Critica Sociale - XXXI - n. 23 - 1-15 dicembre 1921

,. in via esemplificativa - che avrebbe1·0pi·opi--iocurn d'anime (e <l,i corpi) i.n questa matei·ia. Possibile ché anco1·a e sempi·e noi dobbiamo conclude1·e col nos c·animus silTd\s dell'antico poeta? Comunque, finchè avremo fiato, non abbando- ne1·emo la pai·tita. F. ·ruRATJ. "Io credo che l'Italia diverrebbe la prima delle "Nazioni, se il suo popolo tesoreggia~s,e l'annua " quantità di denar.o, di tempo, di forza nervosa, "di salute, di moralità che sacrifica all'alcool, al– " l'ozio, nelle osterie.,, Così l'On. Turati alla Camera, il 6 Giugno 1913, nella discussione del djSegno di legge Giolitti contro l'alcoolisìno; della quale chiese allora la sospensiva, affermando che il primitivo progetto Luzzatti del 1910, mutilato nel 1911 da_l Senato e nel 1913 dalla Commissione della Camera, era diventato un'irri– sione e, tradotto in 1-egge, non avrebbe valso che a dare all'Italia l'illusione di una difesa legislativa contro l'alcoolismo. L'on. Luzzatti pregò allora ii collega di ritiràre la proposta di sospensiva, arguendo che - malgrado l'imperfezione del progetto - la discussione e l'e- . sperimento avrebbero posto· ail'ordine del giorno in tutta Italia (c_ome infatti avverine) un problema che interessava così profondamente la conserva– zione della -s-tirpe. I fatti. tuttçivia -finirono per dare ragione al– l'on. Turati. E invero la legge del 1913, peggio– rata nella applicazione da un pessimo regolamen– tò, non valse affatto a limitare l'alcoolismo. L'e– sperienza ha dimostrato che non si previene !'in-· tossicazione alcooiica se le leggi a ciò dirette non agiscano anche sui fattori d'ordine morale che pro– vocano l'abuso degli alcoolici, e su quelli d'ordine eéonomieo che ne favorisc-ono l'eccessiva produ– zione. Occorrono provvedimenti 1egislativi che, pur combattendo le cause dell'alcoolismo - prima fra tutte l'eccesso della produzione enologica -, salva– guardino l'economia dell'industria viticola. Per uno scambio di idee, che conducesse a pro– poste concrete da presentarsi al Governo, 'si tenpe in Roma nello scorso agosto, per iniziativa dell'on.' Turati, un Convegno fra taluni eminenti parlamentari e studiosi, che commise ad un Comitato Permanente di _preparare un'azione che coordini la lotta antial– coolica con gli interessi della -viticultura: E poichè il Cònsiglio .di quel Comitato, del quale ho l'onore di far parte, ravvisò nelle idee da me ·espresse la possibile materia di un'azione ·legislativa, io mi sento incoraggiato ad esporre qui alcuni fra quei còncetti che propugno da tanti. arlni (J) e a formu- (lJ Dott. D. LEVI MoR.llNos:1° La lottaconfro l'alcool-ismo e gli interessi agricoli industriali • in Italia çrgricola - (Piacenza 1904), - II 0 Il problema alimentare in Italia. Conferenza all'Università Popolare di Vene!lia, in Rivista mensile Scuola Libem Popolare di Venezia-(Stabilime•to grafico Leonida Marin, Schio 1906). - IIJ 0 Il progi·amma_ minimo. della lotta cc,nfro l'alcoolismo in Venezia ('Tipo• grafia Orfanotrofio dei Gesuati, Venezia 1908). - IV 0 L'o• pera del maestro nella pi·opaganda conti-o l'alcoolismo - 8.'3lazione presentata al Primo'Convegno Magistrale· te· nutosi in Venezia nel 1908 - O:ffirfoe Grafiche V. Calle– gari, \'enezia,.1910. - V 0 'J grandi problemi dell'alimen– tazione in Italia (1. Pane e vino. • 2. L,atte ed uva. · L'ut,lizza~ione dei mosti. • 3. L'intervento dello Stato· 4. Al_coolismo vinario e psiche collettiva), in Ci·itica So– ct:ile, 1920, num. 17 a 20; estratto nell'opu!'eolo • Confro il vino e per la-viticultura•; • Alle organizzazioni ope· raie e contadine•, con proemio di Filippo Tt\rati • (R. :Qinnporade Figlio, Editori ; Firenze 1921J. · $63' lare alcune proposte concrete suggeritemi da una lunga esper_ienza, fin da quando, nel 1886, insegnante . nella R. Scuola Superiore di Viticoltura ed Enolo– gia di Conegliano, mi trovai a contatto con insigni studiosi di questo ramo dell'agricoltura e dell'in– dustria, e maturatesi di poi nelle varie fa~i- della nostra propaganda contro l'alcoolismo. r Autorevoli studf e scrupolose statistiche hanno· già esaurientemente dimostrato come col consumo del vino siano cresciute sempre di pari passo tutte le fata'li conseguenze dell'intossicazione alcoolica. In una recente e importante monografia. del Prof. Ama.Idi; un efficacissimo aiagramma dimostra come• all'aumento del consumo del vino in Italia(!) (salito, dal 1884 al 1910, · da una media annua individuale di litri 60 a litri 130) abbia corrisposto un propor– zionale aumento di casi di psicosi alcoolica (Il), di condanne per delitti coinmessi in istato di ubbria– chezza (III), di morti per alcoolismo cronico (IV). N:i~ i~ J~ § ~1• 1~1~1~1• ~i"l;::l'"H~1~ ;:, 1i 'i'l.-l~1:.1;fl~ltl~ ~ ·T'l'li,r I ' I I ! I I ,.. . . I ~~- - -~ T ,so - . /""1-L...- ·- -~ . - . In, I .• I v - m Xi - :,~ - 'I I /IO •. i I ' / i i i 1 '\ IO, ., ... MJ.JJ . I/ r LJ ,}1 ir ! .. :# ·r I, ' ~ u.· -r I I L . - Ti· ;o ··- ... ., I /' I•· I!. ' I )' ,, I I I ! ~ .. -- I I I .'i ~,, ., ' ' i lll lJ I I I u,. ... 1-rH-: 1 i _ _k tf) i - ~.!: ~u.. .... , I I: I 1· I , ... ~,1" ; I ~·1°1 ' E' quindi ·certo che ogni ribasso del prezzo· del vino, dovuto ad esuberante· produzione, aumen– ta inevitabilmente l'intossicazione alcoolica e tutte le sue fatali conseguenze. . · Nell'anteguerra, quando non avevamo ancora le due regioni viticole della Venezia Tridentina e Giulia, già era enorme da noi la sproporzione fra la coltura della vite da vino e tutte le altre colture. Si calcolavano infatti 3.654.000 Ettari coltivati a vite · con coltura promiscua,. e 906.800 Ettari- con coltura specializzata. Dei 7 miliardi di reddito globale della produzione agricola, I miliardo e 200 milioni erano dati dal vino. Alle cause prime del fatto - terreno e clima singolarmente adatti alla· viticnltura - si aggiunse, verso il 1880, la forte richiesta di vino dalla Francia, . colpita dalla filossera. Scemata ~ poi cessata (1888) questa grande esportazione, le migliorate condizioni economiche della massa· lavoratrice: italiana con– sentirono un notevolissimo aumento nel consu,mo interno, e il reddito dei viticultori non diminuì. Si ebbero bensì gravissime crisi neg-li anni di ottimo raccolto: crisi doppiamente dannose ,giacchè, men– tre per aitre produzioni agricole il buon raccolto è una fortuna nazionale, per la produzione vinicola esso è danno economico per il .produttore, di cui deprezza il sovrabbondante prodotto, e rovina fisica

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