Critica Sociale - anno XXIV - n. 7 - 1-15 aprile 1924

... : 110 CRITICA SOCIALE La difesa della Scuola Popolare. Tra i oocia.liati che, tn questi ultimi anni, hanno con mag– g~or wlo e competenza difeoo ,la scuola ,popola.re , inte&'t comò :preparatrice di quelle ener,gie di :J.avoroche sono IPOi eneng.ie ivitali ,della Società .tutta, è C,a,i,JoZanz,i, il quale ha di recente riu'Ilito in volume 1(1) studi e r,e'.azioni sue suJl'ial'gomento. Libro <li po1emica a,nche questo, come guelfo del Mondollfo, uoilfica.to dall'accorato rnmmarico di ved~re :in :4ua.l,i C?Ildizioni sia ~a ·scmo1a del .,popolo. in Itaha, ,per iil i!)OCO mteressamenoto de1'.o Sta,to, d:mootra.tosi, anche ·di ,fronte a ,questo problema, .più sensibile all'egoi– smo ,della cla,sse dominante, che -aJ vero in ternsse della ·Naz.ione. Ott~me leggi, ot~ime intenzioni, fiorite daJ 1860 ad og;gi, osserva l'On. Zarrzi, t,anto che se un Oinese vo– fosse, stu,d-ia.n,do le leggi I'l.ostre, far©. un'opinione del modo come !l'H,ali-aiprovvede aUa prim-a cuJ,tura, -dei propri fi.gili, sa;rebbe, condotto a credere la nostra Na.zione com,e ruua del!~ ,pit1 -a,v,v,edutee provvi,de ! PurtrOi!)po ,però di queste Jeg~· lp Sta.to non s'è mai oora-t.o di esigere l'attuazione; anz.1.,qua,ndo con :una leg,ge (come que'.la de.I 1906. a favore del Me4zogiorno), ha, fissato a. sè ,stesso un '.Compito, anche a.Nora è '?enuto meno a,l 6110 obb,].;;_go, come riS'Ulta daUa ete.;sa rèlazion,e officiale fa tfa •dal -Oorra,dini ;nel 1911. La ,prova. ,più chia,ra di quooto onalvolere d,e1lo Stato, (cioè, spiega '1'011. Zanzi, delle classi aib-bientì) verso fa scuola papolru·€, .si -ha nell'abile opera con cui Governo e Comuni ,ha-n ,frustra.to i fini e le ,provvidenze del,la le~ire Creda,ro d,el IJ.911; la 1 q.ua. '.e, nata, essa ;pure, come quella • OrJe.n,dò d-el 190-1, quale oopre&Sione·della tendenza a dare al •popolo Ja .sua scuola, :riuscì poi, riei suoi effetti, q.uasi del tutto 'Vana. · iLo Z,anzi, pur dichlara,ndooi convinto se.gun.ce d,eJ prilfl– cioio .statista, aivverte l'assurdità d'una. le1isla,zione scola– stica 1!•nifor~e ~d ,~nti:.a:fu'i~, _Ja qua.le 'dev-e aro>licarsi, con .gl-1 stessi cntem, a, rreg1om di .200 e a regioni d.i 1900 Comuni; e _mentre si ,dà l'aria di concedere a, oerti Comuni una cer.t,a autonomia,, in ifeaH-ànon permette loro n,essuno di ~u,e,gJ,iadim:ta:i:nentj-di,cla,tti,~i, _che pure sar~bbero oppo~– tum, e isolo ,da a11bertaad fflSl ,d1.. svendere il meno [)oss1- b-iJe ,per le scuole; cioè, in ,definitiiva, .jJ Comune non è autonomo che·. per. cond,aouare « a,lla mezz.a l:uoo della p0- vera scoletta lliilfenore fo.nta parte di cittad,ini d.aliani coi:;tre,t,ti.a J)Ortare in girn ;pel mondo l'impotenza cultu~ raJe ,de1la iloro Pat,ri,a. •». A, µpun.to ,l)er questo lo Zanzi è, come ila ma,gg-ior parte dei maestri e •dei socialisti netta– men te favore-v-&eancor og.gi all'avocazione della sm:iola ele– moot,are a~lo Stato. Ma •il danno non sarebbe grave, anche con l'attmale ordi– u,amento, .se -un.a 1f'im10la .popo!la.1,e iesiste.f'~e, P .non solo sulla carta., e tale da- Cflsere v.eramente educa,tiva e prepa– mt,rk,e d-0i fu.t,u_rioperai. Lo Zanz.i, come è ,noto, propose un hr,eve e chia-ro ft>rog-etto,d,i leg.ge ner istituir,e questa scuola -del lavoro. che ~irl,i anz,i cercava di i,rmest.a re sul tronco delle scuole med~e, media.n-te una, classe. di vafo– tazione 1 fobe vera-mente em tentatiivo ,poco felice), iper colanarn Ja il-a.cunafra corso elemooiare e corso medio· ma g.li ,eventi non !furono faN,orevoli. .J Ora abbirnmo... la ·smio1acomplementa.roe. che per il .p0- oolo .serv.emeno deilh vecchi~ sr.uola tecnica com'era ordi– m~t,a •da~la le.rute Oa.sati, .giacchè è 'PD.ram~nte teorica. ., quasi oociclopedic:1, ben Jòntana dwlJ.e Fortbiklnnaschitle,; tedesche. Pur troDpo pa.r che la cla:sse dom:na.nte a;hbia inv,i,dia,,d'una. .scuola veramente e sola.mente destinata, alla s,POOiifica. iprepa,razione del.J'O'pera/Ìo alla sua vita· e, qua.udo taJe :S~uola so~·,ge,oome ne1~a ftegge Orla:ndo e, 'ora, con le classi mtegratrv,e VII e VIH, o Je a.u,ton,tà la. abba.nidona,no al suo destino e nulla fa-nno per rend,erla pratica, o. come è suooesso per lii, oomplernenta.re , .finiscono col ridurla a scuo1a. d.i ,paissa,g.gio ,per a.Itri- iBtit,uti, lasciandola in runa mezza cultura, che non ed'llca nè istruisce, ma solo :prepara a un.a ·vuota è bori°'-<>a s ccenteria, -peg,giore d,ella vera igno– ranza. 11 corno 1Popolare che, secondo il Corra.clini ·(Relazion.e del 1910) doveva essere :urra 1promoosa, il nucleo formatiivo della necessaria scuola [)opolare, ·per ~•Art. 10 della Jeg,ge Orlando (1904) consisteva nel1e classi V e· VI, d0. 01prinri à,n fotti i Comuni, <love -i corsi e.lementa,ri maschili e femminili fossero completi· fino al,la,V classe. :I Comuni rns.tarono inerti o... si ribera.rono, si che, nel -.1006, ,iJ Ministero d-e1.laP. Jstruzione ,dov,ette fare 'UIIla m– chie.sta, ,da cui r_iJSuJ.tò. che dei 1Jl65 Comuni, già obblii.ga ,ti per le ,pr.ecedenti leggi, aid aver Je classi 'S'U •perior.ie che avrabbero .perciò dovuto, per 1a 1egge d~ 1904 istituire la VI classe, solo 94 a'aveva,no istituita. ' lLe cose, tra ,grandi rnsistenze, llll.Ì!gliorarononel biennio }907-1908, durante iii. q,uale fu ottenuta la, istituzione degli 111:>8gnamenti fa~tati'Vl.Ì ,più importa.nti; e nell'anno scola– stico 1~1909, ;rumltò ohe su, 1156 Comuni, ob:bliigati ad arvere il corso .pqpola.r,e, 860 a a,veva;no aperta -e f&96 non ancora. Ma fo !l'es:iatenzetend,evano a, ,liberare i Comuni, oltrechè · ·(1) Cenerentola; edito in AJ.oosandria presso l'Industria , Biblioté~caG9n~~l~rfè6 1 · da.ll' obbiligo di ,aprire il corso, a.oche ,dall'obbligo di dare aJle nuove cl-assi un con tenuto ed 'lln metodo pra.tico come dovieva esser ifichiesto per un' «iati,tuto escl.uru,va,men' te de– stinato aJ 1 le cla... .o.si laivoratri-Oi». (Le m&terie facoltative ·impa.rtite erano spesso le più varie, compreso il catechismo,· meno J?rqprio le più caratteristiche, ,queUe cioè <li oaa·a.tteni professionale; ed •iil metodo era il oo1ito: fonma.Je ed espo– si tivo; ,sì ohe il 1Mèinistero, anoh,e su que.sto grave incon– venieJJte che snaturwva lo scopo del conso popoh1.re , dovette, oon 0irco1a.re 20 ottobre 1907, richiamare l'attenzione delle Autorità scolastiche. Ma a111cb-e se t,utto fosse stato fatto come la Jeg,ge ipre- . sor-iveva, ,iJ -corso ,popolare non oo,rebbe JStato sufficriente a,1'.a :b:sogna; e -perciò il Corradini prQPoneva l'istruziope di 'llna vera Wllola, ·popola-re, di ti:Po vario a seconda, delle regionii, ohe, ,senza essere vera scuola professionale d'-arte, avrebbe dovwto i:,ervire a. dare ai figJi dei lavoratori quella minima istruzione ,generale necoosaria per ila 'Vita cui essi era.n ch:ia-m6!ti. Di questo ,problema ebbe ad oocu:parsi la fanno.sa Oom– missione J.·eaJe,per l'ordinamento> ,deg:,i s1mdii secondaJ.·ii i,n ItaJia, Ja quale approvò la, proposta di isti.tu :i,reuna smiol-a poi;>oJa.re, oh-e, conservando i,l tirpo e il metodo d'.un,a,scuola ,primaJ.·-ìa,fosse « scuoi.a, ,pratica di cose» e doveisse con– netter-si alle classi V e VI, oonfermando la ,d:iversità, tra Ja scm.ola a m,dirizzo ,popo1.a,ree quella « lforma.tiva di qua- 11l'que t:ioo ». Il Oorra.di'Ili fissava nel 1910 in 2 milioni ~!i aJ'Nin:nÌ, doii 12 a.i 15 ànni, che awébbero doviuto frequenta.re questa oouola-, -ed i:n IJ.4.000 le scuole neoossarie, &le qua,li si tSarebbe dovuto \Provvedere in parte con professori 11.i scuo1e tecniche .trasfonmate, ed in seguito con i ,moostri stessi. eh~ avessero appreso n-elle scuole -normali gli insegna– men:ti n,ecessruri.i. . !Oome ognuno sa, ila Oommi-ssione ,reale scrisse grossi vo~umì e le co.se ;restarono com'erano. · · Or-a, pel iDooreto iN. 2185 del IÌ Ottohre 19'23; !la V cla.sse oessa ili essere popoLaTe, perchè serve ad integrare i1lcorso elementare,. corp.e dwsse che colma il :v.uoto tra questo e la scuola. anedia; ,la VI iv-iv,r-à come cl.asse integratiiva, se .... _i:n un triennio «.risulterà suffici.eutemente frequentata, <-1 dotata di mezzi e di personale idonoo a.gli insegnamenti ed esercizii ,d,i .a.VTViamento ;profos.sionrule :>>; e la VII e VITTI « potranno essere fondate, sempre che iJ Comune, con reiventuale con,çorso di ailtri enti, s'impegni a dotare ~a. scoola di mezzi <lidattioì, e di personale ,sus.c;.idiarioper gli esercizi ,di a:vv,iaiment.oiprof.essionaJe ». Ciò che, in lin,g:ua povera, 1Slign-i:fica s<1!)pressione •ptn'a e IOOO'.l,plice .del corso ·iOopolare, come ,rileva a' on. Zanzi con pa,role di sinrero rammarico! E' evi.dente che, se i Comuni -riuscirono a sottrar,si alle iprec.ise ,di;~osizioni -del..'.aQegge 1904. assai più fa..cilmepte e JiefoIDent,e l}otnt,nno farlo con ,quella, tanto imeno im.pe– gna.tiiva, d,el 1003. E dove e come, per esempio, ipotranno i OomulThi,dimostrare d'avere i,l personale idonoo, se le scuole 1r10rmaJinon producevano ,questi profoosionisti prhpa, e meno ne [Potranno :produrre ora che d:all'Istilmto o:na,g:– st.raùe è stato, ,con orrore, cancellato ogni vo1,g,areco~orito prnfessionale ohe -ne :tu,rba,sse fa purezza -filosofica ed uma– nil~ica.? Dun .q.ue? Tutto da ififare! Le classi kworatrici a,spettino_: intan:to il iprogrammta, ch,e ,noi troviamo 'buono, fissato nell'art. 10 cliel Decreto l Ottobre, ;resterà, a,1 solito, un ,p.io idesidierio, un ]ùsso, 'lln fr,e;gio legis~ativo ! La scuola popolare (una scuola , oopo1a.re ,da, istituire e far vivere non solo isn,Ua carta, ma di fatto) dovr-~bbe avere le ·òa_,ra,tteristiche così b-ene fissate dal Lomba.1,do Ra,dioo nel l ivol. ,del -suo 'l'mttaf:o : esser.e cioè popolare, democra– tica,, laica, aidonom,a,- abbligatoriia, a:meno nelle. [)rime classi ehe non dovrebbero essere ,più « ,scuola dei ipoveri », ma scuole foeq'llentate ,da -tutti; fanto ,dari ,ricchi, cui non dovreohe, rper questo :periodo, esser [,a,scia,to i,l ,Fr' t.t~. r 1 str.uirsi !l)nvatamente, qu~to dai poveri, che dovrebbero stud.iia,re e il10n la.voraire, come appunto seri veva il Riooke, riassumendo -l'opera, notevole comrpiuta d-ai paesi a lmgua tedesca :per la, scuola del popolo. Da noi, inv,ece, non è più l,a,i,ca, i,n ,q' llan.to .sono « ,1-mpostidogmi da im9a,rtire » ed è vietata ogni libertà ,spirituale a maootro e scolari; non è veramente obbLigatori.a, perchè a,d essa ,possono smg,gire, per ragìoni diverse, ricchi e ,pCYVeri; non è popotan-e, ;per– chè al ,pqpo1oserve :poco; non democratica, perchè in ll"ea.Jltà è !ritenuta solo scuola dei ipoveri senza essere scuola per i poveri. E'_ ordinai-ta., cioè, illl maniera da ,poter sèr,vire a,nche ai «benestaruti», ohe, volendo, per risparmio di spese, r~correre ad .essa, vi possono trov-are quella loro ipartico– la.re istruzione che :possa servire ai corsi medii : e 19Crciò tale scuola finisoe col non essere, :nella maggior .parte dei ca,si, neppure (1/Utonoma. Lo !Spi.ritodi economia, oon cui le ol,asai dirigenti hanno tra.t/ta,to e riso1to questo prob-lem.a ,della scuola ,popolare, è stato da.nnosissimo e pieno -di jnoonvenienze. E' a.s.s_urdo,osserv,a, lo Zanzi, far~, ,propr-~o in !½uesto campo, il conto della spesa necessaria e .poi, per l enor– mità de:.la cifra., se,gui;r la ,politica liberistica della chiu– sura. di scuole, a.ffida-ndooi rull'opera. dei priv,a,ti. Da. una parte è logica l'osservazione che ria questione della libertà · non è risolta, se ai privati non si dà. questo diritto di con-

RkJQdWJsaXNoZXIy