Critica Sociale - XXXV - n. 17 - 1-15 settembre 1925

--: 212 CRITICA SOCIALE . I le ~eli~er a1ioni ~el ,[on1reHo iotiali!ta lntern11_i (Marsiglia, 22-27 Agosto 1925) Sebbene la Giustizia abbia già dato, nel suo numero del 6 oorrente, alcune delle prinoipali delibe– razioni del Congresso, crediamo opportuno di oom,pletarle e raccoglierle tutte, dopo averle ben oon– trollate, nelle nostre oolonne, a titolo documentale. Esse offrono a tittti i partiti socialisti e alle organiz– zaz-ioni lavoratrici una visione realistica dèl momento politioo ohe traversiamo e una direttiva parimenti realistica per la loro azione immediata, ohe non sarà ozioso tener presente e ohe s_ervirà di termine di raffronto per misitrare i progressi dell' fdea e delle attuazioni socialiste in occasione dei Congressi futuri. I. La politica,di pace del proletariato Il regime capitalista e la g1;1erra 11 Congresso dell'Internazionale operaia socialista ri– corda che il regime della concorrenza <'Conomica pone in conflitto tutti i capitalismi nazionali per la ricerca dellt> materie prime e degli shocchi commerciali, per lo sfruttamento della mano d',opera deJle masse ope– raie, pe.r l'accunrnlazion-e dei grandi capitali e per il predominio monetario. Un tale regime costituisce una causa essenziale di pericoli di guerra. Appoggiandosi talvolta su un angusto protezionismo egoisticamente particolarista, talvolta su un libero scambismo aggressivo che si spinge fino al dum– ping, i capitalismi rivali portano il mondo a un,a vera balcanizzazione, di cui la disoccupazione, gli alti prezzi della vita. }'instabilità monetaria, le crisi economiche e finanziarie sono i sintomi più appariscenti. La produzione, il consumo, gli scambi restano in balìa di tutti i disordini e di tutti i pericoli della con– correnza, e il proletariato ne sopporta al massimo grado le terribili conseguenze. Solo il socialismo 'è completamente capace di por fine a un simile stato di cose. Esso infatti vuole coor– dinare la ripartizione delle materie prime, sopprimere gli antagonismi delle classi con la soppressione dello sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo, organiz– zare la produzione sulla base dei bisogni sociali e nop più in vista dei profitti, sostituire ovunque· nell'or– dine economico l'organizzazione collettiva alla ·1ottai inorganica e tumultuaria in cui il più forte assorbe o annichila il più debole. Esso vuole armonizzare, e non porre in contrasto gli interessi generali e legittimi de~ popoli. Perciò il socialismo è la grande forza di pacifica,– zione definitiva del mondo; e la vittoria politica delle c\assi lavoratrici in tutti i paesi, o almeno nelle prin– cipali nazioni, costituirà la miglior ·garanzia di una durevole pace mondiale. Il proletariato e la, Sode'tà de11e Nazioni Il proletariato lotta per cotesto alto ideale, in cui la sovranità del lavoro si identificherà con la sovra– nità delle democrazie e con la sicurezza dei popoli. Già oggi esso è 'a,bbastanza potente per esercitare sui governi una pressione capace di sospingere il mondo ::;ullevie della pace. I lavoratori non ignorapo che le cause dei peri– coli di guerra sono ancora :accentuate da talune disposi– zioni dei trattati di pace concernenti problemi nazio– nali male o insufficientemente risolti, e specialmentc.'i da quelle disposizioni' che non hanno regolato equa:- men te le sorti delle minoranze. - Non ignorano sopratutto che lo stesso Patto della So– cietà delle Nazioni n,on ha portato quelle restrizioni delle sovranità nazionali che sono richieste dalla so– lidarietà dei popoli moderni, che non ha interdetto senza riserve ai Governi il diritto di dichiarare la guerra, che la concertata azione contro uno Stato a<1- gressore è an·cora insufficientemente organizzata. 0 . I lavoratori uniti nell'Internazionale Operaia Socia– ltsta_h~nno apl?ro~lato la fondazione della Società delle Naz10m, ma d1chij\1:ano che essa non adempirà pic– nall?-ente _alsuo còì:hpito fino a quando non compren– dera ~utt_1 i )?O poli, ~i~mi~i.c~m uguali diritti e uguali doveri, frnche. non s1 1spll'era alle necessità di questo; P:ogramma di pace, finchè l'organizzazione interna– zionale non abbia delle solide basi economiche BibliotecaGino Bianco · , La C. S. I lavoratori vogliono quindi che la Società delle Ka- · zioni venga universalizzata e democratizzata. V0gliono che la procedura dell'art. 19 del Patto, che prevede la revisione del Trattat,o, sia precisata e resa efficace. · Vogliono che, a fianco dell'Ufficio Internazionale del Lavoro, gli attuali organismi economici della So– cietà delle Nazioni vengano trasformati in un vrro Consiglio dell'economia collettiva internazionale, al quale partecipino le organizzazioni operaie sindacali e .cooperative. Questo Consiglio sarebbr incaricato di esami_nare _ problemi internazionali della produz~one e del con– sumo, di sorvegliare i regimi monetari, di ,oontrollare le Yie di comunicazione internazionali è di agevolare i trasporti, di assicupare a ogrii nazione un'equa ripar– tizione dello stock universale delle materie prime e dei prodotti, di combattere i protezionismi e i nazionali– smi economici, di assicurare l'armonia o l'unità fra le disposizioni legislative essenziali. Tutti i conflitti senza eccezione, compresi quelli oqn– cernenti l'interpretazione e l'esecuzione dei Trattati di pace, debbono essere sottoposti all'arbitrato obbliga– torio. I lavoratori chiedono. che ogni Stato, H quale ri– corra alla guerra dopo avere, con un pretesto qu::i.l– siasi, rifiutato di sottomettersi all'arbitrato o a una· decisione ~rbitrale, sia considerato come aggressore e come nemico del suo popolo e de)l'Umanità. Domandano che nessuna ostilità sia consentita fuor del caso di resistenza ad una aggressione. o quando vi sia accordo con una decisione presa dal Consigljo o dall'Assemblea della Società delle Nazioni.- Non ignorano che una politica delle riparazioni an– cora. insufficientemente definita e il rifiuto di annullare i debiti interalleati hanno per risultato di aggravare la disoccupazione, e che que&ti problemi attendono so– luzioni che armonizzino con quelle del socialismo in- ternazionale. . . l lavoratori vogliono che l'istruzione e l'edùcazioue dei fanciulli siano inspirate a spirito di pace e prepa– rino così con certezza il disarmo morale e la scom– parsa degli odii. Con la loro lotta di classe condotta senza debolezza i lavoratori perseguiranno e conseguiranno questi re– sultati. Ogni loro vittoria politica, ogni incremento delle loro, organizzazioni si tradurranno naturalmente in in– fluenze sempre più attive e decisive sul funzionamen– to, sulla vita e sui risultati della Società delle Na– zioni. È per esercitare liberamente questa influenza che essi intendono fondare la sicurezza di ogni popolo nella pace, mercè l'arbih;ato e il disarmo generale, com– pleto e universale. Perciò l'I. O. S. domanda che la Società delle Na– zioni, realmente qualificata per una tale iniziativa, pre– pari l'organizzazione -di una Confereriza destinata a esam'inare le misure che dovranno condurre finalmente a un disarmo universale. L' lnternazio~ale e i Patti particolari I~pirandosi al1a luce di questi principii il sociali.– SJ?O internazionale invita i lavoratori ad agire quoti– dianamente con la loro propaganda e nei Parlamenti per risolvere i problemi che scaturiscono dagli avve– nimenti. Già le sue Sezioni nazionali hanno esplicato un allo còmpito -dando per prime l'esempio di intese in vista di soluzioni che poi, parzialmente i Governi segui- rono in tema di riparazioni. • '

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