Critica Sociale - XXXIII - n. 2 - 16-31 gennaio 1923

t:RITICA SOCIALE re un partito,· che, per quanto vinto, .è pur·sempre possente, se ha cercato - e, come 1,rnvicli, non v'è riuscito! - di mantenere un -privilegio fiscale per la classe lavoratrice? (7). BENVENUTO GHIZlOTTJ. Con lo acritto che aegue, il ndatro Mnico e collega pro/esaor Adelchi Baratono (non diciamo il deputato Baratono, perchè la Camera è stata .... •incamerata e soppresaa, di fatto dal Go– verno ja,cista - peggio ancora, mantenuta per dileggio e per comoditd, peraonale del Dittatore - e la qualifica di e depu- , tatò • va ogni g'iorno pi,ì diventando u,na ironia e un olt,·ag– gio} il collega dunque ai lavoro Adelchi Baratono entra a far parte della famiglia della Critica. Socia.le. · Vi entra, naturalmente, con intero il proprio bagaglio d,i idee filosofiche, politiche e socialiste, che non sempre e 110n tutte coincisero, coincidono e... coincideranno con quel~e che. · prevalsero ain qui. ·in questa Rivista e le diede,·o, per oltre un trentennio, intonazione e carattere. Il lettore se ne ·a:v·vedrd aubito dalle punte aottilm·ente ironiche, rivolte al manismo puro· (noi non avremmo troppa ragione di adontarcene, giac– cl,e tenem'mo sempre ad esse,·e dei n,ar:i:isti. .. impuri - pro-· prio, bencl,è tanto mi?lori, come· Carlo Mar:,; in p~raona), ,accusato di Jtn cento sempliçiainql, e di i+na_certa limitatezza nell.i proprie( ana"liai, che forse, ae mai, meglio che ai maestri, ai ,Potrebbero rimproverare a taluni, più tardivi, in ambo i aenai, eaegeti,· e l'accusa si rinnova, sulla fine dell'articolo, a 1!ropo_sitodel riformismo .socialista ·italiano degli ultimi trpn– t anni .... Ma noi accoglia1"o il Baratono /anto più festosamente - e con lui eventualniente qualche ,uo valoroso discepolo, di cui ci offre ugualmente la collaborazione - appunto pe,· cotesto loro·• /rondismo •• dal quale ci attend·iamo un morir.iodi bene: o sia che porti, come certamente I! possibile, elementi nuovi di verità ad integrare quello che f-u sinorp, it no,tro pensiero; o sia ohe, col pungolo dell' ere,ia, stimol-i i nostri antiéhi -col– laboratori -e noi stessi a difendere, in cortese polemica, le noatre poaizioni mentali e quindi a chiarirle e ad irrobustirle. ,In ambo i ca,i ci avranno guaclagnato ,il ,ocialis,no e il par· tito ,ocialista, ohe non sono. sempre la medesima cosa, ma che entrambi - ogg_i più che mai, e lo avvertivamo inaugurando l'annata - hanno bisogno di una revisione •pregiudicata quanto asaidua e, aliamo per dire, perenne. l?,&rciòanch e, anzic hè riapondere mcidentalmente e per brevi no"lé , o impro ,vvisq.te po•tille a quelle esp,·essioni baratoniane che non ci tr ovano c oncordi (in gran parte. dell'articolo, e par• licolarmente dove ragiona delle competenze e dell' operai•mo, consentiamo senza. restrizioni), pre/eria·mo eh' egli prima. svolga intero, anche in ,uccessivi articoli, il ·proprio pensiero. Alle cMo•e non mancheranno il tempo e le penne. Questa nost,·a ,i gloriò aem'l!"e di essere una Rivista non d·i dogmi, ma di li- ·•bcre ed oneate discuuion,i. E questa libertà professata dalla Critica. Sociale i ,uoi lettori hanno se,r,pre considerata non solo, coni.e un pegno di ainceriti:ì, ni.a conie una testimonianza di ria-petto a ae stessa ed a loro - . che sono poi i giudici au• premi ed i collaboratori più efficaci, •• 9-nche aitenzioai, di tutta l'opera nostra. (La C. S.}. L'equivocodelle ~'Competenz~" e deHa legisl~zione _"apolitica" Nel secolo in cui ·il Jevons ha invent.aLo la mac– china per ragionaroe - e gli uomirui, ingrati 1han– no continuato a ra.gionaire a ... braccia --, era naturale che si facesse strada l'idea di sostituire al guazzabuglio delle assemblee politic:he, all'urto dei partiti, al vociferlo incompetente delle passio– ni, qualcosa di più semplice, di più logico: un meq<:anismo, insomma. che· funzionas§e, auto– ma·l.ioamente, giranùo sflenzioso sui perni del più. ·spec.iaJ.izzaLo tecnicismo, unti dall'olio puro della logica e della scienza. C'è ui1 problema economi– co'l decidano gli economisLi; ce n'è uno militare? ia 'c.onfldaLoagli alunni del dio A-res. Ma p_erchè i•è. un problema economico o militare? chi pone questo proble:ma? a che fine? e, se questo fine ~on J!Miedemmo UD privi-legio;' ma domandammo che iibiamatì a contribuire, ponendo termine a esen– a evasioni sca.ndalose, quelli che più hann_o • (Nota della C. S.). - è teoretico, ma p.ratico, ossia rispondente a biso– gni che· non sono d'ordine scientifioo", ma politi– co, chi, se non i politici, poirrebbe il prnblema e ne orienterebbe la soluzione? Come nella mac:chi– na per ragionare. del J_evons, essa funziona be– nissimo, indipendentemente dal cervello umano, a condizione che qualcuno ponga nella macchina. le premesse del -ragionamento - e si r.iduce cosi a un semplice mezzo strumenl.ale per agevolare con più rigore ed esattezza alcune operazioni an– cora del tul-Loumane o Jntelligenti -, così il ter,. nicismo -e la capacità oggettiva in politica, pel' poco che uno ci pensi sop-ra, non può esse-re elle uno sLrumento alle finalità soggettiv-e co1•rispon– denti. ai bisogni, di cui il fatto poliLico è l'espo– nente sociale. Eppure; a.neo!" oggi è facile cogliere. sulle lab– bra di t.anti « buonsell{lai n quel senLenziarc, che rar,nmenta. le proposte di H.enzo briaco sul modo_ di dìsLribui'l'e il· pane a tuUi: 'i\ casa il Parla– mento! -In sua veoe, Con~iglì tecni{;i u'ingegneri, di· medici, di flnanziéri, d 'industria.li , cli operai, eoc. -ec~., ciascuno per le questioni d i sua- com– petenza. Niente più avvoc.a.Li!aggiungono so.rri– ctencto, senza pensal'e che g·Ji avvocati son 1,ro– prio, pur troppo, i tecnici della legislazione ... La realtà si vendica'.crudelmen_te di queste illu– sioni: dovunque si ch,ia,_mino tecnici e competenti, fosse pure e soltanto per uclirne il parere -- dalie Corti di giustizia a:i Consessi internazionali, dalle Commissioni di. periti ai Corpi consultivi, dal!~ rapp,resent.anze pa.riLetiche a quellè amminisLra– tiv.e -, costoro s'accapigliano regolal'mente, e non è detto che là verità e la giustizia n 'esca.no Lrtonfanti; figuriamoci se quest.i signori a vessero funzioni legislative vere -e pl'oprie! Ma l'illusione, eterna amica delle anime amanti di tranquil~ità, e l'eqnivoco, compagno insopp-r-uu1ibile delle men. Li semplici, susurrano: Gli è perchè anche loro fanno della politic;a! Si dimentica di chiedersi prima che cos'è « la politica, n; e se capacità e competenze non sono « la politica n, com'è am– messo implicitamente dall'esclamaziaone di sopra, bisogna, prima di pensare a sostituir quest.a con quelle, chiedersi· se sia sostituibile. Ora, se politica significa regolazione indiretta, ossia generale (legislativa), della società, _in fun- 1 zione delle forze dominanti - ossia dei b·isogni (economie.i, familiari, giuridici, morali, religiosi, ecc.) che hanno capacità, ossia coscienza e vo– lontà, d'imporsi socialme~le, a traverso la. loti.a per il dominio della collettività -, anche la più superficiale osservazione potrebbe convincerne, che il sogno di Platone, di una società •regolai.a da– gli « ottimi » per oompetema e sapienza, è un pro– blema mal posLo, perchè posto intellettualistica– mente, dove non si tra.ti.a d'intelligenza e di cono– scenza ogg,ettiva, ma di volontà e di ·_cosc-ie.nro, che dell'intelligenza. si serve come di stmmentQ aii prop.rii fini. Per cui, le capacibà e le competenze - in un sol e.a.soe in una sola _maniera possono so– stituire le forze e le vo1ontà politiche: fac:endo, appunto, della politica: Ossia _:_e qui è iii punto viyo della questione - sostituendo deUe aT'f$lO– crazie intellettuali o delle competenzé d'interessi particolaristici alle democrazie poJ.iLiche_e alle ·competizioni polit-iche à fine ge,n~rale e· sociale; - \

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