Critica Sociale - anno XXIV - n.14 - 16-31 luglio 1924

210 CRITICA SOCIALE sioni corrucci.ate. ,Ma bisognava ,energiieamen– t,e agire, se· il farlo era possible, diroccando animosa-mente la. teoràca ,e la pratica delilo Stato-partito. l·: cV1 o non ::;ì voll 1 :! o r,on .si potè. Fu preferito .straniarsi dall'onda della· commozione popolare per il delitto ,esecrato, deriderla, minaoci>a,rla ~ome una, « S'Peculazio– ne :politica)), reprimerlla come un attentato contro 110Stato, e, .poichè tuttrJi la ~rtarnpa, C{)-JU· pre.sa in prhna ltnea ,quella liberale,aveva con– tribuito con le appassionate indagini sul tetro mistero Matteotti a eccitare il .sentimento del- . la nazione infervorato di giustizia~ Ho.spettoso d•i -non averla, a terrore di tutta la .~tamipa si volile brandire il ferro nuovaimente arrov-enta– to del Decreto -sterunina,tore ,che ,giaceva da un anno nel -caiss-ettodel P1\e,sidente del Consiglio. L'impressione di tutto -ciò fu quell~t-che dove– -va essere, cioè, che il Governo abbandonasse ogni proposito di ,soddisf,azione ad. suoi ,soste– nitori che reclamavano U ristaJbiHmento della normalità costituziona.1,e e ùellla uguaglJa1rza della lègg,e in confronto a, tutti i partiti ed a tutta. i cittadini, -si trinoera~se più risoluta– mente che mai nel concetto ai uno Stato-par– tito, considerante ogni a ttaoc-o all partito come' un attentato allo Stato, -e _sifondesse con l'ala estr-ema e più violenta del pa,rtito ,stesso. Si potr:eibbecerto discutere ;Seqnesto atteggiamen– to del Governo sia stato un -errore o .si:ia .stato uh fatto n~e&.'Sario, -conna,turat-0 al rpa-rtito ed aJl Governo nell-e cjr.costanze in cui quello e , questo sd. trovarono. I liberali viva:cemente as– sunsero la prima di queste due tesi, Qa quale . offre a loro una piatta.forma salda e vi-sto:sa ai do.glia,nie-nonchè UJ?-a via di c-ompon.imento col Gover.;no,ove ,questi a-0consenta a dar loro qual– che ,soddisfazione, 1per e-s.: ritfrando i decreti o-ppure :fislsando ad essi un termine breviissi,mo di -vita. Ma ,se pur questo avvenga e i liberali per– mangano nel girone della M.aggi,oranza-, ile loro a-mru.issioni di ques.ti giorni non· si cancellano più e 1peseranno sui !loro movhn-enti futuri. co– me all-evierannq le responsabilità dei pa-rtiti al– leati nella Opposizione. Questi infatti contro il partHo delilo Stato-partito si ·arppellano ad una necessità di comune -da.fesa, come illustrò il leader dei popolari, on. De GfuS!peri; giustifi- cando acuta-mente l'unione dei popoiari ,e dei sociallisti nel cartello del1l,eOppositioni e nelle reS!_Pons_abilitàda •quello rampollanti. Questa necessità di difesa è -comnne anche ai liberala. Lo -Stato-partito, che nega tutti i partiti co– me partiti .dell' Antistato, è 1,m,o ,stato di arbi– trio, uno Stato di anarèllia, se ,co,sìsi ,pùò ebipri– mersi, che minaccia la sicurezza di tutti. S-eH llibera.lism-0-non a-ccede a cotesta: difesa, mal rpr-ovvedea ,s,è ,stesso; la sua sorte è scritta· il 8uo ,sparire sotto la ferula del fascismo s~rà un suicidio .silenzioso, dopo una-verbosa alzata di .i;:,cud-i. Il liberalismo rpuò dire o·upio dissolvi· m~ lo Stato .si -di-ssolve insieme, appunto p-e/ ohe un .solo partito non potrà, mai essere tutto lo Stato. Chl ne dubiti, guardi alila vita attua– le dei Munici'pii e delle Provti-ncie. Una dietro l'altra, per le interne gelosie e p-er 1l'opp1,es- BibliotecaGino Bianco sione del partito-stato, si .sfalda.no 1e ammini– strazioni. Per questo .sfaldamento non è più rpo,ssibii1erii.faré i 1 blocclli -el-ettor.ali che aHe -amminist:rai;ioni avevano data v.ita. Coil.lJltissa– d prefettizi e ,commiss1ari r:egi si perpetuano, dove essi ,sono, i,n a1pertissimo ma inevd.tabi[e spreto della [egg-e. Di questo dd-sa.gfo,pronµùo di e-erto de,cad<imento, Milano, che è certo il più fervido de-i Comuni d'Italia, dà -un esempi-O chiarissimo; i rappresentanti popolairi non vi restano che 1s,conf-ess::i,ti d.aJ loro partito, a,nz-i espulsi, non obbiettando evidentemente null– la alla condanna del blocco municipale e– mersa daJlle urne del VI aprile: Ora q uan– d-o i liberali e i drmocrati-ci ,e i p-0-polari (il nome qui i10n ifa qut. 1 stione) go_vernano gli enti 1JocaH c-011 -pr-esunzfo:ne fond;:tti~sima di non .av-ere d.l ,eous.ensò della maiggioranza del corpo ,elettorale. eissi hanno rinun– ziato pienamente aid esser-e sè ~tes,si ,e sono co– me trava,sati neJlil'und.copartito che profoss•fp la non nooessi tà d-el oonsenso della maggioranza d-ell'opj,nione pub'b}ka per gov-ernare. lll turba– m-ento che una ,siffa,tta -anor-ma-lità p1·0tra.tta ar-tifizio:Samente nel tempo può pr-oduire nella sostanza plasmatrice della; ooltlettività -socia.Il-e e ;politica è più fa,cil,e ii.ntuire che <ieslcriv-ere. Ne vaia vitay oome diceva Don Abbondio ... B ne va della autorità dello Stato dov,e questa. ·è ipiù sensibile e necessaria, diciamo all'estero, · quando il 'li1b-eraHsmo •e il nazionaJismo collla– borando allo Stato-p~rtito consentono altre.sì, come viene da molte parti isegnalat.o, ehe ac– canto alla rapipre:s-entanza òlplomatic-a sia la rappresentanza del partito, in una spe~s-o iu,e– stricabile confusione di poteri, ,che distrugge l'unicità della raippresentanza davanti ai con– nazionaJli 'alll'estero e talvolta perf,ino dava,nti al1e autorità estere, che indovinanQ ,gli i-roba.,, razzi d,i certi co,nsoilie di certi ·Ministri che fan– no un do:ptpiocol ,segretario del fa,scio, come nel · Regno 110 s,tiesso doppio fanno i ipr-efotti. .. Il pa– triottismo, magari il nazionalismo italiano do– vrebbero compenetrarsi della differ-enza ch,e è, oltre i confd.ni , tra l'Italia pura e semp1ice, l'I– tali-a di t11tti 1 e l'Italia di « u~ )) 1partito. Il ~irudacal:Lsmo•f3Jscista che è una violenza ed una oppressione in patria, a11'-estero diventa facil– mente una oolluisione coQ pa,dronato estero e coi Governi esteri contro i.ilpr-0letariato nazio- _ · nale emigrato. Sono queste ohiare ra,gioni del– la ,in.sostenibilità sottQ tutti gli aspetti, po:li- .tici ed amministrativi, dentro ,eifnorii dello Star to, del criterio delilo Stato-partito, per chiun– que ,non sia del partito-Stato. Per noi la so1l1evamone morale elle -seguì al- 1' orrendo omiddio del nostro Matteotti nelle sue intimità più pr-ofonde recava anche l'intui– to di tutti questi di,sordi-ni. Non è for-se la mo– rale niente altro ,che !l'intuito delle miglio:i;ii e più alte opporturni.tà idelll'esser,e? Lo Sta.to-par– tito era 31ccu,satodi no.n potere render-e giU1.sti– zia ... sul pa,rtito; ma una ,più paicata riflessio– ne lo areusa ugualmente di non potere dare d.mp: ar~ialità alla a_mmini,strazione, -locale e een– tral_e, e di non potere rispondere a111e lemen– tari esige~ze- di una pol!tica -estera, che vog.lia, come deve, fa1•etesoro d1 tutte le energie che of·

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