Critica Sociale - anno XXXIII - n.9 - 1-15 maggio 1923

CRITI-CA SOCIA1,E t8f servtire il Dio in ctelo o 1'a,sua ambi:z,i.Jne in terra. I riv,oluzionari « Unici » c:onrLinu:moil po– tere come i legittimisti cc Unici,,; chi si a1,-parta daUa folla spesso ritorna sulla follla e qttella· che era la sua sdegnosa indipen(lenza diventa la servùle soggezione altrui. Qnanle volte l'Uni– co è... il c.rumiro? Non è qualità pr•ipria de.Il 'i– dea -di ·essere sterica, per cui, continuandosi a percorrerla nella sua linea, il µolo 1 2di si arriva è semp,re ... l'idea diametralmente C(lntrari.a? L'i– dea dellé!,libertà è quella che LP0-va in sè i suo-1 limiti, come l'idea che si vuol C•Jntr,app or-re, la soc-ietà, l'OO'dine, l'auto,rrità, deve trova.re i pro, prt in coincidenza dei primi. insomma, quanto è aristoorayico ,Stimer? (diciamo Sti!I'ner, non per ciò che è .allo scritt0,re, ma per quel che vno[ si ra:ppres,enti' in simbo•lo). Quanto I emanc-inazivne dei lavoratori è... democ.Ilatica pe-rchè opera col– lettiva ·della classe? Quanlo i ·rerm~,nti indivi– dualisti giovano a,d· essa, rer,andole fierezza e combattività, e quanto le. nocciono prepar,mdo tra essa i traditori e i nuovi do-m:inatori? La ,ri– sposta a questi •interrog;ativi: non è rnateria di do-ttTina, non si esp1rime _con for:nule logiche. E' il s-entimento, ~'educazione~ la morale che danno il' vero essere al socialismo, portando alla sua 'P'Ila.tica l'osservanza esatta -dell'equilil>:.·io .uma– nistico tra !'.io· e il non io. Appunto. 1 Non è questo Primo Maggio di così alto dolore e di o"Osì intima solidarietà tra i do– lenti, ·i percossi, i mortificati· una meravigliosa p-rulesfa'aper la ricerca di. quella divina armonia, · che· forma la gloria e .il torme!}to dell 'elù pro– letaria?, Tutti i lavoratori si danno la mano, sen– tendosi ciascuno- bisognevole q.i. tutii g·li altri,· sentendo la p-ropria libertà e ,U prop·rio beues– sere c-on'dizione della libertà e del behesMre di · tutti. Tra ·essi diventa ca,rne il verbo èi Gothe: essere tanto più sil)'lile aigli Dei quanto più uo– mo; esserne ognuno tanto più vicino alla propria emancipazione, quanto più vicina è ,l'enrnncipa– zione della classe. L'umanità nasce ve.ra1rn:mte; I 1io sono tu acquista un senso di realtà vissuta e pol,ente. Questa: catena d i ma ni e di cuori si an– nunzi-a (n.frangibile: co, nt.ro di .essa si• spezzerà l'alitra catena dell'odio, d eJ.l'egois:mo e deHa'ti– rannia. Il PI'imo lisce. Ma.ggio ne è il vaticini-o che 110n ifal– CLAUDIO TREVES. -Per 1a·-pace per l'.Internazio~ale Osservazioni per il Congress·o di Amburgo, sul . tema:"La pace imperialista e l'internazionale,, Querra e rivoluzione. Fino allo scoppio della guerra .dominò nel moVi– mento socialista ~nternazionale, ed ebbe fauiori in ogrtì tendenza, da Marx a Jaurès, l'opinione che lo scoppio •di· una grande· guerra sarebbe· stata occa– sione propizia per la rivoluzione sociale. _La g,uei:a mondiale scoppiò e, se quella Qpinione fosse stata fondata, nessuna guerra sarebbe mai stata più pro– pizla per l'inizio del mutamento rivoluzionario del reg~ economico dominante. , t iotec.a Gino Bianco Ma quell'opinione era senza fondamento, ed in– spirata soltanto d·aua fede nel mitÒ rivoluzionario: e i fatti lo hanno dimostrato. Quell'opinione era infondata, perchè non Vi ha a:lcuna ragione ·di. supporre, che quando i ceti do– minanti di uno· o più Paesi si inducono a quel più sistematico e più energico uso della violenza :u 'cui si estrinseca la guerra, ess'! siano disposti a la– sciarsi sopraffare dal proletariato, il quale è me- no adatto dei ceti dominanti al sistematico uso dei mezzi violenti. Senza dire che, allo stato at– tuale della cultura· - e i fatti lo hanno dimostra– to.-, lo scoppio di una guerra p_otenzia siffatta.– mente· i sentimenti antitetici di ogni. aspirazione internazionalista, che le correnti intenzionate di re– sistere allo scoppio della. guerra, non che vedere facilitata l'opera loro, la vedono resa più difficile, dapprima dalla spontanea esplosione, e poi ancor più dalla mediata coltivazione di quei sentimenti. Inutile polemizzare sul contenuto e sulla evoluzione futura degli stati d'animo, avversi all'interna.zionali-· sm0, che le guerre· fanno giganteggiare. Questo gi– ganteggiare costituiscfl una s:.tuazione di !attò che sarebbe puerile disconoscere. · Ma la guerra mondiale· ha riconfermato uri' al tra verità, che le· guerre per le indipendenze nazionaii avevano già disvelata, e che è persino riconosciuta in alcune tesi della Internazionale Comunista. Le classi lavoratrici dei singoli' paesi non possono considerare con indifferenza la eventualità della do– minazione straniera, non solo per gli orrori imme– ct;:-atidella sua instaurazione, ma anche perchè ras– servimento a popoli di diversa lingua e costumi (meno grave sempre per le classi agiate, facilmente assunte alla compartecipazione del dominio) aggra– va invece decisamente il fondamentale servaggio e– conomico delle class~ più umili. Onde accade che (salvo i casi in cui_ il regime interno sia del genere 'di quelli che furono una volta qualificati la « .nega– zione di Dio »), non appena le vicende della guerra finno intravedere, o sono adoprate per far credere, che dalla gu'erra può der'.rvare l'asservimento allo straniero, ·di quel determinato paese; la maggio– ranza dei lavoratori è tratta a « non sabotil.re », anche se con tutte 1e possibili .riserve per ;1 fu- '-turo proprio riscatto, i difensori in guerra del pro– prio paese. Anche in ordine a ciò è perfettamente vano polemizzare sul buon fondamento di questo o~ientarsi della opinione collettiva .delle classi lavo– ratrici in una' guerra in cui sia coinvolto il proprio paese; questo orientarsi· sarà, sç vuolsi, il frutto di irisurtlciente comprensione dei fenomeni politici e so– ciali, ma costituisce uno stato di fatto del quale va tenuto conto. 1 · Tutte queste argomentazioni autoriziano la con– clusione, che la mancata solidarietà antibellica fra le classi lavoratrici del mondo, male si addebita ad errori o tradimenti individuali, perchè si ricollega a cause di vasta· e profonda efflcien1a. Ri-prove di ciò, se ne possono rintracciare a sa– ·zietà, anche nel contegno, nel dopo-guerra, delle classi lavoratrici organizzate dei va.rii paesi. Sotto rimpressione dell'immenso disastro della guerra, e del nessun vantaggio che da questa hanno tratto le· classi lavoratrici, il pensiero di queste è stato immediatamente e rapidamente orientato, di nuovo. verso le idee internazionaliste: si trattò di una reazione molto naturale, contro i dolori della

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