Critica Sociale - anno XXXII - n. 6 - 16-31 marzo 1922

I certo a Ul}a seria intasa con· uu partito di masse come il nostro; inteda dallll.' quale, per conto mio; non penso che verrebbero i frutti che taluni se~brano àttendersi; per molte ragioni, ma anzitutto perchè giungerebbe tar– diva, faticosamente realizzata, e troppo jngenuamente , enunciata e preannunciata nei sl).oi fiui precisi. Ahimè! I massimàli.sti del H/19 furono buffi nel loro cavalleresco preavviso della rivolnzionf! dato alla Borghesiti,, ma an– che i transigenti del 1921-22 non sono,meno comici, gri– dando sui tetti che bisogna allearsi anche coi preti, pur di frotiteggiare il Fascismo! Certe cose si attuano spon– tanee, senza discuterle in pnbbli~o e senza ~enunciarn() ai quattro venti, e sopratutto ai nemici, i fini precisi. . Il nostro Partito; a~endo pe~duto tempo a discutere e ,;_dondoJ-arsi e ad attendere ... l'ora delJ.a rivoluzione · nell'immediato dopo guerra, è fatalmeùtc➔ _in ritardo. di ' cir~a due anni_, dal 1918, per qualunque soluz:oue,· rli destra, di sinistra, o del centro. G10VANNL Z1BOHlll. la discussione deibilanci allaCamera UN'ALTRA ILLUSIONE Alla Camera hanno deliberato c:ii inizfore la, di scussione dei Bilanci. Sono anni e anni che se ne parla, che si a- ·' spetta. Dalla guerra in qua si è proceduto di eser– cizio provvisorio in esercizio provvisorio; la· Ca– mera ha parlato di tutto e non si è concluso millà; e tutti, fuor.i.e ct,entro il Pari.amento, hannd detto . che le cose andavano male perchè non si discute– vano p1u 1 bilàroci. Hanno detto_. che _ il Gùverno procedeva per Decreti, perchè la Camera non di– scuteva più i bìlanci ; qanno detto èhe la dittatura governativa dipendeva ,dalla incapaéità funzibnale del. Parlamento. , Peggio ancora: non si tratta, solo della ditta– fura governativa sostituita al potere legislativo par– lamentare; ma, poichè a loro volta gli LJOminld-i Governo sono in gran parte mancanti di··direttive pplitiche e deficienti- di competenza ·tecnica, la dit– tatura sulla Nazione è in· effetto esercitata dall'alfa but;l)crazia in parte, e, in partéancora 'più effettiva, da gruppi ristretti e forti di interessi privati che .h~nno_l'abitu~ine e conoscono la via di impo'rsi'ai d1vers1orgam dello Stato. · · Chi però pensa che tutto questo potrà cessare quando la Camera inizierà la discussione dei Bi- lan_ci,coltiva· una grande e vàna i1h1sione.· ' - La· discussione· del Bilanci-:>sarà, in minore' proporzione ma con rnaggjore disattenzione, quello stesso che è stata f/no ad oggi la discussione ge– nerale _sulle Comunicazioni del Governo. Quando si apriranno le cateratte dell'eloquenza sul Bilancio . d~Il'Interno, per esempio, voi· avrete di sèguito un , discorso sulle carceri e ·un altro suHe violenze fa- · s_ciste, uri discorso sulfa tubercolosi e 1Ìno sul Co– mune di Milano, un 'discorso sull'abigeato e uno sull'ordinamento burocratico, ecc. II Ministro. di– stribuirà, rispondendo, assicmazioni a destra e a sinistra: e tutto· finirà 'lì. Quindi si ;verrà alla di-· scussione degli articoli",ma qui ·nessuna discussione C<?ncreta,neppure deHe n:iaggiori, sarà seriamente • discussa o risoluta, nè in linea di . principio nè IJell'applicazione pratica. II deputato che lo ten!~sse fuor della vana mostra retorica urterebbe irrime– diabilmente co_ntro il ~{iché mini~t~riale apprestatil - da_lI~burt>crazia o dall mcomprens1one dello ·stesso M1111stro, e contro l'indifferenza della rimanente BibliotecaGino Biar.ico- . ' Camera, che giudicher~bbe sempre secondo. il pre– giudizio mi11isteriale, quando non riuscisse a mon– tarla il tono singolarmente caldo della voce del preopinànte. · .E dopo qualèhe giorno di vana accademia, o– gni Bilancio sarà approvato, IasciandQ .le cose al punto. di prima. · Nè l'approvazione dei Bilanci da· parte della Camera distoglierà _il Goyerno dalla ulteriore ema– nazione .di Decreti-legge, dalle maggiori. assegna– zioni, dalle inesecu.zioni ecc. Tutto, seguirà nell'i– dentico modo. Se .ciò avviene oggi con Bilanci che già sonp stati variati- e sono approvati me'diante l'esercizio provvisorio, in corso quindi di esercizio, tanto. più avverra con Bilanci proposti e approvati 1 regolarmente molti mesi prima dell'entrata in vigore. Le c.onsuetudini burocratiche e i ristretti gruppi di interessi privati rimarranno· i so.Ji ·determinanti d(:'lla·esecuziope e delle ·variazioni, aggravati dal maggiore scafonamento di demagogie locali ·che hanno la loro rappresentanza ilei. grupp•i politici ... forma'nti la maggioranza ministeriale. :Io non so se il rimedio possa essere quello di trasportare nella ql!iete delle Commissioni tutto. il' lavoro di Iegisl.azione e d1 controllo, lasciando· al-la Camera le sole grandi d.iscussioni generali, e l'ap– pello dai dissensi f.onda111entalimanifestati nelle Commissioni. Certo ra Camera, com'è oggi, non è più adatta· a co·mpiere la sua funzione. 1 Ma non tanto per sua ·colpa. La Camera ,riflette cor,ne in uno specchio ·il difetto di capacità'. e ,di produttività dél Paese. Tutti i cittadiri sembrano,' potrei dife èoo un paradosso, lieti che le cose va- - ,:!ano male, per potere esercitare con più acre pia;– eere la funzione. più inerte ctella crWca· contraddit– tbrià. E gli uomini di ,Governo sembrano i più lieti · di tutti di disfare oggi quèllo c'he hanno proposto ieri, di cancellare ½on una toccatina a ctestra il r.i-· _cor.dodtçiloro amoreggiamenti a sinistra, o viceversa. La realtà· maggiore (accanfo a quella di una accresciuta ignoranza degli uomini e di• mJa minore capacita di sforzo e di studio dopo la guerra) è " che ormai agli Enti .pubblici, e allo Stato in parti-:' colare, oggi aniva ·una, più enorme quanti.tà di fun– zioni e di attribuzioni economiche, cùlforali, mo– rali ecc., Je quali domandano di essere coorèi.ihate, regola(e, distribu.it ~:, appunto: -così. come· omiai' gli · interessi nazionali divengoliO ogni gi,òrno pt(t in.ter– .~azional_io bisogno~.i di essere;ctiscussi e.ac· cordati lflternaz10nalme.nte. · Ora non è, come. alcuno pretend.e, eh€ Io ·stato· np1i possa e nqrt debba" in teoria, 'a.ssumere 'quelle .. funziohi; è che l'antico orcffnamento e i·veechi or– gani dt;!llo Stato, altrimenti apifaati, non sono ca– paci di comprenderle e di regolarle;:, Tra essi, in prima linea, ·molti dei più alti burocratici e dei de- .putati, avvocati nell,a massima parte, mancanti di cultura tecnica; e quindi i Ministri, che assumono j Dicasteri delle Comunicazioni, dei Lavori, deHa . guerra écc., con la S'lessa leggerezza con la quale assumerebb.ero la difesa di' una causa 111 Tribunale. Non è che Io Stato possa ritornare alle primi– tive elementari_funzio-ni della. giustizia, dell''ordine pubblico e della. difesa, come alcuno anacronisti– ·camente pretende. E' vero solo che; 6e i vecchf organi sono solo ,adatti a ·compiere quelle antiche hmzioni, nQovi, organi; -al~rimenti selezionati, do~ vrebbero attendere alle nuove funzioni d' indole sociale. Allora farse· soltanto, e non con· le recnmtna- ., zi01i' i.qu' Oti~i.a.n~_di c'.<!Loro che il gi,ornq dop-o di– ventano M1111stn· per npetere Io stesso sconcio e .non con le mozioni del. Senato affetto dalla stè~sa malattia dèlla Ca_mera e da · stitichezza senile . sì ' p1~reb~e. met~e,r,e fin.~ _alle accademie· dei' :r~to~i e. al arb1tno ~e1 decret1:Iegge. G. MA.'l'TEOT'l'r. ·. J

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