Critica Sociale - anno XXXVI - n. 7 - 1-15 aprile 1926

etnfICA sòctAL~ 103 mente di domandarsi ! - jl perch~ del feno:,;neno che deplora, e se non vi sarebbe qualche mezzo civile per vincere la renitenza che tanto lo addo– lora. Evidentement•e la poltroneria, in cui si risol– Ye le droit à la paresse della classe lavoratrioe, sta in funzione esatta àella. sua oonvenienza; àel nes– sun interesse cioè che hanno i lavoratori a spen– dere più alacreme:p.te le proprie forre, esaurendosi in un lavoro estenuante, il cui effetto - in regime capitalista - suole essere 1',3ccess0 di produzione che il salario non basta a smaltire, onde la crist di pletora, e il crescere della dis,occupazione, cioè nuove cause di depressione del tenor di vita ope– raio. Solo quandO l'operaio si senta, non strumento pàssivo, ma « attore cointeressato » nell'impresa, solo quando egli sia un associato e non un servo. e i progressi della produzione cessino di ritorcersi a suo danno, soro allora - ma allora senza alcun dubbio - il suo atteggiamento può mutare. Ma ecco allora che si affaccia, .non già ancora il pieno socialismo, ma un ·avviamento, graduale· e spe– rimentale quanto si voglia, alle future socializ-. zazioni. Sencmchè·, per fare considerazioni d.i senso comune di questo genere, era inutile finan– ziare il movimento di offensiva alla organizza– zi.one e alle conquisle proletarie, e assidersi al– l'ombra del suo vessillo vittorioso. * * * indirettamente, con la istituzione di « Comitati mi– sti di miniera »; con la nwis1o:ne dei. metodi di pagamento; con sussidii familiari « per impedire che siano pregiudicate lie opportunità di im– piego degli uomini con famiglia; c0n la distri– buzione ai lavoratori di azioni del1e imprese; con l'ùbbligo di provvedere agli operai aUoggi con– venienti, impianti di bagni all'entrata delle mi– nier,e, congedi an:q.uali pagati, ecc., ecc. Si disap– pr:o'\'Òla proposta dei conco,:rdati locali, sostenen– dosi il oonoordato nazionale·. Se non si credette di proporre senz'altro la socializzazione df'lle m1- . niere (che del resto neppure i minatori doman– dano come pr:ovvedimento immediato e totalitario, .riconoscendone le difficoltà) si insistette pierò -– per rimettere l'ordine neU'industria - non solo sulla neoe,ssità dell'ingerenza di Comitati misti, locali e centrale, composti di rappresentanti delle due classi, e di :r-.appresenta:nti dei consumatori e di tecnici, ma inoltre sulla socializzazione dell'e– sercizio e del commerdo minerario,· che dovreb– bero funzionare alle dipendenze dello Stato.· E' si concluse affermando che « la via, la quale mena alla prosperità dell'industria carbonierà, è s-eg:nata da tre principali direttrici: da maggiori applica– zioni scientifiche all'estrazione e all'uso del car– bone; dal costituire più larghe unità per la pro'– duzione e distribuzione; ,da una più p'iena soli– darietà tra datori di lavoro ed oper:;i.i. In tulti e tre questi rispetti, il progresso ~dàe venire principal- mente dall'industria medesima I>. , Il che è quanto dire• che non è oolla compn~s– sione, con le imposizioni e con le minacde, o siano di Stato, o -siano di padroni, cbe un'economia s.\ riassesta, ma con 1a larga discussione dei mali onde essa è affetta, con l'azì,onie e la competizione libera di tutti gli interessi, con la « democrazia economica » insomma, che implica: e p.r,esuppone soprattutto .la democrazia politica. · L'Inchiesta - le cui conclusioni vorremmo po– ter riprodurre più largamente - è ùn do~ume."!to insigne di umanità e di sav~ezza, un sintomo di Yera civiltà. E può sembrare, leggendola, ài pe– regrinare nella terra dei ·sogni. Di fronte· a Cflt03toantidiluvia:nismo economico che rifiorisc~ i:n Italia> è confortante considerare l'atteggiamento ben diverso - anzi diametralmen– le contrario ~ ehe te:ngo:rrnLe classi c<Jltee i Go– verni di altri Pae-si; e un esempio ci è dato dalla stessa Inghilterra, sulla questione - vitalissima per quel Paese - dei minatori del carbone. E noto come questa industria> che è u:na delle basi più salde dell'economia br-i.ta ,n:nic~,abbia attra– Yersalo e attraversi un periodo estremamente dif– fici'.e; molte miniere dovetter'o essere chiuse ed altre larnrano in perdita. Sembra inevitabile pro– cedcrc'a una revisi•one dei costi. Per supcra•re la cri.si ~il G-0verno si indusse a c:msentire, come pal- ÌLLE. EGO. I Per "la terra chi lafa rendere'; li ali vo provvisorio, una sovvenzione· all'industria carbonifera, .che. dòveva contenersi nei dieci mi– lioni di sterline, e superò pr,esto i dodici milioni. Nel contempo, fu nomhrnta una Commissione di Inchiesta, composta di membri autorevoli, assistili da esperti, dei cui lavori e del1e cui conclusi:qni_ ' ci dà notizia l'ultimo fascicolo dello /ftformazzom sociali edite dall'Uffido italiano di corrispon– denza del Bureau Jnternational du Trauail, diretto da Angiolo Cabrini. La Commissione inte-roogò tutti i compelenti, fece-parlare tutti gli inter 1 essati, dai concessi@nari di min~0re al la Federazione dei minalori alle rappr,esentanze dello Stato e· dei consuma'tori. Tutti i punti di vista furono .co~ì potuti vagliare e, comparare con estrema ob1ett1- vità. Non mancarono anche in Inghilte,rra · i fossili dell'economia che insistettero per una riduzione c!elle merceài 'operaie e per un aumento. dell~ or~ di. lavoro senza supplemento s-traordmano d1 paga; ma la l?ro v~oe fu,. si può di1·c,.som~~rs;a nel concerto d1 c-ons1deraz10m ben altrimenti pro– fonde che svisceraronJ il compLesso problema nei nella Gran Bretagna 7. - Critiche e temperamentj .. P1{r essendosi appena al principio dell.a campagna per la riforma dellla terra, è già larghissima la let– teratura pro e contro, in Riviste e giornali di ogni colore. Da un lato la si è definita un bluff. elettorale.i dall'altro una vera e propria nazionalizzazione della terra, idea che, del resto - chi 1 osava il Manchester GuardiQ.n Weeckly del 9 ottobre 1925 - è meno ter– rificante di quel che possa sembrare, perchè « se è invo– cala dal Partito del _Lavoro, pel fatto 1 di essere pro– pugnala anche da Sir Daniel Holl e dai signor: Orwin e Peel, hç1.cessato di essere politicamente disputab:l:e ,,. ' f . rarporli di- lutti gli altri e'.-cmcnti, d<::lcosto; ra 1 quali quello della mano d'opera e d~ gran _lunga il minore. In sostanza la ·proposta dr un rmcru– dimenlo delle oondizioni dei minatori fu radical– mente scartala oome insostenibile e dannosa al– l'inleresse nazionale. Si- augurò bensì un più-oor– diale accordo fra lavoranti e, imprenditori·, ma fondalo su un maggiore riconoscimento dei diritti de)la mano d'opera, che dovrebbe; ess,ere coi1J.1be- BibI re1~a{glj rij(j)Bffl't(1ed1on solo direltamenle, ma Di fronte alla crisi ed ai pe:rico;n che essa involge, non si può arn!trare per timore delle formule. L ·adozione del progetto è consigliata da competenlii inglesi, sopratutto in hase al precedente d~l)'Irlanda. Nonostante due guerre civili e le devastazioni por– tale da tre anni di guerriglia, quel Paese si va rapit-– damcnle rimettendo. Esso ha meno disoccupati, pro– porzionalmente alla popolazione, dell'Inghilterra e del Gal19s; la sua agricoltura è fioren~e, il suo commei·– do è buono. Perchè? Perchè nel cor.:o clell-e ultime due. generazioni, l'Ir– landa ha· compiuta la riforma del suo sistema ler-

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