Critica Sociale - XXXIII - n. 10 - 16-31 maggio 1923

• 150 l:RITICA SOCIALE· primo_ dei filosofi anticristiani dei nuovi tempi. ·Fu per fare un· dispetto a Leone XIII e al cardinale . · Rampolla, a cagion_e della loro politica francofila, che i1 Crispi si decise a consentire l'erezione del mo– numento; e non per un libero riconoséimento del, contenuto filosofico del pensiero bruniano, che -era un precoce e meraviglioso addio al cristianesimo. I nostri liberali furono giurisdizionalisti e non anticle– ricali; e ciò spiega il fatto come con l'on. Giolitti poterono arrivare al patto Gentiloni, e con l'on. N;,t,ti ad aiutare la fondazione del partito popolare; ciò che da un punto di vista puramente liberalé 1-arebbe assm:do. Ma egli è che il nost-ro liberalismo non fu mai nè ... fnincese, nè ... inglese, tutto al più austria, co, del tempo di Giusepi,e II (1780!), giurisdiziona– lista, paternalista, ami6o della cultura intesa in un certo modo piuttosto elastico, rivolto a éerti interessi pratici del commercio e dell'industriai, conlraditto– r;o, che dà e prende, fa le riforme e se ne spaventa, rispettoso, della forza, sia quella della piazza e sia quella del palazzo, indifferente per ciò, oggi alla piena sovranità popolare e pronto a impennacchiar– si dei colori più sgarg:anti, domani a vantare la ne– cessità de_l_l'ordinee degli stati di .asseaio ... Proprio come Giuseppe II! Tale liberalismo riflette nettamente lo stato di una borghesia come. la nostra, incerta, contradittoria ed Estremamente immatura; priva di i.ma· cultura adat– ta ai tempi. Sorto pre-sto un movimento s0cialista che la spaventò. questa borghesia adorò sem~re, nel rant-11rcio p1ù riposto del suo cuore, la forca e lr staffile; ma_ pavida, avre.bbe potuto cadere inòiffe– rentrmPnte ·sotto l'influenza di un moviinent~ socia– lista rlisciplinat.o, serio e pienamente consapevole di sè, alieno dalle rodomontate, ma anche da u:ii rifor– rni~mo caotico o precinitoso. Gli errori del soc'alismo delle due. parti - perchè gli enori,. non li coinmisero solo i bolscevi:sti .... --'- permis~ro a questa borghesia di rlare pieno ascolto ~lla voce del cuore. Sostan– zialmente i nostri li1'eralf, ora che _.ci son dentro anche i gioli+tiani, rappresentano molto bene q1,1esta borgh~sia, la quale ama la forca, adora lo staffiie ma, per paura delle remote o prossim,e rito.rsioni, vorrebbe dare a vedere che a fare quello che fa ci ,; costretta, che non è essa, che le han'no preso la mano, prima i sociali~ti con quel loro famoso,bolsce– vi~mo... oratorio, e poi i fascisti con quel be~edetto manganPllo. Oh, mi par di sent:re l'on. Soleri quan– do a suo tempo spiegherà all'on., Turati che, nello anno <li grazia 1923. gli toccò di tranguefare più di· un rospo, ma che - beninteso - si sacrificò per sal– vare quel tanto che si poteva delle pnbbl;,che libertà! I nostri- liberali hanno potùto benissimo- andare al fascii,mo, per quella stessa ragione che li ha fatti– f~rmare alla fase giuseppinica del XVIII SQCQlo, che nori ha mai fatto capir loro nè la rivoluzione fran– cese, nè il liberalismo inglese. Però il giuseppinismo è dispotismo illuminato e non è liberalismo· e dopo tutto l'Austria si è sfasciata. Chinon capisde queste lezioni della S_toria, che cosa capirà mal? (6) Facile conclusione, e tremenda. Se· unà nazione non vive che nella libertà; ~e soltanto i pbpoli che ,(6) ~l q~esito, _dunque, posto dal corriopomlente deL Popolo d Italia s1 smog·ho aimm.ettendo che' in Italia oltre- i li•berali · aust~iac,~nti della fase giuseppinica, ci sia alt;esì qualche libe– r~le al_l!nglese o alla francese del_ 1830. Sarebbe questa specie d1 nov,ta che rappresenterebbero la Stampa, il Mondo e il Cor– rterc dsila $·erq,/ BinliotecaGino .B_ianco _ ebbero libertà, ebbero durata; se la stessa guerra europea, con i su·oi,.ri;mltati, ammonisce sulla estre– ma fragilità' dei regimi, coercitivi, autocratici e mi– litari; 11 nostro paese recll},ma dai suoi figU che in libertà 'vivan_o,con i tumulti, Ìna anche con· gli slanci cìie la libertà permette. Le illusioni che si potevano avere su.Jle democrazie borghesi e sui partiti liberali sono ormai tramontate. L'adesione che essL hanno portata al fascismo, separa per sempre la ·unea degli - svolgime'nti. Tocca al partito o ai vari p,s1,rt'ti socia-.– listi ed agli eJementi I;berf del socialismo, nel nostro paese. riassumere l'eredità lasciata giacente dai de– mocratici- e dai liberali'; assumersi un còmpito ana– logo a quello che ebbe là Socialdemocrazia germa– nica: dare al paese ordini liberi capaci di difendersi da ogni insidia. Oggi essi non possono fare più che mantenere accesa la lampada. Alere ftamm_am. · La: fiamma de.Ile cose grandi ed immortali: la. lihertà, la dignità• umana, l'eguaglianza civile. Oggi basta che questa' rsile fiammolina non sia fatta spegnere. ARTURO LABR_IOLA. In ~if e!a ~ella PrnPRrliona1e· e ~ella {o~tituzio Per iniziativa e cura' della Associazione Pro-. porzionalista 'è stata redatta ·e p,resentata, pochi giorni addi·eLro, al Parlamenbo, una petizione in difesa del . sistema proporzionale, nelle ~lezioni politiche _e contro 1-a proposta di riforma della leg-ge elellorale già vol.ata dal Consiglio fasc,ista e 'di rl(orma costiluzi0nale enunciata· dal Segreta- . rio generale dèl Minisl.ero degli Interni. Indicati qua li sçino i difetti palesatisi nell 'ap– plfo:izione della proporzfonale, · quali gli innega– bili pregi e vantaggi suoi; dimostrato come certi · temuti, inconvenienti non si , sono verUlcati o si sono veriflcati ih misura assHi lieve. e.-certi altri 1 dApressione qualitativa dell'assemblea, di– srussioni generiche; oz1ose, tumultuose, scarso rendimento legislativo, abuso' dei . derreti-leggi e degli esercizi provvisori, instabilità ·delle mag– µ-ioranze etc.), non~ dipendo-no dall'introduzione rie,] prinrij1>io della· proporzionale, ma dalle Gon– cli?.ioni.politiche del. momento in cui esso fu in– trodotto e.app,Ircato o da c~rte nÌodalitii., non es– senziali, dell-a sua applicazione, - la petizione passa ad indicare qua li riforme, potrebbero util– mente introdursi per _toµ-lie:reg-ran parte di 't:jue– gli inconvenient,i e accrescere i pregi del s-h;tema-. La petiz"ione Gontinua poi con una concisa· ma efficàcissima confutazione delle proposte di sop– primere, contraffacendollo, il prinrip1o proporzio– · nale ,e d.i sopprimere poi, con la istituzione di uno pseudo-Can,cellierato,_ le p-iù gelose garanzie costituzionali e le conquiste della democrazia· e si chiude con la cita_zione, d( eloquenti e sugge~ stive _parole di una recente prolusione di Luigi Luzzatti a11'Universttà _di Roma e col richiamo di u-na-solenne domanda che i Lordi di Inghilf.erra rivo1gevano nel f628 al re del loro paese in difesa dei dir-itt.i sanc,-iti fin dal princÌpio dei ·sec. XIII rrella Magna Charta, che 'il re e i suoi Ministri avevano da teII?Po ~astrato di voler calpestar~. · Della p-etizi-one, che _, se ogni clbrnità del Par– lamento n·on è stata frantumai.a. s~tto ii talhme– del dittatore '- rioi sp~riiamo susc.iti nel Parla-

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