Critica Sociale - XXXIII - n. 10 - 16-31 maggio 1923

C:t\lT.tCA SOéiAt:E 159 tiera, ~ia~nucolare, trem~nte·, come un'ancjilla. (5) A com~1to i;ion mol~o·d1ssim:Ie è oggi, e solo per opportunità, della fazione d_ominante, conservata la nostra Assemblea, unica voce che potesse levarsi a difendere quel tanto di patrimonio spirituale che i libari ;:ngegni hanno salvato dal rovinoso naufra– _gio delle più sane ideologie: mutilata nelle sue in– ·trinsec~e fuiilzioni, minacciata· di morte ad ogni o– ra di tutti i· giorni, pavida, muta, derisa o sferzata, senz':1' un- gen_eroso moto di -ribellione nè di prote– sta, m una pietosa alternativa di t;mori e di senili ?omp.ace,1ze, agonizza, ornura di conquiste perdute, m un lagnmevole spettacolo di mseusib11ità e d_i Impotenza (o). , · · E t_uttavia a Roma, la tirannide (un'oligarchia imbastita di elemeuti raccogliticci provviiloriamente , aderenti) ,~he appariva cosi forte e travolgente, si sentiva.invece debole, terribilmente debole, ed ave- . va paur'a.: .avvertiva il tormentoso d1s_agio,· a cui il VJZJO d'i origine e l'equivoco della sua compagine lo condannavano,· ed anzichè ricercarne in se stessa le cause e trarne impulso_ a nvcd·ersi e discip-liHars1, ne rovesciava sugli altri la co~pa, infìerencto pro– gressivamente in minaccie. e ·pe rsecuzion i, sforzan– dosi tuttavia di d1ssimulai;,e la perii.da violazione di ogni ·14bertà e d'ogni garanzia di dil'itt o: e, •però, cospirazioni inventace, ipotetici attemati allo t:,tato, false denuncie e giudizii sommarii in nome il.ella U/Jertà e della pubblica salute. La· pau-ra d; venta così unica ispirazione .e guida della. vita pubblica e del fa vita privata: dall'un canto, il despota diven– ta tanto più intolierante e feroce, quanto piu si sen– te vac1lla,nte è malfermo e teme di cadere, e dall'al-. tro, ogni attività di opern ·e_ di pensiero è ostaco– lata o frenMa, per timore di pericoH che essa possa ingenerare. Pertanto, non la resistenza aperta, ma il rifugio nell'ombra, dove celare ·in _fretta generosità di li– bero pensiero, aspirazioni, speranze: così per~ùaue Seneca, il teorico dell 'impero, colpevole de' pì(r bas– si vizii ed, insieme, esortato.re delle pìù alte e nc– cessàr;e virtù. Fedele commen to ai suoi consigli' è la stol'ia del èostume privato del tempo, cosi altin~, per tanti aspetti, al costu·m,e .attuale, pro dotto an– ch'esso di una interferenza .o soluzione fra d.ue suc– cessive forme sociali.' Perchè l'assolutismo rom ano è il risultato non solo di· una crisi degli sp:riti, ma· di uria crisi del regime : esso è come un hyatus~ un pauroso liyatus, fra le forme tradizionali, ormai da tempo incapaci di governare ed intristite nelle miser!!,bili consortei:ie e nella- colos.sale immoralità politica e fìnanzia·ria, ed u~ nuovo assetto sociale, • (5) Questa sorta di milizi-a privata, supiru,,' al cenno di un capo o di una fa,zione dominante, è sempre all'avanguardia di tutti i dispotismi, di cui diviene poi il cieco e pauroso stru– mento. Durànte 'l'oscuro ed 1.1miliante a.ssolutismo francese, volta a volta mobilitata dalle lettres de cachet di Luigi XIV, essa tradusse fedelnlente il barbaro e pr<>potente capriccio del tiranno e costitui quell'ignobile e tipioo Stato di polizia, eh<> fu poi modello di meschini Governi burocratioi di quasi tutti gli Sta.ti nel decimosetti mo e decimottavo secolo. ' (6) Non altrimentì tratta.va il Parlamento di Parigi Lui– gi XIV, quamdo, 'tra.du cendo i n àtto la. superba insegna del suo soffocante assolutism~ « Lo Stato S<1n-o ~o », gli infliggeva la più sanguinosa umiliazione, dntrando nell'aula, in cattivo arneee da caccia e collo scudiooio in mano, 11 dettarvi le sue volontà., Ed il Parla.tnento di Parigi, già tanto irrequieto ed arro– g=te, i'l ,Parlamento della Fronda, non er~ me!' del nostro sommesso e grato al sulo fustigatore q~ndo si lasciava 1mporre di.registrare le decisioni « eelllla alcuna mutazi•one, limitazione od ·altra cl&usola, che ne differisse od impedisse l'esecuzioll<l • o mett<>va in uso WJ.amaniera d-i adulazione e di d<>vozione oosì sconfinate ed t1111 lingu.aggio'-così servile, ohe la fama ne andò (fra lo atupore e le beffe d• twtta Europa) aocoppiata al ricordo della dominazione bizantina.. Del reato, ·l'odio per i Parlamenti, ritenuti inutili od abusive rappresentanze, è il carattere più spioo a~ 'del despotiamo: il ParJamentq fran_cese ebbe_ almeno u.na - p1~1.à·vendebta. nella strana formlfla, divenuta saoramen– tale, con la quale Luigi investi ì 11u<>iministri: « V ni mi da– r9te il ',;08troaiuto, qualk© io ve ne r-iohlederò. • f o Bianco rigeneratore ed innovatore, preparato da quella co– scienza, che andava formandos~ e temprandosi, nel– la mediraz-ione e nella vigile preparazione dei sot– terranei dell'urbe, per muovere alla conquista del– l'Imper.9, e che demoliva, a colpi di piccone, nel si– lenzio e nel buio, la vecchia società. Così anche oggi (come Claudio Treves acutamen– te avvert'.va in un suo discorso dell'aprile 1920·alla· Camera) c'è. un hyatus, un vuoto, tra il logoro e decadente regime borghese, impotente ad affron t-are le nuove esigenze materiali e ideali della v.ta e a contenere le vitali esuberanze della comp agine so– cia!~ (7), e_lo Stato retto dal proletar:ato, che un rapido ed matteso moto di .trasformazione sembra– va _chiamare, prematul'amente, tre e quattro anni addietro, ~l Governo, 1nentre era ancora imprepa– rato e mal destro a reggere sè e gli altri. , Tra una forma storica e l'altra, nell'uno e nP.1- 1 altro caso, attraverso i secoli, il vuoto è colmato dal despotismo con una funzione ugualmente acci– dentale e momentanea, ad agevolare, direi persino, ed aprire l'inevitabile. success;one. QUID AD NOS? La coincidenza, identificata e fissa ta nei s uoi fat– tori iutriuseei, si allarga sino· ad invest.re anche gli agenti esteriori_ ed amniernali: e p.(lr chi sappia come la dittatura dell'impera tosse, in parte non .piccola,_ amtata e saspmta anche da quei paci11ci .Komam, che, spaventa,1 dai trequenti tumulti della plebe e dalle msurrezioni p1ovinc.ali, s·i attacca– rono volentieri a chiunque prn,nettesse di ricondur– re la _pace e coprisse l'avidità del potere col buon proposito di ·debellare •l'invadente ·anarchia è fa– cile riconoscere in quegli antichi Quiriti l'identica condizione di spirito dei moltissimi, che, al primo sorgere delle nuove forze, _ora imperanti in Italia, le accolsero con fede aspettando' da esse. difesa e riparo contro il dilagare del paradossale bolscevi– smo di m_arca russa. E persino l'ironia cospira, con– le sue sottili complicità, a rafforzare l'analoo-ia: qualche t:mida e sommessa pretesa della no~tra Camera a rap.presentare ancora una sovranità po– polare che non si sa più che sia ed in che sia, ri– chiama alla mente, non senza amaro so'rriso tale altra istrion:ca boutade del Senato romano,' che, solo alla morte di Nerone ricordando un suo vecchio pl'ivilegto, batteva moneta d'oro con una fiera inci– sione ed una leggenda tutta repubblicana, e ricono– sceva poi, prima ancora che la nuova moneta aves– stl co1So, un altro dittatore, Galba (8). Ineffabili giuochi dell'ironia, che gu;zza anche per le ·severe pagine della storia!!!. · Comunque, pur procedendo tra il grottes..:o ed il pietoso, il ravvicinamento giova a testimoniare, nel– le due epoche, l'es:stenza di una certa opposizione. Contraddittoria, vaga ed oscura allora, come ora: in realtà sempre pronta a temere ed a piegarsi. A Roma, essa muove non dal popolo nè dal Senato, ma dalla timida borghesia dei magistrati ingenui, dei modesti industriai;, che onestamente avevano invocata la dittatura a liberazione dall'anarchismo · prepotente ed a restituzione delle minacciate liber– tà; da quella povera aristocrazia dell'ingegno sen– za onore e senza nome, sbattuta, fra le privazioni e (7) L'òncapaoità politica, il misero sgoismo ed i piccoli e per– sonali interessi, .sostituiti à.i principii generali e ad una forte e seria• mora.le di Governo, dei partiti dell:\ocrat-ici chiamati a .reggere le sort i della Francia, furono i potenti fattori anche dell'assoluti6mo di Luigi XIV. E Mazzarino, accogliendo l'ere– dità di Richelieu, colla politica lenta e sottil.e, ma. tenace dei piccol-i ,nezzi e dei ripieghi, seppe trarne ben ottimo profitto. (8) Incosciente contraddizione, non peggiore, tuttavia, della· vergognosa menzogna., che sfacciatamente esibivano gli· scudi francesi del 1804: Répubeique fra.nçai8e - N a.poléon empereur.

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