Critica Sociale - anno XXXV - n.19 - 1-15 ottobre 1925

-250 CRITICA SOCIALE duzione granaria. Dalla media accennata del prece– dente quinquennio, si passa, nei successivi quinquen– nii 1901-905, ~906-9:lO, 1911-915, rispettivan1ente a una media annua di 48.520.000, di 49.072.500, di quintali 49.696.500. Il distacco più notevole - e veramente impressionante - è quello Ira la media dell'ultimo quinquennio del seoolo soorso e la media del, primo quinquennio di questo secdLO!;e questo eno.rme mera– viglioso progresso coincide con l'inizio della generale agitazione ed organizzazione dei lavoratori della- terra; la quale per due modi esercitò un henefioo influsso sulla produzione: . lo Ì'aumento dei salari ai braccianti e il migliora– mento· del patto ~olonico in favore det mezzadri ob– bligò proprietarì e fittavoli a cercar di m:.:i.ntehere e, possibilmente, di allargare il margine del lo~·o pro– fitto con un aumento della p~oduzione. Data da questo tempo il miglioramento dei siste1ni agrari, l'inizio del– l'uso •razionale dei concimi chimici e degli slhunenti meccanici d.i coltura, l'adozione delle rotazioni agrarie, e altre pratiche che andarono poi diffondendosi, con moto sempre più rapido, negli anni successivi, deter– minando un progressivo incremento della. produzione. Quello che l'insegnament-o degli studiosi e la propagan– da delle cattedre ambulanti non era riuscito a fare ne– gli anni precedenti per scuotere l'inerz;a di proprietad e di fittavoli, attaccati alla tradizione e schivi dal cor– rere qualsiasi rischio, riuscì ad ottenere lo stimolo dell'intere-sse sotto l'efficace pressione dei lavoraton, che -reclamavano un più umano trattame_nto in com- .. penso det loro lavoro. 2o Contemporaneamente le organizzazioni stesse si adoperavano a combattere i misoneismi dei mezzadri e dei piccoli affittuari, Testii essi pure ·ad ogni inno– vazione di tecnica agraria; e valendosi della fiducia acquistata presso di essi con la dimostrazione data di voler sinceramente e di saper efficacemente tutelare i loro interessi, e contribuendo, con l'opera stessa di agitazione, a scuotere dall'animo di quei l.avoratori quel,. tradizionalismo rigido e cieoo che era frutto della1Joro ignoranza e della monotona immobilità del loro modo · di vivere, riusciva a. indurli ·dapprima ad ac:cogliere senza resistenze, poi anche a desiderare e a solLecjtare. tutti i p~rfèzionamenti dei metodi di coltura, che pote- ,.,ano favorire l'incremento della produzione. . Oltre a que11e benemerenze d'ordihe morale che con . nobile parola rilevava testè il De Ruggero nel sC10 pregevole studio su la storia del liberalismo europeo, anche questo merito (1) hailmovimento delle classi la– voratrici ispfrato e gu.:.dato dai s_ocialisti: movimento che potè compiersi e potè dare questi utili risultati per l'atmQsfera di libertà che 'esso seppe creare a se· stesso dopo, il famoso sciopero generale di Genova, d,el gen- naio 1921. ~ · E anche oggi crediamo che la libertà dei.lavoratori della terra - quale è quella di cui conservano inestin– guibile l'aspirazione nel loro cuore ·i lavoratori' di Mo– linella e di csnto altre plaghe,d'Italia - sarebbe l'arma più poderosa per ottenere una reale e non ~fimera vit– toria, pur aJtraverso qualche lieve e breve soonvolgi– menlo, nella così detta battaglia del grano. AGRICOLA, (1) Si vegga, in proposito, anche l'autorevole testimonianza del prof. Supino, nel capitolo del suo libro che riferiamo più oltre. Leggete, sostene.tè ,_ diffondete Za Giu.stizia giornale .del Partito Socialista Unitario Biblioteca Gino Bianco Col titolo Le basi economiche del movimento ope– raio è uscilo test è un eccellente studio del prof. Ca– millo Supino dell'Università d_iPavia, del quale ci ri– promettiamo di' parlare in altro fascicolo e eh<> rac– comandiamo sin- d'ora all'attenzione dei nosfri le(– lori (a). Il prof. Sllpino è uno sl11dioso sereno e obiettivo che. senza parteggiare in alcun modo per il movimento po– litico e sindacale ispirato alle nostre dottrine, sa però intendere tutto il beneficio che lo sforzo per l'eleva– mento della classe lavoratrice ha recato, , non pure a, questa, ma a fotta la società, per l'impulso che ha dato al migljoramento ·dei sistemi di produzione, per l'e/"ficace concorso che ha dato nella lotta contro forme di degenerazione organica e cli malattie infettive, per il più allo senso di giustizia e di umanità che ha contribuito a diffondere, per il pi,ù cospicuo patrimonio di cultura e di civiltà che· ha contribuito a creare. Nell'ultimo capitolo del suo libro il prof. Supino fa un bilancio dei bene/ic'ì recati dal movimento operaio; e questo bilancio ci sembra esposto con tanta esat– tezza ed efficacia, che noi siamo assai lieti di ripro– durlo - col consenso gentile dell'autore e degli edi– tori - sulle nostre colonne. È inutile far osservare che quando il prof. Supino parla) di movimento operaio; si r.iferisce a quello com– piuto dai sindacati liberi, la cui opera ha già da tempo dato i suoi beneNci frulli in Inghilterra, in America, in Germania, in Fr,ancia e anche in casa nostra: sinda– cati liberi, mossi dalla stessa coscienza e volontà delle classi lavoratrici, e volti a_llagenuina tutela dei loro interessi, che essi seppero tuttavia dimostrare, in più occasioni, d.ì saper conciliare con gli interessi generali del Paese. LA CRITICA SocIA E. Oli effetti del movimento operaio sulle condizioni economiche e morali delle classi operaie. Il movimento operaio, in quanto fa aumentare i sa– lari e riduce la giornata di lavoro, ha un effetto ·ol– tremodo benefico sulla <d.urata della vita nelle classi lavoratrici. In Inghilterra le coodizioni degli op~rai non -sono più quelle che ci vengono esposte dal Tuckett, ohe pur era un economista partigiano della libera con– correnza, seoondo il quale normalmente. un terzo della popolazion.e impiegata nelle industrie vive nella più squallida miseria prossima alla fame, ùn ·altro terzo, o forse più, guadagrw. appena quanto i lavoratori della campagna ed appena un terzo riceve un salario ohe gli permette di vivere quasi convenientemente e con qualche comodità ( 1). Le· condizioni degli operai· in– glesi non sono pi,ìt quelle descritte a tinte cupe dal– l'Engels, il quale, sulla scorta di dati ufficiali, asserivn. che a Manchester la mortalità nelle strade e nelle case abitate dalla popol~zione più povera era del 68 e del 78 per cento più alta di quella delle altre classi so– ciali (2). E ,contro le previsioni dell'Engels stesso, que– ste condizioni si sono radicalmente cambiatfl con lo sviluppo delle organizzazioni operaie. DHatti, mentre nel complesso ì:lella popoJazione inglese, in seguito ai progressi -dell'igiene, la durata media della vita· dal 1838-54 al 1876-80 è passata pei maschi da anni ~9,9 a 41,9 e per le femmine da 41,9 a 45,3 anni (3) ben più sensibile è stata la diminuzione della mortalità avve– nuta negli operai organizzati. Ci basterà citare ad esem– pio che nèl 1880 nella 'lega dei metallurgici la durata' (a) Camilla Supino, Le basi economiche del movimento ope– raio. - :Milano, Albrighi e· Segati e C., 1925. - Pagg. 221, L. 10. _ (1) J. D. Tuckett: Histor11..of t·he past and present state of the làbouririg population, London, 1846, voi. I, p. 595. (2) Engels: Die Lage de_r Arbeite11de11Klassen in England,' Sluttgart, "1892, pag. 109. (3) Griffen: Economie lnquiries ancJ Studies, London, 1904", voi. I, p. 401-2.

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