Critica Sociale - anno XXXI - n.3 - 1-15 febbraio 1921

CRITICA SOCIALE mercantili devastate ,dalla guerra dei sottomarini, i noli presero a diminuire: mentre prima di quell'epoca ci fu. rono armatori che poterono rimborsarsi iì1· 75 gioì•ni dell'intero costo di una nave, dal marzo 1920 in poi i noli non discesero, precipitarono verso le tariffe dell'an• teguerra. Quasi nello stesso tempo sopravvenne un He• condo. importantissimo fattore di ribasso: dappertutto i Governi, per risana1•e gli oberati bilanci e per mettere fine alle soverchie importazioni che inasprivano i cambi, colpirono fortemente i patrimoni privati, caÙsando un'im– mediata e grnve restrizione degli acquisti e del c-:msumo. Inoltre, nei primi venti mesi dopo l'aWJ.istizio l'Eu– ropa si era venuta man mano rifornendo di molti generi di merci; e le merci durano as~ai più in tempo di pace che in tempo di guerra. La elevatezza dèl costo spinse molta gente a restringere gli acquisti, a contentarsi di un minor numero di abiti, di scarpe, di oggetti non strettamente necessari. Per queste ragioni, e per la pjlr– sisteute chiusura del mercato russo alle importazioni dell'Uccidente, ripresero gradatamente a formarsi, sopra– tutto in Inghilterra e nei paesi secondari, ~stocks di merci, ai qualì non si .iontrappose più una larga domanda. Anzi, a poco per volta i depos,iti e la nuova produzione trovarono tale difficoltà, di smercio che, capovoltasi la situazione anteriore, diventò inevit11bile il r,istagno delle industrie e del commercio. E cominciarono, in America, nel Giappone, in In– ghilterra, i grandi ribassi.' E la mentalità del produttore fu l'opposta dell'antica: vendere, liquidarn a qualsiasi patto. Ma poichè il triste stato delle pubbli,1he -finanze in gran parte dei Paesi europei manteneva, e mantiene, i cambi a cifre altissime e quasi proibitive, questi Paesi a moneta rinvilita non trovarono convenienza o possi, bilità di acquistare dai Paesi produttori, nemmeno a prezzi molto ridotti: perciò i produttori non riuscirono ad esportare, e, per non aumentare ancora i loro depositi, dovettero. e tuttora devono, decidersi a sospendere o limitare la produzione. Questa è la causa principale del– ~l'odierna crisi inglese, s-vizzera e americana. Alla limitazione della produzione seguì naturalmente un cospicuo aumento della disoccupazio'ne operaia, feno– meno che attribnisce alla crisi uu aspetto più grave, anche per le sue riper<;ussioni di ordine politico, Una parte degli industriali, anzichè vendere con minor profitto o con perdHa, ei propose di conservare in,letinitamente iu magazzino le merci 'fabbricate; ma• le banche creditrici, impensierite dall'estensione della crisi e incerte d:ell'avveoire, chiesero il pagamento dei loro crediti, e fu giocoforza liquidare gli stocks.' Poi sorsero concorrenti: gente che non aveva fabbricato pro– dotti nè comprato materie prime a prezzi, elevati, che· era libera da ogni impegno anteriore, aprì officine nuove e negozi nuovi, e fu in grado di vendere a prezzi con– formi al nuovo valore iuternazionale delle merci. La crisi continuerà a svilupparsi. Essa è •soltanto all'inizio della sua curva ascendente. La convenienza che i paesi a moneta deprezzata - specialmente la Ger– mania - trovano a eaportare in quelli dove l'aggio è quasi nullo, obbligherà questi ultimi a sempre maggiori concessioni nei prezzi. In virtù di un paradosso econo– mico, la crisi riuscirà molto più gravosa ai paesi ricchi che a quelli poveri: perchè i secondi hanno meno ùa perdere, e i primi rigurgitano d'una quantità di roba prodott_a ad alto costo, che dovrà venire spacciata con sensibile perdita. Ma dalla crisi uscirà, come se!llpre avviene, l'equi– librio. I paesi dissestati troveranno in essa la loro sal– vezza, sia pure attraverso non lievi sofferenze e dopo una lunga convalescenza. Il costo della vita non ritor– ne1·à quello dell'anteguerra, ma si avvicinerà al reale valore dolle cose. L'equilibrio eco11omico, falsato, durante due anni, dall'irnpossibilivà di funzionare in cui si tro– varono le leggi dell'economia, si va i·istabilendo. I popoli d'Europa, ché si credettero ricchissimi quando erano po– verissimi e accquistavano oggetti di lusso quando man– cavan9 di che sfamarsi, ricupf'rano rapidamente il senso Biblio~ecaGino~ neo·, ,della realtà. La disoccupazione ha già messo fine ai con•,. tinui aument~ dei salari, causa non ultima del c1tro-vi– vere; e in molti luogp.i i salari hanno cominciato a di– minuire Poi, gli Stati Uniti hanno finalmente capito che non è nel loro interesse l'essere i •soli ricchi in un mondo di nazioni misei:abili, perchè i mis~rabili non éompra1,10 o sòno pessimi clienti. E la ripresa, ormaico1!' sentita ai privati da quasi tutti i GoverEi, dei traffici con la Russia, sta riaprendo alla satura produzione europea un vasto mercato, uno sbocco che può riuscire salutare. Tanto pi,\ rapidamente - conclude la· Revite de Paris - le ,industrie supereranno j]- disagio presente, quanto più presto seguiranno l'esempio dato dalla Ger– mania: dove le industrie stesse si raggruppano e si fon– dono in immensi organismi comprendepti tutté le fab– briche che possano dipendere le une dalle altre, dall'll"– strazione del combustibile necessario alle macchine fino alla pròdu.zione dell'oggetto minuto, mentre· la. classe / operaia ha la sua parte, non piccola, nella composizione e nella vita del sistema. Ugo Stinnes e Siemens Schuc– kert diedero l'esempio; numerosi imitatori-li ,seguirono; quelli da loro fondati non sono' propriamente dei trusts., non sono del socialismo, ma un 'inte&a fra capitale e lavoro che permette di produrre al miglior mercato possibile e di diventare rapidameut'e padroni_dei prezzi, perchè si è ·padron i della produzione: Angelo Treves. Ciò che si stam·pa FRANCESO.O C1ccoT'J'l; L'Italia in rissa (Casa editri– cé R3:s'segna Internazionale; Roma 1921 ~ L. 7). Intorno a. qitesto libro, cui au,quriàmo molti lett01,i, non sap1·emmo esprime1·e meglio il nosfro g,iudizio: che · con. le parole çhe il· nòstro Direttore vi ha preposte a gitisa di p1·efazione: Francesco Cicèotti ha appena liberato dai ·torchi il suo u!'timo lavoro -=- lavoro di ardente attualità, ricchis– simo 'di informazioni, che dovrebbe essere soggetto di d'iscussibni ·appassionate - su ; Come è governata la Rus– sia , ( lJ, ed eccolo di nuovo alle prese colle bo~ze di stampa e l'inchiostro di tipografia. I tempi, che incal– zano e travolgono, non gli assentono il respiro 1 non dico di riposare su gli allori della sua fatica, ·ma neanche di una breve onesta Capua, ristoratrice dei nervi. L'imini" nenza del Congresso socialista, che dovrebbe (se esso no.n sa1i un iallimen'to e un tradimento' segu~re una data storica, non pure negli Annali di un partitò, ma' nella vita politica e proletaria _italiana, Jissipando equivoci tropço a lungo durati, rivendicando e restituendo valori, rimettendo a posto cose· e coscienze, chiudendo insomma un periodo profondamente turbato per ~lischiuderf!, un altro forse decisivo e grave di dest-ini, assilla il Ciccotti a « bruciare le tappe, della suà indefessa atti v1tà spi- . ' rituale. 1 Ed ecco il nuovo trittico del suo pensiero: l'Italia in rissa; ossia, la riss~ dell'Italia nella grande rissa del mondo, scatenatasi né! falso dopo-guerra che è ·ancora guerra e preguerra; la rissa dell'Italia in se stessa, fra i partiti e le passioni che cozzano nel quadro .nazio– nale; ·e infine la rissa, eh.ti è fùori e,dentro i) confine, nella stessa parte socialista. Questo nuovo libello /s'intenda nel senHo latino.' l'ho definito un • trittico•, non tanto perchè tre sono i· capi– toli in cui materialmente si divide, qnanto ..perchè è la triplice espressione di un solo.pensiero: che prima guar' da oltre il confine, cercando per tutta l'e.iuola, che dav- , (I) Oom'è govemata la R11ssia. Le istitu•ioni e le leggi della Re, .pubblica federale dei Soviets - Bologna Za.niclÌelli (L. 1!!.60). /

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