Critica Sociale - anno XXXI - n. 1 - 1-15 gennaio 1921

CRITICA SOQlALE 3 La conclusione dell'incidente non fu che un impegno di maggior severità nell'osservanza del Regolamento. · È molto 9.ubbio se cotal risultato sia favorevole agli interessi politici affidati al Gruppo socialista. Il Rego– lamento della Camera, per il quale é'è un'apposita Com– missione permanente, la quale non fa nulla mentre do– vrebbe sollecitare ,:ostantemente, via via, le modificazioni che si rendono necessarie, è un antiquato complesso di disposizioni ispirate al più rigido individualismo. Il Re– golamento concepisce il deputato - svio - extra grqppi o partiti, che agisce sempre esclusivamente per sè. Ora la realtà, alla quale il socialismo ha pur cooperato, è che anche il Parlamento italianu è VElnutocostituendosi per Gruppi. Il deputato non è più una monade isolata, ma il mero• bro di una collettività, la quale ha una disciplina propria e cui esso aderisce volonterosamente. Di qui una certa au– torità, nei preposti ai Gruppi, di disporre p'lr i membri. E così essi iscrivono d'ufficio - diremo quasi - gli ora– tori del Gruppo per le discussioni, li cambiano di turno, li sostituiscono; possono pigliare accordi con altri Gruppi per promuovere il più utile alternarsi degli oratori a:\la tribuna, ecc. Ugualmente, quando sia urgente c.1e la Ca– mera deliberi su alcun oggetto caro a qualche Gruppo, la solerzia dei dirigenti di questo provvederà a conse– gnare l'elenco dei proprii assenti perchè siano ricono• sciuti in congedo. Infiniti sono i casi di delegazione ta– cita che il Regolamento, rigidamente osservato, non am– metterebbe, ma per cui si avviva tutta l'azione parla– mentare, cessando di efsere un giuoco di individualità più o meno brillanti per diventare un'opera collettiva di Partiti e di Gruppi. Naturalmente omnia mundia mundis: tale pratica suppone, in primo luogo, l'assoluta nobiltà del fine di chi agisce e la sua convinzione di poter realmente dispor– re del nome dei suoi amici; in secondo luogo, la costante leale reci::,rocità nel riconoscimento della consuetudine, come moralmente vincolativa dei Gruppi fra loro e dei singoli membri ,;,erso il proprio Gruppo. Sono queste le condizioni uecessarie perchè l'istituto parlamentare viva, progredisca, si adatti ai nuovi bisogni e dia tutto il ri– salto all'azione dei Gruppi e dei Partiti su quella dei singoli. L'incidente sollevato dal Bombe.cci - cert0, contro le sue proprie intenzioni - è venuto a interrompere cotesta evoluzione, risolvendosi, per le conclusioni della Commis– sione e, p;ù ancora, per il terrore del'la responsabilitlL diffuso tra gli organi politici ed amministrativi a cui si affida il congegno, in uriA. sterzata a destra, in un vio– lent0 colpo d'arresto del processo di sviluppo dell'orga– nismo pal'lamentare in senso collettivista. Resultato non provvido, se anche poi si sia voluto colorirlo come un meditato accorgimento diretto a. gittare lo scredito sul sistema parlamentare a pro□ tto di altre vagheggiate forme di rappr<11rentanza più classista. Qualcuno, contro di .noi, più acutament.e argomentò dal fatto il nostro torto e la no3tra ingenuità nell'esserci disinteressati della costituzione degli Uffici regolatori del funzionamento del sistem a, a cu i pure partecipiamo. Colpa nostra se lascia– mo in ma.no altrui gli organi di controllo, in cui abbi11,mo il diritto e il dovere e -i mezzi per intervenire. In sostanza il Gruppo socialista confermò in quella circostanza l'impressione della perplessità che lo travaglia nella crisi generale del Partito :- che, speriamo, _verrà li– quidata al Congresso di Livorno, tra quindici giorni - circa i modi e i fini della sua azione parla men tare, e, particolarmente, circa i modi di ser..-irsi dello strumento parlamentare, cui non sa rinunziare e che non sa uti– lizzarer Il fuorvia.mento appare profondo e generale. La Direzior.e del Partito, in a.rticulo mo,·tis, commise al Gruppo una specie di incarico larvato di fare ostruzio• nismo su tutte le matArie ali' ordine ùel giorno, come degna rispodta alla rea.zio ne fascisteggiante di cui accusa il Governo. Obbedendo all'ordine, il Gruppo, non pbtendo, secondo le idee massimaliste, credere alla caduta di un Ministero per costituirne un altro • migliore•, veniva a ibliotecaGino Bianco sentirsi impegnato a portare l'ostruzioniHmo contro ogni Ministero e così a tentare esso, sul mero terreno parla– ment!lre, quella rivoluzione che la Direzione comunista non sa, non può, non vuole indire, essa, sopra terreno ·più ampio e più adatto. Naturalmente il Gruppo finse di non capire e lasciò cadere l'invito, abbandonando al suo destino l'esercizio provvisorio e affrettandosi alle vacanze natalizie, convinto in cuor suo di avere gia fatto abba– stanza per le attese di fuori col pugilato scoppiato per la Rnbitanea indignazione seguìta alle prime esagerate novelle della aggressione sofferta dai compagni on. Ben– .tini e Nicola.i per opera dei fascisti bolognesi. Per contentino, il compagno on. Maffi,·che era ml\n– cato all'adunanza del Gruppo ove si era deliberato in proposito, aggiunse un sospetto di supplemento di ostru– zionismo ali' opposizione che•era stata concordata nel Gruppo contro i disegni di leggi sugli 'esplosivi e sul porto d' arme, e ottenne che la votazione ne fosse ri 0 mandata a tempo migliore. Il Gruppo i:lfatti aveva decis~ una opposizione ferma e risoluta, conforme alle sue tra– dizioni scientifiche iti. materia penale, nettamente con– trarie all'empirismo repressivi) borghese, il quale non contrasta alle cause, anù fomenta le spinte criminose, e poi si scaglia contro gli ineluttabili effetti con i·igori spesso altrettanto feroci quanto ineffic;aci. C0tal punto di vista trovava una conferma impressionante nelle pre– senti contingenze politiche, le quali escludono ogni affi– •lamento di imparzialità nell'applicazione delle leggi pro– poste, e danno l' idea che queste si fossero escogitate piuttosto per disarmare gli uni di fronte 8gli altri, che non per disarmare tutti quanti, così come il momento rettame!lte richiederebbe. La stampa borghese, con a capo il Corriere della Sera, che non ebbe mai una parola da dire per chiedere l'applicazione delle leggi vigenti contro le prime e ripetu-te sopraffazioni bombardiere a danno dei socialisti, coi suoi commenti successivi ven.iva a dare pienamente ragione a quel punto di vista, applaudendo fino a spellarsi le mani il disegno di legge che seguiva le sciagurate reazioni del panico proletario, follemente in.gigantito sott() le oflese continue e invendi0ate. Ma il Gruppo non intendeva sperimentare contro la proposta di legge quelle forme estreme di resistenza parlamentare, . che razionalmente si appuntano soltanto contro gli atten– tati ai diritti popolari e al rispetto dovuto alle minoranze. Noi non siamo (oh! dio!l bombardieri! Ma se lo diven– tassimo, osiamo dire che le ragioni che ci facessero tali dovrebbero essere così tremendamente imperiose, che a poco servirebfuero le minaccia fulminate dal Governo nel suo grossolano empirismo ... Ma, ripetiamo, non siamo bombardieri; noi abbiamo della violur,za nella storia un concetto che esclude e conJanna perentoriamente cotesta pazza, criminosa, atroce guerriglia quotidiana, in cui si disfà l'Italia e che è una delle piit sinistre eredità lascia– teci dalla grande e bella guerra, come riconobbe l'on. Giolitti. La legge, dunqµe, non minacciava aflatto una nostra libertà di propaganda. E però la nostra opposizione neppure doveva lasciarlo supporre, neppure doveva dare agli imbecilli ed agli ipo– criti nostri nemici il pretesto per. farlo credei:e. Fu il singolare, impulsivo impegnarsi di un compagno del Gruppo, senza concerto con gli altri, in giorno che la Ca.m'era voleva fosse l'ultimo avanti-le vacanze, in seduta mattutina con due ore appena di discussione, ché alterò il carattere del!' opposizione, dando buon gioco alle spe• culazioni dei farisei, tutori palesi od occulti della poli– tica fascista. Errore ad ogni modo, sopratutto per gli inesatti apprezzamenti e le errate impressioni suscitate nelle file del proletariato. L'Avanti! vantò all'attivo dell'ostruzionismo del Gruppo come due vittorie di Roncisvalle la sospensione della discussione della legge sul pane e di quE1lla sugli esplosivi. Se lo fece nel pio intendimento di bene pro– piziare al Gruppo il gindizio nel prossimo Congresso, grazie gli .siano rese per la sua carità. Ma nari bisogna prendere abbaglio. La verità è che non tanto vinse l'o– str1j.zionismo, quanto la mera necessità meccanica del •

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