Critica Sociale - anno XXIV - n.10 - 16-31 maggio 1924

CRIT'.lCA' SOCI1A1JE 159 forza, che lo esclude se ottenuto 'con metodi diver-si da quelli da lui :preferiti 1( ?), che non sa vincere senza .pl'ivi- 1egii a favore ,proprio e .senza esclusive ll)rommcia.beoollltro i reprobi ». «Libera,le in v.eoo è c olui che orede nel perfe– zionamento materiale o mora.le oonquistato collo sforzo volontario, ool sao.rificio, oolla attitudine a Javora.re d'al:– oordo con aJtm i(condanna dcli.a, lotta di clas..~... ?). Siamo dunque ben lu.n,gi ùal signifioato cominte. Dalla sua definizione esula, ogni .questione di / ini, automatica– mente esclusa oo.:.t'aooe.ttazione, quaJe ,premessa n,eoossaria, de! regime ca,pita;listioo e -de:l si.sterna eoonomioo -borgfo,. se Così che tutto il oontra.sto si riduoe ad una que.sti0ne, certo importantissima, di -metodo ,(sempre aJ.l' interno del Bistem,a, ca;pitalistioo), Jl'.Jl3, che .non è sufficiente a di,;fn– guere le forre in ,giuoco nella società t nodem a, non c;i a- 1d,eg:u,a, queJla che è la ,realtà storim a, ttu.al~ . Og.gi, certo, di fronte a,d un regime d:ispotioo, paternaili.sta, <littatoria'1e, che è ,a,gl(antipodi con la concezione «all'.inglese» dell'Ei– naud i, la qu estione <li m etodo passa per tutti, socialisti com; pre.si, a,! ; prfamopia.no. Ma non ,per questo .si può a.ocet– tare ootesta inversione dia'.ettica di posizioni che farebbe nientemeno aJppa-rire come conservatori i socia.listi e come EberaJi i con ~rvatori. ,So pratutto, poi, :perchè è chiaro che l'Einaudi ha oo.mp: re.vo~ tieri co.nfu-so il mov.imento so– cialiBta oon quel-la partioolare tendenza sociaJi.sta., ceì-to diffusa vent'anni a,ddietro, che prese il nome di oocia– lismo di Sta.to o delJ.a.oattedra, e tra i .seguaci del quale, specie in Germania, si annoverarono sovente dei tiipici con– servatori; tendenza che è oggi in disgrazia in tutti i ,paesi. Ora, se ci è <lato riconoscere la ,giu.atezza -cli talune ..suecri– tiche, non poosiamo a.ssolutamente ,segufrlo, là dove eg,1i crede di poter affermare che Je tendenze -sindaèaliste, ,giL diate,. in una iParola -il moto operaio, esulano daJ. movi– mento oociaJ.ista e sono -da annoverarsi tra. le fon.ne oon-· . crete ,del suo liberalism9. Per ,giun.gere a questo risajtat-0 egli si sforza di arre-. starsi aJ fatto, ripudiando l'idea. L'odio contro gli ideo– logi socialisti è in lui .fortissimo; .parla addirittura di una feocia borghese che avrebbe travolto e tratto a rovina il bel moto operaio di vent'-a:nni or ,sono; pe,r M.arx nutre un profondo disprezzo: Questo disprezzo per gli ideologi, per i teorici, che trarrebbero a rovina il moto opera.io, è doppiamente :strano: primo, perohè ancli'egJ,i è, sia pure in senso diverso, un ideologo, che oerca da vent'anni, colle sue cor'!l,ggiosebattaglie J.i:b-eriste, di plasmare a ,suo modo, ooccmdo !)rinci,pii .preordinati, le forze ,economiche che si svolgono sotto ..i,i fflloi oochi oon un ritmo sempre I>iù anti– tetico. Secondo, perehè ,proprio il Ma,rx, questo borghese ideologo, ebbe a proclamare que1!.asacrosanta regola meto– dica che è illel vangelo einaudia,no - ed anche nel no– stro, - e cioè che l' ernanciipazione della classe lavor-a-trice deve essere Ol)era autonoma e coooiente ,de1la classe lavo– ratrioe stessa. Le -tendenze oorporative, egoi.ste, sono pro– prio fig,lie dei movi menti ope,ra i puri, preoccupati soltanto dei fini materiali ~ i.mmedia.ti. 11 liberalismo ei.naudiano si risolve tutto, con le riserve poste in Iuoe -più sopra, neJla formula: «alla quiete che è morte è pr.eferiibi:leil trav,a,gJtioeh~ è v,ita ,>. All'equilibrio. egli ,dice, im~ da una forza esteriore, è 'pr.efed>ile .1'€– quilibrio ottenuto attraveroo diacu.ssioni e lotte. E perchè l'equilibrio duri è necessario che e.sso sia mina,ooiato ad ogn'i :.stante ,di non durare. Donde il suo ecetticismo invin– cibile contro ogni arbitraria limitazione ,posta alla fotta, sia medì.a,nte monopolii cristallizzati daJ suggello della le– galità, sta, me.dian-te l'intervento di un potere estra,neo o superiore a,!la lotta, specie se -di natura politioa, come ri– sulta, a-d es., dai .... programmi delle oorporazioni fasciste. Don~e ad~rittura la cr~ugnanza fisioa» ch'egli iprova ·– e qm franoamente mi sembra che esageri - per le prov– videnze che vengono da.I di fuori, .per il benessere voJuto procurare agli operai oon leggi, oon regolamenti, col col– let~ivismo, ool .pa,ternaJismo, con l'intermediazione degli sfàccendati ,politici, ,pronti a risolvere i oonflitti oon l'ar– bitratQ, oon 1a. competenza, con Ja, divisione del tanto a metà; e ·l,a simpatia viva per gli .sforzi ,di coloro i. quali vogliono eleva.rei da eè, e in questo sforzo lottano, c&- 8 i b I i ote ca Gino Bianco dono, si xiwlzano, imparano a prqprie ,spese a vincere ed a perfezionarsi. Il soci:a.lismo scienti.fioo e<l il oollettiviemo rus.so, in quanto schemi <li organizzazione della -società o · tenta-tivi ,cli applicare rpra'ticamente quegli schemi, non io intere.ssano. Inveoe il sociailismo sentimento, quello - co– m'egli ,proo~-ama- che ha fatto alzar la testa agli operai e li ha persuasi ,a, ~tringere la mano a,i fratelli di ~a,voro. ,t pensa.re, a <lioou.tere, a leggere, fu una oosa grande, la quale non è ~a.asata .senza frutto nella storia d'Italia. Al Jume <li questi .princiipii l',Einaud i coi suoi scritti è venuto esaim.inando pareoohie questioni fondamenta.li ,per il mov~nto operaio. Ricordo tra le altre quella dell'unità e del monopolio sindacale, del orumiraggio, del:'a,rbiti:ato obbligatorio, ,del. Piarlaimento e ,della ra,ppresenta,nza degli i-nteres.si, deLla rivoJuzione russa e <le1'.edifficoltà fonda– mentaili ohe 6i ipresen,ta,no ad ,una. società .socialista (po– .polazione e ri~armio,). Lo .spazio vieta che io mi intra!– tenga a pa,rlarne: credo -di non sb,a,gliare consigliando vi– vamente i lettori, e particolarmente gli organizzatori, a. meditare su questo libro che viene da un lea!e ed rllumi– na to avversario. 11 volume si chiude con tre scritti dedicati «-a,gliideali -del lavoro»'. Sulle traccie del Ruskin, dello Smart, profon– damente influenzato -dai moderni economisti ingle.c;i che si sono sempre distinti per Ja loro concretezza, aderenza aJia ,realtà, •per la Ja,r,g:hezzadi vedute con cui esaminano il problema 60CiaJe, l'Einaudi alferma che que.st' ultimo oolo in --parte, in ·piCCQla ,parte, è da oon.siderarsi jproblema di ,produz:ione e di distribuzione della· ricchezza; giacchè i-1 pr@blema fondamentale· ,è quelfo ,di rendere il la,voro de– gno -d'esser ·vis.mto, di identificare nel lavoro lo scopo del– 'kt vita. Soluzione oon..sensuale dei problemi del lavoro e .gioia del ftavoro; eoco, secondo l'Einaudi, 1 -dati essenziali del~a quiistione oocia,le, le id.oo fondamentali che agitano il mondo operaio. Bi.sogna ridare a tutti i lavoratori un'a– nima ,nel lavoro che compiono. Le ,pagine ,dedicate al .problema della «gioi.a del lavoro» sono ;profonde e interessainti, ma ipos.sonosembrare un ipo' liriche, e talora rettoriche, -poichè con esse l'Einaudi si li– mita a ,porre a nudo la piaga -del mondo ca,pitalistiioo, senza, che nessun -rimedio oorio siia.proposto. Così che il let– tore, .giunto aJ termine del libro, ripensando a quanto ba letto e oor,ca.n-dodi chia.rire le questioni che gli sono state sottoposte, viene ,a,ssalito da_ un vago scetticismo, del re– sto natura&simo, ,perchè fa il -paio con queJlo deLl'autore; così ipessimi,sta sulla ;poosibilità di superare iJ regime at– tuale. E' bene dir subito che mche -i socialisti. non hanno lì, bella e .pronta, una, soluzione ra,dica'.e, definitiva e im– mediata; il problema è di quelli che non 6i risolvono uni– ca.urente col mutamento del iSistema di ,distribuzione. E bene ha fo..tto J'Èinaudi a trasportarlo .tul -terreno ,psicolo– gico. Ma aeora egli, che si ,distingue per Ja v:mone tu't-– t'altro che ,angusta .della. evita .sociaJe e per un sano rea– liemo, ,dovrà ricono-scere Ja ,giustizia ,e ila nobiltà di quel- 111, esigenza che sem pre rp iù notevoJmente va facendo.si stra,da nelle ma-s.se opera.ie: des:d,erio, volontà di 'riacqui– st.are anche in seno a.:Ia fabbrica, durante i1 lavoro, la, .di– gnità di uomini, di ~so,ggettù.».tro~po spesso negat,a dal regime ca,pitailistico. Og.gi le masse Javora-trici sono del tutto estranee alla d:.rezione della produzione in cui domina un potere auto– cratico :n violenta ant-itesi ooi '.princ:pii democratici che, almenQ formalment,e, hanno trionfato nr.l campo :po1itioo; esse hanno la sen.sazione di es ser€' sfruttate e, sopratutto, ·di ~avorare non nell'interi's.se del maggior numero, ma ne!l'interesse di una sempre ,più ristretta olig:i-rchia. Sino a qual l)Unto s:a giu,sta questa a,ccuea non è ora il caoo di v-edere. Certo però che questo sentimento ~te (parti– colarmente in quel movimento operaio inglese che·l'Ernaudi cit;J, ~empre così volentieri) e si fa sempre .più prepotente e diffuso. Ecco :il nuovo gigant esco p roblema, l'autogoverno dell'i11dustria, che, a.ccanto a quà.lo deL!a distribuzione, a– gita il mondo qperaio, e lo terrà in suesulto sino a quando, sia pur lentamente e parziaJmente, non sarà in quaJche m-0do risolto. CARLO RoSELLT.

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