Critica Sociale - XXXI - n. 23 - 1-15 dicembre 1921

CìdTlOA sbclAL~ / 361 .....___..__._~--~~~~- --------------·------~'--'-'--'-~'--'='"'--~---~~~------~ _.,/ costruendo e modificando di mano in mano, sulla base delle esperienze storiche via via realizzanrisi. Lo sca– tenamento delle masse contadine all'assalto della terra, lo sfrenamento delle masse operaie allo sconvolgimento del regime è del funzionamento· ~elle fabbriche, sono stati ben più un incomposto dilagare· di forzè sponta– nee e irriflessive, che non un-'avaozàta di eserciti con– dof.ti da capi; i quali capi han·no beH più seguito che non diretto il movimento, perchè la necessità storica ora più forte di loro è più iù1pellenle dei piani pro– graiµmatici da loro architettati e proclamati, ma, se– condo_ l'ingenua frase di Lenin, inevitabilmente di– menticati. ·· Strùmenti di tale necessìta: nell'atto che inseriva– no - contro le loro caute prtimesse dottriuali - ent.ro il loro programma l'abbattiwen1o .immediato di un ca– pitalismo appena all'ini~io' della sua funzione storica, · sono oggi strumenti della stessa necessiti1 nell'atto çhe richiamano, come direttiva della nuova azione loro, l'esigenza e lo sforzo della ricostituzione rapida e vi- · gorosa del capitalismo stesso. La distruzione cì jamais del fa)ldalismo aveva.bi – sogno, in un primJ) tempo, che fosse sr,onvolto ed in– franto il capitalismo esistente, di origi'ne nazionale o di importazione, -che avrebbe· alkimeriti, dominando econom:camente il Governo, ostacolato con ogni influenz~. politica la rivoluzione dei contadini. Ma lo svolgimento ulteriore del processo storico, iniziatosi cun la· forma– zione della grande elasse dei piccoli proprietari rurali, esige oggi, in un secondo tempo, che al capitalismo, e allo sviluppo indnstriale, che è suo compito, vengano 1:Ìa'Perte le porte e S{'ianata la via. Oggi: perchè ormai il capitalismo, di-spersi i suoi vecchi rappresentanti, non costituisce pii'.1un ostacolo, una minaccia_ o un pei;icolo per la rivoluzione untifet1- dale ormai saldamente appoggiata alla immensa classe nuova dei _piccoli proprietarì çontadini; e può quindi r-iprendere la sua funzione d1 _forza. propulsiva qel processo storico:_ traendo al suo svolgimento quella società. borghese, che s'è già piantala sulle ro':'.ine del feudaJismo, e preparando il vero. terreno di un futuro movimento proletario. Un chiarimento è qui opportuno. N .,1 parlare di una n!)cessità storica, della quale i comunisti e la loro rivoluzione souo stati strumenti. per gran parte inc.on – sapevo]i, io non intendo affatto qui riferirmi ad nn oc– culto potere, quale l'hegeliana astu.zia.·rlella Ragione, che muova gli uomi[lj per l'esec11zione di un prestabi– lito piano razionale o provvidenziale ad essi ignoto. Ma intendo esprim.ere il fatto che, nei grandi movi– me~ti storici, la sub-coscienza degli ist.inti, degli im- 0pul_sie dei sentimenti, cbe risponde nellfl masRe allo lìtiwolo delle condizioni reali e ai bis9gni e alle esi– genze da qneste t1uscitati, sovrasta e domina con là sua potenza ed efficacia la coscienza razionalo clei pi·o– grammi e' delle dottrine politiche. Siccll;è i part.iti, che paiono o credono dirigere il processo storico, sono come alfieri di una colonnJt in.marcia, mossi più dalle spinte di questa che dall'iniziativa propria, e seguenti per ciò, n_on una direzione ed un ritmo prestabiliti da loro, ma qnèlli che la preesione da dietro incalzante viene imprimendo al )oro procedere. In questo caso i comunisti, che rappresenf-avano, di fronte alle esitanze e rilut,tanze di tutti gli altri p;i.rtiti d'innovazione, l'unico nucleo. deciso all'azione rivoluzicnaria immediata, violenta, inesorabile nella di– struzione di ogni resid,10 del preesistente regime eco- nolJ)ico-poliHco, erano designati, non certo dal loro pr(!gramma costruttivo, ma dnl loro im11etuoso Ardore cli8lrutfivo, a ca_peggiare il tonenle delle masse con– tadine, precipitanles1, per l'esasp.ernta, fame di t.erra, all'invasione dei dominì della nobiltà. Dal canto loro i comunisti, come partilo di rivoluzione, dovevr.no ne– cessai iàmente appoggiarsi alle. forze che al· moto insur– rezionaie erano spinte dall'impeto frresistiliile dei loro biso~ni e delle loro esigenze più elementari eèl imme– diate. Q.ueste for-ze che, come bo detto, erano le masse contadine, irrompenti collà furia di un torrent.e all'a~– salt.o delle terre, e.;igevano che nel programma dei ri– voluzir.11ari fosse inscritt,9, in,ima d'ogni altra cosa: la te1Ta ai contadini. E i comunisti, per avere ron sè i contadini, adottarono e bandirono la formula; e - documento tipico del processo sopra accennato, per cui essi, strumento di una necessità storica più polente di loro, do,•evano costrnire per ciò via via lo ste~so pro– grarruna dottrinale sotto la pressioue dell'esperienza • non soltanto 1iconobbero i·n quell'atto una necessità, creat.à loro dalle condizioni particolari della. Rn-ssia, ma vollèi·o tradur1a in un'esigenza 1eorica universale, che poi Lenin e Zinowieff, néi loro messaggi, t,ent.a– rono imporre auche ad 'altri Paesi, nei quali 111. fase storica russa era pur si.a.ta sorpassata sin dai tempi della rivoluzione fran cese, ' Quella formula. per essi voleva significare l 'instan– razione -della produzione e de:Ja dish:ibuzioÌ1e comifni– ·st.ica; pel' i cont.adini invece significava re:i.lmente l'ap · propriazione individuale dei mezzi e dei· prodotti. Ma se ·l'illusione (•ornunistica potè ilei rivoluzionari sorgere e diffondersi, ciliscese dal ,fatto che le masse mrali ave-· vano bis,,gno di nn rovesciamento della classe ancora dominante, ed aint.avano e spingevano all'azione che l'abbatteva:' om nei centri del potere stafale questa classe dominànt.e rappresentava il capitalismo indn– st,riale, e quiffdi l'atterramento di esso appari,;a natu– rahnente .come 1·ivoluzione comunista. Appariva;. ma no.n era e non poteva essere; perchè l'insro,urazione di un'economia socialista non è snltanto prolilema di distribuzione, ma è, prima ancora, ·pro– blema di produzione. I comunisti 1100compresero al– lora, nell'ioopeto dell'azione, che una rivoluzione non è t~nto distruzione, guanto (e più) ricostruzione; ossia chfl non esige soltanto l'abbattimento di .. una classe dominaute, ma ben più la sua sostituzione nelle fun– zioni della vita e dello sviluppo sociale. Qui è il grande errore d'ella loro, visione, che considerava per il proprio P>rese e teorizza.va per tutti gli altri !a distruzione o lo, sfacelo della classe capitali'stica, come equivalente senz'altro alla rivoluzÌone comunista. Errore di visfone e cli va.Jnfazione, più che di azione interna_ al loro Paesfl; perchè in questo loro Paese il temporane<dis– solvimento del capitalismo era indispensabile • come ho deUo - al saldo trionfo della 1·ivoluzione dei con– tadini, é rappresentava quindi nna necessiti1 st;orica, anche se il suo significato e valore era mollo più li– mit:i.lo di quanto apparisse alle illusioni dei comunisti. In v,erità, che la rivoluzione, effett.ivamenfe e sal– •dainente compiut.a in Rnssia, non sia che quella robe– spierriana del .1793, non è sfuggito del tutto alla con– sapevolezza delle menti più aperte del bolscevismo. Lenin più volte ha mostrato di -intenderlo abbastanza chiaram,ente, e lo ha esplicitamente dichiarato. Così nello scritto su l'ope·ra di 1·icostntzione dei Soviety egli diceva,· nel 1918: « pa,ragooando la nostra rivoln– « zione con Je rivoluzioni dell'Europa occideiltide, noi « siamo, più o meno al punto raggiunto in Francia «. nel 1793 e nel 1871 >, Nel 1793, cioè con Robe– spieqe vittorioso nella stabiliti1 irrevocabile di una con'qnista diffnsa i tutto ~l territòrio della Franria; >

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