Critica Sociale - anno XXXI - n. 15 - 1-15 agosto 1921

. CRt't'.tCA SOé1ÀtE Le due parti contraenti riconoscevano insomma in Cina, il cosi detto principio delle. e porte. 1 0.per-ta • · ~ ge.rantiv_e.no l_'int:~rità. dell'Impero. Ebbe!!.e, que.ute volte venn~ v10l~to 11 r~·e.ttato? Nel 1905, appena tre mesi dopo le. prima rmnovaz1one del Tra.ttato (1"1 la Corea veniva dichiarata protettorato giapponese, e cinque, armi dopo essa era e.unessa definitìvamente all'Impero del Mikado, Allorch_è scoppiò la guerra, il ministro .del Giappone a Eechino - appr_ofittando del momento in cui tutte le Potenze stavano combattendo di'speratamente una lotta. di vita o di morte -, senza. cnrarsi nemmeno delle con– suetudini diplomatiche, il 18 gennaio 1915, presèntò di– rettamente e personalmente al presidente della repubblica, Ynu Shi Kai, raccomandandogli il segreto, quelle fami– gérate ventuna domaude (delle quali discorremmo a suo tempo anche sulla C1·itica) (2;, che facnvano della Cina la vassalla del Giappone! E Ynan Shi Kai dovette, natu.– ralmente, subirle, per evitare di peggio. Quando il Giappone dichiarò guerra-alla Germania, non sbarcò le sue truppe nel territorio di Kiao-Ciao, ma a Lung!rou, _provincia strettamente cinese, che dista da T3ingte.o oltre d~1ecento miglia, e, invece di dirigerle verso il luogo d'attacco, le inviò in direzione di Tsirian, capi– tale dello Shautung, territorio neutre.le. La guerra europeR è - si dice - finita; la pace è - si dice - venuta;· ma Shantung·, la provincia sa.era della Cina, la culla ·di .Confucio, è tuttora, in gran pàrte, nelle mani dei. Giapponesi; come lo sono le. Sjbe1ia O– rientale. e la ,Mànci □rie. del Sud. L'Inghilterra deve certo essere impensierita dell'at– tività imperialiste. del Giappone: Gli Inglesi residenti in Cina - uomini d'affari e pubblicisti - hanno detto e ripetuto che il rinnovamento. dell'alleanza può solo av– venire qualora il Giappo~e muti rndicalmente !'.indirizzo della sua politica ester.a. E deve essere un po' anche questo il motivo, peT c□i l'Inghilte:Ta ha creduto pru– dente di non riunovare l'alleanza l'anno scorso, come ne> avrebbe avuto diritto per l'art. 6 del Trattato. E i Giap– ponesi,' sebbene sui l.n·o giornali. vadano a~serenqo che dall'alleanza non ha tratto vantaggio che l'lnghiterra \3J, ·devono aver temuto davvero che l'alleanza ce>rrésse qualche pericolo, p'erchè hanno pensato bene di manda.:e a Londra, e proprio in quest'epoca, il principe ereditai:io ... La prop_osta del Senato americano. Non si t~atta., però, che di schermaglie diplomatic.he. Perchè, come già dicemmo, entran:ibe le Potenze h anno interesse di rinnova't-e la· Convenzione. Chè se anche tosse vero cbe l'Inghilterra non dovesse scendere in campo contro l'America nel ·caso di una guerra del Giappone con gli Stati Uniti, il 'l'rattato d'alleanza è comunque prezioso per il Giappone, sia percbè p'orge a questo la possibilità d'invocare l'intervento armato dell'Inghilterra. contro qualsiasi terza Potenza che prendesse parte al c(,nflit~o; sia anche per l'a~ione che l' Inghilterra può svolgere sulla Cina per trattenerla, qualo)'a questa; ap– profittando della guerra del GiRppone, tentasse di sc1<c– ciare i Giapponesi dalle guarnigioni di Hankow, dello Shantung e della Manciuria. Noi non sappiamo che risaltato avrà l'iniziativa, suggerita ad Harding da: Senato americano, di pr,omuo– vere, fra le Potenze, un'intesa per la limitazione degli armamenti. Questa decisione-, ch'e1:a la più ardentemente dt-siderata dai popoli, doveva, p'er aver buon esito, esser presa s11,bitod,ipo la guerra, da quel Consiglio dei• Cinque• che la vittoria, alfine r,ag~iunta, aveva invece reso ub– briachi d'avidità e d'orgoglio! Il Presidente i:legli"Stati Uni~i, prima di fare dei passi ufficiali in questo senso, yorrà certo s,candagl'are se la propos~a può avere qualche (I) Il 1'r&ttato d'1<l)eanz1< anglo-giapponese, stipulato la' prim11. volta nel 190'l, fa poi rinnovO:to nel 1905 e nel -1911. ti) Ved1<oi la Oritica del 1915, o. pag. 146 e 179. (3) L'Osaka Asaki ebbe il coragi;io di pubblicare, quo.Iche tempo fa, ohe ee il Giappone fu costretto a. faTe i L aacr i{lcit> di part.eoi• pare alla guertA. europea, lo ei deve al trR. tta.to d'allea.nzu., com~ per o.dempiere a.gli obbligh i impost,igli d a.I lo stesso t,r1:1, ttn.to il Oi11.ppone be. dovuto~invitt.re in Siberia un oorpo di spedi1.ione. Nntur.-lmente, il periodico g ia.pponeso IJ'Orivevaoiò per dimostrHre cbe l'alleanza bJL servito a.ll' Jngb lt,errn più che al -Giappone! E! io qoest.a. maniera che la borghesi~ • fa lR. storia•· L'Osak'a. Asaki soffre ce1·to di nno. terribile amnesia. Euo dimeuticR. che il con~ flitto europeo ha frottnto all'impero del Mikadn semplicemAnte queeto: ver1oo il 19l~ il Giappone ~vAva. ona. rise1·va. d'oro di circa qua.ttrooeot<? cinquanta. 1'!1-i.lio~j ~i Y~o. alln :6ne_della guerra di ria.e milia.rdt dueoent.o m1l1on1: 1l qu1nt,uploJ! Jn quR.nto poi alla spedizione in Siberia 1 percbè dunque ei o~ e~ina i) Giappone a. tener col& on forte n~tme~o di soldati, non oatanbe le ripetut~ prot~ste del· Governo d1 Ch1ta? ibli?t~caGino-Siànco probabilità di successo'. Ma il Giappone, che ha ormai enunciato il- suo • Eight-eight NaV'!}_scherne •, o opporrà un_;rifiuto, o cercherà di tar naufragare l'infaiativa, an– che perchè, adesoo che l'America ha già in buona parte ndottato il suo programma · navale deciso nel' 1916, la proposta degli Stati Uniti torna ad esclusivo danno' 8el GiapponP. · In conclusione: l'alleanzll ànglo-gia;iponese, se venà - rinnovata, non può non essere il cardine su cui poggia, , • e intotno al quale muove, la maggior somma dei des,tini politici, e di conseguenza economici, dei popoli ,delle tre più grandi Potenze del globo, e perc iò di tutti gli altri.' Purtroppo lo spirito eh.e la anima è te.le da giustificare · le più gravi preoccupazioni. · La condotta dei Goverf1i dimostrn, anche ai ciechi, che essi non hanno appreso nulla dalla guerra. Ogni giorno appare sempre più chilll'o che il capitalismo vuol morire cli morte violenta. Tut.ti i gusti sono gusti. Ma· se esso. oltre a ciò, ci tiene anche ad· affrettare la sua ultima ora, a noi non resta che dire: faccia pure!. .. (l l. G. Bossoni. (I) Noi non possinmo esgere, cn.to Boesoni 1 del tuo avviso. I • governi e le r-lase,i dirigenti non prec ipitano dn. soli nell'R.biseo, ma. vi t1·ascinano anche i popol; ! (Nota. detla CRITICA). 'PREMESSE FONDAMENTALI per I~ riforma burocratica. Dopo aver chiar·ito con due esempi, [l] quali impor– tanti riduzioni di persona.le potrebbe farsi nelle am,mi– nistrazioni provinciali, che pur sono, senza Ìlubbio, meno pletoriche de1le a.mminiHtrazioni centrali, e riservandoci, se sarà il casq, di trattare in segLtito· quS:lche altro _punto particolare, giudichiamo oppoi;tuno chiarire sin d'ora il nostro p□ntQ di vista sul -modo in cuj dovrebbero fun– zionare i ·servizi pubblici, centrali e periferici, per ·con– seguire un regolare e svelto andamento delle attività concernenti i pubblici interessi, senza di che sarebbero sempre, come oggi, turbati i molteplici rapporti della vita socia!e. E' pac,ifico, cos·l tra gli.studiosi come nel pubblico grosso, che primo ostacolo al funzionamento regolare deg~i uffici pubblici ÌI la invadeÙza dello, Stato in tutta la complessa attività che n'asce spontanea dalla iniziati va individuale. Tale invadenza, forse necessaria iu condi– zioni anormali, di viene - quando queste siano cessate - oltrechè ;upertiua, pericolosa alla vita sociale: Deve quindi l'attività industriale e corom.erciale essere $Ottrat– ta allo Stato e restituitR integralmente ai singoli citta– dini, con la conseguente abolizione di tutti gli inutili e costosi organismi creati per tali contingenze. [2) ìlfa neppure con la soppredsione si giungerebbè o. riunovnre profondamente la lmrnci·azia·e _A darle il cRrnttere Ji u– tilità che deve avere, se non si lavora:seriaroe11te, come scrisse anche .il Vice, recentemente, su qneste colonne [U], per decentrare gli uffici. Quali che siano le ragioni che hanno indotto alcuui a.□ torevoli ·dottrinari a combattere il decentramento, re– sta pur certo che la vita locale ha un ritmo lèn t.o ed è (1) Vedasi nei uumei'i 13 e 14 della Oritica. t'!) Inntile dire ohe su ciò non siamo d'acoordo col nostro col· Ia.boro.tore. Riteniamo bensl obe, nnche organizzando in vista dell'i~terease collettivo qneste forme di n.ttivitì~, si debba dar'loro a..utonomio. di or~tiniz;,;azione e libertà di iniziA..tiva, tenendole li– bere da. ogni ingnmbro buroorA..tico i riconoecin,mo a.ltrefiì ohe no~ c.onveng~ sostit,oire l'inizin,tivR. [Ubhli<'t\. _o.llR. privat,a~ quando IR. 11ostitu1.ioue non ern. m1t.tura e non trovi circostAnze fo,vo1·evoli che Je diano prol>abilità. di sno<'esso e ra.1,pt'esent-ino un incremento di ut.ilità oollet.tivA-: siamo inéommll grlldua.listi e realisti j ma siu.mo anche, a sopra.Lutto, s,1oialisti 1 e perciò sin.mo ben lontani dal rite– nere oh.e l'attivitlà privata. abbia, nel onmpo dell'economia, una. oo– et,ante suporiorit.à e rappresenti'un onstu..nt.e heuefioio.per il pubblico. · (Nota della ?n1T1cA). (8) Vedasi n~l numero 12.

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