Critica Sociale - XXXVI - n. 1-2 - 1-31 gennaio 1926

• CRITICA SOCJAL!! qua e là nel nostro Paese, fra il 1877 e il 1878. par– ticolarmente quello di Benevento, promosso e capeg– giato da Carlo Cafiero, venne. sulla fine del settembre 1878. in Italia. e la sera del 30 scendeva a Firenze ~ell~ casa di Francesco Natta, presso cui erano osp1tat1 anche i coniugi Pezzi. L'arrivo della giovane i•ussa, nota per !a. sua prece– dente atlivilù politica, impressionò l'.1pol_1z1a,~he eser– citò un'attiva vigilanza attorno a Lei e a1 suo~ compa– gni. sicchè. in seguito a. un'adu~anza tenuta 1~ 1. 0 ot– tobre in casa Natta. a cm parteciparono anche mterna– zionalisti di Pisa. di Livorno e di Siena. Anna Kuli– scioff fu. la mattina del 2 ottobre. arrestata: e con Lei furono trattenuti e condotti in carcere anche il Natta e la Pezzi. che avevano voluto accomp:.1gnarLa con la speranza di ottenerne il pronto rilascio. Otto giorni dopo. anche il Pezzi veniva arrestato, e. prima e dopo cli lui. parecchi altri interuazioualisli di Toscana è d'al– tre· regioni. L'arresto salvò forse tutti costoro dal pe– ricolo di esser coinvolti nel processo per il lanciio fa– moso della bomba. avvenuto nel novembre successivo a Firenze in Via Naz:onale, per il quale il Batacchi fu condan:iato all'ergastolo, sebbene· provasse il suo alibi, e parecchi altri furono condannati a• 20 e 19 anni d1 reclusione. Il processo contro la Kuliscioff e i suoi compagni. tutti accusati di cospirazione contro la sicurezza dello Stato. si svolse. dopo oltre un anno di istruttoria. dal novembre 1879 al gennaio 1880. Di tutti gli imputali era la Kuliscioff. perchè straniera e perchè iziovapc di. rara bellezza. che più attraeva l'attenzione e la simpatia del pubblico. t « Aveva poco più di 20 anni - scrive l'Ang:olini nella sua storia del Socialismo in Italia - e pareva una vergine slava. Con una testa da madonna, con la car– nagione bianca. imporporata di salute. con le trecce lunghe, d'un biondo luminoso, per le spalle, essa fa– ceva \)ensare alle graziose figure de' preraffaelliti. « Il suo contegno fu dignitoso ed energico: negò di appartenere alla Internazionale, negò di essere venuta in llalia per preparare od affrettare una insurrezione, ma al tempo stesso non nascose la sua fede. le sue speranze. parlò dei suoi precedenti di nichilista esule e perseguitala.. delle sue relazioni con Costa, della sua coscienza conquistata alle dottrine nuove ciel socia– lismo. È interessante riportare il suo interrogatorio. • Affigliala alla Internazionale - disse la Kl.iliscioff - non sono e lo nego, non perchè gl'inlernazionalisli vengano adesso perseguitali da per lutto e specialmente qui in Italia, ove le autorità vogliono farli passare per malfattori, ma perchè in fallo non potevo esserlo. L'Internazionale non è mai pe– netrata in .Russia, dove le condizioni politiche, economiche e sociali sono del tutto differenti da quelle dell'Occidente. E del resto, anche se fossi internazionalista, potrei esser per– seguitata in Italia, dove non esistono leggi speciali contro gl'intcrnazionalisti? • Io sono socialista, ma qui in Occidente non presi parte attiva a nessuna cospirazione ... •· Il presidente contesta a questo punto all'accusala di aver risposto a lettere rivoluzionarie di Matteucci, e la Kuliscioff ribalte: • fo, come socialista, per far propaganda delle mie idee, rispondevo: noi socialisti crediamo che la professione franca •e sincera delle nostre idee convertirà quelli che la pen_sano in modo diverso... · e Io risposi a Malleucci che le rivoluzioni non le posson fare gli internazionalisti a loro comodo, pcrchè non è nelle forze degli individui nè di" farle, nè di provocarle; è il po– polo che le fa: quindi non conviene insor~ere in b_ande ar– male, ma attendere che queHe rivoluziom e quelle bando. si formino per dirigerle ai principi socialisti. I socialisti, io dicevo, debbono prendere parte ai moviil_lenti popolari, rome ad ogni altra manifestazione della vita popolare, per dirigerli, ma non possono crearli essi stessi. La rivoluzione deve partire qal popolo e non può esser fatta suo malgrado. Quando per l'introduzione della tassa sul macinalo vi furono agitazioni popolari, quando per le enormità di altre tasse il popolo si sommuove, come talorc. si sommosse, il Socialismo deve essere pronto a prendere la direzione del m·ovimento,, convertire gh istinti, i sentimenti, che sono latenli nel cuore del popolo, in forze socialiste. H movimento non è il socia– lismo che lo crea, ma è promosso dall'anormalità in cui . versa la società attuale 1 e dalla miseria dei più. Il popolo non si agita che per la fame: ma affinchè vi sia vero progresso nrlle sue agitazioni, conviene spingerlo e fargli ottenere· cosl 11011 solo il pane, ma anche un mialiorainento economico ... • Secondo il mio modo di vedere 11 Socialismo non ordina le bande armate, ma è pronto a· dirigere quelle ·che natural– rnrnle la condizione sociale faccia sorgere. Provocare le ban– de armate ove non sorsero già sarebbe stare fuori del popofo, mentre il Socialismo è col popolo e pel popolo ... q Conosco Andrea Costa, ma mi sorprende che possa far– sene un capo d'accu~. contro di me in questo processo. Biblioteca Gino tjlanco · Se si vuol parlare delle mie relazioni politiche con lui 1 do: vrebbe avvertirsi dal P. M. che Costa è assente da più d1 due anni dall'Italia che di questi due anni ha speso p~ù di quindici mesi in' prigione, che ess~ era ~un~e _nell'im: possibilità di cospirare; avverto che m Ilaha s1 son fatt! tanti processi di cospirazione in questo le;npo, ne' quah esso non è coinvolto come non è in questo; come, dunque, per essere amica politica di Costa, dovrei necessariamcul~ aver oggi cospirato contro il Governo if:ali~no, . quand'egli non ha cospirato? Questo quanto alle relazioni P?ht_1che, ma <l;ebbo anche osservare che con Costa io ho relaz1om personali che il P. M. ben conosce e che nulla hanno a che fare con la po– lilica... · , L'accusa non deduce contro di me alcun atto di consen– timento e di concerto. Ho ricevuto lettere sottoscritte da Mat– teucci, ma simili potrei io indiTizzarne al Procuratore gene– rale; si può forse impedire che qualcuno ci scriva? Il Pro– curatore generale dovi:ebbe per questo essere implicato in un' processo di cospirazione? Ho risposto a quelle lettere nel modo che ho dichiarato, senza occuparmi di chi me le aveva indirizzate, ed è strana la meraviglia del P.. M. c~e io abbi~ risposto senza conoscere la persc:ma che m1 s~r1ve~a_; avr~1 risposto anche se fossero state d1 un agente d1 polizia, po1- chè la propaganda delle idee si fa con chiunque. lo ho fiducia nella natura umana e credo che anche un agente di polizia possa sentir l'influenza di sentimenli piorali e di idee più larghe. . e Se io avessi consentito d'agir insieme con la persona che m'indirizzò la letlera 1 allora sarebbe naturale la mara– viglia del P. M. Ma ~oiche io rimasi sul terreno teorico non v'è ragione di meravigliarsi, per i motivi che ho detti. , Ancora: ov'è il mio reato?,. Per la Kuliscioff - che fu difesa con grande eloquea– za dal principe dei penalisti d'allora, Leonida Busi, e <lall'avv. Morgen - e per quattro. suoi coimputati, lo stesso P. M. chiese l'assoluzione; ma anche gli altri fu– rono assolti. specialmente per l'impressione suseitat.;. nei giurati dalla dichiarazione di un avvocato di difesa - che il Sostituto Procuratore, mandato all'ultimo mo– mento a sostituire il Procuratore generale ammalatosi, non potè smentire - avergli detto Sostituto con– fessato. parlando di quel processo (im cui non sapeva che avrebbe poi dovuto fungere da P. M.). che si trat– taYa di una montatura. La conversione al marxismo Citalo dalla difesa della Kuliseioff era venuto a te– stimoniare, munit9 di salvacondotto. anche Andre!l Costa. che l'amnistia aveva alcuni mesi prima - come si è detto - liberato dalle prigioni francesi. Il Costa era stato fino a poco tempo addietro, in– sieme col Ca.fiero, col Pezzi~ col Natta, col Malatesta e con altri, seguj:tce di quel1a dottrina e sopra tutto di quel .metodo. dì cui la parola e l'azione di Michele Ba– kunine avevano fatta, negli anni anter;ofi, larga propa– ganda anche in Italia. Anc1le al _processo di Par~gi s'era dichiarato collettivista-anarchico. Ma.,poco do.vo la sua uscila dalle prigioni di Parigi, egli aveva, il 27 lugHo 1879, diretta agli amici d'Italia una lettera che segna un momento importante nella storia del movimento so– cialista in Italia. « Noi ci racchiudemmo troppo in noi stessi - egli scriveva - e ci preoècupammo assai più della logica delle nostre idee e della composizione d1 un programma rivoluzionario. che ci sforzammo di attuare senza indugio: anzichè dello studi0 delle cond1M zioni economiche e morali del popolo e dei suoi bi- ogni sentiti• ed immediati». Affermava la necessità cli rituffarsi nel popolo e di ritemprare in esso le forze; di ricostitu:re un Partilo il cui saldo organismo ·formas– se la base sicura deH'Internaziouale. Il significato della lettera, Ìneglio che dalle sùc parole~ è illustrato dal ri– cordo della situazione di quel tempo. in cui contro la corrente degli insurrezionisti si era formato un gruppo di socialisti, che. pur dichiarandosi intransigenti in quanto ritenevano che il movimento internazionalista operaio dovesse serbare la propria autonomia da ogni altro movimento politico. seguivano però una conce– zione gradualista e dichiaravano di voler procedere per le vie legali, finchè le resistenze opposte da Go– verno e classi dominanti non imponessero il ricorso ad altri mezzi. La lettera de-I Costa segna il suo a:vvi_cina– mento a questa tendenza, di cui il Bignami e il Gnocchi Viani erano i più insigni rappresentanti. Quando il Costa scriveva questa lettera, }fl. Kuliscioff rra in prigione: ma di questa conversione di lui Ella era stata efficace preparatrice con l'atteggiamento del proprio pensiero, Con la sua mirabile penetrazione di ogni realtà più complessa. Ella. che nell'ambiente 11usso non aveva naturalmente potuto imaginare altro modo di rivoluzione che l'insurrezione. senti che nell'Occi-

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