Critica Sociale - XXXIII - n. 17 - 1-15 settembre 1923

ti\i'ficA ~OciAU V~veva in un luog-0 che è da secoli il centro della in– dustria del • truci,olo • (striscioline di legno di salice e pioppo , pieghevoli e tenaci, ·che si lavorano e s'intrec– cia.no come la paglia; e se ne fanno cappelli, cesti, sporte, e in t empo di guerra, ,opportunamente colorati, servi– ·rono al .. mimetismo • bellico, cioè a coprire o a simu– lare, con cespugli e macchie artificiali, batterie, forti– ficazioni, ecc.). Quell'industria era alcuni dec-enni fa in uno stato rudimentale, tecnicamente e commercialmente. Le striscioline si tagliava:n via d'al pezzo di salice, con roncole a mano; le donne intr-ecciavano nelle· loro p·o– .vere case, nelle stalle; d'inverno, la rozza paglia, e una quantità di' collettori, rivenditori, incetitanti, stava tra quèlle misere « treccia'iol-e • e i fabbricanti di Carpi. Al– fredo Bertesi fu tra i, primi e più attivi e tenaci a spazzar via questo patria.realismo che celava - come sempre - tanto sfrut,tamento .spicci-olo e crudo: introdusse e dìf– fuse le « pialle », prima a braccio, poi a motore elet– trico, or.ga.nizzò e· migliorò l rapporti fr,a « paglierini • e « trecciaiole1 v, e fra que ste e i fabbric anti, espurgan– doli da quella fungaia di irrt-ermedia.ri , e impiantò in Carpi uno .stabilimento gr andioso. PrEese un'industria spezzettata •tra cento e cento arti– giani, con apparecchi rudimentali; frantumata fra cento e cento mediatori e sensali e .speculato-ri e parassiti - para1Ssi.tie speculatori anche se semi-poveri - e la orga– nizzò mcrdernamente, razionalme~te, con m-ezzi tecnici scientifici, con unità di indirizzo nella produzione, con qJ.sciplinamento della lavora21ione, cercandole larghi sbocchi internazionali; curando 1a onestà e il credito della ind-ustria e cercando ,che anche gli operai, le lavo– ratrici della treccia, sparse - nel lavoro a domicilio - in un'ampia plaga padana, si educassero a una diligente probità- nel lavoro, -si ·;senti-ssero unite all' industria in ciò ch'era inter esse comun-e. . .è Era ·convinto, co.si operando, rti far del buon marxismo, di modernizzare un'in dustria, di «lavorare» in quel punto dove il capitalismo si annoda col socialismo, dove la civiltà borghese __:- in ciò che ha di migliore, in quel suo .aspetto in cui è v-eramente «civiltà• - prepara e. spiana la via all'Erede, 1'o rende· possibile, ponendo le forme più sapienti e meglio organizzate del produrre, dove poi sor,geranno le fonne collettive della gestione e del possesso. _ Facev'a quest'opera con ferv0re, non « in separata . sede» dalla sua coscienza e dalla sua azione 'di socia– lista, ma con « unità » .,_ pur avvertendo con d-elicatis– simo tatto (parlo dell'epoca della sua vita che va fino a un decennio fa, -e in cui io lo vidi da presso) ciò che costituisse incompatibilità anche solo apparehte. · La faceva con aperto entusiasmo di uomo, di clt-ta– dino, di socialista, indifferente - quanto a sè stesso. - al lucro ed al lusso, ,ma convinto di lavorare per l'av– venire, di lavorare « anche • per il proletaria<to, in quella sua f.unzione. E tuttavia (nè egli se lo nascondeva) l'indwstriale è uno « sfruttatore •. Non più di quanto lo sia il piccolo preistorico pidocchio incetta,tor-e che andava casa per· casa a raccoglier la treccia dalle donne, e la pagava.– come voleva; ma• è sfruttatore. Eppure apre la via al socialismo. Qul è il nodo, il punto d'inserzione dell'Economia moderna. ••• Come era considera:ta questa_ stia delicata pos1z1one, nel suo ambiente? Qu:mdo Lasciò il Partito, è naturale' che essa fosse largamente sfruttata dai socialisti 'uffi– ciali. Quanti e quali equivoci, e speculazioni, e tristi inganni sorgessero allora, -ecome e p!)rchè anche questo concorresse ad allontanarlo dalle vecchie schiere, e a irritarlo e a farlo nemico talora, non è qui il caso di dire. Ma « prima», negli ultimi tempi òella sua • con– 'temporaneità » di ,socialista e di industriale, certamente la i-nfantilità dell'educazione politica italiana fece si che il • -fenòmeno » fosse guardato con stupore e sospetto. La mentalità borghese e la mentalità proletaria coinci– dono spesso, qui da noi, nel ritenere che l'abbiente, per . esser socialista, deva • spartire • il suo .coi nullatenenti. Credo pèrò di poter dir'e (e ciò può N;tendersi in_parte anche agli ultimi anni òella sua vita) che quella sua posizione foose piuttosto invidiai-a e criticata demagogi– camente <:la piccoli borghesi rivoluzionari, trafficanti e minuti industriali danneggiati dalla concorrenza del grande stabilimento, che non tenuta in sospe1tto -ed ìn odio dagli operai: sia_che una parte di essi vedesse in lui il datore dì lavoro e di pane, amièo, sia che la parte -iotecaG-ino· Bianco più consapevole apprezzasse quel che vi era,, nella sua funzione, di più durevolmente e universalmente utile. Non dimenticherò mai con qiuale accanimento perverso ed idiota qualche borgh esuccio sindacalista di quei pa– raggi continuò per ap.ni a indicare come • venduto all'in– dustriale Bertesi » un o rganizzatore nostro che si dedi– cava anche alla specifica propaganda tecnico-educativa presso le trecciaiuole, caldeggiando che facessero treccia ben lavorata -e di gìusta misura, perchè l'industria po– tesse acquistar serietà e credito e gareggiare con la. straniera. . Piccolezze, miserie, che hanno un profondo si.gnificato rivelatore, -e dipingono runa psicologia, un ambiente, e servono anch'esse a intendere e a spiegare tante cose maggiori. GIOVANNI ZmoBDI, Le COBiiZlOBi delle CIISSi l4VOrBlrlci In Russi~ Disintegrazione della classe operaia industriale. La • nuova politica economica • -e la conseguente nuova politica del lavoro, a cui .si: è accennato nei pre– cedenti articoli, ·ebbero, necessariamente, conseguenze irn,portanti sulle condizioni, tanto materiali quanto so– ciali, delle classi operaie in Ru,ssia. Per la classe degli operai industriali, a differenza che pei contadini, le conseguenze della rivoluzione non si sono, secondo Levin (1), concretate in alcim vantaggio tangibile e -materiale. Le sue conquiste sono state esclu· ·sivamente d'ordine morale e imponderabili; per con– verso, essa ha induhbiamente subito, in questi ultimi cinque anni; perdite materiali che sonò- visibili a. tutti. _« Quello che è già avv-eriuto dopo altre rivoluzioni poli– tiche, ei;onomiche e religiose, si è verificato in Russia: un grilp_po·sociale si è eliminato nella lotta per ottenere la vittoria•· • I comuni·sti - diceva· al Levin un sindaca– lista - hanno cominciato col voler abolire le cl:i:ssi e hanno finito coll'abolire la classe operaia. Durante i cinque anni di guerra civile e di rivoluzione, la classe operaia in Russia ha sofferto una completa disintegra– zione, quantitativa come qualitativa •· Diminuzione del num-ero dei lavoratori Industriali e « carestia di lavoratori •; scoIDJ)arsa progressiva degli òperai esperti; dipendenza crescente dell'industria, so– pratutto dopo il 1917, dal lavoro delle donne e dei fan– ciulli e · conseguente aumento degli analfabeti nella totalità <}-ellamassa operaia; crollo della disciplina in– dustriale subito dopo la riv'oluzione d'ottobre; grande diminuzione della produzione e della produttività del lavoro; riduzione dei salari al livello normale della fame: questi, secondo Levin, sono i compensi dei sacri– fizii eroici compiuti nel 1~17-919dal proletariato russo, che sparse il _suo sangue e lasciò la vita nell'eroico ci– mento per conseguire la vittoria. E questo stato di cos-e è conseguenza, si, del bloeGo, dell'intervento armato di altri Stati, della guerra civile, ma anche della politica economica dei comunisti, e sopratutto della -politica dei salari seguita dal Governo e dai Sindacati. Questa poli– tica, distruggendo ogni senso di proporzione tra lavoro e salario e tra salario -e costo della vita, scoraggiò l'ope– raio medio, che rtisertò ·1a fabbri.ca , cominciò a conside– rare il proprio lavoro com e l 'unico mezzo per ottenere il più grande possibile • paiok • - la razione alimentare - con un ininimo çli lavoro· possibile -e usò la miglior energia per procurarsi i mezzi di sussistenza mediante la speculazione, il commercio minuto o il furto, e la fahbrica div'enne una cosa ~econdaria, il lavoro una semplice occupaz;one fortuita e la disciplina industriale uri peso. Il riconoscimento _di queste cause è stato pre– c_isamrnte il punto di partenza da cui son mossi gli sforzi della • nuova politica economica •, colla riforma (1) LEVIN: Il problema del &11'01'o in Rm:na; nel fascicolò 9<>, ottobre 1922,de • La rioostru,ione d'Europa •, del Manche,ter Guardian.

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