Critica Sociale - anno XXX - n. 13 - 1-15 luglio 1920

208 CRITICASOCIALE scissione del partito più avanzato in due frazioni, l'una delle quali predicò. con ogni energia l'ast,en– sione dalle urne. E' interessante conoscere con quali argomenti di principii e d'opportunità i comunisti tedeschi, l?er bocca cli uno dei loro capi più autorevoli, proclammo la necessità di partecipare alle elezioni poli ti che e. alla vita parlamentare. Scrive la Zetkin che i dibattiti e le polemi,che svoltesi negli ultimi mesi in seno al partito comu– nista ebbero per soggetto due grandi problemi: la situazione cli quel partito, schiettamente marxista, cli fronte al parlamentarismo, e la situazione cli fron– te al movimento sindacale. Partito marxista, anti– clem?cratico, perchè Marx ed Engels non dissero: .« proletari e democratici, unitevi! », ma semplicemen– te: « proletari, unitevi!»; e nel Manifèsto dei co– munisti chiamarono il proletariato, non ad una gra– duale 'modificazione degli ordinamenti, esistenti, ma alla- distruzione violenta degli istituti sociali. L'opposizione cli una ,parte della compagine comu– nista .ad ogni contatto col Parlameqto e coi sindacati si ma1ùfestò come la conseguenza logica d'una con– cezione generale e fondamentale dello• sviluppo sto– rico e della situazione presente del partito comunista. La radice cli tale opposizione va ricercata nel sinda– calismo: e la questione del contegno del partito ver– so il Parlamentò e la burocrazia sindacale - che è altra cosa dal sindacalismo - si estese rapidamente alla questione più essenziale: se il partito dovesse esseze una milizia di lotta· politica o una associazione cli propagai;ida sindacalista; se dovesse servire l'idea comunista o il metodo sindacale. Coloro che volevano modificare il partito nel puro senso sindacalista, concentrarono' i loro sforzi nella critica del parlamentarismo e dei sindacati esistenti, assicurancl'clsi così le simpatie cli grandi masse di proletari clisill usi e inesperti. Le ,nasse tedesche si trovano ancora sotto l'impressione del tradimento della socialdemocrazia, (Passata al nazionalismo du– rante la ·guerra, e cl'i quello della burocrazia .sinda– cale nelle settimane della rivoluzione: tradimenti che però vanno attribuiti soltanto al cattivo uso fatto del parlamentarismo, e all'orientamento dei sin– dacati verso la «'unione sacra». I mezzi storici della lotta proletaria di classe, fra i quali è la partecipa– zione alle elezioni politiche, non devono però essere ·rinnegati per il solo fatto che sono stati usati da traditori o da inesperti. Quando, dopo la Comune di Parigi, il proletariato francese, disilluso dai fraudolenti p1ebisciti napoleoa nici, si mostrò propenso a rinunziare all'uso della scheda elettorale, Carlo Marx ne lo dissuase, dimo– strando che i mezzi di combattimento non sono pe~ se stessi nè reazionari nè rivoluzionari, fua diventano · reazionarì o rivoluzionari secondo l'impiego che se ne fa e lo scopo al quale le classi li destinano. In molti Parlamenti, durante l'ultima guerra, i depu– tati socialisti provarono che l'azione parlamentare di un partito rivoluzionario non equivale necessaria– men te al tradimento degli in te ressi proletari e dei principi socialisti. In Italia, in Bulgaria, in Serbia, nelle assemblee russe anteriori al trionfo del bolsce– vismo, si videro deputati socialisti tener fede corag– giosamente alle dottrine della lotta di classe e della Internazionale dei popoli liberi. I bolscevichi russi respingono, in linea di massima, la teoria dell'antiparlamentarismo; e nella loro pra– tica rivoluzionaria si servirono del parlamentarismo come· di mezzo per la .lotta di classe, fino al momento in cui poterono impadronirsi del potere politico e fondare. la Repubblica dei Consigli. In questo senso si pronunziarono ripetutamente, e anche nelle ultime settimane, Lenin e il Comitato esecutivo della Terza Internazionale. Se oggi la strettezza di vedute della burocrazia dirigente ha fatto dei sindacati delle caricature con– trorivoluzionarie, essi, quandc saranno animati da spirito rivo1 uzionario, formeranno strumenti effica– cissimi della loUa di liberazione. Se" ciò non inten– dono oggi le masse esasperate, e sono perciò oggi contro il parlamentarismo e contro i sindacati, i capi comunisti hann.o ìl dovere di cercare egual– mente in quali circostanze, in quali limiti, a quali col).eiizioni l'uno e gli altri possano venire utilizzati nena· lotta di classe ·proletaria, di dimostrare, a co– sto cli provocare· uno· scisma temporane,amente dal}- BibliotecaGino Biaf)Co noso, che gli. astensionisti sono in errore e condu– cono le masse per una falsa- strada. La propaga11da astensionista dei sindacalisti trovò la sna base nel fatto che la Conferenza nazionale da cui è uscito il partito comunista tedesco aveva re– spinto, in massima, la partecipazione dei comunisti alle elezioni per l'Assemblea nazionale. Ma questa risoluzione è spiegabile unicamente con la situazio– ne e lo, stato d'animo del momento in cui fu presa, col fatto, cioè, che un falso apprezzamento degli .iv,· venimenti aveva fatto sperare in una imminente vit– toria della rivoluzione proletaria. Del resto essa i'n– contrò - si noti bene - l'opposizione categorica di · tutte le migliori teste del partito, Rosa Luxemburg, Carlo Liebknecht, Leo Jogiches ed altri, che durante la guerra lottarono e soffrirono in prima linea per la •rivoluzione sociale. I fatti provarono che quegli insigni compagni ave– vano ragione, e la I)1aggioranza amorfa aveva torto, Finchè il proletar.iato non ha il modo di far inten– dere neflè vie la sua voce sovrana, è utile che i so– cialisti entrino nei Parlamenti per combattervi coi-ne avanguardia éosciente e risoluta del proletariato ri– voluzionario: non fosse altro, per mettere a nudo l'impotenza del sistema parlamentare a risolvere il· .contrasto fondamentale fra capitale e lavoro. Conviene utilizzare il parlamentarismo per ottenere che nei periodi cli calma rivoluzionaria, nell'inter– vallo fra due uragani, masse popolari sempre più lar– ghe ed esperte entrino in azione: mentre l'azione decisiva deve essere compiuta fuori del Parlamento. I sindacalisti partigiani dell'astensione dalle· urne snaturarono la· decisione della Conferenza nazionale per invitare il popolo a rinunziare al voto; qu,ello che la Conferenza aveva stabilito come misura mo– mentanea e ,tat<tica contro un determinato Parla– mento, in tér,pretarono come una dottrina di princi– pio, valida in confronto ad ogni corpo legislativo o amministrativo. Il risultato fu' quello che doveva es– sere: dello scisma comunista si avvantaggiarono altr,i partiti, e il movime,nto comunista st.esso si ritrova temporaneamente indeboJ.ito, esautorato, ·quasi privo cli rappresentanti ftel « Reichstag » e in appare:rnza sconfessato dalle moltitucljni proletarie. Angelo Treves. Invendita presso la libreria d~II' AVANTI ! Milano, via San Damiano, 16 Opuscoli di FILIPPO TURATI: Inno dei Lavorato·ri, musicato . . . • , • • . . L; 0,10 I sobillatori: appunti sociologici (1892) . . . . . . " 0,20 Il diritto di 1·iunione: La risposta alla Corona (1900) " 0,50 Il Pm·tito socialista e l'attuale momento politico (1901) " 0,20 Le nuove imposte sul sanyiie (I 913) . • . . . . . · . " 0,10 Il delitto e 1, qu,stione soci,,le; terza edizione (1913). 1,- La nuova leoislatura e il Partito socialista (1914) . • 0,25 Contro la Censura e gli internamenti (1916) . · . " 0,10 I Socialisti e la Gdter:ra (1916) . . . • . . . . , " 0,10 Al limitare della guerra (Hl16) . . . . . . . . . • 0,15 Gli internati pol'(,ici e il Ministn·o Salandra (1916) . " 0,10 Per il nuovo 1·eg1me in Russia e Sulla proroga dei la• vo.-i parlamentari (1916) . . . . . . . . . . . " 0,15 I nostri morti: nel secondo anniversa,·io della " loro • guerra !1916) . . . . ; . . . . . • . . • . " 0,20 Sulle comunicazioni del Gove1·no: la guerra e le per– secuzioni politiche (1917) . . . . . . . . . • . " 0,20 Lw,guer,·a e la ,prwe alla Camera italiwna (1917) . • " 0,15 La crisi del " Ministero Nazionale • e il· problema della pace (19-17) ........••.... " 0,30 Le accuse contro l'on. Todeschini alla Camera (1917). • 0,10 1 bisngni dei Comuni e la guerra; Pe1· i lavoratori dell'impiego privato (1917). . . . . . . . • . . " 0,20 Pe,· la difesa del Partito (1918) . . . . . . . . . • 0,15 Dqpo la disfatta e perchè non si ,·innovi (1918) . . . • 0,20 Dopo il fallimento della Co11fe1·enza (1919). . • • 0.15 Per la rappresentanza proporzionale (1919) . • " 0.40 Per la pace e pe,· la giustizia (.1919) . • . , . " 0,50 Il voto alla donna e le salariate dell'amore (1919) • • 0,50 Alla Camera che muore e al Paese che sorge (1919) " 0,30 Accompagnare le ordinazioni col relativo importo, aggiungendo, chi la voglia, centesimi 30 per la racco– ma~azione, alla Libreria dell'Avanti!, S. Damiano, le. RrGAMONTI GIUSEPPE, gerente responsabile. Milano, 10/7 1920 - Ooop. <hafioa degli Operai - Via Spartaco, 6,

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