Critica Sociale - anno XXIV - n. 9 - 1-15 maggio 1924

130 CRI7I'ICA SOCLALÉ. Certo, fra i due campi, la divisione non è netta, come nell'astratto dei nostri schemi mentali. Le interferenze frastagliano il confine. Sorsero in ogni tempo veggenti che gridarono : ab basso le a,nmi ! Vn pontefice può proclamare la suprema stupidità delle inntili stragi. Le vecchie e le nuove stirpi hanno accenti diversi: l'America, dal largo respiro, sorrìde schernevolmente ai reticolati morti ferì fra cui si impiglia e si estenua l 'econo– mia dell' Europa. Wilson offre invano al nostro sudario i « punti ,, liberatori. Cooli<lge non parla c:ome Poincaré; anche ... perchè il creditore non è il debitore. Nello stesso nostro continente, la brutale inanità della, guerra, l'assurdo selvaggio ùel ereclitore che assa,ssina il debitore per emun– gerlo meglio, il eontrasto fra le pretese egemoni– ehe e la· serqpre più stretta interdipendenza fra i popoli e la loro solidarietà neeessaria, proiettano lampi di magnesio persino nel torbido e torpido– cervello delle borghesie affaristiche. L'eresia di Holland e quella cli Keynes invadono a. ga,ra la letteratura e la scienza. Sul terreno pratieo, <lal cozzo d~lle economie che si dilaniano, emerge la fiaccola di ·una ideale- (< economia associata ,,, nel– l'interno e coll'estero. Rathenau non è Stinnes; e infatti il primo muore ammazzato, il secondo spira nel suo letto. Se:çnpre più debolmente il militarismo gallico fa il viso arcigno u,lle proposte pacificatrici degli esperti. E la Società delle N a– zioni è un feto che pulsa per· uscir vitale alla luce ... Ma chi a,sserisce la pace·, lavora inevitabilmente. nel solco e pel solco proletario. Sulla bilancia, che pende in bilico, è sola la forza proletaria che farà procombere i piatti. Oggi questa forza, oltre Manica, ha nome labur·ismo; e Macdonald, dall'alto del Governo, o commisto ai compagni nel Congresso di York, precol)izza le oneste transa– zioni, una Conferenza internazionale per il gra– duale disarmo, e parla come il Manifesto della Internazionale sindacale di Amsterdam. Ora, il proletariato, che assurge alla compren– sione della parte che gli spetta in questa epica battaglia per tutti i sani e giusti disarmi - il ùisarmo della guena economica e di quella delle trincee - ~ si sfo-rza di stringersi in un compatto esercito della salute e di acquistare la coscienza necessaria ad uscirne vittorioso, ha assunto in tutti i pop oli un simbolo, ha santificato una data unica: il Pl' i.mo Maggio; il giorno che è presagio ed inizio della riconciliazione del mondo. Il Governo italiano ha soppresso il Prirno Mcig– .'IÌO con R. decreto, opponendogli, per R. decreto, il 21 aprile, la festa della lupa nutrice, di Remo assassirn1to, di Roma antiqua che debella e trae in servitù le stirpi barbariche - divenute, col volgere dei tempi, le gra ndi nazio ni d' Europa. Il Governo italiano, che è giova.ne e forte ed alle– gro, e segna il principio di un'_era, con un R. de– creto (registrato - perchè no? -- alla Corte dei Conti), ca,ncella la evoluzione del mondo, ci rineula appena di un par di millennii, sequestra dolce– men te l'Italia fuori della; storia. Non vi è epico d~amma che non possa, per ·virtil e statura d'interpreti-, convertirsi in piccola farsa. Biblioteca Gino Bianco F1LIPP0 TeRAT1. lnlernalionaliimo e Ptl Maouio. Questo morto è ,più vivo eh-e mai. A,nche • morto a-cc.usa. Queisto morto iSi dibatte nel ,suo catal,eitto . .Indarno tutte l,e forze del dispoti– smo premono il ,coperchio del.la 'bara. Una voce , un sin gulto ue iesoe. DaJl'a,mpio mondo gfli riispo.nd, e 1'€<.·ofraterna, che l'incoraggia, ilo conforta, gli 1p1·om,eUe l'aiuto e la vittoria. Il Primo Mì.:'tggfonou muore per ca,pri-ccio di dec1,e,ti; il Primo Ma.ggfo non ,si froda cou la so,stitu11ione prestidi-g-i.tatori•ai di aJtre feste ; gli possonò con tern'ler~ il ri,to : 'i fiori, le bandiere, ,i discorsi, .i comiz'ii di popolo; non po.ssono ,impedire che il popolo accolga 11e11la sua anima· i.l Primo Maggio, come l'antica pl,ebe gli Dei lari, e il cnllto ·se ;ne ravvivi nelìl.a clolorantè presenza attuaJ,e delle più a,sprt> ra– gioni {].ella insopprii.nibilP :lotta di classe. Di tutte le improntitudini del nazionaJJsmo fa,stcista, questa è la ,più balorda ,e la più mor– tiificante. La plit balorda, perchè confuta in sè la dimostramoue che vn-011 dare, ossia che naZJi-Ona e lotta di c'1a.~s,e ,ki.a,uotN·ruini incon– cilia;bili. E tutto- il mondo deHe nazioni, eh.e ·celebr31no H Pr.imo Miag.giio 1 <:> mant,engoJ10 po– dero,samente la p.ropnia· auto11omia, conforma. La più mortii1ic.ante perchè ,sugg·ella l'estrema servitù della èlas~e lavoratrke italfana, proi- .bita di aver.e un giorno pm· •sè, di ave1•e un gforno di ri,tua,le comunicazione con i lavora– tori del mondo per auspicare insliem,e -le spe– ra,nz,e univie:r,saJli :· la paiee, 11alibertà, la ,soli– dacietà ,degli ogp!'le1ssi,l'avv.ent-0 di una ,socfotà senza classi, senza riocb.i e senza p_ov,erii, isenza ipadronr.i.e ,senza :schiavi, la ,società del davo-ro redento; la sociietà, del lavoro padrone dieù proprH i.strumenti ,e della propria produzio- n,e.... lil ri.sultaito d,i una •simile tirannia, più a– _c-erba nel confronto deHe altrui H.bertà, non può chie intensi:fica:rieifino all'eis,a,sperazione ,il sentim,ento e [a coscienm di classe. Nullla, è più elaJS-Si,sta di questa violenta aboliz.ione del mito di claHse. Nulila è più antinazionale che l'antiteis.i creata tra 11af\esta .della classe e la f.esta della nazione. L'incompati.bi1ità creata daiJ.l'arbitr,io consa,cra cr.imino.samente l' 1 in– ooncili.abiiità degli .ideali di dlasse e _degli idea– li di ,nazione, mentr-e è cresc,ent,e cosoienza uni– ver,sal,e che l',int-ernazionalismo è un rurmonfa, di 'Patrie; ,e, come la patria nazionale non e – sclude i .segni, i -Himbol]i,le feste dclle pa.tr,ie munieiipali e deHe confessioni partioolari, c osi · non contraddice alll'auspicio -della cla.sse che i:;i protende oltre i tiermini della patria nazio– nal,e. Assurda, incivile cotesta, .guerra di pa– sque: ,il 21 Aprile, ,il 1. ;Maggio! Coloro c~e la indicono a.ssumono ila- :rel:fponsabilità, dellle conseguenze che legittimamente- -ne tira,no gLi e.stremiisti: Cec-i tu,e1·a cela.

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