Critica Sociale - XXXI - n. 23 - 1-15 dicembre 1921

CRITICA ioc;rALE ' ,367 reprobi, non importa che le gemme dell'amante siano il prezzo del pane rubato a.i bimbi del concorrente battuto. Non importa ohe la' mia vi'ttoria sogghigni sulla deso- lazione :lel tuo fallimento. · · Non importa. Noi abbiamo giocato la nostra partita fino in fondo, · e 6gni giqoco - come ogni guerra - vuole dei'vinti e dei 'l'incitori. . · . Il giuoco e la guerra! Essi forse derivano da un'u– nica radice di assurdità. Il vinto di oggi - chissà!? - sarà forse il vinci~ore di dom_ani. , Oggi a te domani a me,: è questa la voce d-'una sàggezza che ·contempla codesto macabro giuoco millenario. E'· qua.sta la feroce c~renza dell'incoerenza. E sempre .è giuoco, è caso, è azzardo, à ingiustizia, quando non risplende una legge- che· adegua il bene• al merito, in tutte· le sfere dell'attività. umana. Ogni bene che non ha una conquista e un'appropriazione indebittt quando rion è una truffa. · · Il gioco e la concorrenza si equivalgono nella nega– zione· d'ogni legge' morale. L''unica differenza è n'ella percentuale dell'iniziativa e del rischio: quantità, non quà.lità. Il palazzo della Borsa e ia casa da giuoco sono due templi d'~na m~desimR religione, ugualmente orto– dossi. Non importa se la liturgia è diversa. . Il ·giuoco !l'azzardo è la éoncorrenza che ba perduto il pudore e tradisce perciò tutta la sua in tim11 essenza. Ma ecco appunto che taluni interveç.gono qui con un argomento che ha una ·forza innegabile di suggestione. Si dice:_• poichè il giuoco ·serve a mostrare centu– plicato l'orrore del capitali,smo e ad accrescere quindi l'odio contro di esso; i socialisti,· che lottano contro le caùse e non contro gli. effetti, devono desiderare che la bruttezza dei sintomi acçresca l'impeto della lotta con- tro le cause del male. • ,· · Senonchè a questa a.tregua noi dovremmo contem– plare inerti il terribile contagio del giuocg, compiacen– doci degli stimoli suscitati da codesto spettacolo contro· . iI capitalismo. E a questa stregua, ancora, dovremmo. immobilizzarci nella contemplazione della guerra, che del capitalismo è l'effetto più tragico, più ,ripugnante. Quando una pianta produce dei frutti velenos_i giova estirparla dalla radice, ma è tuttavia eccellente precau– zione spiccarn,e i frutti, a scanso del piu immediato pe– ricolo. Il giuoco è certo un ,frutto del sistema capitali– .stie.o, ma è a sua volta la causa d' infiniti mali. E se è vero che il giuoco ha la sua radice nel capitalismo, è 11.nchevero clie. la casa· da giuoco è l'oc~asione che mol– tiplica il giuoco. e i giuocatori, suscita la curiosità d"ei profani ed esaspera la· passione degli- inizia ti. Né si vede come si potrebbe conciliare la ripugnanza della causa con.l'indulgenza ·per l'effetto. Tanto più che la coerenza dell'effetto alla ,causa - cioè del giuoco al capitalismo .- risalterà in tutto il suo rigore soltanto da un inesorabile isolamentoldi tutto il sistema avver– sario·, e l'odi.o per codesto sistema sarà tanto maggiore, quanto più profondo .scaveremo l'abiss'l tra le nostl'e a– spirazioni e le loro attrattive. Chè se viceversa noi ci abitueremo a tollerare il giuoco - o, peggio, lo sfrutte– remo - ogni stimolo di reazione contro questo brutale .iffetto dell'ordine capitalistico s'andrà via via attenuando, non· solo, ma noi perderemo anche l'autorità di detestare, per questo effetto, ·1a causa stessH. ond''esso è generato. La nostra. condanna, dev'essere dunque r;soluta e severa, come" un dt-bito di coerenza. "Non la:sc"iamoci distrarre dalla nostra disciplina ì– deale per il miraggio dei facili tornaconti o per le per.i- colose lùsingq.e polemiche. , · C'.è un'intransigenza nella quale tutìi ci· dobbiamo. Rtringere formidabilmente - al disopra d'ogni tenden' za :- : l'àustera intransigenza della nostra purezza. Ogni concessione è ,una rinunzia : ogni indulgenza una viltà. Le ·amministrazioni socialiste dei paesi prediletti dalle equivoç:he clientele rinviino piuttosto la nuova-la• stricatura deJle vie principali. E' assai più impor.tante curare la via che con.duce al socialismo; 'poichè tanto pju. tosto la percorreremo, quanto più rettilinea e 1iscia la nostra opera di custodi sa.prà conservarla. I mali pa.ssi si scontano inesorabilmente,· e non già nell'insolente --mali'gnità. degli· avver,sarii -· che è ben piccola cosa. -, ma nella degradazione d!!l socialismo. Non oi dolga dunque di sembrare preo-ccupati di qt1ella, per amore di questo. Antonio Greppi. l=>ALLE RIVISTE _Una proposta originale per aumentare e disciplinare il reddito delle imposte in Germania si legge nel fasci– colo del 1 navembrn della Rivi&ta tedesca Das Tagebuch. Il progetto potrebbe utilmente trovare appli-'cazione an– che fuori del Reich: perciò è opportuno farlo· noto ai let– tori della Critica Sociale. La ripartizione e riscossione delle impostè, seri ve la Rivista, fu dai tempi più antichi uno ·dei còmpiti più difficili e ingrati dello Stato, sia perchè, quanto mag– giore era lo sforzo per distribuire le tasse secondo giu– stizia, tanto più la burocrazia appariva insufficie11te e inetta allo scopo; sia perchè_, quanto più si andavano differenziando i meto,di della ripartizione, tanto meno"era possibile preventivare con esattezza le riscossioni nei progetti di bilancio statale. Perciò i Governi cercarono sempre di allontanare ~a sè la difficoltà e l'odiosità del– l'esazione, trasferendole a intermediari che. dessero allo . Stato sufficienti garanzie e assumessero per proprio conto 'le antipatie dei popolo taglieggiato. · · · , Si adottarono a tal fine due sistemi principali: quello dell'appalto, e quello della ripartizione. Col primo, lo Stato trasmetteva la facoltà di fissare e riscuotere le tasse in un determinato d"istretto a una -persona che in cam– bio gli versava una somma annua à forfait: ciò avveniva dell'Impero romH.no, nella .Russia c~arista, nella Francia nell'ancien régime;- e i risultati erano l'arbitrio nelle ta@•, sazioni, l' impoverìmento ·nel popolo e,. spesso, furiose in– surrezioni. Col secondo sistema, si addossava a certe.cor– porazioni. politiche ed economiche una contribuzione com– plessiva, che quelle dovevano poi ripartire fra i loro sin– goli membri. Di questo metodo, sEtguito nella veéchia Gern1ania, rimase traccia nella Gérmania ,bismarckiapa~, nelle cosidette • contribuzioni matricolari,: non generò gli inconvenienti del metodo dell'appalto, ma finora pa– reva più id.atto a tempi di economia non complicata, ~ tem_pi in -cui l'amministi·azione centrale non possedesse ancora un corpo d'impiegati e le attitudini occorrenti a esercitare in regia !'.esazione delle imposte, i:oichè ap– punto 111. regia, cioè il rapporto diretto fra lo Stat-:i e q contribuente, era creduta sola conveniente allo Stato mo;1.erno. ,Ma nella Germania. del dopoguerr\l, così onerata da enormi e complicate imposte, che non può cerfamente disporre di una burocrazia adeguata al còmpito colossale, è· impossibile,. anche coi più raffinati metodi di valutR– zione, calcolare il prodotto effettivo delle nuove leggi fi. nanziarie; e non c'è autorità statale abbastanza forte per imporre l'onesta esec uzi"One di quelle leggi nè per resi– stere al malcontento gener11.to da cosi esose spogliazioni. Quindi una nuova j;e oria propu gna il ritorno al sistema delle·· e sotto-aggiudicazioni•, rimodernato in conformità dei· nostri tempi; cioè alla racr.olta delle ·imposte per mezz.o di Steuergemeinschaften, di • Comunità di con– tribuenti •. L'ideatore di qùesto pi:ogetto è il finanziere Giorgio Bernhard; una sua pubblicazione in merito non soltanto fermò l'attenzione e -ottenne 1'11.pprl)vazione di ministri, ma suscitò vivi e si!Jlpatici commenti in potenti circoli finanziari; cosicchè si- pnò affermare che l'idea stia fa. cendo molta e rapida strada. ' Praticamente, la tesi viene enunciata così: lo Stato continui ad assegnare, e a riscuotere direttamente d11.l singolo contribuente, le tasse necessari~ per i· proprii bisogni; ma istituisca interm(ldiari, Corpomzioni di .coi1- tribuenti, per gli oneri finanziari che gli derivano dal trattato di -pace. Queste Corpo~azioni dsvono raccogliere in associazione i singoli: gruppi commerciali e industriali; così ce ne sarà una dell'agricoltura, una dell'industria chimica, una delle industrie banc11.rie,e cosi via; ciascun~ delle quali potrà, occorrendo, suddividersi ulteriormente. Ognuna di esse pagherà allo Stato un'annuR somma dè– terminata, commisurata alle tasse finora pagatè, 11.i c11.pi – ·tali_ investiti, all'arnmontare del'l.a pròduzione, all'esp or– tazione media degli ultimi anni. Libera ogni Corpora• zione di fissare la distribuzione e il modo di incassare tale somma dai suoi singoli mémbri: medi11.ntecontributi diretti o indiretti, tassando le esportazioni o -il reddito globale; 30!0 suo obbl(go è quello di p;ocedere con im, parzialità. Garanzia di questa imparzialità è la disposi– zione che il comjtato direttivo della Corporazione debba essere eletto dagli stessi componenti _di quella, e rispon– dere di fronte .ad essa del proprio operato. '.

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