Critica Sociale - anno XXXII - n. 5 - 1-15 marzo 1922

Ma tali premesse' manèivano assòlutaniente neÌ 191?, e maqcano tutt'ora, ragione per cui assistiamo alla fine della rivoluzi@ne russa come afformazione comunista. Le tivoluzi@ni anz_idette sono tutte originate dalla crisi e– conomica prodotta dalla guerra; ma .se questo prova che dalle crisi possono nas.iere Ie. rivoluzioni, non dimostra., - i fatti, anzi, v'engono·a d~mostrare il.contr!l,rio, - che tali rivoh1zioni diano la possibilità di una attuazione del socialismo, qnando manchino le condizioni necessarie di sviluppo delle forze· di produzione e della tecnica. E'· il- determinismo, insomma, che si oppone al vo– ·1ontal'ismo, il marx_ismo al bergsonismo,;. ed in questa ·contraddi~ion.e si dibatte ,contin·uamente il Longobardi: , contraddizione dovuta, appunto, a quella mancanza di senso storico, - comune a tutti i ri voluz:onari. - come osserva il .Mondolfo rìel sno ]ibro • Sulle · Orme di ,l{m·x •· -- Giacchè se Marx ha: affermato che non basta interpr~tare il mondo, ma occorre cambiarlo, ha affer– mato anche, ,però, che i mutamenti non possono ,avve– nire se non come conseguenza di condizioni già svilup– pate: • precisamente in seno ,all'antica ·soci-eta•· , Ora l'attuale situazione economica o, meglio, !_'at– tuale sviluppo economico, è tale da fornire qualche possi– bilità di soluzione socialista della 0risi 1 Afferma·il Lon– gobardi che,. nella guerra, distruzione vera e propria di ,:icchezza non ,vi è stata o, se vi è stati;,, essa si è limitata quasi esclusivamente alla· -manèata produ-zione. di quegli anni, e che quindi un ordinarpento uuovo basMo sull'e– liminazione degli elementi parassi ta~i e sulla coopera: zione dei-. vari popoli non du rèrebbe fatica a còlmare in breve· tempo il vuoto. Questo n.on può fàre il capitalismo che non riesce a da,si u~a o rganiz zazione c,ongrua per affrontare il còmpibo deila ricostruzione economica; e siccome, continua I'A., non è' possibile 'pensare alla' rfoo- . struzione del capitalismo europeo, spe'cialmen te da parte delle classi lavoratrici, è naturale che bisogna provvedere con l'instaurazione di un nuovp regime, quello comu- nista. · . , E le prem·esse marxiste? Afferma,il Longobardi che queste esistono: industrializzazione di quasi·tutti i gr_an– di Paesi d'Europa; -orgailizzazìone deli(l classi lavoratrici che hanno acquistata cpsçienza della loro .capacità;· _con– centrazione capitalisti0a, che· gli studi più recentt dimo– strano avvenire, confermando la q.ottr,ina marxista; il · carattere universale del sis~em11-capitalistlcò; per cu·i la cl'isi si ripercuote dappertutto. Constatazioni in parte esat– _te, per quanto traducano i11 realtà compiu~a 'ed univer– sale quello che, per buona parte, è ancora tendenza ed· aLtuazione-parziale. Ma, inoltre, tutte queste condizioni SOl')O, o no, accompagnate da' un'altra, che è -forse la più Lm portante: cioè un grado tale 'di preparazione e di ma– tul'ità delle classi lavoratrici da renderle capaci, tecr.ica– mente, politicamente e moralmente, di divenire-elemento direttivo della rncietii:'? · · . • E' evidente che questa 1'naturità non eiliste·. Perchè, ~o è vero che le funzioni direttive appartengono tuttora ·a.d una piccola minoranza' non ancora so•cialista, ·-non è possibile, ai G;i1id_ella_ produzione - lq dimostra la'.Rus– si1t :-,, costring-ere questa minoran:i:a a dare la sua opera iu pro' della rivoluzione; e le capacit,à esecutive, posse– dute dalla classe lavoratrice, non sono elemento sufficiente; nè 1'elemento cosidetto piccolo borghese è ancora spiri– tualmenté preparato a quella-salda unione- con l'elemento lavoratore, che è condizione indispensabile di vittoria; esso anzi costituisce ancora ,in 'misura impressiooan te il nucleo più pugnace deUa reazione borghese. D'altra . parte- la gran massa ·dei 1avoratori è ancot· troppo im– pr~parata al règgimento del potere politico. Ed in suanto · alla capacità morale, se è vel'o che' non si può avere una morale sociàlista, in regime capitalistico, è pe_rò.altret– tn.nto vero che è nece8saria premessa. ad un regime so– cialista una coscJ,enza della soliJarietà, la cui mancanza ogni giorno ·ci documentano gli egoi~mi 'di ,,ategorie, di gruppi, rli maestranze, ch2 per interessi particolaristici si fanno alleati e complici ael parassitismo capitalistico contro l'int'iero pr'.lletariabo, Ecco perchè l'innegabile crisi di regime non sig!li6ca og!!Ì µussibi1ità di una so- ·stituzione immediat'a di esso. L'impazienza. può essere uno stimolo; _ma pronto a ritor·cersi dq~ani; coi:ne la biscia che morde il ciarl!l'.tano. Ed un cozzo che. pure segnasse (per ipotesi oggi evidentemente utopistica) una momentanea vittoria, iegnerebbe, purtroppo, una delu– sione per ìJ proletariato, cni la conquist~ dello str,ilmen~o politia? n?n da~eh_be aff11;tto lo. capaciti\ della propnn emanmpaz1one. . ' ' Non h'o b1sogno di addurre a riprova l'esem:Pio del; l'Ungheria o qella. Rus$Ìa. Ohe anzi ho tralàsciafo di . proposito di citare, a con.fubazione de} Longobardi, la rivoluzione russa, da lui' chiamata a té'stimonia1'e b·pos– sibilità di· una soluzione socialista dalla ··crisi in cui si ,dib!i,ttè il regime capit\l,list~- La· cronaca che ·sta diveu– tando storia - e .stori11-gr11ndio~a - di questi ultimi mesi, ci ammll.e§t,ra e ci dà essa stessa la smentita di tutte le previsioni che s11l'caratterè comunista di ·quella rivoluzione si son fatte, e .ci dimostra che cosa della rivoluzionè russa rimanga. Rimarrà la conferma che non vi può essere « concomitanza di condiziq_ni tali- da ren– deFe possibile la coincidenza della rivolnziorie èontro il vecchio mondo feudale con quella ·socialista, coincidenza che sarebbe la soppressione quasi a~soluta· di una int era fase - e di gran lunga la più operosa ed importan.te - · della evoluzione sociale •, , ' · . Questà è la vera conferma del marxismo. · D~t.t. 81.LVlO BARRO. La teoria della.,miseria crescente. (l.1 1n quest·a dottidsima opera il Michels non discute criticamente la tanto di-battuta teoria marxista del!' im– miser)mento proletario; ma, come avvert~ nella prefa– zione, es·amina « solò l'aspetto storico del :Jò\Ilma della miseria crescente • . ' · . Fin dagli inizi del '700, si trovapo, negli s'critti di ·molti autori (soprattutto francesiJ, i. primi germi della 'teoria dell'immi'serimento. E' però il _frate veneziano Giamrn"aria Ortes il primo che va oltre la sempl(,,e con– •Statazione empirica, affermando l'esistenza di un nesso ·1ogico fra la • quantità di ricchezza• e la • quantità di miseria•, io ·un Paese, nel senso che una maggiore ric– chezza di /l,lcune clas§i è inseparabile·da una maggiore miseria delle classi infe.rfori. Questo.fatale _paralleli5:mo, cui dette nuovo ril!evo l'introduzione delle macchine, ebbe svolgim.ento e 11Ju– ~trazione da. una serie di scrittori (Louis Hlanc, Adol– phe Blanqui· Chai·les Fourier, il Sismondi.-; giusta– mente considerato precursore della teoria marxista d_el plus-valore - ; il Proudhon, Victor Considérant,· e mol– tissimi altri ancora .in ·Francia; John Locke, Roberto Owe,n, il Ricardo, autore delle due famose leggi sul sa– lario, ,ecc. ecc.' ii Inghilterra; il Pecchio, il Mazzini, il Pisacane ecc. in Italia). •Di fatti costoro il 'Michels · es~one- il _P?nsiero_ c6n succi~ta _chiare~za, mett~,ido_ 1 i~ rilievo le ,d1ye1·se 1nterpretaz10n1 che ciascuno d1 ,essi, da · della ·teoria dell'imrn'is·erimento, le varie c"use da cui .ritiene generato il fatto, ti il differente grado_ di esten– sione che. gli attribuisce. Così per alcuni la· crescente i;niseria è un fatto puramente economico, per altri è an– che fisiologico /per il logorio fisico dovuto ali& vita della fabbric1t), per altri è anche, e prevalentementè, psicologico (per. la ogpor crescente, coscienza della pl'opria miseria e l'aumAn tata divario tra le. condizioni ,delle classi sociali). L' A., olt1·e a riassumere le varie formulazi.oni teo– riche che la tesi della miseria crescente ha assunte nei varì scrittori, ci descrive anche, con precisione di ;parti– colari, la situ.azione ecqnomica e sociale della Franci:i e dell'Inghilterra in quei tempi, con le parole stesse di scrittori contemporanei, dimostrando così per q1:1alicon– dizioni il dogma dell'immiserimento progressivo; assai prima di' essere acqi;iisito alla dottrina marxista, fosse già da tempo entrnto, sia nelle teorie degli scienziat,i, sia, nelle opini.oni' degli uomini politici. Anzi la i;niseria finì per èssere considerata· un male necessario, il pre– supposto indispensi,bile dell>1 ricchezza, • l' abJp.osfera normale di bgni società progredita; e subita, •quindi, da parte dei non interessati; con candida ·rassegnazione e fatalismo sr,rprendènte •. Infine. ecco Marx· ed Engels riassumei-e nel JYla.ni– festo de-i Comunisti, , le varie teorie dell' ii;nmiserime'nto, da.rido alla nuova teoria sintetica una forma pii\ brillante ecl espressiva•. Le pÒlemiche e le critiche numeros:~-– sime, ché uo·a così a~torevole·riaffermazion·e della teor:a della miseria cresce-qte suscitò, prima da par-te ili Engen10 · Pf1hring, come, .m cilt\ an ni pil'.1tr1.1·di,di tuttala corrente revisioni.~ta con a ca.po , il Bernstein, trovan_o una chiara illn'Ìtr~zione nell'o pera del l\fichels. • Uno spazio invecA 1·elativamento brevA,ilatnfagrnn- (1) R. T\f10imf,S - La, teo'l' ia di lJ/a.r:v delln mi.rieria. crFJ;,cente. - Torino, Fratelli Bocca, 1 ,a.gg. 91-I, L. 20.-

RkJQdWJsaXNoZXIy