Critica Sociale - XXXV - n. 17 - 1-15 settembre 1925

CRITICA SOCIALE 219 gliori. Quei giovani, che chiamano così volentieri « Maes~ro » Turati, e non sentono tutto questo, sono veramènte degli inconsapevoli idolatri. Gli uomini si seguono non per lo splendore perso– nale del loro nome, ma per il convincimento della bontà del loro ·insegnamento morale. GIOVANNI ZIBORDI. Anrnra 101 [on1r e11D mi ali ila Iran me · Sui risultali del Congressq soclaLsta francese di Pa– rigi, Ernéslo Caporali ci invia alcune osserv.azioni giun– leci troppo tardi per poter uscire nel numero passato é che in gran parte collimano con, le osservazioni 1el– l'articolo che noi .vi pubblicammo. Il Capora'li nota che la mozione vittoriosa formulata da Leone Blum è il ·frt,\tto di un éompromesso con lo scarso manipolo degli intransigenti « puri», ai quali·. si volle offrire un ·contentino, introducendo nella mo– zione stessa alçuni incisi come quello ché « il partito socialista non ha mai intèso di 'lasciarsi assorbire o di fondersi in alcun blocco o cartello ». ' Questa preoccupazione di disarmare la. resistenza degli inttansigenti - nota ancora il Capora.li - ha c;l~to un carattere non sempre univoco e coerente alla mo-· zione vittoriosa, la cui approvazione peraltro non si– gnifica affatto un ritorno all'intrans:genza, oome pre– tendono i massimalisti di çasa nostra e i pochi e spa- ' ruti gruppi socialisti eh.e, nei var1 paesi europei, ri– mangono tuttora fuori così dalla Seconda come dalla .Terza Internazionale: la politica di collaboraz'.one non vi è infatti negata,. ma « dosata » in rapporto a fatti, a condizioni, ad apprezzamenti che hanno un valore del tutto. contingente; e l'offerta .esplicita di appogglo a un Governo che dia affidamento di volere e saper corrispondere a certe esigen,ze dell'azione socialista è negazione in pieno della presunta tattica intransigente. In ogni modo pare al Caporali (e noi concordiamò con lui) che le necessità dell'azione socialista francese in questo momer_1toassai meglio e più sinceramente che nella mozione vittoriosa fossero rispecchiate nella mo– zione presentata da Renaud.el, che crediamo utile ri– produrre integralmente, perchè ribadisce principii e prospetta. eventualità che non interessano soltanto la Francia, ma possono aver valore; anche immediato, per molti altri paesi. La mozione .Renaudel respinta « L'11 maggio 1924 - comincia la Moz_ione - la Fran~ia si liberò del Blocco Nazionale. Ai primi di Giugno, attorno ad un Governo che aveva formulato un progvamma d'azione, si formava al Parlamento una maggioranza. • Il Partito Socialista vi prendeva risolutamente il suo posto. «'Per far ciò esso non aveva esitato a modificare quaJcunu dei 'suoi atteggi.lmenti tattici, considerati come una parte della sua tradizione , gloriosa e provala •· « Veniva in tal modo ad affermare che, cosciente della dif– ficoltà in cui si trovava -il Paese, cosciente ,delle necessità politiche che una vittoria repubblicana e socialista ancora insufficiente veniva a imporre, cosciente della funzione é della responsabilità che gli incombevano, il Partito Socialista non intendeva sottrarsi al chiaro dovere che le circostanze e l'opinione sicura del Paese reclamavano dal nuovo Parlamento. « Un anno di lotta e dt sforzi ha rlimostrato che il Partito Socialista aveva agito· sàggi,amentc prendendo decisioni l(' quali sboccarono ·alla • politica di sostegno•· « Con ,essa il Partito liberò la strada dagli ostacoli sui quali la reazione. contava per diminuire la vitto.ria repubbli- cana o per riprendere le redini· d~l Potere. _ « La politica di sostegno permetteva alla Francia di abban– donare le vie della politica internazionale stizzosa e sterile, di cui l'isolamento· della nostra Nazione nel mondo era in certo modo il prezzo, senza che si avesse potuto dire che essa non costituiva una minaccia pe1·manente contro la stabilità della Pace. , Per la politica di sostegno, il Partito Socialista apriva le possibilità di _una vita rinnovata del Paese, in cui il risana- Biblioteca ·Gino Bianco mento finanziario ed· economico della Francia doveva essere l'oggetto_ principale, senza 'del quale lo sforzo per le '_libertà operaie; per le riforme ardite attese dalla Democrazia e dal Proletariato, avr,ebbero sofferto ·un ral~entamento. « 'Di, questa politica, di cui non aveva disconosciuto nè la complessità nè la· dìfficoltà, il Partito Socialisla non intende nulla rimproverarsi. · ' « Non è sua colpa se essa in questo momento è abbando– nata. « Non dipenderà da esso che domani possa essere ripresa. « 11 Governo Herriot, affrontando il problema ·del risana– mento finanziario, ~a urtato, - come era faci)e prevederlo, nelle forze d'un capitalismo e d'una reazione, decise a sendre i proprii interessi -anzichè quelli del Paese. L'egoismo deJle classi detle dirigenti si è tradotto ben presto nell'azione delle grandi potenze del danaro, nell'allivo conservato1:.ismo· sociale di una maggioranza senatoriale in disaccordo con la maggio-· ranza espressa dal suffragio universale, nello scivolamento anche di qualche elemento della maggioranza della Camera verso una politica di connivenza coi grandi interessi domi– natori. « Fu al Senato che la volontà del Paese rimase, politica– mente, sconfitta. Il Governo Herriol e, contrariamente al– l'avviso del Partito Socialista, la maggioranza parlamentare stessa, cedevano dinnanzi all'atto di sfiducia senatoriale. E in Aprile il Governo Herriot cadeva. Il Partito non aveva alcuna parte di responsabilità J1ell'avvenimento. « I successori del Governo Herriot pensarono che essi• do– vevano far seguire. la délente alla « lotta •, la politica di fidu– cia verso i privilegiati alla politica finanziaria di fiducia in se stessi. E hanno preteso « restaurare l'Autorità • e « ras– sicurare gli interessi", in luogo di fare appello al « sacri– ficio IIazionale ». Hanno lasciato disperdere e hanno disc·ono– sciuto lo slancio d'ella democrazia, conferm;:ito tuttavia dal d'uplice risultato delle elezioni municipali e cantonali. Hanno accettato di fatto, provocalo forse, l'adesion~ fiduciosa alla loro politica di una opposizion_e di destra, della. quale la caduta di Herriot era stata l'qpera e il trionfo . « Hanno ·giustificato tale abbandono coprendolo coll'argo– mento dell'interesse nazionale, come se i repubblicani e i socialisti potessero tollerare il rimprovero di non essere domi– nati, anche nelle lotte politiehe, dal.l'interesse della Nazione - di cui intendono guidare i destini. « Prestarsi a un tale gioco significherebbe tradire la vit– toria dell'll maggio e tradire lo spirito democratico di cui essa fu la martifestazione. · •• Il Gruppo Socialista ·a1 Parlaniento ha denunciata la sua politica di sostegno. Il Congresso Nazionale conferma questa decisione. Il senso e le portata del_disagio politico «'TI Congresso sa che il problema posto davanti ad esso non è soltanto quello di una crisi ministerfale prossima e neces– saria: è quello di una crisi politica profonda, ed anche di una crisi di costituzione: « Le Sinistre saranno esse capaci di ricostituke un Governo ad immagine -di quello dell'11 maggio, ossia a loro propria immagin•e? • Saraimo. capaci di riprendere la ma,rcia riformatrice in• terrotta? « Avranno il coraggio di imporre al Senato soluzioni ar- dite? . « Avranno il coraggio di condur're la loro lotta politica fino al punto in cui dovranno essere fiaccale le resistenze econo– miche e politiche della reazione? Giungeranno esse fino a dar modo al Paese di definire essa stesso, e definitivamente, il conflitto fra le due Camere, se ciò fosse nece.ssario ~ e Queste questioni· concernono la causa fondamentale del disagio attuale dell'opinione pubblica del Paese. Il Partito Socialis.ta le pone a se stesso per calcolare l'estensione dei suoi doveri,· per misurare la sua azione e per fissare la sua volontà. « Esso non può dissim11larsi la delusione che produrrebbe nelle masse profonde· de! proletariato e della democrazia il fallimento della legislatura, conseguenza ineluttabile deHa co– stituzione 'di un Governo di reazione pura od equivoca. « Il Partito sa che ii Paese non perdonerebbe alle forze poli– tiche, alle quali ha affidalo la' propria firlucia, se esse esi– tassero dinnanzi ·alle misì.lre energiche capaci di evitare la bancarotta e le crisi economiche, se esse non realizzassero la riorganizzazione del nostro' sistema militare colla riduzione della ferma, se non alleggerissero il fardello della miseria operaia mercè Je assicurazioni sociali, se esse non accresces– sero, a mezzo dell'insegnamento liberato dalle ineguaglianze (li classe e a mezzo delle libertà operaie aumentate, le possibi– lità di sviluppo di un proletariato che aspira sempre più

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