Critica Sociale - anno XXXV - n. 1 - 1-15 gennaio 1925

• . CRITICA SOOJALE 13- . . m,e,nto imJ?u.L&i!Vo delle masse, si è ,dibattuto fìno,ra neU'antitesi tra il iprogriessivo ,centralismo, voluto -dai caip,i e il -;f,ed,erabismo Jo.calista deU-a « ditta.tura dal ba.isso». Ma, m~nitrie ·è ailldato ·crescendo- il ,p,o,tère,de– gli -o,rgani centra[i - rileva il Bauer (Hi) --: è -d~mi'IlluL ta la f,oirza. prop,ria. della maiSJSadel -p,ro,letar1ato,, -d,ei– ci:mata dalJ 'e.so -do ,deg1i 01p,erai dalle città, .assonbita. dalla .buro-cravi,a ei da.li' cc armata -ross,a », ,co1mpros moo.sa daJ.'la. stes-sa diosorgani·zz.a.ziorre in.dustrià,le e scossa quindi nella sua f,e,de in sè ,stessa; ,e, per.ciò l'i– niz.iativa storka, daJ1a me1tà d,e.l 1918, ,pllliSisa .siemp,re :più -dalla ma,ssa. al Go,verno,, dli. quale, di f:rio1I1 Jte al.la disolI'ganizzazioon,e inodust.rfal"e, deve rivolg,etrsi anche co,ntr,o .gli o,perai e imporre lo,110, ·p-asso -pass 1 0, ,m:a;g– gi01r•e produttiv-:iità e -.so-ttomissicm,e alla volontà d-eii dli.Tiiig,enti,p,e,r militartzzarH infine, lE,garli alla fa;b– ibiric,a, -sotto,p,oirl.iaJ. ~egime ,p,iù seive-riodel -diritto pe.– nal,e milita.re . La cc diitt.atura -del :prol,e-truri:at:o >>ac– quista perciò, in questa seconda fase, un signifi– cato ,di!Verso ,da ,quello -dieil.la ip rima fas.e. deill.a riv 1 olu– zio,ne d'ottobre. La -ditt,atura d,e.Uemn,sse - dii,c,e -il Ba.uer _:---diventa la <e dittatura dei -cap:i ohe ra-pp,re:– s1m,tano· l' av-v,e,nire del mov,i,mento » e la di-fe•sa de– gli iruteireGsi <p,e,nnanenti •deil-p:ro• letaria.to 'OOime cla,s. sei; 'la dittatura di una o,rgarrizwaz.ione, d~ do,mimfo,, 'fondata sulla .tmr-o,crazia dei Sovieti e, sull' arma.ta rossa, ,che, tende a rEmde,rsi s,e,m;p,r-e :più autonomia daJ. piroletariiato, IPerr' -dwentar,e una forza inod:i,pen– dente a.I disoip:ra de,lle classi; la -dittatura, non. -del ,p,:r"oJetruriruto, ma ,d,eill'<« d.d,e,a ,d,e,lproole,ta:da,to•>>,che ,e– serciterà, come la Conveinzione france.se , il suo po– tell'e ,disip-o-tioo,- ((la tirannia peir impedir.e il ri– torno del di.Bopotiemo>> - non .solo su.Ha, borghe1S•ia ,e sui conta,din.:i, ma aJlclJ.,e,sulla steissa -classe ,01p:eraia r.ivoil.uzii.ona.ria·,deille città, nel cui ,cu,o;rie, essa impe. ra. La dittatura diventa, insomma, ((un potere che si aip,p,o ,gg.ia ,di•reittameinte. sulla fOJ'2,a,e che· ni001è .so,t– t01pooto a nessuna legge >) : come disse Lenin : è il uterro,re gi,aoo'bino », lo ,stato, d'asse-dio, naztonaJ.,e, ,di guerra, <e la l,eigg1e. marziale, 'in atto », ciome lo ,defin,i– so.e il Beil.oc (17), e< un mefo,d,o per ,orgariiz:zare la dii– tesa militare de.l1a naz.ionie e ,col.pire tutti iooù 1 01Toc:he - la ,oo,ntrastan-0 1 o, so-no, idàl Oomitato ,cli salute: rp-ub– Mtca, so.spettati di ,oontir.a:star1a ». 1Ne.ssruno,nel Qo,_ mita.to - isog,giung1.e, i1 Be.lei-e- era l'autore d,e'l si– stema.; ma oo-lu,i chie fu p-iù ,deciso a,d U1S1airlo e ,che •ebbe ma,g-gior o,c·c-as~01ne· di usarlo ,fu· indflllbbiame:nte l'o:rganizzato,ne militar,e, Carnoit,-,il ,qu,a1e, ,c,ome .dice il M,a,deilin, ,o,rg.anizzò tl •« furore.!J)lO•polalI'le'i> e fu J:'oT– ganizozato-re della vitto,ria ;p,eirc:hè fu f',oirg ,an1ma.to; re1 de11a dIBci1p,lina. <e La r-eip,ubbliea sovi.ettista. -defV!ei ,s,.. seI"e un caim,p,o tnincier.ato e la -diittatura del p:r:OI- .Jeta,ri,ait,o -oov-e ·essere una ,dittatuìl'a -pT-0'1e,taria...mili- tare >J,,gccr-iiV'eva Bucharin (18). · _ · _ E' il quinto, Colilig;reooo, :panmss9 d-e-i Sovieti ,deil l;u– glfo 1918 ,che, isanzil()n.-ala nuotVa .fo:rnna ,dieUa· ditta– tuna ,dia:I'l' a1to e ,c:t'eia il {< Ceisa.nei ooi111eitti-vo », che ai. fendf)!I'à vittoriooamente, coll'axmata rossa dei sancu 0 lotti aUe; frrontie'l"~•e il terror-e. gta.c,oibinio a11 'inite-rno·, la II"iviooh1zJone. . (16) Bolscevismo e socialismo. (17). The french revoliition. (18) L. MAGRINI, op. cit: . FAUSTO PAGLIARI. Preghiamo gli abbonati e gli amici della Ri– . vista rinnovando -eQn~nc0miabù-e sollecitudine il , ' loro abbonamento, di volerci indicare nomi ed in- . dirizzi di Abbonati probabili a cui spedire· Nu-· meri di ·Saggio. , E li ringraziamo in anticipazione. Abbonamenti cumulativi e premi - veggansi 11,ell'ultimapagina-. - Biblioteca Gino Bianco la uo[ifiui1n~ ~i 6iovanni ,auoli (1) Lo spirito del Pascoli è stato rievocato per un anno inlero e trascinato in un Calvario di cèle– brazioni, per essere poi crocifisso a Lucca, dal Lipparini, che in un dtsc"orso, che possiamo leggere nel Numero Unico edito a cura del Municipio di Lucca, lo ha _presentato come poeta della era nuova. Avesse almeno Giuseppe Lipparini nel suo bel periodare, svolto le frettolose note, originali ma non molto persuasive, con le quali il Cava ,l.li ha voluto, in Rivoluzione Liberale, appaiare sotto una stessa linea spirituale di d~mofobia papale, il Pascoli e il Mussolini! . Egli ha voluto invece, nella sua orazione luc– chese, presentarci un Pascoli cantore. di guerre e .di lotte civili, che alla Giovinezza risponde: « La grande proletaria a Voi! » E ha deformato il mi te poeta, che, anche quando fu travolto da illusioni, vide l'Italia ricalcare le riarse vie di Libia, già percorse da Roma, non « ad asservire ma · a -liberare, per. imporre· )llediante la guerra, la pace» per « con– tribuire all'ùmanamento e incivilimento dei popoli »; ha deformato il poeta dell'amore, che seppe in– gentilire con pietosa fiorita di petali anche il fosco capo di Luçcheni; che l'1:1guaglianza delle trincee sognava rivivente in Patria in una « lotta d'emula– zione t_ra fratelli, ufficiali o soldati, a chi più ami la madre comune, che ne li rimerita con uguali gradi, premi, onori; ha cancellato il più vivo sen– timento di bontà umana, che alita · nella poesia . pascoliana. . ' · Il Lipparini doveva commemorare l'Uomo, che è nella sua migliore poesia, ma, per indulgere a1;– l'andazzo, ha -tralasciato il Pascoli più noto, per , brevemente rievocare il « meno noto, ma più alto, anche se artisticamente non più perfetto. » Ed in questa ... - ricostruzione di Giovanni Pascoli, il Lip– parini ha contraddetto allo stesso titolo del suo discorso, ha dimeN.ticato per quale ragione il Pa– scoli potesse dirsi « l'ultimo figlio di Virgilio »; per– ''.hè il Pascol amasse così assduamente. ricongiun– gersi in poetico am0re col suo padre lontano. « Non Virgilio proprio, ma il fanciullo ·ch'egli aveva in cuore, non voleva gli schiavi nei campi... Tanto che noi se non avessimo dei tempi, di Vir– gilio; altro testimone che Virgilio, dovremmo cre– dere che non esistesse allora più. questa miseria e • vergogna, che non è ·cessata nemmeno ai ·nostri tempi... Non c'è la schiavitù nell'Italia Virgiliana, nemmeno c'è il salariato, nemmeno· il mezzadro! ». Questi ·i tempi nllovi, che il Pascoli sentì nei dolci canti georgici Virgiliani, non l'Italia « imperiale», . cui s'è richiamato con rettorica solennità il Lip-_ parini, non l'Italia soprattutto» che l'oratore ha voluto fermare dinanzi alle menti di coloro, che, tanto scandalo avevano sentito e sentono, ogni qual volta, i giornali accennano al canto Deutschland ii.ber alles, dei nazionalisti tedeschi! Non l'Italia che sia « a qualcuno » solo; ma l'I-. talia. madre di_ tutti che ...li vuol · tutti alla sua mensa i figli suoi. Qual madre è mai, c~1_e gli uni sazia, ed_ agli altri, a tanti, ai pw. non pensa? U « grande poeta», che il Lipparini ha voluto yedere solo n·elle visioni, che la moda del tempo chiama « grandi », è grande perchè è poeta e in sè rivive la vita esteriore (grande o piccola, poco importa) ascoltando quella· tenue voce. del fanciul– lino, ch_e era ed è la fonte di vera poesia, perchè è la sponta11ea, immediata intuizione della_ vita, come. la può e la deve avere un poeta, veramente poeta .. Qualunque visione sublime e ricca - non diventa poesia per il Pascoli, se non è canfata « in per– sona .di chi stupisce·» dinanzi ad essa, se non è sorriso o pianto di quel pauperculus, che canta e lacrima « di tra l'oscuro tumullo della nostra ani– ma·». E questo spirito pascoliano è· tale che anche quando accenna a grandi eventi storici, mai si di– mentica, ma anzi questi inquadra in quella idil– liaca visione, ove la sofferenza deve esser \enita ed ove lo stesso valor~ bellico è sublime solo se (1) Lucca a Giovanni Pascoli, numero unico, 1924.

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