Critica Sociale - anno XXXV - n.3 - 1-15 febbraio 1925

CRITICA SOCIALE 47 La tragedia dell' Europa ~ Qualche giorno prima drgli accordi di Loudra, h·aucesco Nitti pubblicava La Tragedia dell'Europa (ed. Gobelli), il cui pensiero informatore è noto a quanti hanno seguita l'attività di scrittore e di uomo politico dell'Autore. La coincidenza di date non è priva di significato e dà agio <li ,togliere- uq tratto caratteristico dell'at– tuale periodo storico, che ha evoluzione rapida e presenta mulliformi sorprese. · Nel gennaio 1920. nel Salone dell'Orologio; Clé– menceau ammoniva. che il Trattato, essendosi fir-. malo il protocollo di ratifica, era entrato in vigore e doveva essere eseguito in tutle le sue clausole; quattro a·nni dopo, gli accordi di Londra ne man– davano in frantumi gli articoli. invocati a sostegno della politica delle riparazioni. Kel gennaio Hl22, il Gabinetto Briand vèt1iva ro– vesciato sotto l'accusa di· eccessiva rPmissività verso gli alleati e la Germania; due anni dopo, il po– polo francese -ritrovava il suo profondo senso politico e si pronunziava_ per una politica di pace e di democrazia. Deve da ciò dedursi che la verità sia penetrata con lentezza? All'int_errogativo. può. con franchezza, rispondersi negativamente: si consideri che la guerra moderna non solo uccide e rovina un gran numero· 'di uo– mini. non solo produce rovine materiali, ma de– termina necessariamente stali d'animo di odio, ecci- tati, esasperati da violenti passioni. · Questi stati d'animo - è legitlimo pensarlo - non possono finire d'un tratto; pure. · il linguaggio della ragione, impiegato a diradare la avvelenata atmosfera di guerra. ha trovàto una resrstenza assai più fragile · di quel che si . potern credere. Ciò, principalmente per effetto di un fenomeno che non sfugge all'attento osservatore. Il fenomeno, proprio dei nostri tempi, sta nella costante accelerazione degli svolgimenti sintetici di ogni natura; sta nella brevità, sempre più accen– tuata, di quei periodi ricostruttori od anche ela– boratori di cose nuove, che un tempo affatica. van6 parecchie generazioni, cd oggi invece presen– tano, sensibilmente accostate, impostazione ed at- tuazione. · Si sàrebbe tratti a raffronti sitggestivi ed a stu– di interessanti, se del fatto si volessero indagarc 1. in sede più opportuna, le cause e ie origini; per ora, solo con esso ci si può spiegare la rapida affermazione di quel chiaro indizio di risveglio mo-· rale ed intellettuale post-bellico, rappresentato dalla letteratura revisionista dei trattati di' pace, che, si può dire, ne accompagnò ed anche ne precedette la stessa firma. E, risolutamente attaccando le vec– chie idee politiche, sostenute da uomini i quali non vollero rinunziare a nessuna delle vecchie ed oneste abitudini e riuscirono a geltare metà dell'Europa contro l'altra metà, quella letteratura fu principal- i mente diretta a preparare tra i popoli il disarmo morale, presupposto indispensabile di quello mate– riale. · L'opera i: stala coronala da un primo, innegabile successo, essendosi ottenuto quello che fin a ieri sembrava assurdo sperare. La conrhiusione di pat– ti, frutto non d'imposizione ma di ·trattative corse tra le alte parti contraenti, soddisfa una esigenza che non è puramente formale ma si attiene alla sostanza delle Gose. L·uguaglianza fra popoli vincitori e popoli vinti è di nuovo conosciuta nei rapporti internazionali! *** Per la restaurazione economica dell'Europa, Key– nes aveva invocata la revisione. a base finanziaria. del Trattato; non già che egli si nascondesse il valorè e l'importanza dei fattori politici complementari (politica di pace, limitazione degli armamenti, ecc.), ma restava, a preferenza. sul nudo terreno economi– co. denunziando il grottesco delle punizioni di Ver– sailles, che non stavano in alcun rapporto con le leggi economiche o con la pratica degli affari, se non in quanto violavano le une e l'altra. 8 . b 1. Per NitU. .inve~,. la restaurazione è legata non so– l oteca Gino t:51anco lo all'abbandono della politica delle riparazioni. alla soluzione dei debiti interalleati, ma anche all'orga– . nizzazionc territoriale dell'Europa, al bisoe1no di am- pli:mwnto di unità economiche. ;:, · I.I Trattato. ristabilendo in Eurona lo sminuz– zamento statale del medio-evo, ha travolto il ma– gnificq meccanismo di scaml.Ji che. costituiva la vita economica della moderna ci viltà. Attraverso i volonlarii accordi od altranrso l;i Società delle Nazioni. sostanzialmente riformata, si deve riparare, se non a tutte, almeno alle più !!ran– eli ingiustizie dei Trattati. come la situazione dell'Alta Slesia e della Saar e il rorridoio di Danzig. E. ricostituita la Germania nella sua libertà doganale. bisogna altresì favorire il movimcnlo spontaneo degli Stati successori dell'Austria per la formazione di una vasta Unione dogarrnle, un grande Zollverein chr solo può rendere possibile utilizzare le ricchezze che ora sono inutilizzate. Ouesti· princioii fondamentali _di una politica mo– rale e democratica devono essere imposti da una !!ramie. coerente c1ell·ooinionc pubblica mondiale; la formidabile pressione dell'America e della Gran Brel– lagna darà la spinta alla loro alluazio11.c. L'America, soprarutto. abbia un conteQ"no fermo e deciso. quale deriva dalla Sl(a resnonsabilità; si valga della. sua grande forza economica e del suo prestigio morale per aiutare ogni· opera di pace. E l'Europa avrà la pace, che non ;_, intervallo tra due guerre! *** Nilti scrittore è. lungo, diffuso, adora le ripetizioni. scrive 'con l'unica preoccupazione di dimostrare ed adopera perciò una eloquenza propria dei mate– matici. Le dimostrazioni politiche sono. per lui. una spe– cie di dimostrazioni aritmeliehe di cui calcola van– taggi e svantaggi. pesa gli uni e gli altri e riesce·, 'in tal modo. a far sentire tutta la forza del ragio– namento e la bontà delle conclusioni. Gli è stato obbiettato che i problemi sociali non sono problemi cli matematica. per la molteplici!~ degli. elementi che- li costituiscono, e che gli atteg– giamenti soltanto e·conomici non possono aver for– tuna, negli uomini. come nelle Nazioni; tuttavia non può contestarsi che egli abbia preveduto come sareb– b_e venuta a svolgersi, in un dato momento!, la sto– ria del mondo. . Attraverso la svariatezza e la complicazione delle circostanze con .cui ha da fare, si pone un fine chiaro e fermo: vuole assicurata la pace dell'Europa. L'aspirazione è comune e generalmente diffusa: per troppo tempo furono tollerali i pesi di una grànde guerra, perchè non si debbano guardare con fiducia i segni di un rifiorire del mondo, stanco della guerra. La storia moderna ci -mostra altri periodi di intensa aspirazione ad una pace duratura; anche dopo la pace di Utrecht, morto Luigi XIV, il mondo trasse un respiro di soU.ievo e l'Abate Castel. de Saint-Pierre scrisse i suoi libri sulla pace perpetua. La Santa AIJeanza, scaturita dal Congresso di Vienna, doveva, pure essa, as.sicurare il regno della pace e della felicità. i\Ia tutti i progetti, ripetutamente formulali negli ultimi due secoli, allo scopo di eliminare la guerra, mediante una Confederazione degli Stati civili o perfino con la tondazione di una Repubblica mon– diale, si sono dimostrati irrealizzabili per tutte le controversie internazionali più importanti. Questa volta, il disegno politico poggia sull'in– tervento dell'America negli affari. dell'Europa. Ora, se è vero . che ogni giorno incide in noi più profpnda la verità che, speci.e per i popoli commer– ciali, non esiste la possibilità della splendid isolation, l'America dovrà, per forza ·di cose, abbandonare ln dottrina di Monroe. L·odierno concatenamento degli interessi dei singoli Stati non è più quello che consentiva che duelli si svolgessero, pel corso d'inleri secoli, tra Germani ed Italiani, senza che altre Potenze fossero tratte nella mischia. La solidarietà economica internazionale, caratte– ristica della nostra civiltà, imporrà. dunque. all' A– merica di non rimanere indifferente spettatrice d~l– le cose dell'Europa.

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