Critica Sociale - XXXIII - n. 3 - 1-15 febbraio 1923

CRITICA SOCIALE 37 panchetti, con appena qùalche nostalgica riserva sn!le fol'me, e preferire ohe. si ritraessero in disoar– te, in silenzio. Come marxisti che osservano un f~no– m~no, dobbiamo riconoscere che, se la Democrazia si liquefece, e i suoi esponenti, non avendo l'eroi– smo dell'abdicazione. alla vita pubblica, si accodano al carro del vincitore. è perchè la crisi avvenne negli strati economici che formavano lar Democrazia o quella Democrazia; e che . u,,;,a Democrazia, cust~de e ~ndice dei principii di libertà, potrà risorgere do– po una nuova crisi e attraverso una lenta rielabora– zione, ma sarà un'altra Democrazia, fatta di' altri ceti, o di quei medesimi, ma rigenerati ,dall'esperien– za e dalla resipiscenza, e rappresentata da altri uo– mini. r-,'é ...... , Quanto al partito liberale, esso, da pochi ideologi in fuori, si confonde tro_ppo con la classe borghese, pei:,chè si potesse pretendere e attendere che si te– nesse discosto ed oppo.;;to al Fascismo per le ingiurie cl;l.e i me,todi dii,que~to recavano, ai principii c0stitu– ,:ionali., quando esso Fascismo ne tutelava e ne inter– pretava così efficacemente gli interessi economici. Il' problema è qui, _edha una gravità che può ,solo venir ·compresa guardando- alla· intima realtà della piccola vita delle città minori e delle campagne, anzichè vederlo unicamente nelle manifestazioni po– litiche più salienti di Roma e dei grandi centri. li Fascismo, come moVimento ideale, avrà (se· pur l'ha chiaro e formulato nella mente dei ·suoi capi, e se st~ superando e potrà comporre l'interno co::iflitto dei molteplici e varii elementi economici che in esso si accentrano e intorno ad esso si affollano) un pro– gramma, un proposito, diverso assai da quella che si usa chiamal'e reazione conservatrice; il Fascismo al ·pòtere farà o tenterà fare una politica più o men lontana da quella che se ne aspettano i ceti . « bor– ghèsi li: questo Io dirà il te~po; .ma il fatto è che prima assai di tutto questo, prima che il Fascismo salisse al Governo,· prima che· tenesse i suoi Con- , gressi e cercasse segnarsi la sua via, esso - mentre da' un lato, nelle. città,· àttirava a sè i giovani degli studii (e non solo i figli dei borghesi, ma anchè i _figli dei disagiati, e non .solo per attrazioni ideali, ;ma per una confusa simpatia di sovversivismo che cercava Ja sua rivoluzione) e i ceti intellettualt delle professioni e degli impieghi - nelle città stesse e nelle campagne, o sorgeva come espressione genuina e,dirette;di agrari e·di esercenti (e, in minor grado, di industriali), o ne diventava tosto 1 l'interprete· e lo strumento. Or questi ceti o gruppi o strati - con tutt~ il no– ' tevole rivolgimento ed intreccio ed incrocio che la c,riei bellica e postbellica aveva portato nelle vecchie categorie economiche - sono quelli che alimer,ta– , vano un tempo la Democrazia, e sorio quelli che se– guivano i partiti conservatori-liberali, e che avevano seguito il vecchio tradizionale partito clerico-mode– rato, prima che sorgesse il Partito Popolare a di– stoglierne: in parte e or più or meno secondo gli am– bienti, una delle u miste correnti », la cattolica, as– sorbendo poi in sè. altra gente (piccol'a borghesia ru– ·rale) formati:,.si nell'evpluzione dell'èconqmia agraria durante la guerra. Il liberalismo italiano si contuse cosi, naturalmen– te, c;olFascismo nella realtà prati~a degli interetsi di clii.s1.1e; e nena i!lealft4 t11orfc~ cl~ll11, tra!li1,jone e dei AotecaGino.Bianco principi. si sentì cosi denudato e svuotato, che per– sino i suoi più incorporei e disint.eressati e'sponenti, assertori <:! difensori tenaci della dottrina Cavouria– na, si misero ora nel solco del Fascismo trionfatore, superando le aristocratiche repugnanze di .uomini di pénsiero per tutto quello che di brutale, di fana– tico, di demagogico è nei movimenti di valanga. Dove trova. adunque - all'infuori della nostra, chiara, dichiarata, ,tperta opposizione - le sue diffi– coltà il. Fascisrpo mentre esercita il conquistato do– minio? Le trova in sè e d'intorno a sè, nella sua ete– rogeneità di formazione, nelle su~ contra~dizioni teo– riche e proP,rammatiche, nella ressa di entusiasmi e di attese, di arlesioni e di conversioni che gli si strin– gono d'intorno fino a soffocarlo. Esso ha in sè, ad un tempo, e fin dall'origine, i conservatori, e i « ribelli 'li, A questi ultimi si sono aggiunte larghe masse di lavoratori, o convertite ad esso per· simpatia ~ per illusione, o pas;ate ad 1:JSiao per coazione. e per violenza. Nell'un ,caso e l'lell;altro, questa massa costituisr'.l un peso che non è solo una zavorra: ma pnò diver.',a– re un elemento attivo di deviazione e di crisi. Fra questa massa. abbonrlano - a gruppi, o iso– late - le adesioni sincere sul serio dei !"ovversivi più estremi, dei bolscevichi, dei violenti rivoJuzionar) di ieri. E' una simpatia elettiva di evidente natura– lezza. Quando sarà tempo di far le statistiche, si vedrà com~le provincie temperate abbian tenuto fede alla bandiera in confronto delle provincie scalmana– te, dove le radici erano men salde e dove una ana– logia psicologica spiegabilissima spinge i violenti rossi tra le braccia dei ·violenti tricoloratL E a co– loro, come il :Serrati, che tristamente ci accusano di amoreggiare col Fascismo, si potrà· documentare quanti danni e dolori alle nostre istituzioni, ai' no– stri lavoratori provenga dal fatto degli estremisti largamente trasmigrati ai Fasci, donde sfogano co~1- tto. i compagni di prima, e specie contro i più u mo– derati li, contro coloro che ne avevano sèmpre av– versato gli eccessi e le pazzie, il loro doppio odio di E-X-estremisti e di neo-fascisti. Di questa larga « inflazione » di sovversivi si co– mincia a preoccupare seriamente il Fascismo, tan– to più da quando. l'Esecutivo di Mosca, con la tradi– zionale. abilità co,spiratoria italo-russa, prescrisse a– pE'rtamente ai comunisti nostrani il consiglio di in- trorlursi nei ~'aEci per corromperli!! , Nato, dottrinalmente e ancor più psicologicamente, come, un partito di élite, esso diventò, -per necessità, e per esuberanza vi0lenta di espansione, un partito di proselitismo, ,per dir più esattamente, di arruo– lame,ito, spontaneo o coatto non importa. La sua forza e la sua fortuna gli attirarono intorno i gira– soli che sempre si volgono ai rapidi successi, e - ad un tempo - i predisposti e simpatizzanti della forza o della violenza, e, i vili e servili, le animule che •!'on. Mussolini asserì d'avere in gran dispitto. Tutta gente molesta o ingombrante, gente che mal si accon– ci.a alla gei:archia e alla disciplina, gente che atten– de i miracoli e pretende qualchecosa. Il concetto della· é~ite, applicato a un movimento vastissimo, crea un inevitabile continuo fermento in– teriore, perch~ ciascµm> - jnqjviqqo o stra~ç, - l?t \.· I ,,

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