Critica Sociale - anno XXXV - n. 1 - 1-15 gennaio 1925

2 CRITICA SOCIALE pa-rlamentare. Avendo ,incalzato la-costituzion~ fino agli incunaboli, quando .questa non .avra più lo spazio per arretrare d1 un passo, 11 fa– scismo darà la dimostrazione se esso riesca a inserirsi nella costituzione o se vi debba- ri- nunzia.re e prepara.re un altro regime. · E poichè è tempo non fa,vo:revole alle pole– miche, ma alle semplici rappresentazioni ob– biettive, non si può non trascurare che i libe– rali moderati, i quali avevano confortato e ap– plaudito l'opera di reintegrazione del potere l"egio compiuta dal fascismo come una vera fe– staura~ione costituzionale, non si ,sono sentiti l'animo di seguirla in tutti gli svolgimenti s.uoi, una volta che essa av,eva dovuto abbat– tersi sopra, (Jiritti, come quello della libertà di_ stampa, che lo Statuto garantisce a tutti i cit– tadini. Il fascismo, che vuol prescindere dagli sviluppi costituzionali-democratici determinati dalla evoluzione sociale e politica della na,zione italiana, vuole tener troppo conto, invece, del– l'evoluzione (che si potrebbe chiamare infla– zipne) della stampa per costringerla in letti legislativi più angusti di quello favoloso. di Prç>custe, supponendo che altrimenti non possa te.b,erne il dominio in pugno, come è ne.cessa.– rio secondo le vedute imperiali_ del partito che vuol inoorporare lo Stato. Qui n~n si tratta più di restit1.1,zione-, ma di revisi<me dello Sta– _,uto; non è resecazione di sviluppi; è fèrita menata nel midollo. Il fascismo, per il. quale è necessità di vita il controllo assoluto sulla stampa, non può a,rrestarsi. Ma rimane solo, non contando spiritualmente nulla. quei rotta– mi di altri partiti che, cianciando magari di democrazia, si dispongono a seguirlo fino al– -l'aibolizione della stampa di opposizione e fino al voto plurimo. Si può discutere di principi e di metodi politici anche coi f àscisH, non oo-n ,quelli che dimostrano di non averne che per farne getto sotto il carro degli avversari. Ma anche la d-iscu.ssione coi fascisti è dura per la spregiudicatezza oon cui costoro --sosti– tuiscono principi a principi, metodi a metodi, secondo un proprio concetto -di empirismo che sfugge a:d •ogni imperativo dialettico. N-oi a.h– biamo considerato obbiettivamente la premessa della, riforma co,stituz:ronale-iascista ·che c,onsi– ste 'nel poter-e regio sovrano nella nomina dei ministri e ro-vesciante la semisecolare in:vasio- . ne parlamentare sui diritti della Corona, ed a.bbia-mo osservato come tale premessa fosse assunta daUa· concezione classica dei liberali– m:oderati, ,onde questi non erano .stati. avari -del 'loro consenso. 'Ma ecco che non è lieve la delusione di questi ultimi vedendo che l'estre– °:1-:a_ f ,~e ~el contrasto tra il Governo e lé Oppo– s1z1orn viene concretandosi tra l'aspirazione di queste ultime ad un intervento moderatore del– la Corona e là resistenza deGi§S~ del Governo che -si trincera dietro il diritto ·della Maggio– rane;a. parlamentare per respingere anche l'-i– dea: di una crisi. Coerenti a se stessi molti: mo– :1,a_rchicipensano che una Maggior~nza non è :-ioltanto· una q~ntità, è anche una, qualità; t1:.3-t ~a.nd -osi non spltanto di noverare ma anche d1_ 1.:a.l,!-1,ta,re: Non si contan.o i precedenti di cnsr d'l Ga,bmetto determinati ·dal distacco dal– la Maggioranza di quakJhe pçt.rtito o -fra.zione BibliotecaGino Bianco di partito che ne faceva parte integrante, au– corachè la Maggioranza, numerica-mente, sia rimasta taJe. Infatti si può pensare .che l'inve– stjtnra sia, stata :J,Ccordata dalla Corona· a chi oltre il nu.:nvero generico portava la dote di spe– cifici consensi- tra i grandi partiti costituzio– nali ; i quali venendo meno determinano una situa,zione 1politica differente, di fronte alla quale ocoorre lasciare libera la Corona. Una situazione siffatta parve ultimamente prospet– ta.rsi col distacco dalla Maggioranza del_l'ono– revole Sruandra, cagionante le dimissioni di due -ministri. Ma· la. crisetta fu rapi,damente composta con ·un rimpasto che irrigidì il Go– verno nell'orbita stretta del partito fascista. I ca.si che accompagnarono la, crìsetta diedero . alla sua, soluzione il carattere netto di un di– verso corso, programmatico del Governo. Per– tanto sembrava, che il semplice rinvio del Mi- , nisterò alla Camera per averne un voto non fosse l'unica -sanzione- che si offrisse alla Oo– roua_; ma a-v-e-sse ssa facoltà e responsabilità ·per i:i;itervenir,e·con una soluzione più radicale, conforme alle attese della nazione. S.eno-nchè ·questa opinione fu .violentemente affro~tata dalla stampa ministeria,le con argomenti che mostravano una enorme fiducia nella superio– rità del pote-re della Maggioranza_; gli opposi– to,ri furono reda.rguiti aspramente per lo -scarso ossequio mostrato all'autorità sovrana del Par– lamento. Le parti erano un po' invertite - come non di rado succede nelle lotte politiche : l'Opposizfone si dichiarava per l'appUcazione . rigida dell'art. 65 dello Statuto; i- ministeriali per la limitazione pa.rlamenta,re. M eUor est con– ditio pos·sidentis. In v.erità la question~ costituzionale proiet– tata dalle ,passio,ni sfavillava da tutte le faccie del ,suo prisma con un fulgore nuovo, insospet– tato. Le dottrine ,servono agli -uomini più che gli uomini alle dottrine., Le idee germinano dai fatti ·almeno quanto (vogliamo essere di– screti) i fatti sono genera.ti dalle •idee. Il.nostro bisogno vitale fa il nostro diritto. Non èercate -aJ.trove fa ragione dell'asprezza -dell-e ultime contese sulla questione costituzionale. Nè me– raviglino i volteggiamenti delle posizioni dòt– trinali. La Corona oggi è l'arbitra di una si– tuazione; il _suo potere moderatore è una ga– ranzia, a,, patto che sia esercitato. Il non eser– citarlo in un ·senso, è esercitarlo li.n un altro. Il fasci.smo riti,ene che debba essere esercitato in conforµiità del potere della Maggioranza parlamentare. L'Opposizione vede in ciò un in– trico che è unà grossa p_etizione di principio, date le, accuse che si fanno al modo, di f.orma-- , zion-e della Maggioranza. · Ma quanti tra 'i monarchici sono dellai stof• fa di quel d'Azeglio che scriveva a Vittorio Emanuele: «·dovessi arriscihiare la ·testa o an– che p-erdere· t~talmente la sua grarzia, ·mi cre– derei il più vile degli uomini so in un rrwrrwnto .come questo non le dirigessi wna pairola in iscritto per la ragione ohe V. ~H. nor,, mi dà ta:c<Jltà di parlare ... 'Mae;stà, non va.da pvù,. ava;n. t1.sulla st.rada che ha pre$a-»? Tra, monairchica . e cortigi,ano là differenza è notevole. I monarJ , chici che prima dell'era nuova hanno soste– nuto con~ro la sinistra l'appaissionata batta~

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