Critica Sociale - anno XXX - n. 13 - 1-15 luglio 1920

194, ORITICA so·oIALE • Direzione, che non trova nè nella sua dottrina nè nei suoi sentimenti, i termini scriminatori delle ri– vo!Le,e apparirà sempre incerta, paralizzata, troppo violenta a parole, troppo guardinga a falli. li socialismo nuovo, comunista, massimalista è, esso :;Lesso, un sintomo, come le rivolLe. « Se oggi il Partilo Soci&lisla, così com'è - diceva nel suo ultimo discorso alla Camera Filippo Turai.i - sem– bra .aJ alcuni eccessivo di intransigenza, di viva– cità, di precipitazione, pensino coloro, che di que– sto lo accusano, che ciò é l'effetto fatale della ,41w1Ta (qui il resoconto s.cgna: approvazioni all'E– :slrema Sinistra), la quale ha creato nelle masse uno stato cli iusurrezione psichica, che non sarà domato se non da conquiste reali, radicali e profonde». La nostra solidarietà col socialismo nuovo, comu– nista, in quanto espressione dell'ineluUabile fatto storico, è fuori di discussione ; ma essa non cì fa t·iconoscere un metodo politico dove non c'è. La ri– volta non 6 un metodo. Il metodo socialista elimina la rivolta, comt elimina gli altri segni più paurosi del dissolvimento sociale, medianLe la rivoluzione degli istituti che la generano. Tra rivolta e rivolu– ziqn.e, più che complementarità, è antitesi. A noi occorre una rivoluzione. Filippo Turati, nel discor– so ch<-labbiamo citato e che ebbe troppo lusso di glosse più entusiastiche che competenti, l'ha detto, mirabilmente. A noi occorre una rivoluzione di fatto - auguriamo JJUre sia legale, pacifica, idillica quanto più possibile - ma una rivoluzione che mo– difichi i rapporti tra la classe dominante e la classe soggetta. L'obhettivo principale di questa rivolu– zione è trasformare l'economia del Paese - dove il Governo non vede che la « finanza dello Stato» e però si ritiene «riformatore» e « democratico » quando non è che «tassatore», e con la fiscalità non rie:;ce che- ad inabissare ancora il Paese e la sua economia ! Ecco i termini antichi e vieti. Lo Stato contro il Paese - la [inanza contro l'eco– nomia. Ciò posto, e posto l'indomabile furore bellico del dopo-guerra, non avete la ragione di Lutto ciò che avviene, e delle rivo!Le .ancora, e della necessità di rovesciane 11 regime con tulle le forze del proleta– riato agguerrite dai consensi che alla sua rivolu– zione debbono dare i 1 ecnici, inorriditi della impo– tenza e della incontenibile dilapidazione del sistema borghese, già crealo per l'arricchimento ed ora fallo slrumenLo esclusivo di carestia, di danneggia– mento, di saccheggio e, conseguentemente, d± mi– seria economie-a, politica e morale ? La conquista del poler,e da parte del proletariato, attraverso le sue rappresentanze politiche, parlamentari, fidando · nel vasto congegno, già cosl1~uito nel Paese, dei suoi" organi di cooperazione per la produzione e la distribuzione, si impone per scongiurare più vaste l'lline di scioperi e di rivolte, di repressioni e di rappresaglie. Per questa via noi tormamo al socia– lismo class1co, al socialismo delle cose, dell'evolu– zione marxista dello strumento di ,produzione, che è slalo Lroppo dimenticato. Noi abbiamo, fatto trop– po cli politi~a e troppo poco di economia. Ma l'es– senza del socialismo è e sarà sempre più l 'econom.ia. che la politica. A meno che ci corr,cggia mo e di– ciamo, come ha detto Turati, che « la politica è una tecnica, e un.a tecnica, essenzialmente, è anche il socialismo». _In. <?gnicaso però è poli!ico il giuoco delle forze d1 az10ne: ecco quello cm Turati, per Li passione della tesi principale, nel suo discorso, non ha forse dato Lutto il rilievo necessario. Noi possiamo e dobbiamo, nella rivoluzione per la eon– quista del potere, utilizz.are lutti gli elementi con– grui allo scopo, e così anche borghesi; ma il fine ò consapevolmente di essenza antiborghese, come la azione è di essenza proletaria. A questo patto sol- BibliotecaGino Bianco tanto rest~amo w1 pa1·tito di ispirazione più larga delle immediatezze economiche nazionali, a mo' del partito riformista ; restiamo. un partito intE:rnazi<?– nale, che respira la lolla universale contro 11_ car•– Lalismo. e che, ergendosi tra l'Europa della v1llor!a e l'Eurol_)a della sconfitta, guar_dand <?,al i~ ~~ssia ed all'Or1enle, ripe le la superba mv~t !J.va d_1 I• 1!tppo Turati: « VersaiUes !... E la propriet à p rivata ap– plicala a tullo il m?ndo a beneficio di una e~emo– nia! » E così res!J.amo nettamente contro 1 Go– verni nazionalisti, i quali, costituitisi per la re.stau– razione dell'ordine pubblico, non mostrano dt so– speLtare neppure quanto essa sia in fu~zione della politica inL";)rnazionalee 1·estano nelle risorse delle alleanze di guerra, con passiva impotenza, aspet– tando che il mondo si «restauri» nella cornice del Trattalo di Versailles, le~alo alla esecuzione del patto esoso, che, con simstra utopia, si persegue da una Conferenza all'altra, sollevant:lo in ciascuna nnove fiamme di guerra e nuovi turbini di rivolta ! Il metodo della rivolta a gelLo continualo, all'az– rnrdo dell'irritazione occasionale, non si solleva a queste asLrazioni e perciò le compromette. Qualche volta rovescia i Lermini e dice che ne è compro– messo. Ecco la Direzione del P. S. ehe si lusinga di divergere da sè le accuse di i.ncert.ezza, di imba– razzo, che emergono contro di essa. dai_(atti, jmba– stendo processi di tendenza. Vecchio v1z10 dei Go– verni malsicuri. Ln prossima a<lun_anzaplenaria del.– la Direzione del Partilo Socialista si annunzia che esaminerà « i casi» Turati e Ciccotli. Sarà allora plenaria t-· mentre al ruggire della sommossa e in 1accia alla neo~ssità della storia era ridotta ... al suo Segretario f Senza sua colpa, certo ! Ma quale colpa maggiore nell'organizzazione di un Partito, in questo tempo che si dice da tutti così dinamico, che quella di trovare la propria Direzione completa soltanto per esami accademici e per inLellettuali scomuniche? Altro, altro richiede il ¼mpo nostro: più intima e profonda armonia nell'azione tra tuLLt i militi della causa ; coordinazione rapida e sicura di LuLtele forze mobilitate dal socialismo ; visione nella di un divenire che richiede ogni giorno il suo sforzo ; auùa·~ia e senso di responsabilità, spirito <li unione e non di divisione, che faccia una cosa sola, una realtà un.ica vIVente, di tutti gli organi cle1la lolla socialista - il Partito, il Gruv.po Parla– mentare, ].a Confederazione del Lavoro,· 11 giornale, i Comuni, le Cooperative - in guisa da essere in ogni mo!llent<?noi s~ssi - non i s~persLi_Li d_el SJ.!– peralo nform1smo n11cromane, non 1 trascmall e ri– cattati dall'audace iniziativa anarchi:6a - noi, cioè i non rivoltosi, i rivoluzionari, i socialisti - nella pienezza augusta dell'antico vocabolo. Solo cosi nel zig-zag della vita ebbra, tra la furia caotica dei con– traddittori, saremo nel nostro saldo cammino a fare non sollanlo dell'agitazione, ma del movimento, pre– parando il nostro domani, e, sopratutto, salvando il patrimonio, che dobbiamo ereditare dalla borghe– sia, dai colpi dilapidatori dell'ultimo sfacelo bor– ghese .... CLAUDIO TREVES. .A.i prossimi numeri : La socializzazione del sottosuolo di UMBE_BTO BIANCHI. Il Consiglio Nazionale del Lavoro di f. t. e on. MARIO ABBIATE. Primum vivere, deinde philosophari di A. TEDESCHI e IL VIOE. Complici dell'inazione socialista dell'ing. EUGENIO Rt• GNANO. Guerra e" ricostruzione 11 economica del prof. FAUSTO PAGLIARI.

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