Critica Sociale - anno XXXII - n. 6 - 16-31 marzo 1922

96 CRITICA· SOCIAL;E •. (secondo la facile cr1t1caJ - ho da mantenere mia madre e mio fratello; mio padre è morto io guerra, la pensione è insufficiente. Se mi levano l'impiego, che cosa farò?· Che cosa faremo? Quella piccola donna timida non aveva chiesto certamente, ili usci1:e dalie tepide pareti dome– stiche 'incontro alla vita. li destino, che incalza i:tomioi . ' o cose, l'aveva gettata sul merctito del lavon1; essa a- veva conquistato il sno piccolo posto al sole, e, adesso no~ vol"eva lasciarlo. Giusta èd nmana volontà! Il Censimento, con l; sue cifre sclteletricl,e, viene ad a'vv.ertirci che questo feuo1neno. del1a inva.sioue fem-. 1niuilo nel campo di lavoi·o fin qui' riservato, o. quasi, all'uomo, è dovuto ad una cansa ... di forza ·maggiore, alla necessità, per tante donùe, di gnadagnnr~i la vita, <' uou già' a moventi secondarì e 'passeggeri .. E questa forza ttimmiuile, che è 1 sèesit o, per forza di cose, deve restaie nel campo del Ja'voro, Jia dirittÒ di trovarvi éOJl· dizioni' non· da inferiore, .ma· da eg.nale. Femminismo? No: giustizia ecl interesse sociale. Giustizia: non si chiedono pri'vilegi_.per la donna,. 11ò posti migliori e privilegiati; si domanda eguaglianza di diritto• còn eguaglianza di doveri, non umiEante tol– leranza, rila rispetto: come ad ogni aitra forma di. atti- vità e di lavoro. . I . Interesse sociale: occorre accogliere non con ostilità., ma con equo riconoscimento c1.el suo valore, questo \:rn'ovo elemento di attività. manuale ed intellettuale, che, II\en– tre no.o può essere eliminato, può e deve ~SSl)r.e utjliz-' zato affinchè dia il massimo rendimento. Bisogni nuovi, in tempi nuovi, riconoscimepto di nu·ovi diritti, fusione armonica di nuove forze: così, senza precòncetti e senza futuristiche esagerazioni, aeve essere e,aminato il pro– blema. E, per la sua soluzione graduale, occorrono rJ– forme: riforme nel campo del lavoro e nel campo legi– slativ0. Alle quali deve 'Contribuire e cÒnc.orrere la parte ioteres~Jta, la don~a, perchè in gr~do di meglio cono– scere questi nuovi bisogni dei tempi nuovi. Inutile che i pnrrucconi d'og~i colore, dal più bianco al più rossç, si scandalizzino; è. fatale che, dall1invasione nell'o.fficina e nell'impiego, la don~a •lavoratrice• passi all'i.nvasione nel campo politico, nella vi~a pubblièa, a difendervi i'suoi diritti,. con.-leggi non es~IÙsivam~nte fatte da.gli uomir;ii, ad assumervi i suoi doveri di cittadina.' E non si dica che le donne non sono m11ture a que– 'sto nuovo compito; si ripeterebbe uni). sciocchezza det- tata dall'egois~o IT!aschile. ' Questa massa· femmi~ile ha dimostrato la sua matu– rità alla vit11.pubblic.a, il giorno che, sotto l'impulso e– conomico, ha sàputo occupare il suo posto nella officina o nell'ufficio e che, facendo,· h_a dimostritto nel miglior modo di saper fare. Chè se p~i'la donna, ' qua.si d'im– provviso balzata nell'attività. del lavoro, non avt-sse·à:p.– cora acquistata sufficiente Ip.aturità. alla vita pubblica, la vita collettiva costringerà. le menti femminili·ad,acùire il loro senso critico; il ,contatto quotidiano con le mille .cause esteriori, la: lotta giornaliera per il pane,, Ìormèrà la nuova anima della donna.· Riforme, dunque, non soltanto nelle leggi, ma al– tresì nelle consueh1dini e nei costumi. Si rièonosca che, se la donna ha la missione della famiglia, sproporzione· numerica di sesso con relative _conseguenze economiche obbliga una parte notevole della massa femminile alla rinunzia di questa missione. ed alla ricerc~ di lavoro nel· campo sinora 'riserbato all'attività maschile. Poìchè il fatto n·on si sopprime - tanto meno poi con banali sar– casmi _eluoghi comuni • gio;a comprende,rlo, spiegarlo, e volgerlo al supremo interesse della socifltà . . . GINA G1ANN!NI ALESSANÒ1t1. Bibliote·caGino Bian<lo DALLE RIVISTE • I Col titolo Dfoieti d' importa:::ione ed indiistrie detle materie colarmtti l' ing. ·Ghersina pubblica; nel fascicolo di gennaio-febbraio· ~922 della Riforma Sociale, qn arti– colo in cui riassume lii vicende cl1e• sub} la questiona delle matttrie coloranti artificial{ dall'armi'st'izio ad oggi. Per provvedere allo smaltimento dei colori ricevuti in. conto Tiparaziòni fu costitwita' a Milano', 1 1 8 gennaio . rn20., I' Unione p1·odutto1•i e consmnato1·i di mate1·ie colo• ·i-anti artificiali (i-qdicata ~òmunerµente col nome di U· nione Coloranti,, con uu capitale di 2 milioni di llre, dello quali 1.200.000 sottoscritte dai consumatori .(coto· _ilieri, lallleri, setaioli, cappe1'lai e caitai) ed 800.000 dai produttori. . J\!la 1'11-ttivi'tà dell'Unione fu dapprima paralrzzata dall'ibridi;;mo della sua costi';uzione e dalla perfetta an • tinomia degli interessi che vi erano .rappresentati- e che essa avrebbe_ dovuto conc~liaro i e fìnl poi per ·ser~ire soltanto agli scopi cleLpochi produttori nazionali di ma– terie colomi1 ti, i quali non solo vi . si mostrarono pi(1 compatti ed attivi, ma ebbero per sè l'aiuto dei funzio-· nari dell'Unione, interessati ad accrescerne l'importanz11, e quello del Governo, che voleva ricavare il· massimo utile possibile dai colori rieevuti in conto riparazioni.' Con la cooperazione infine delle stesse orga,nizzazioni'.o– peraie, _preoccupate dalla minaccia di disoccupazione, fatta intravvedere come conseguenza della concorrenza gei·ma– nica, si giunse all'~manazione del Decreto' raaìe 8 feb– braio 1921 (pub.bli~a.,to soltanto il 1 giugno), che ..dav,a facoltà· al Ministro delle Finan·Zl'· di « limitare o, comun-. que, regolare, l'importazjone dll\le m,i3rt:i identiche e si– ròUari a quel1e ch e sono c eaut~ al Governo italiano dagli Stati ex nemici in con.to riparazioni •; e appena pubbli– cato, il Decreto real.i trovò la sua immediata applicazione rte'l DElc,reto ip.inist,eriale 8 giugno 1921, · che .vietava e l'importazione dei colori organici sint,etici e dei p1·0- dotti or9anici intermed1. della loro fabbncazione •, am– Il!etteudo che deroghe al divieto possano esse1'e concesse dal ;Ministero, pu-rchè i colori o prodqtti int~l'medi non s~ fabbrichino, o si fabbrichino in quantità insuffi:cient_th dall'industria nazionale:" , 1 Dagli stessi crite'ri di prott'ziooe estrema fu ispirata, nei riguardi dei colori artificiali, la tariffa doganale en– ti,ata ill' vigore il 1 luglio, in cui si fissarono per essi dei .dazi varianti da 120 a 800 lire oro· il quintale, in un· vapporto che varia dal 30 al 60 per cento d~i prezzi attu~l.i. Si sarebbe almeno .-po,tuto aspettai:e che, _entrata in vigoi;e la nuov,a tariffa,,dovessero decaqere tutti i divieti d'importazion,e·; ,ma. invticll il decreto~ ministel"iale ,del 'S giugno fu mantenµto in vigore.'con !'.aggravante: 1. che, ad. esprimere H ,proprio pareFe decisivo. sulle doma,nde di permessi d'importazioni, sono èhialllati proprio i fuqzip– nari di· quella Unione Coloranti, i quali; come si è visto, sono indotti dalla loro stessa funzione a eentirsi so·lidali coi. fabbricanti na7ticinali; 2. che in quel decreto si eva compresa e ma·n·tehuta, incostituzionalmente, l'estensione del ·divJéto anche ai pròdotti intermedi· che servono allii, f":bbricazione d~i '.colori, che I?- Germania non ha mai cpnsegnati in conto riparazioni •è che lll- 'stessa tariffa del 1 luglio ha colpi,to ooD un dazio mitissi•mo. C9sì il sistema dei di viet,i e delle 'Jicenze, ed in ge– ne1aie' l'intervento dello Stato sotto -la pressione diret~a dei compétenti, conducono 1ton solo al danno di indust.rie., diffuse in o.gni 'angolo d''.Italia, ma arrivano all'assurdo di fare una netta distinzionie fra le stesse industrie nuove che si vuo.J pFoteggere, ,favm;endQpe alcune· cli1i, oltre lji colori, fabbricano· anche i, prodotti in.termed'ì, e dan.neg-. gia:ndone. altre che si: sel'vivano dei prodotti intermedi importati dalla'Germania (1). · GIELI,E.. (1) L'articfllo del GhersiJ\R. mette bene in luce in qualetril.ne.llo siano ingenuamente ofiduti quei noat,ri compagoi'che,ne1lapriroa– vera e~Orsa., si son: diohiar'ati 901idali coi tB,.bbrioanti'di colori nelle loro domande d'intervento dello Stato. Il ~iet.ema dei divi,r.j d'im~ porta.1.ione con relative ''tioenv.e e delle tariffe dogana.I i proibjti ve in nessun·a.ltro campo si rjvelaforae in tu•ta:ta 1ma.essen,:~ come in què– Btodei colori: t·re o quattro JlBr&onedi indieoussa.a.bilitàap.p'rofittano della. rieohezza e dell'influenza. politi ca. ohe hanno acquistato oon · i le fqrniture di i?Uer ra., per imporre nnR t,aglia alla pìU·importa.nte delle indus,trie nv.io~ ali e,~e.ttrRvArao a6 e1sa, a tutta la maae1i1, · dei eo~neumatorj; e non oontentR. rli qn:esto, dopo aver proclamato in tu~ti i. ton~ li). neoessi~à, ?he l'It~lias~ emane:tpi dal~a'.BOJfgezione tedesca e cre1 u~A. propri& rndustr1a. dP1. colon, e.i va.lgQno della propria influenzR per ottt"nere q,n decreto incoHtitu7,.ioD:a,\e che ne imp~disce lo svilnppn. (Nota d,lla CmT1CA S9c1AtF.). I ' .~IGAMON'TI Grn~)J:PPE, ge1·ente1·espar,,sabile. .Treviglio, 1922 -: TIPOGRAFIA SOCIALE. 'I

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