Critica Sociale - anno XXXVI - n. 7 - 1-15 aprile 1926

CRITièA SbèìALE 101 VIII .. Resta ad accennare ad un ultimo punto: in che modo deve intendersi, nella fiLosofia marxi~tica lo sviluppo della personalità, che essa ritiene i~– rente al funz.ionamento della società comunistica? Ma.'<Adler ha molto bene messo in rilievo che il concetto di individualismo può intendersi in due maniere: come dispiegamento arbitrario e totaic · delle facoltà dell'individuo, in guisa che da nulla sia esso. limitato; e oome « tendenzà costante alla n?-~nifest~zi~1:e della p~op~ia individualità» (22), c10 che s1gmhca coordmaz1on,e, dell'attività indivi– duale ad allra attività individuale secondo una legge di bene, in conformità del fi~e etico che è s~mpr~ un fine sociale. La prima specie <li indi– Y1duallsmo conduce al Nietzscianismo ·volcrare dei futuristi, a quella peggior forma di esso ~he è il Dannunzianismo, tendenza pratica e « spiritua– le » che si accomoda molto béne oon le più tristi forme dell'oppressione politica e oon la pratica della prepotenza. La seconda è educazione e di– spiegamento delì'individualità, Leggedi fedeltà alla propria personalità ed alla propria natura go– Yerno di esse secondo •il proprio concetto del va– lore della persona propria ed altrui. Il principio kantiano, « opera in: modo che la massima della . tua \Olontà possa servire come legge universale » · è la pretta incarnazione· di questa seconda speci~ d'individualismo, e ci mostra la maniiera come esso ?ia contemporaneamente socialismo, cioè legge valida per la società (23). · • Marx concepisce un individuo di « specie » un essere « socializzato », una persona che è già so– cietà. L'individualismo, che egli c:riede derivare dalla società ·comunistica, è un individualismo che, è coordinazione delle persone secondo una regola spontanea, cioè non iniposta dall'esterno, non su– blla per timor{~;o reverenza non raz1onale e non riflettuta; quindi un individualismo che è atluatJ entro i limiti del. precetto etico del bene comnne., e pone questo bene comune co :rr.ue mira indiv:duale di lutti i componenti della società. Ed appunlo è frutto d'una società, la quale, essa sola veramen– te, permette di ·conseguire il massimo dispiega– mento de ila persona, poichè, oessato l'ostacolo della proprietà e delle situazi,oni rigide di classe, e delle educazioni particolari che ne derivano, la personalità morale. di ogni uomo (intelligenza, temperamento e carattere) potrà seguire la pro- pria legge. · La nozione di « legge », come segnala dall'indi– viduo, escludo anche l' « arbitrio », e quindi que– sto individualismo non e un agire a caso, senza pericoli e senza sanzioni. Appunto perch.è e « leg– ge », è alto di volontà consapevole delLe conse– guenze; e le sanzioni sono poste dal diritto èel1e altre volontà ci.i va,lere come l:cggi di bene. Ora, come questo individualismo (morale) ~ un frutto del co,munismo (economico), ess.o suppone (22) M. Adler: Die Sla.alsrwffassun{J, des Marxismus, pa– gine .259-260. (23) In sostanza lo stesso Slirner non li alieno da quesla seconda forma di individualismo. « lo non ho nulla da ob- . biel~are - egli scrive - contro la libertà; ma io ti auguro più della libel'tà; tu devi non solo liberarti da ciò che non vuoi; tu devi avere ciò che tu vuoi. Tu devi essere non solo un « libero • ma un essere • proprio • che appartiene a s·è ..: lo appartengo a me stesso (Mei11 eigen bi11 ich)' tulte le volle e sempre che io comprendo di possedere me stesso e non lo abbandono ad altri •· .(Der Einzige u11d sein Eigenfhùm, ediz·. Biblfb~a>@irlff B1anco la subordinazione al detto oomunismo e -le san- . . ' z1om (spontane~), conseguenti al violare questo s~esso _vincol.odel _comunismo. È dunque un indi– v1duahsmo, e quindi una libertà,, che consiste ne1 fa'tto soggettivo del potersi dispiegare in confor– mità della propria natura riflettuta; ed intesa, su– bordinatamente, alla condizione da cui essa de- · riva, cioè la stessa sodetà comunistica· ed esclude . ' un agire (a caso magari) contro questa stessa so- cietà comunistica, nel sogno egoistico d'una r,e– sbauraziornf del possesso pFivato dei mezzi di pro– duzione o dell'assoggettaménto del simile proprio. L'ideale è altissimo; e suppone razze procrredi– te e raffinate per effettuarlo. Come esso sia ~onci– lia:bile con la esistenza di specie umane inferiori o improgressive, non è facile vedere. Gli uomini hanno sempre praticata la virtù entro circoli de– terminati, e non al di là; ma questo s·embra inoon– ciliabile con la natura della società comunistica: onde un problema che merila di essere proposto. L'esistenza di razze ,e popoli inferiori crea al co– munismo gravissime diffiooltà di principio. ARTUEO LABRIO~A. · Antidiluvianismo .·economico Il giornale L'Organizzaz'ion.e industriale « Bol– lettino sindacale della Cmrlederazione generale fa– scista dell'Industria italiana »., reca, nel suo Nu– n:ero 3:6, questo curioso articolo, che ci ringiova– msce d1 un cinquanbemiio, riportandoci ai temp.i felici quando l'industriale•, « padrone in . casa sua », non conosceva altro mezzo di aumentare i prçpri proiìtti e i dividendi dei suoi azionistt, .che. mantenere •e possibilme:nte acuire sempre più la schiavitù ·e il lento martirio della carne lavo'– ratrice da macchina.· « In seguito all'incarico ricevuto, dalla Nat:onal A.s– socialion. of Man.ufactures degli Stati Uniti, di esami– nare quali siano le cause priqcipa1'ì alle quali si <.ievc. attribuire l'attuale crisi dell'Industria inglese, il sigllor Noel Sargent l}a presentato. uno studio che, pure es– sendo molto breve, assume particolare irnportanza clal fatto che in esso il Sargent si occupa in modo spec:ale delle relazioni che corrono in !Inghilterra tra i datori; di lavoro ed i loro dipendenti e della influenza di que– ste relazioni sull'attitudine delle Trade Uni,ons, e con– fronta queste associazioni e la loro importanza con quelle americane. · Secondo il Sargent, come d'altronde è orm:::ii noto a tutti; la causa prima delJra crisi è l'elevatezza del costo di produzione, per cui i· manifatturieri Inglesi non si trovano in condizione di poter fare una concorrenza qualunque sui prezzi all'estero. · Le cause principali dell'aumento dei costi di produ– zione,· sempre secondo il Sargent, sono: l.o le condi– zioni dei cambì; 2. 0 l'onere graviss:mo delle tasse e im– poste; 3.o lo sviluppo industriaJ!'e di altr: Paesi1, che tempi addietro non erano in grado di sostenere la con– correnza inglese; 4.o il fatto che l''lndustria Inglese non ha, 1 e forse anche non può avere, come gli Stati Uniti, degli impianti industria4 di prim'ordine; 5.o la potenza delle Trade U nions. · . Mentre negli Stati Uniti solo il 10 per cento degli ope– rai sono iscritti ·a assoc:adoni operaie e il 20 per cento sono membri di Trade Unions, in Ingh]terra la proporzione :varia del 35 al 40 per cento. La forza però delle Trade Unions nei due Paesi non deve essere calcolata daHa loro entità numerica ma dalla forza di esclusione dei non-unionisti dalle indu– strie· principali. Da questo punto cii vi.sta le Tracle Unions Inglesi sono enormemente più potenti dehc Americane, perchè in Inghi-lterra basta che una metà, ed anche meno d'ella metà, dei l'avoratori addetti ad una industria siano Union:sti perchè, appena, giunge l'or– dine di sciopero, tutti i lavoratori sospendano il la– voro; perchè il sistema degli scioperi -di solidarietà r

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