Critica Sociale - anno XXXII - n. 9 - 1-15 maggio 1922

d1UTICA SOCI.A tE , con la Jugoslavia, ci rese sospetti o in_visiall'Au– stria e alla Piccola Intesa, facendo gravitare queste Potenze nell'orbita della politica aggressiva e im– perialistica della Francia. E, anche alla vigilia di Genova, il partito non mostrò di avere una parola sua da dire sopra nessuno _dei problemi più scot– tanti se non ripetere le solite frasi vaghe e incon– ·clud~nti, quando pure l'intervento a Genova della Russia imponeva di guardare un .po' da vicino i problemi della Conferenza per proporre ad ognuno di essi una conclusione 1 se 11011 proprio socialista, almeno più vicina alle esigei:ize del movimento so- cialista e proletario internazionale. · Sull'attività recente del Gruppo parlamentare ha scritto lungamente G. M. Serrati, in un ampio articolo pubbli.cato nel ~numero 16-31· marzo di Co– munismo. Concordi con- lui nell'apprezzamento 'di molti fatti particolari, siamo profondamente discordi nella conclusione cui egli vuòt giungere: clie cioè l' inefficacia· del!'azione svolta ctal nostro Gruppo negli ultimi tempi segni la definitiva condanna d'o– gni tentativo di collaborazioni~fno. Il fatto è, invece, che di collaborazione non c'è stato il più lontano inizio. La collaborazfohe dovrebbe· infatti muovere da un accordo sopra un programma comune: e invece non• c'è stato nè l'accordo riè la' fornhtla– zione, neppure. embrionale, di alcun programma. Si è parlato di valorizzazione ·delle forze parlamen– tari, con insistente ripetizione_ di una frase a cui· J1O11 si attribuiva ate-unpreciso significato; la Dire-· zione del Partito· ha autorizzato, in via di. massima, questa valorizzazione:· n1a, quando si· è trattato. di · tradurre in forma concreta questa autorizzazione,· essa ha scelto un modo destinato preventfvamente ad un sicuro insuccesso. La facoltà, unica ed e– sclusiva, consentita dalla Direzione àl Gruppo par– lamentare, di astenersi dal dar voto · contrario ad un Ministero che offrisse garanzia di instaurare. u_n nuovo indirzzo di politica interna; veniva data in un momento in cui il rapporto numerico delle forze parlamentari toglieva ad. essa ogni valore. Quell'a– stensione non offriva infatti a nessun Ministero la possibilità di affrontare, ove Io avesse voluto, l'op– posizione delle forze reazionarie, come dimostrava un (acile ·èalcqlo numerico, ·che a ·suo tempo fu sottoposto all'attenzione della Direzion,edel Partito; se anche lutto il Gruppo così detto -de111ocratic_o · (circa 150 voti) e tutto il Gruppo popolare (106 voti) fossero stati· concordi -nel volere fermamente l' _in– staurazione di quel nuovo indirizzo di polit\ca in– terna, non bastava il loro voto ad assicurare la vita del Ministero. E così fa Direzione del Partito, mentrè riconosceva la necessità o l'opportunità che il Gruppo parlamentare c.ercasse di determinare un influsso positivo sulle vicende contingenti della· pg– litica, negava:i mezzi con cui l'effetto poteva esser conseguito: invece di valorizzare il nostro Gruppo, valorizzava gli altri Gruppi, che rende'va plù. che mai arbitri delle vicende parlamentari e politiche, soprattutto il concorrente Gruppo popolare. Ma, poichè le ragioni, che avevano indotto la Direzione ad uscir teoricamente fuori dall'agnosti– cismo secondo citi ogni Ministero eq.uivale ad ogni altro, dacchè il Governo è pur sempre il " Comi– tato d'affari della borghesià ,,, - gueste ragioni, dico, s~ssistevano e premevano d'ogni part_ee ren-. devano impossibile _.agH elementi più '.' sensibili ,, del Gruppo· parlamentare di ascoltare, indifferenti,-r il grido di dolore che d'.ogni parte d:halia si le.vava · BibliotecaGi'n·oBianco verso di loro; così è avvenuto che alcuni di essi hanno cercato di forzìÌre i limiti insufficienti delle concessioni fatte dalla Direzione del Partito, e :hanno dovuto farlo nelle forme nel1e quali tutti gli schiavi, cui è negata ogni liberta e responsabilità di infziative, s'industriano di provvedere allè esigenze che' l'.au– torìtà dei padroni rifiuta di riconoscere: procedendo, cioè, per vie occult~, inibendosi la forma aperta e dignitosa dell'azione. E così ne è venuta fuori una politica di corridoio, non solo indecorosà, ma inef– ffcace. Gli episodi addotti dal Serra-tì soHo i sìnto'– tni di questa situazione. La quale non è .pertanto da· imputare all<j po– litica collaborazi.onistica, di cui mancò ogni inizio e· pérsino ogni premessa, ma alla inettitudine -dei nostri dirigenti, .priinà a ric6-noscere le esigenze della realtà, poi. ad adeguare. i mezz~,;ai· fini. Il Gruppo parlamentare rimase più svalorizzato che mai, quànqo, non potendo offrire n~ssun ai_ufovale– vole, ·non potè quindi imporre nessuna condizione utile per la difesà del _proletariato, dì ·cui ,,pur si_ rìcono_~ceva l'urgenza imperiosa. Di qu~sta situa– zione fl! sintomo -l'atteg~iamento del'la Confedera– zione del Lavoro, il cm dissidio con la Direzione del Partito non e sta'io sanato dalla posteriore di– chiarazione di fedeltà ai patti d'ell'alleànza· fra Con– federazione e Partito.. La costituzione ·dell' "Alleanza del Lavoro ,, non risolve il problema, ma lo proroga.- Se, conie è certo,, non bàsta lo spiegamento. delle forze sin- . dacalf a .difendere il rriovi1J1ento proletario. dalle vioienze che tentano d-i sc0mpaginarlo, il problema si rip~esenter~ domani in forma anche più imperlosa: e- bisognerà risolverlo. · . Si badi: io non dìco che· basti colh,borare e che non ci sia altra via_ che qu.ella della collab9- razione. l:)ico invéce .che bisogna sapere 'quel che si vuo-le, darsi iar programma di azione immediata .con la volontà ferma e sincera di farlo valere, dato che le speranze di un _prossimoevento riv_oluzionario sono ormai cadute, o quasi, dàll'aliimo .di tutti; e se l'attuazione di questo programma appa,r p0ssi– bile per la semplice forza di attrazione che esso possa esercitàre e per la semplice pressione·. delle energie che esso abbia saputo raccoglier-e in suo. favorè, tanto rrieglio; ma se, per farlo vaiere, è' ne– cessario contrarre patti, si deve avére il coraggio e la lealtà di contrarlL Pur-ehè si sappia dove si vuole· andare, purchè sia socialista il programma che si vuol far' tr\onfare, 'il patto T)Oti è tradimento delle ,nostre idealità·, ma è aiuto efficace ad affret- tarne il trionfo. · · · . E',-ilprogramma, dur:iq1,1e, che ocçorr.e anzitutto; e noi non l' abbiamo. E' ridicolo che ·u Serrati venga .a gabellarci -come programma concreto d'.a– zìone le deliberazioni dell'inconcl'iidente Convegno tenuto a Roma nello scorso gennaio. In quel Con– vegno dovevano studiarsi·al,cuni importanti problemi, ma· molti altri, più attuali e più importanti, erano . stati lasciati tuoriI e anche di quelli che furono posti all'ordine del ~ioroo non uno (non uno, di– ciamo) fu risolto nè discusso un po' a fonqo, tanto è vero che tutti quanti furono rinviati ad altri Con-· v~gni. Il programma è quindi tuttora da fare; e se La Pirezione del Partito si assumesse il còmpito di porre aHò shtdio i' prò'blèmi, tutti i prinèip;i,li pro-

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