva della posizione relativa dell'Europa e dell'Italia nell'economia mon– di.ale e trarne utili indici delle condizioni presenti e dei possibili sviluppi avvenire. Nelle pagine se– guenti riassumeremo i dati più generali. LE RISORSE DISPONIBILI E LA LORO DISTRIBUZIONE NEL MONDO Anzitutto, circa le risorse disponibili di alcuni prodotti fondamentali, per ciò che riguarda i cereali, il cui co:osumo nella maggior pàrte dei Paesi europei è ancora inferiore al livello prebellico, la domanda mondiale tende ad espandersi; ma, per « chi non spinga le sue previsioni oltre la vita d'una genera– zione, , non può sorgere ragione alcuna di preoc– cupazioni per l'approvvigionamento granario mon– diale» (2). Anche per il carbone le riserve attual– mente note basterebbero per migliaia di anni al fab– bisogno mondiale, se questo si mantenesse nell'attuale misura, e le riserve potranno del resto essere pre– sumibilmente accresciute coi progressi delle esplo– razioni geografiche e geologiche e col progresso della tecnica mineraria, così come i timori di un prossimo esaurimento delle fonti petrolifere nord– americane - che sono le più importanti - non hanno ragi,on d'essere per la nostra generazione. Anche la quantità di ferro ricavabile dai gi,\lcimenti attualmente conosciuti basterebbe per più di mille anni, se proseguisse l'attuale intensità di esercizio. D'altra parte, se il petrolio, la cui produzione è più che triplicata negli ulttmi quindici anni, viene sempre· (1) · Giorgio Mortara: Prospettive economiche. - Anno VI, 1926. - Opera edita sotto gli auspicì della Università Bocconi di Milano. - Città cli Castello, Società Anonima Tip. Leonardo cli Viuci, 1926. - Pagg. graudi XXI\'-480 (L. 40). (2) Uno studio inleressanle sulle capacità demografiche del mondo in relazione alle sussistenze è stato pubblicalo da G. H. Knibs: The world-problems, o/ population, in Scientia ,, ottobre e novembre 1925.

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