Critica Sociale - XXXI - n. 23 - 1-15 dicembre 1921

CRITICA SOCIALE 365 vitigni ·di uva da vino sani· e. pièn'amente redditizi e il viticultore che, avendo viti filosserate non ri– nuncia che ad un raccolto scadente ed in~erto. N~turalmen!e il Regolamento dovrebbe conge-:. gnare 1 controlh per modo ch_e l'assegnazione dei pre1!1t:iusc~sse la più rapida possibile, e immune da. 1nc1amp1 burocratici. ( Continiu1.) David Levi Mo~enos. Aziende pubbliche ·elibero c mmercio L'eloquenza dei fatti. Dal tempo iu cui fu scritto e ill\Tiato - sou circa 4 mesi - il mio _articolo im le funzio11i di cr.pp1·ovvigiona– mento delle aziende pubbliche, pubblicato uei numeri 18 e 19 aella Critica, (articolo che ho voluto t_uttavia la– sciar immutato, giacchè esso rispecchiava una situazione che. era. inter~ssante cog_liere e fissare)--sono sopravve•· nu ti fatti nuovi che suggeriscono nuove considernzioui. ( 1) Sulla possibile bunefica attuale influenza del libero commercio, mi -sono sbagliato . ma per troppo ottimismo. , Dopo un breve periodo di ribasso - dovuto alla varia– zione dei e.ambi-, è sopravvenuta una nuova recrudescenza di prezzi, pericc,losissima per l'invernata prossima. Il I i– bero commercio non ha dimostrato di essere il toccasana: avrebbe anzi dim,ostrato che usa di tutti pretesti allo scopo di rincarai'e i generi. . I fatti, verificatisi in questi 1dtimi'tre mesi, hanno dimostrato due cose: la mancanza di coscienza nei pro– duttori italiani e la necessità per lo Stato di curare il problema ·dell'approvvigionamento. . . _l. - Nel 1920 (non era prévista la possibilità. del npr1stmo d~lla libertà di èo~mercio dei cereali), il Go– verno - prima delle semine - promise ai coltivatori di frumento un prezzo di requisizione rimuneratore (L. 125 al_ quintale), in base al qustle ,i produttori largamente se– minarono, Nel 1921, il Governo del-ibera la libertà di commercio dei grani, I proàuttori - che avevano reclamato tale li- ' berta a mezzo di ·putti i loro organi (associazioni stam– pa, _dep~tati agrar\, _ecc,.)- àll'ultimo momento, pirr un , pamco 10comprens1bt)e, pretesero che lo Stnto si impe– gnasse ad acquistare il grano del raccolto 1921 al prezzo promesso. , ' E il Governo ha dovuto accettare l'imposizione sta– bilendo il sistema della « libera ,offerta • del grano' allo Stato, sulla base delle 125 lire al quintale. M,- i produttori italiani, visto il cambio elevatissimo .cogli Stati Uniti, tentarono la speculazione sul pane e non offrirono al Governo altro che i/ 7 di quanto gli l).ltri ~nni veniva ritirato dalla requisizione. Invece di vendere il grano allo Stato a 125 lire, e&si aspettano di pqtel'lo vendere sul mercato libero a 140. - Come vedesi, il senso patriottico non ha valore di fronte all'interesse personale. 2. - Ma un problema grave ne è derivato al qo. ·ve~no. I prod1lttori dunque non offrivano allo Stato, rria chiedevano ·140, e trattenevano il prodotto nei granai, V'erano due soluzioni, pel Governo che- non poteva permettere la speculazione sul pane già fortemente rin– carato: o la requisizione o l'importazione. Sinora il Governo. intende valersi del secondo siste– ma: e importa g1:ano dall'estero e lo mette in vendita ai Consorzi Granari sulla base fissa di 125 lire. Nel caso 11ostro avremo~ .fabbisogno annuo GO mili,mi di quintali di grano produzione 45 15 di Q.li di grano da importare. (l) Anobe queata poatilla. ci è ~innta. da. lungo -tempo orma.i; ma ci mancò lo spaaio per pnbblicarla. prima d 1 oi-a. (Noia deU... Critica) Però dei 45 milioni di produzione: 6 milioni sono usati per le semine 10 sono tratte_nuti dai produttori per le pro– prie famiglie e per le proprie industrie zootecniche, · 10 sono trattenuti dai produttori per le fa. miglie dei coloni, ecc. 19 sono venduti. ' Gli ultimi 2!l niilioni di quintali vengono vaiutati dai produttori al prezzo del mercRto e, nel nostro caso, (calcolàndo il cesto. del grano estero anche solo a ,135) i ~olt_ivatori italiani tentano di , svillare • alla popolazione 1tal1ana alm_eno 2!)0 milioni di lire. ' Senza l'intervento dello Stato (che costerà già oltre 150_ mili?ni_ di lire) l'Italia dovrebbe pagare ai produt– ton ,taham una taglia ~i alti'i ,ioo milioni per marigiare! Ma un'altra constatazione d'attualità è da considerare, , , A ~ausa della Jluttuazione dei cambi e per la quan– t_1ta ~e1 cap1tal1 occorrenti, nes,mno tenta oggi, in Ita– lia, l'importazione del grano. Non ve ne è la convenienza /sicurezza di guadagnare o di speculare) e per0iò nessuno 1:mporta. E il Governo· è obbligato a occuparsene e ad importare. Anche da ciò è rafforzata la conclusione che certi _ se~·vizi d'approvvigioi;iamf\nto non devon'O più essere la– sciati al libero arbitrio del ceto commerciale (che non ha preoc-:upazioni nazionali 1, ma dev;ono essere· o gestiti d_alle Aziende Pubbliche, o dalle Azie11de pubbliche con– trollati e diretti, Alcuni ami.;i - delle • teoriche pure, e ùella •Scuola liberale• · fanno, al contenuto dell'articolo mio pubbli– cato su queste colonne, osservazioni •lhe sintetizzo in due • giudizi • : . , . a) • H ribasso vero si avra soìo quando la produ– zione intensificata avrà rimesso l'e·qua proporzione fra la moneta •circolante e i ben i esistenti • . D'accordo, in teoria; ma rammento anche che la dot_tr!na considera l'i~fl.uenza enorme dei fattori psico– logici che provocano, da un lato, le rivolte degli alfa– . mati: e dall'altro, le vergogue degli incettatori. Si spiega forse con la teoria pura il fatto rivoltante dei cascinai che elevano il prezzo del proprio•formaggio da, 1300 a 2500? ò dei·colti=tori clie non offrono il grano al Governo dopo l'accordo a 125? · · · In ogni modo, le oscillazioni-dei prezzi sono fatbi con– tin-genti, sui quali ùevesi influire: l'attesa dell'equilibrio non è virtù di'popoli, nè di uomini che vivodo la·vita 1·ecrle. b) • Lo " Stato ·politico ,, non può ~ ora - effi– cacemente mutarsi in organo economico, monopolista». Il giudizio è dovuto a una di versa valutazione· dello Stato moderno .. Fin quando esso r'appresentava una sola classe economica (ammesso che ciò sia stato vero), essa pretendeva che le funzioni statali non tùrbassero il li- bero svolgimento delle attività produttrici e commerciali - , ,. · , déll:a classe, Ma, oggi, lo Stato è una risultante di forzè·' economiche e di foi•ze politiche, Si è profondamente ra– dicato il concetto d~ll'interesse nazionale e dell'interesse ge'?erale, sop~·a ogni cosa. E ben~hè tale principio « po- bt·1'co • non sia sE1mpre stato applicato, purB', in momenti solenni, il concetto ha avuto il sopravvento, Per la Guerra, per la Patria.! gli interessi particolari potevano essere violati in nome dell'interesse genemle, In queste. coni!izione di fatto (lo Stato ·= risult»nte di forze), possono essere richiesti al).o Stato funzioni ben diverse e· maggiori di quelle di un tempo; e, se si rie scontrassero,inte1·essi economici generali, lo Stato potrebbe e dovrebbe custodirli e difenderli, Di più, La • classe• non ha solam,mte interessi o– mogenei, ma ha anche i,,teressi divergenti; è anche -co-, stituita da categol'iè e da sottocategorie diverse e con– trastanti in alcune loro particolari attività, Ba ciò una continua richiesta di interventò statale in difesa dell'uno o dell'altro interesse economico, E in fine: qual' è ancora ~oggi - lo Stato pura– mente• politico»? Come si può definire« politico• - ho già detto nel testo -. uno Stato che si iuteressa· (cura, difende, proteirneJ anche della produzione nazi·onale e dei rapporti di scambio intern11,zionale e dei trattati com– merciali Il concetto d, Stato politico è ormai sorpassato.· ÙBERDAN G1GLI.

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