Critica Sociale - XXXV - n. 11-12 - 1-30 giugno 1925

CRI'l'IOA SOCIALE 137 L'adesione di questi ceti intellettuali al socia– lismo e l'atteggiamento simpatico del proletariato verso di essi non possono rappresentare per tanto un pericolo e uno snaturamento, del m0vimento delle classi lavoratrici .e dei partiti socialisti. La colleganza delle forze deve tuttavia fondarsi so-pra un'esigenza: chè la coscienza della solidarietà, pPopria del prolet~riato ·e della sua lotta di classe, venga ad immedesimarsi con quella del la libertà, e che la.ginstizia distributiva s~illumini della esi– gen~a della uguaglianza di tutti' gli uomini nel diritto ad una vita umana. Le classi lavoratrici del braccio e quelie del pensi-ero debbono arrivare a foi:niare spiritual– ·mente come un· sistema di vasi comunicanti, in– vece che rimanere compartimenti stagni separati, poichè saranno .del pari necessariamente costitu– tive di ogni società futura. Appunto per questo il ravvicinamento non è un pericolo da evitare: . è una necèssHà da soddisfare. RODOLFO MQNDOtFO. quali almeno avvertono che la condannata morale è un segno ~he « le già mutate condizioni d'ambient~ espri– mono l'esigenza di'ùn nuovo principio morale» (2). - Dn.nque: è una « condanna • la quale precede l'in– surrezione e si può anche supporre che voglia a se stessa ~ conformare »·la insurrezione; ciò che sarebbe del resto augurabile,· se non si vuol parlare di movi– menti fatti per ... reazione cieca, i'mpulsivi e .vani, di movimenti privi_ d'ogni motivo ragio[!evole, incoscienti, da cui il socialismo ha tutto da perdere! « Per trasfor- - maré l'organismo sociale - scriveva TEngels - è ne– cessario aver con sè le masse, già conscie di che si frcrlti e del perchè del loro concorso ».. (2 bis). Questo « che '»'. di cui le masse debbono essere co– scienti, lo apprendiamo, oltre che da vari luoghi delle opere. del Marx (3) e dell'Engels, che è inutile ricor– dare, anche da quel b~ano di Èngels ne La Sacra Fami– glia, ( 4) ove si dice çhe il « b:sogno ass,olutamente imperioso ed urgente ed implacabile » di insorgere .viene suggerito al proletariato dalla coscienza della ========-=-=-=====~======== 1 « contraddizione della sua natura umana, con la situa- z.io.tie deUa sua vHa »'inumana, viene dalì'aspirazione cioè a quella Società • nella quale il liberò sviluppo ·di ciascuno Sia la condizione del libero sviluppo di tutti ». Può essere socialista un Kanti-ano? Nel suo articolo pubblicato sulla Critica, nel n. 2 di quest'anno, Prometeo Filodemo nega a noi seguaci del pensiero· di Kant il dir1tto di chiamarci e di ri– tenerci socialisti. ~ Chi non accetta il concetto della · morale che .si fa - egli d_ice -, ma la pone come principio imperativo ..., non sarà mai soci_alista, s'anoo regolarmente inscritto e tesseratq ». Non osser– verò che qui si pone un « assoluto » per cui « il Par– tito si fa èhiesa e la fède fanatismo »~ sì che Filode,,. mo può •rivolgere a se stesso 1~ nota n.ò 7 del suo arlicolo; nè riçòrde.rò che tale ostracismo no.n è stato lanciato in Germania contro i molti socialisti neo– kantiani, ma mi conforterò accostandomi alla gra11de ombra di Jaurès, che, non ostante un'identica aller– nativa ed altre molte invettive -1~nciategli dal pedan– tissimo e minuziosissimo ingegnere Sorèl, fu, di re– cente, rievocato come purissimo socialista dal com– mosso rimpianto di tutto il proletariato, comunisti . - \ compres1. La colpa mia e degli altri kantiani è - 'secondo Prometeo - quella di concepire la morale come un imperatl.vo; della qual colpa non intendo affatto di dichiararmi immune, chè anzi non-sento alcun disagio dell'esser socialista etl ideaJista ... lrascendentale ! Anzi, se ·proprio volessi essere rigido. consequen·z.1ario, quale tuttavia non mi permette di ·essere la tollerante men-· talità filosofica, potrei•subit-0 chiedere a· Filodemo: sP 1a morale è un prodotto spontaneo dell'insurrezione umana, e quindi non fa precede, neppur co.me co– scienza d•un contrasto morale, in_no1pe di chi e per quale fine e motivo sarà fatta questa insurrezione? Per -interesse? per un bisogno economico brutale? Del bi-· sogno parleremo' ancora; e del resto dei bisogni ha già parlato .Rodolfo l\fondolfo, e non in un senso pu– ramente utilitario; (1) ma, d'alfronde, se l'insurrezione fosse mossa da un bisogno, che non fosse la coscienza di ciò che manca e a cui si deve aspirare (elemento ideale: dovere)', a che servirebbe mai questa moral~ prodotta, e sarebbe essa poi morale, cioè scienza « nor– mativa»? In questo punto Filodemo supera in rea– lismo lo stesso Engels ed il Labriola ed il Palazzi, ·i (1) Il materialismo storico in Federico Engels, pag. 91; Sulle orme di Marx, 3.• ed., vol. II, pag. 155. _ BibliotecaGino Bianco Dunque: potrei dire che non è _socialista, anche se tesserato, ma puro materialista, chi, non. tenendo oonto delle oss.ervazioni. fatte da Rodolfo Mandolfo nel bel capitolo• ultimo del suo libro sull'Engels, negasse questa efficienza della morale (5) e, ricordando solo . alcùne frasi dell'Engels scritte n.e l'Antidilhring, dimen– ticasse poi quella gerarchia delle morali che fa più innanzi 1o stesso Engeis (5 bis), -là dove accenna ad una vera morale, alla. morale uman:1 del proletariato, dÌe, come ideale, deve intendersi in funzione critica fin da questo momenlo. Ma ché c'entra il Kant in tutto questo? Prometeo Filodemo dice che non c'entra e, prima di lui, lo hanno detto tanti altri. Lo disse Engels, il Meh– ring, il Kautsky, che poi, nel s~o Bolscevismo e Terro– rismo, ha riconosciuto H grande valore dei ,principì kantiani (pag. 14._4);lo ha sc1'ilto in Italia il Solar-i, (2) Diambri11i '-J?àl!)zzi: Il pensiero fil osofico di A.nlonio Labriola, pag. 131. (~ bis) Prefazione a.Jlo scritlq di Marx. Le lolle di classe in Francia; trad. it., Soc. ed. Avanti, pag. 15. · (3) Vedi, per esempio, çapitale, voi. I, pagg. 444 e 732 del- . l'edizione italiana (Società editrice Avanti!). ( 4) Opere di Marx-Engels e Lassalle, Socielà editrice .4.vanli! ~.ill,Qq~~~ ' (5) Tale ef.ficie1iza, sia _pur condizionala dalle circo.stanze sociali, è ammessa anche dal Kantsky (Elhik und · m_ateriali– sliche Geschichtsauffassung - Stuttgart, 1906, pag. 130). In quesl~ libro il Kautsky svolge la tesi della socialità 4ella mo– rale, molto simile alla nota dottrina cieli'Arcligò. La m◊-rale è nn fatto naturale che, per ambedue i pensatori, deve essere sludiata dalla scienza teoretica, e non può illudersi di aver forza imperativa. L'Ardigò nell'evoluzione etica tuttavia ~à ·a1 pensiero un maggior peso cli quello che non gli dia il Kautsky, · che aderi~ce con simpatia all'« etica del darwinismo •· Questi appaia senz'altro la legge del costume con l'istinto della ri– produzione, e la società umana con quella animale (pag. 65 e seg.), mentre il Wundt (Ethik, voi. I, pag. 111) aveva già ri– levato t'enorme .differenza tra ·istinto e costume, differenza · ben nota ormai nel campo della filosotia, da Aristotele in poi. Unica differenza che - meno male! - trova il Kautsky tra ·società animale e società uma,na è la creazione dei mezzi di produzione, che non si riscontra presso gli animali. Cosa da pòco I Val quanto dire che· la Società umana è retta dalla ragione, dalla volontà, dal fine; che è, insomma, libera; mentre quella animale h retta dall'istinto; è necessitata! E. difatti il Kautsky chiama genio - un Marx, un Kant! - quel primo uomo che deve 'aver fatto questa· grande scoperta, per la quale anche l'Asturaro (Materialismo st~ico e socio: logia generale,. pag. 38)_ riconobbe il decisivo influsso del- l'intelligenzl!, umana. · (5 bis) In opere di Marx, Engels e Lassaile; Soc. ed. Ava11lil, vol. VIII, pag. 79. , .

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