Critica Sociale - anno XXXV - n.2 - 16-31 gennaio 1925

ÒRITIOA SOCIALE. 31 ferno per il maggi~r numero dei loro abitanti: i proletari. Parigi e, più a,noora, Vienna s,ono il pa. radiso ·dei il'.icchi. · I maggi-Ori valori di I l'hanno Vienna, Parigi, Monaco, Be·rlino e Firenze. Quest'ultima città è la so131 italiana della quale son date le tabelle di m-0r. talità divise nelle due classi di poveri e ricchi. - La seguente tabella dà la mortalità delle dette due classi, divisa per alèune diverse età dei morti. Anche i,n questa i numeri I rappresentano il irap. porto fra P ed R secondo sopra è indicato, rapporto che,. come nelle altre due tabelle, è cakolato sui dati originali del Gini. Morti su 10·00 abitanti a P~rigi nel 19011 Età In anni dei morti p R I -- -- O a· 5 69 ·23 30 5 a 20 5 3 18 circa 20 a 40 11 4 29' circa 40 a· 60 23 . 11 22 60 ed oltre 78 52 15 complèssiv~mente 23 10 22 Da questa· tabella appare l'enorme mortalità dei fanciulli da zero. a 5 anni d'età. Anche quella dei fanciulli ricchi od agiati è enorme: due v,olte ed un terzo _"ci.rqa della mortalità media complessiva della loro classe; ma per i bambini proletari è tripla della mortalità media complessiva della loro classe, ed è tripla anche della mortalità dei loro coetanei della classe ricca. Anche peggio era a Bruxellés, S1UUafine del secolo scanso, dove la percentuale di m~rtalità dei bambini proletari era 9 (nove!) volte più elevata che la percentuale_ dei bambini ricchi. 111·Gei·mania, in quel tempo steooo, il rapp0rto era di 6 a 1..= .(4) . . · L'ultima tabella, ch e segue, compara la mortali. tà del popolo inglese,, divi.sa in Pm, cioè proletari maschi, e ~f, cioè proleitari f emmine, con quella di una classe. di i:iccbi (Pari d'Inghilterra), rispetti,~ vament!:l Rm. e Rf, maschi e femmine. Anche qui i numeri I hanno lo stesso significato dii quelto delJe p.recedent.i tabell~: indicano cioè il rapporto fra la mortalità ~ei proletari ,e que 1 la dei ricchi. Muoiono· · su 1OOO abitanti Popolaz. inglese Pari inglesi I. In età 1838-44 1800-55 di anni -- Pm Pf Rm Rf M·aschi Femmine ---- -- -- -- -- O a 5· 71 60 22 19 32 32 5 a 10 9 9 3 4 30 circa 22 circa 10 a 20 6 6 5 7 12 > 9 > 20 a 30 9 9 10 8 9. > 11 > 30 ::i, 40 11 - 11 9 9 12 >· 12 > 40 a 50 15 14 12 12 12 > 12 > 50 a 60 23 21 18 17 13 > ·12 • 60 a 70 47 41. 38 35 12 > 12 > 70 a.so 100 91 87 61 11 > 15 • Questa ta!Jella fa. vedere che, dal te1upo al quale essa si riferisce, ad oggi, o, meglio, alla fine del se– colo scorao, cioè in ·11'.\ezzo secolo, nessun progresso ha fatto l'indice I; cioè l'iniquità deUa morte non s'è attenuata pei fanciulli, anzi è lievemente aumentata. Quest'in.ilic-e era 30 pei fanciulli nella penultima ta– bella,. ed è130 circa in questa. Queste poche tabelle bastano a far aprire gli uc- chi ai proletari. . Aiutati dagli scienziati, p·ochi, ma val•orosi, fra i quali è il gigante intellettuale Carlo Mar.x, i pro– letari costringeranno la morte (come vorrebbe la conservazione della s,peci~ umana) ad agire cogli uomini come al tempo dell'ordinamento a ·«genti», aequo pede. La morte però non subirà la su~detta costrizione se non quando muterà il sistema d1 pro- (4) Vl!!iasi la. nota, 1. Biblioteca Gino Bianco duzione, e con esso muteranno la politica,· l'etica, ecc., della società umana. Cesserà il capitalismo, cioè la proprietà privata dei mezzi di produzi,one e di scambio, e si nrnterà in proprietà collettiva, cosi com'era .al1e origini della società umana, con la dif– ferenza però che, appUcandovi le scoperte del pro-· gresso scientifico già note, essa moltipìicherebbe la produzione, eviterebbe gli eno1·mi sperperi generati dalla necessità di as,sicurare un profitto al capi tale e darebbe l'agiatezza a tutti i lavoratori. E e.on l'agia– tezza costoro aèquisterebbero il maggiore d ei benefizi e ·dei godimenti: il sapere, che è oggi arme pot~ntis– sima in mano di chi sfrutta i disarmati produttori della ricchezza, i prol•etari. Allora. soltanto la morte cesserà di essere iniqua. RUGGERO PANEBIANCO. ·~tftDl[~II [l l ll[I f ~lttDl[lll 11[11ll~ La Civiltà CrtttoUca~ nei' suo quaderno n. 1785 dello scorso anno, prevedendo che il socialismo, per riac– quist are il suo dominio; si ri-vo1gerà nuovamente: a ricos, tttui.re quel:1-e organ izzazioni ieconomoohe che in ·grani par ta gli sono s.ta, t~ <Sotroratte· •dalla doil-o e· ,pro,pa – .gand a •f ascista., .a,mmon.iooe L cattoli'Ci a non < liffi.da, re dell' id.ea sinda,caLe, ma anzi .aJdaooo,sta;rsi Serrn/P're più alle 1 c:lr ussi 1a vo,ratrioi, 1p,eir ,sottrarJie •a.11:a p,r01pagandia mateiri.alits.ta, pirop,ria -d,ei socia,Jii,sii e per ed·uoa;rl,e,in- vooe ag h id e,ali ,cr:iis.tiani. . E' il ·caso di Clhia;rÌIJ'ei alouni ;punti di .que,sta con– tr'oversia, sp,e;oialmente di ct"ronte -ai Gesuiti, che1,• generalmente oosi -dotti·, :quan.d:o, tuttavia di.scorrono di soda.Ii.s,mo•,. rno,st'l"ano uin ,così p ,rov:incia le fr.ain. ten.dtimeinto ,delle n.ostve 'i.dee! ,e d,e, i-nosir.ii a.tti, da dis.giré!Jda:rn.e, un buon• :parroco di campagna. . . •E' T1èeiente, ,per esempio, il raibbuffo ai ;po,poil.a,r,1 per il loro buon vicinato, nel Comitato delle Oppo– Sliizioni• oo,n i ,s0tcialiisti, i quali, se eventua lmmite and~ero aJ •pote1ìe per l'aiuto anche diei pop-olari, aippo.rter:ebibero .ne1 governo -della p,u~bli~ c~sa tal~ somma •d'rirnmOO'aJità dia... Jfa,r pr.ef.eir1,rea1 pn :pad:r1 Ge!Suiti il gov-e,rn,o ,f.asci.sta cornei ·un -mlhno1r mailie; · • Dal ,(fual ragionamento 15,i ,died!uiee ,ch,e oggi_ b mo- role è rpiena,ment.e rtSpettata, iaruto. nella vita ;pu!b: blica ove non !Sii, ruba e non si barattia., ncm s1 · ipvev~rica ,e non ,si ·conroiinpe, ·quanw ne1lla vita privata, ove . non si -offende -nè la -proprietà nè la pe11So,na nè U domichlioi nè La .f,amiglda, · e la -giu- · stizi,a •a, 1 sisicura 1aid ognuno twtte le liberità! . E d'alt.ronde poi, quale gran male è se c'è oggi qua1cuno che _uccide, con giovanile indifferenza, gli e< antinazionali» , :d ,al momento ·che ·pad•re Gury :ha scritto che è looi.to uoc1de-re, oon ,permesso ,deill'•a,u. to,rità c,hd.è conitraTio ai questa a utorità? E ,s,a,reblbe · ben ipiù unmo•r~l,ei il ·, sociialiis.mo, ,ohe norn. i nsegnerrà ad ,u'Ocidere. ma avvierà le tple bi a quel'la 1 conce-z.io– ne uimiana ,di una. vita hbera e g1i'oota, -che è, come , si ,sa, p•r.etto, ma,terri-aJi•smo, .a.nt.icatto 1lko. I d.evat;i ipa. dri ,proosip,etta.Toino ·pe:rtfino i pericoli ,di :iJmmoro.le 11e:g.p:imen to· .ne1ll e -am,min!i,slt1ra7iion-i '[).UbbJ.'iohe, •me– r.e:l'lltia,d ·un Governo so,c,iali-sta. mentr.e nesisun p.roc oesso è stato fa;tto a.lJe rummi,ni,st.m,zion i· o<:CiCi.aliste d•e<feneistrate, e J'on. De St.efani -0ggi. de1ve lamen– taiie inv,ece la m·ai fino,ra riagginnt,~ nonC11ranz,~ e la trasC'Uranza i,rrnm,on•aJ.e, cui son -~iunt e le aro mi-• nistrazi()JT)i odie,rne. Ciò ncm ostante, i.I retgi.me ifa. ~,cista è il mi.norr male, cihe per i ,Gesu1iti •deV'e ,eS1$1e:r Ia,sci.ato su ss isteu,ei, s e, dono :di -esso, si dov-eisse ca. derre in un regri.me sociali,st,a. Trul,e ,è, come diic:eva,mo. 'J.a ,candida ,i,~no..r.anza o la 01stinata 'P•l'eviem,zi.on.e dei G~uiti ver150 la- nootr-a. dottrina ,e 1-a nostrp, 1p,raitk.a. NO!Ib·pr,ete.ruHa.mo Clhe i dotti padri stiaJ10 .aJ éo,r– r,ente di iu.tto lo s ifoirzo che v'è, entr'o il nostro mo. virneto,to dot.rtrri.na~ e-, pen· ,chiarir.e la ,cooi detta teoni 1 a materialistica de lla storia ,e iper mettere in luc-e :P intimo, spiritioi moira le -d,eUa prassi· e ,della te oriia socialilsta, 1 c;iò che sa,r,eibbe f1a,ci1-e ai n10stm •ost,ina.ti deiniga<atori, dx:iipo .Le ichiare ,e •prociS'e conclusioni oui son pervenuti gli studì di Rodolfo Mandolfo; m8: nel oampo sindacaJe, sp1ecialmente do;po gli esemp,1 •

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