Critica Sociale - XXXIII - n. 12 - 16-30 giugno 1923

I ' CRITICA SOCLU.B 179 I. Zenol}e ooe diceva po,s_t r:em, va,ie·-a dire ohe lo Stato è un c<:>n.Getto dello spirito, un modo di ra– gionare pèr spi_e,gare una collettività. Il ·diritto déllio State> .ri,on è ohe la somma dei ·diritti dei ,go– vernati'. La $Q1levaziornecontro- J,a Proporzionale muov·e ·dall 'es'sen:za d'ella reazione idealisti,ea, di . cui 510ffoca. la demÒc.raiia:. Tutti ,gli ideailismi, assolutismi ,giacobinisimi; f:aséismi e bolscevismi per cui lo S.llato è la loro idea e l'oggetto della . ·loro èonqui'stia, ·J;a ,quale no-i1lasciia ,quartiere allie diSSiidenze,rrng,an:dol'e,guaJglianza,e perfino la t~l~ in'c0scieiite--e pavida democrazia •essa non è che ta· continuazione di quelle altre:· e finchè essa dura, di· ottimo gusto sarebbe risparmia;te, cosi gli epicedi come gli epinici prematuri. Le ragioni deHa demoèrazia e del socialismo .i,n Italia -sono così connaturate alla nostra stirpe, che espl1ode– ranno quando e quanto pli.ù si orederanno soffo– cate e vinte. Gli influssi, incoercibili della vita europea, !l'orgoglio dì non scendere sotto il li– vello degli altri popoli reputati- c:ivili perchè di libe,ro governo, i fatali contraccolpi economici· di leranza deHe opini,oni, · si levano furen'ti, spu– meggian;do come mairosi ~b,ba.ttentisi su/Ile ro<:– cie. S[ vuole lo •Stato•che non è. la nazione, e può ·essere l'a.nti-nazione; si ivuoLelo 1Stato-pwrtito, lo Stato-io; lo Stato !>he deve avere avversari per– schiaèci.arli ihesorabilmtElnte, lo-Stato che è. sc,iolto dalla o,blbeQieMac!Jellle pr,oprie leg.gj e 1e cui leggi non sono là esprèssi,ori,e della V'CHontà generale. E' in.somma, 1 'idealismo, autoritario che distrugge' la 'autorità in qua,nto distrugge il consens0, e si av- , ogni oppressione politica, decideranno aH'o:ro. ul– tima, al'l'ora.buon:a, le sorbi della ciclopioa pugna. E ahora conteremo, ciascuno, i nostri· vivi e i riostri morti. venta ocmtro la Proporziona·le· perchè 1 i consensi nioveira e, ·noverandoli, a:ss~g1;raad essi autorjtà · .proporzio·na:le al lwo vollume. · · · . ' Tembile battaglia, inr verità, in cui si azzuf– fano mortalmente i p:rincipii-dell'_ass'Oiutismoidea– listièo ·po,Jitico e i pr,incip·i,i dell'evoluzionismo n1aturaltstic8 e sperimentale, Ma: la ibatta,glia, fin– chè ·dura, attesta 'la viita dii tutti i combattenti.• Lo , sta~o [,iberalè, unitario; demoeratiiC·'.} è .già da clirsi ·mor'to e· spacciato,? E se noru· è; . non è neppure per il S:ociali$mo ché in tale battaglia ha -il su~ ·posto di c,ombattiment0 nielle Hn,30 prime.· Molti di .c,o,lorneh-e, inoons«i, h;mno arm:ito i-I fascismo c.iontro·il· socialismo, oggi accennano, p(>'llfiti,ad! acco~ta.rsi al sociaJlismo·per <·:i:lvarelo Stato de- . inooraticÒ contro il -fascismo.' Ci sono soli1arietà essenziali di vi,ta e di lotba, éhe si dimenticano n~l farore del parteggiare di _ogni giorno e che, · improvvisamente, risplendoù.o quando è vicina -e sensi-bi'le la minaccia a ciò d1e è patrimonio GO– mnne di vita e di civiltà, a ciò che è prcmc-ssa · necessaria ed essenziale per condurre -le stesse lo-ttie di differenziazione degli intèressi -contin– genti. La ri,forma elettorale del f.ascìsm~, pronu– J:>adi una Gorrelat1va riforma costitu~ionaJe · ever– siva della costituzione, è un epis·odio capitale in cui si scuotono e si affrancano le solidarietà elet– tive dei due campi che si conten'dono il p-resente e l'àvvenfre. Noi si,arrro al nostro posto. Quale si ·sia da p-:resente fortuna _del mo1vi :mentopoliti.co ·della classe Javora,tric.e, noi noni stamo. morti se e finchè 'possiamo combattere per lo St~to demo– crat.ico,. la sola realtià.-ideale e ooncreta entrd la quale a un socialiii;mo :I'eaListico• sia possibile vi– vere e rruuoversi. Siamo, anzi, n:~lla' linea glorio– sa, della nO'Stra tradizione. Si pensi .alle lotte con– tro i Ori spi, i·. PellQl!l.:X, i Ructini per la . libertà po'liti'ca.,-degli Italiiani, per i) di,ritw dei. proL~ tari di organizzai:I'Sii n: sindacati, per [a conqm- . s,ta del suffragio universale e della scuola, nel più augusto senso d'ella parola, P'Opolare. 1 Nè, dunque, l'ideologia sooia)ista del1e clas_si ~ntra– sta.va, ma anzi. si adagiava.nelle forme de.Ilo Sta-. to democratico animandolo .a estrarre dli sè qua.n'ta piiù de~ocrazia portasse ~, suo con~ nullo: Per qua.nito ~ più -gtrave e diffloile sia: · òT'a Ta lotta, S10pr"at11tto . per le- dedizioni di una #' ibliotèc_a Gino Bianco CLAUD.10 T'nEVES. Un -vecchio a'rgomeoto: I PlC-COLI COLTIVATORI ' . . t (Gontnua:;ione; vedi 11/Um .. precedente) m. Il perchè di una contrad!fizione. Si ·presenta qui un quesito, il quale tortura il cer– vello di chi studia le condizioni e la mentalità dei coltivatori: come si spiega che, .:nentre, per la ne-' cessità di ridu-rre i troppo elevati costi di produzione e di dimiinuire le probabilità di crisi, questo ceto di coltivatori ha il più alto' bisogno di. cercare la pro– pria difesa nella associazione, cia_scun piccolo colti- . vatore si mostri invece tanto geloso cusiode del 'pro– prio isolamento2 Ognuno sa e, vede che, mentre l'alto prezzo della terra è un' elemento che influisce assai su,i costi di produzione e rende più prossimo il pericolo di crisi, 1 •piccoli· coltivator.i si fanno la più spietata coqcor– _rènza nell'acquisto e nell'assunzione di aziende, por– ,tandone i prezzi a cifre fantastiche. Nella vendita dei prodotti essi preferiscono impinguare i portafogli di interme~iarii ingordi, e spesso anche imbroglioni, piuttosto che dar vita a stabili organizzazioni P,er la · vendita collettiva dei prodotti del suolo, le qU:aTIgio– verebbero a loro e gioverebbero anche ai consuma– tori. Nell'esercizio delle industrie akrarie (esempio piì:t evi<;l.ente: l'enologiaì preferiscono attenersi a si– stemi e a mezzi antiquati, inadatti ai bisogni del mer– cato ·e ài gusti .dei consumatori, ma che possono adattarsi agli angusta limiti di. una piccola azienda, piuttosto che costituire forti Cantine Sociali, più nu– merose· e potenti Latterie Sociali, ecc. L'assìcurazio– ne in società. contro i danni che possono colpire i beni e i prodotti dell'azienda non _è che scarsamente · diffusa, poco diffuso' essendo :rra i piccoli coltivatoJ'I lo stesso senso di previdenza, il quale cpnsiglia di mettersi al ·riparo;. con una spesa annua ordinaria, contro l'eventualità di· danni che possono avere con– seguenze economiche rovinose. Si lavora, e si spera nMla clemenza delle stagioni e nella fortuna. Non parliamo poi delle associazioni che hanno lo scopo di rendére possibile nelle piccole aziende l'in– troduzionè di sistemi di' coltivazione più razionali- e più conveiµenti, come sarebbero le Società pe:i;l'uso in comune delle macchine agricole, i Consorzi per l'esecuzione di lavori di bonifica, per la costruziop.e di strade, ecc.; si tratta di qualche raro esempio, non fortunato di associazioni ché, o si -sono sciolte, o languono' fra l'indifferenza, se_non anche -fra l'osti– lità, dei. soci. Quando in materia tecnica (come, per esempio, in .materia di strade vicinali) .si richiede

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