Critica Sociale - anno XXXV - n. 1 - 1-15 gennaio 1925

CRI'l'ICA ,SOCIALE. / 3 gli~ per il reintegro dell'autorità regia sull'au: tor1tà parla,mentare vantavano ragioni che non -erano ~oltanto adulazioni di favoriti. Un di: menticato scrittore, ~he fu deputato e sedette costantemente, inflessibilmente a destra; Carlo Morri, in un libr,o La deoadooza del sentimen– to 1 rr1J.onarchico (Firenz.e, 1900) che è tutta una palinodfa, c,ontro · la sinistra e la democrazfa parlamentare, argomenta che per impedire alla pubblica opinione di fa,r ricadere su la forma di governo la responsabilità degli errori dei mi– nistri, occorrono due rimedi: (p. 117,l · « 1) Tenere alto incolu:rne assoluto il potere regio nella scelta e nella mutazione dei mini– . ·stri, di sorta che non ne sorga. mai uno immo– rale o inetto a ~osto di sciogliere più volte la Camera. . <.< 2) Cacciarli inesorabilmente quando qual– che loro m.ala ~zione apparisca, la quale a giu– sta riprovazione Jl!.UOval'opinione pu,bblica, qualunque favorè essi siansi accattivato nella. Camera>>, · · Non sta, a noi che di norma seguiamo la dot– trina democratica nella sua espressione più. in– tegrale, giudicare .ora coteste formule che ci sembrano legate ad un passato, ·n quale non si richiàma che• a violenza della naturale evolu– zione del diritto pubbFco e del C<;>stume· poli– tico. Ma a rendere compiuta la rappresenta– zione delle contraddizioni che esacerbano'la no– stra vita in questo tempo giovava· richiamade dall'oblio. Le responsabilità si fanno per tutti gravi, paurose. Bisogna che ciascuno metta co– raggiosamente in armonia. il proprio pensiero e la propria azione. La rissa per il potere non· può fare appello a qualunque arma, senza scru– polo di coscienza, senza proba continuità di .metodo. Al di sopra di tutte le nostre passioni noi dobbiam'o mettere la ricerca della verità; che è.la sol.a che ci: possa salvare. Il resto, se anche è la vittoria per un giorno, è la disfatta per l'eterno. CLAUDIO TREVEJS. Il figurino di ,Londra . A proposito della riforma elettorale . . La .storia, narrata dal Kipli-ng,_ di quel -cinese che, ricercato dalla polizia di Sh:mgai peir certe sue scajl- . patelle, s,i ,era .messo in testa il pentolino rosso di un soldato inglese, nella lusinga di alterare e.osi i SIUOÌ connotati e di far perdere la sua pista, mi ritornava in mente in que,sti gio'rni notando l'insistenza ~on cU:i ne( fogli e nei documenti fascisti si citano ad esem– p:iiol'Inghilterra e _le su~ istituzioni.. Si direibbe che il fascismo intenda rinnovarsi, modellandosi ora s,ul figurino di _Londra. Nè la, e.osa è mal pensata: per- · chè se si tratta di pentolini, di arredi e di arnesi isti– tuzionali e legali" ce n'è, al di là della Manica,-per tutti i gusti. Anche, s'intende, per quelli dell'on. Mus~ !iiOlini. L'Inghilterra è il paese che.mantiene nei suoi li- bri statutari le legg~ più inverosimili: perfino le, più feroci. Il suo conse"rvatocismo è tale che non abroga, non abolisce, non di•strugge mai null~ Là.scia che. le leggi si accumulino .e -che la polvere si accumuli sulle leggi. Tanta è la sua avversione per- qual.,'1fJ,.Si inno– vazione, solo perchè tale,_ che spesso ai ·e9'1Iluni ~ ... Biblioteca Gino Bianco stat~ valido argomento contro un progetto di legg'e l'essere stato osservato .dagli oppositori che esso con~ teneva deUe disposizioni nuove. Come: p,oi, con tutto questo vecchio armamentario addosso, gli Inglesi rie- . scano a vivere-in pratica più civilmente, più libera– mente e più. democraticamente d'ogni altro ,popolq, è una di quelle curiose· anomalie di cui noi continen– tali riusciamo difficilmente a darci una ragione;, e della quale gli Inglesi .stessi, nella loro immodes"ti::i,, · sorridono come di un amabile· e invidiabile dif.etto. Ma è e-erto che, senza tenerla ben presente, non è possibile ragionare con pre.cisione e verità delle cose d'Inghilterra e tanto meno è prudente mettere avanti le _,sueleggi che tutti sanno esistere ancora -e semiPre, ma., per la magg-ior parte, come lettera morta, men– tre sola lettern viva e p·arlante è il costume-, è Ja. realtà della vi_ta - quella realtà che è avveintura, non disciplinata organizzazione. Vedete, per esempio, che cosa capita ai nostri fa– scisti. Relazione Ovi,glio al disegno di -legge .EvuUa stampa. Il ministro si richiama in essa più volte alle leggi .e al sistema ,giudiziario inglese che egli deve conoscere· a fondo, pe,r quanto sopra testi un po' ar- .caici, giacchè ci parla del Queen' s Bench - es.presì– sione u:sata e appropriata fino a venticinque anni fa, quando era·sul trono una regina, ma sostituita,. d'al– lora in poi, dall'espressione corrente e corretta di King'·s Bench. Ma de minimis ... L'-on. Oviglio ci di,~, a commento e in sostegno della disposizione di legge da lui proposta per ,punire chi ,stampa notizie fal~ o aiFtifiei,éJSamente alterate, che . cc la legge inglese vi~a le pubblicazioni dalle quali possa venir leso un pubblico interesse ... » Or'bene, questo è verissimo per ciò che concerne la legge, ma nella realtà gli In– s-le1Si si :r;n~,ttano poi ben più solleciti, più gelos~, più preoccupati di- ciò che può giovare all'interesse . pubblico elle non di ciò éhe lo può ledere. Non so se mi spiego bene. Forse varrà meglio un eseIII\Pi0. Non c'è p.ae, se dove il controllo, in genere, -sia ridotto il minimo come in. Inghilterra. Talora .s1i viagigia giorno •e notte :sénza un solo controllo. Forse elle manc3< una legge per i contravventori 1 Tutt'altro: c'è) •e severissima; ma gli Inglesi pr.eferiscono nç:n molestare novanta viaggiatori in regola, piuttosto che sorprenderne, dieci che non lo sono. .-· Tornando alle pubblicazioni. Qùelle fatte nell'inte-. resse pubbli-co sono privìlegeil - così come i reso– conti parlamentari e g,iudiziari, i resoct}n-ti dei me.e~ tings-, ecc. Chi ha da dire qualche cosa che in buona fede creda sia nell'interesse del pubblico lo può sem– p:r:e dire. La ie.gge ·impone dei limiti: la giurispru– denza spe.s·so li ignora. Ci ,sono delle sentenze che - m'imagino =- ai nost_ri legali dovranno sembrare .cu– rio.se. Una ne cita il giurista Celso Grassi, nel suo studio comparato fra Ja legislazione sulla stampa· in Inghilterra e in Italia. Il giudiice Erle ha dichiarato che gode di pr,ivilegio anche chi pubblica cose diffa– matorie, se esse si riferiscono a materia. in cui il pubblico è interessato. , È ·un po' difficile :per noi comprendere il concetto che gli Inglesi hanno dell'interesse pubblico. Forse p,erchè presup1)0ne non solo un lodevole. rispetto ~~e opinioni altrui, ma anche, e più, il vivo desiderio. di conoscerle, l'abitudine di meditarle, il costume di d1scuterle liberamente e civilmènte. Mi' varrò di ·u~ altro ese~piC>. Fra le notizie per cui- il progetto Oyi;– glio vorrebb~.,,,èveQt~almente, puJ!ito un giornale,. ci son9 9u,ei1e ,che_,Ji><tssono cc recar pregiudizio all'azio.– n.e dip\-0matlc~. ·d~ Governo (art. 6) ». Non ·so se , nelle l,eggi inglesi del '600 o del '800 - tutte ancorà. ,,

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