Critica Sociale - XXXIII - n. 11 - 1-15 giugno 1923

170 ., CRITICA SOCIALE· grafia, matematica, scienze naturali ,fisica e chl– mioa e ped~gogia, avran trovato ift tempa anohe di apprendere a suonare uno strumento musicale· e di approfondire la filosofia fino a saper dissertare di Platone e di Kant e di Rosmini. Ma simili arche "dì scienza (con ._sette anni di studio?) non van più a insegnare a'far le aste: e se di tutto avranno una semplice infartnatura, la prosunzione di sapere sof– focherà in essi la coscienza dell'ignoranza residua. renti per il no1';male corso di studi intermedio. Gli èSperrlmenti fecondi di nuovi sistemi non possono avér il vincolo di que,ste !imitazioni-: lasciateli com– pi'ere in pieno e sa,ggiateme ·i resultati finali; ,ohè se li obbligate a passare per le stazioni intermedie del– la via comune, togliete ad èssi la libertà di tentare vie diverse. Dlxi et servavi .... Di fronte a quesq ed altri difetti non mi nti,sco111io ce·rtamente che là riforma aobia taluni punti pre– 'gevoli: per esempio l'istituzione della scuola _com~ 'plementare per la preparazione ai piccoli imp1egh1 (di troppo breve durata, per altro), e. la separazione del liceo scientifico dall'istituto per ragionieri e a– grimensori. ì)1a le innovazioni; che sÒno fe~onde se graduali, apportano gravi perturbazioni quando CIJ· stituiscono un rivolgimento c<;>mpletoe radicale. Tanto più con l'indirizzo·, che a tutti gli insegna– menti verrà impresso, in questa e in tutte le altre sc.1uole,dall'istituzione dell'esame di Stato. Su, que– st'altra superstizione ho discorso ampiamente già in questa rivista; e delle mie osservazioni {alle quali oggi mi' limito a riclliamanni) am:he taluno dei fau. tori della riforma ha riconosciuto la gravità. L'e– sperienza, che altra volta ha indotto ad. abbando- · nare un sistema· dimo:;;tratosi fecon"do di danni., come . tanti anni 'ta spiegava C. Cantoni, si rinnoverà; e la novena· prova sarà forse un omaggio al proverbio: repetita iuvant. Ma sarà il caso almeno di elimi– hare subito dall'esperimento qualche incongruenza, sul genere di quella, che per gli istituti tecnici re– st'rihge lo studio dell'italiano al solo primo biennio; mentre dopo il quarto anno l'esame di Stato concer– nerà anche tale studio, già abbandonato da due anni. Alle critiche e riserve del mio libro già ricordato, qualcuno osservò : ormai oggi sono vox clamantis · in deserto. E neppur queste critiche e riserve d'oggi ~rresterahno o ritarderanno d'un minuto la rifor- La posizione degli insegnanti e le scuole _private. La. condizione degli in.segnanti non subil'à soltanto la variazione portata dall'esame di Stato: nuove nor– me regoleranno la loro condizione. economica, giu– ridica e morale. Oggi la insufficienza degli stipendi costringe i professori, per le necessità delle loro fa. ' miglie, a caricarsi di classi aggiunte e di lezioni pri– vate; la' nuova legge toglie le prime e vieta le se– conde al di là di una sola ora per giorn.o; ~ il prov– vedimento sarebbe indubbiamente utile alla scuola, ·,se lo Stat~ fosse in gi·ado di dare stipendi sufficienti ai bisogni della vita. Ma le to,belle, pur con l' inden– nità di stùdio, restano evidentemente troppo al di sotto della spesa minima occo·rren_te ad ·una fami– glia civile: ed è a: chiedersi se alla scuola rechi più danno l'esaurimei;ito derivante dalle lezioni private, o quello prÒdotto dalla denutrizione e dalla preocèu-• pazione di non poter offrire alla famiglia.. quanto è , necessario per vivere. . L'opera degli insegnanti non è più sotto la sorve– glianza degli ispettori, oggi soppressi; ma ,soltanto dei presidi, i cui poteri sono per questo rispetto ac- · cresciuti. Avranno essi la necessaria compéten~a a giudicare gli insegnanti delle più diverse materie? Saranno in grado di dare -agli inesperti quei suJgge– rimenti e ,consigli di metodo e d'indirizzo,· quell'aiu 0 to· e quella guida che avrebbero dovuto essere tra le funzioni più importanti" di un .corpo d'ispettori fstituito sul serio? I dubbi sono forse più fondàti che le speranze. Le s<;uole private saranno cexto favorite qa un .maggior afflusso di scolari, esclusi dalle pubbliche. Ma la funzione, per la quale più giustarpente pote– vano rivendicare il principio della libertà. - di essere cio.è il vivaio di nuove esperienzé, di innòvazioni nei metodi e negli indirizzi - è ostacolata, e forse pre– clusa, dal vincolo, che lega i loro discepoli, di non poter accedere agli esami di Stato dei gradi· supe– riori, senza avere superati quelli dei gradi inferiorl· da un numero d'anni corrispondente a quelli occor~- BibliotecaGino Bianco . rria i,n cammino. Ma parlare. è un dovere per noi che paventiamo, dalJe riforme approvate, gravi dan– ni per la scuoHi e per ·1a cultura: e se ·_nessun'. lJ.ltro effetto avranno le nostre parole, varranno almeno ·a soddisfazione della nostra coscienza. Dixi et ser- vavi hnimam meam. RODOLFO MONDOLFO. Un ve.cebi o argomento: I PICCOLI COLTIVA TORI (Continuazione: veài 1 n'!1-rnero precedente). E la socializzazione della-terra? Queste idee sono tutt'altro che p·eregrine;· sono, arizi, diffusissime. Ma a molti so'.!ialisti par difficile conciliare l'idea dellà · esistenza, nòn_ soltanto tran– sitoria, deUe -_piccole aziende agrarie, col program– ma e con la previsione della socializzazione. della terra, fine ultimo e necessario dell'azione che il par– tito svolge·, in rpezzo alla classe 'lavoratrice. Alcuni risolvono il problema..... rimandandone la soluzione all'infinito'. u Tanto, la piccola' proprietà sarà l'ultima ad essere· espropriata .... ». E c'è 11,n– che chi parla di una' possibile· continua convivenza del regime socialista con la piccola proprietà pri- vata. ' · · ! : Bisogna," secondo noi, esaminare come ··si intende il . funzionamento della ten;a socializzata. Sarà essa una superfìcfe senza _limiti, .dove ·ogni uomo andrà. 1 a lavorare, non si' sa bene con· quali forme di cqm– penso? O sarà invece suddivisa in aziende, in ognu– na delle quali sia :t:l!,ggiunto, ai fini- della più eco– nomica pi,oduzione, H più armonico rapporto fra gli elementi della produzione, che le condizioni. tec– niche, economiche e demografiche di ogni località esigerannp? _Nessun dubbio che la terra dovrà es– sere suddivisa, ancJ:le in regime socialista. in tante aziende tecnicamente autonome: organi di produ– zione che lo Stato affidera, per il funzionamento, ai ·là'voratori, e che; sotto il eontrollo dello Stato, dovranno mantenersi., direttamente o indire,ttamen– te, in relazione ·con gli organi deUa distribuzione e del ·consumo. . . , Ora: la determinazione dei limiti di ciascurta a– zienda non potrà neanche domani dipendere dal capriccbo di uomini o di Governi: c'è la legge. dei , costf di produzione che si impone, I limiti dell'a•

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