Critica Sociale - anno XXXI - n.14 - 16-31 luglio 1921

\ . onhrnA soc'rA'.\LE 223 di Brussiloff o gli: Italiani di· Cadorna sarebbero pene– trati senza difficoltà. nel cuore del territo:t:io nemico. Presto gli Alleati sarebbero stati in Boemia, e la. Ger– mania avrebbe dovu~o accorrere a su11 volta, togliendo truppe dalla fronte francese: di modor che l'esercito di ' Joffre si sarebbe facilmente avanzato, con quali conse- guenze è lecito intuire. . ' Il piano, che noi_ abbiamo qui riassunto, è cet~a– men.te un bel piano. FaCÌle, ordinato, regolare: Tutto · c ede davanti a quel pugno di uomini, partiti da 'Salo- - uicco alla ,o1ta di Bt1dapest_o di Zaga_bria: com(! se di– cessimo da Milano per Lodi" o giù di là. Tutti gli osta-. coli sfumano: i fiumi, i monti, le fortezze cedono il passo a questa colonna irresistibi.le. La guerra, che ,non si può risolvere ad 'Oriente nè ad Occidente, qui. trova una p:·onta rapida soiuzione; dovu:ta al genio del gene– rale italiano. Restiamo Eensosi d~vanti a iln disegno di, guerra, tanto semplice e di così sicura efucacia: e ci· turba il dubbi o crhe con la medesima leggiadra_ disin– voltura sir.no s.tati predisposti altri p1ani della nostra gu_erra. Riferisce il generale Viganò che un illustre ge– nerale.italiano, v.oleQdo mettere a prova l'acum e di un suo dipendente, affidò a cçstui lo studjo di un piano. di ' guerra, ·sec'ondo il quale alcuni corpi di armata ital iani, partiti dal Tagliamento, dovevano ,pervenire alla valle dellà Dràva: nel tema erano defin"iti il terreno e le forze italiane operanti, ma, volutamente, mancava il fattore resistenza che i nostri avrebbero incontrato neH'avan– za,ta: l'ufficiale .non si arrestò per ques'to, e presèntò ben tosto un pia'.no.élaborato di. azione, concludendo che l'operazione si garebbe compiuta in un numero preciso di giorni e con una data successione_ di' avanzate:: ragion -e_ercui il generale i-imandò lo s_cervèllato, ohe aveva vo– futo risolvere un problema ins9lubi'le per la. mancanza di quel dato fondamenta,le ,Ma torniamo a!l.'e!!posizione del colonnello Gatti. · Non sappiamo quando il Qomando italiano abbia conce– pito qu-esto,magico disegno, perchè•il generale Gourand, il quale venne ad Udine, mandato da Joffre, latore della proposta francese, vi giunse nell'ottobre del 1915: sA.p– piamo solo che quest'iniziativa.francese si riferisci-e ad un ·vecchio progetto italiano. Sta in fatto però che nél settembre 19l5 - e tanto peggio nell'ottol:>re, quando l'argomento fo. discus~o in modo concreto e.• positivo ·a Udinf, e quindi a.:Rorria - _contrari.1mente a quanto as– seriscp il colonnello Gatti, la Biilgaria non ei·apiù ne;u– tralf!/. Fin dal 9 settembre' 1915,· cofue si legge ancbè a pag. 348 della, Cronistoria della gueri-a mondiale del . prof. Quinta.valle (HoepE, 1921), la Bulgai·ia aveva firmato un accordo con la Turchia, e, il giorno 21 '(dello stesso mese·)ordinava la mobilitazione generale. Se anche si fo:,se voluto pertanto, prim" d'el 9' set-· - tembre, illudersi sulle· direttive della· politica bulgara, <\hiamata inevitabilmente a gravitare, data la situ:izione internazjonale allora esistente, nell'orhita dell-1alleanza austrç,-tedesca, è chiaro che da que1là data 1-a Bulgaria non poteva più considerarsi neutrale; tanto meno poteva considerarsi tale, dopo l'ordine di mopilitazione dell'e- . sercito, ordine che aveva suscitato dappertutto la più pro– fonda impressione; nell'ottobre, poi, successivo, 1 quando il piano di. Cadorna avrebbe dovuto attuarsi, la Bulgaria. aveva già. intrapreso a comoattere contro l'esercito serbo èlie, ben lontano dal trovarsi in ·piena efficienza, come fantastica il Gat'tt, _era stretto fra l'eserqito austro-un– garico ed il bulgaro e sul punto di esser travolto in rotta disordinata.• , · . Bastàno queste èdnstatazioni di fàtto · per mandare a rifascio il castello cii carta che il Comando italiano aveva costituito: se si pensa inoltre che l'ur,o del porto , dt f:!alonicco era cosi poco liberò e sicuro, che l'esercito interalleato del ~n. Sarrail fu, anche in seguito e per lungo ·tempo, inii:Jossibilitato a muoversi, dovendo so– spettare della ·condotta de\l'eserèito greco di CostAn tino, •si vede quanto sia esatta l'asserzione cbe l' eser– cito alleato, guidato dal generale italian'o, non .. avi·ebbe trovato .ùvl .mo cammino che scm·se truppe :wversàrie ce qua.~l nessun o.~tacolomateriale. Senza contare che éi sai.ebbe. voluto qualche temoo, per la radunata, il tra- 1;1porto,lo sb arco .e·lo schier.amento di quest'esercito al– leato, é che, frattaut.fl, di giorno in g.iorno•peggiora'>'ano le condizioni <li quello .serbo, .sopraffatto e disperso da\la strapotenza dei suoi nemici. · Lamenta il cotonnello Gatti che, neU'ottolire del 1916 malgrado il gen. Cadorna ·avease a,cccmsentito ad , invi~rl;l a srlon~cc~ ·tre d1y:i~ioni rinforzate con trup-pe . . . ·aa montagna (75 miÌa uomini e i servizì), la ;Spedjzi.9n!) non sia s.tata mandata ad effetto, .per. !',opposizione dei ministri Sonnino, Z~pelli e. ·Carcano. Non siamo cie– chi ammiratori .del _barone Sonrtino, mà in questo caso non esitiaTTio .a dargli lode, per 'la sua opposizione. Chissà. qua1i 0.l_trejatture av.remi;no a 13:mentare, se ~'eser– cito italiano fosse' stato ulteriormente indebol[to, m ·ma: niera tanto notevole: ma possiamo farcene un'idea, pen– sando a quèl_ che avvenne nel maggio qell'anno dopo, all'epoca dell'offensiva austriaca nel ,Trentino e sull'al- tipiano di Asiago. · D'altronde, la spedizione di •. Salonicco ci fu. Non fu prevalentemente' italjanà, m'a fra.neo-inglese e dil'~tta da nn generale' francese: ma a.gli effetti dello sviluppo della guerra ciò non influisce. E _si vide ~oine q1;1èst'i~– presa non abbia avuto,; sulle sorti de'! coufhtto., 1-f~1lm1- nei decisivi effetti che .il gen. Cadorna crndeva d1 po- terle att,i_buire. CESA'llESPELLANZ0N. UNA ·cROCIAl APER LASA.LUTE. Nel pubblicare qµest'artitolo i~viatoci, già da tempo, dal ·nostro Carneade, associamo ben v~len– tieri al suo il nostro augurio che la Confed_eraztone del Lavoro e le altre,orgapizzazioni operaie si dieno con, fervore a combattere quella cr0c.iafa per la sa– lute, di .2ui in qo~st'articolo appunto si parla. I nòstri ~lettori sanno se e quanto noi siamo lon– tani dalla mentalità di· quei.·nostri compagni, che ad ogni occasione di' azione affacciano la pregiudi– ziale socialista, come se fosse· impossibile fare al– cunchè di buono, di vantaggioso alla classe lavoratri– ce, se prima non sia· stato instaurato in toto i.Iso~i~– lismo. Ciò non di meno se, come ci pare dalle notlZle che abbiamo, la lotta contro le· così qette' malattie ..sociali sia considerata, • dà .troppi di c.oloro · che 'hanno accettato di parteciparvi, come una iniziativa (ò)uramente-ftlantropica e scie!ltifièa, nessun risulta~o ·utile potrà esser ·conseguito. Occ·orre che essa sta considerata. e' intesa come una battaglia "Sociale, da gente che, senza apriorismi e senza ritegni, sia di– sposta_ a vedere, a deminc;i~re, a rimuovere tutt_e le cause onde quelle malattie nascono e sond' ah– .mentate/ anche se. sia necessario rovesciare dalle basi l'ordinamento della. società. Appunto per questo auguriamo l'interessamento attivo degli orgaRrsmi sindacali. Sarà il solo modo efficace per impedire che l'iniziativa, certo generosa e lodevole, stagni in una vacua e menzognera ac- .cademia. là C. S. « La guerra ha agito come un bagno fotografico ri– velatore mettendo bruscamente ·in evidenza e moltipli– cando 1~ infinite mtserie· latenti nei 'singoli individui, costituenti le masse sociali: ih conseguenza .della guerra, falangi di tubercolosi, di psicopatici, di stor_pi, di muti- • lati di •ciechi ecc. sono restati a carico dello Stato, che ha ~vuto in tal modo la rivelazione improvvisa della im– portanza -sociale, sia morale ~he economica, dei grandi . pr0blemi assistenziaJi del:_tempo_di p3:1Je, cn·i era total– mente impreparato, ,ma a1 quali dovra d-orzatamente in - · avvenire temprar~i •. . ... Queste pA.role scrive il Prof. Ettore Levi m u~ ,eloquente ed interessantissimo opuscolo. ( 1) Dopo essersi attivamente occupato' degli invalidi di guerra, il Levi · prende ora a cuore un prt>blema anche più. ardu~ e più vasto: come prevenire quelle malattie che sono il_ con– tinuo flagello del!a società? c0{'1:e 1assicurare, nel _miglior modo possibile, quel bene, pr(;lziosissimo fra tutti, anche economicamente, che è fa salute? 1 Osserva giustamente U Prof. Levi che solo quando, scoppia,':un'epideriìia -- o sopravviene qualche ;iltr_a. •grossa calamità. - l'opinione pubblica si scuote.· !Ifa 11 colera che funestò, dne terzi delle provincie italiane nel 1910-1. l non. fece che 700 vittime: in quel ·medesimo biennio la tubercolosi ne mieteva, in I tali a, bel! 150.000 ! Ora - dato che la vita è il massimo valore economico- è , . , (1) La 1neàicl~a socia.le .in difesa della. vita e del lavoro (Roma, Sooietà Anon. Editrice "-L a. Voce ,n 1921). I -, .

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